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1) Lavarone Cappella, 6 maggio 1975: Ringrazia per la lettera. Attribuisce all'inconscio la propria mancata venuta a Urbino. Riconoscendo però di non trovarsi fortunatamente in psicoanalisi, preferisce una spiegazione nei termini S-R (stimolo-risposta): la sveglia delle 6.00 non ha suscitato un'adeguata risposta, in quanto neutralizzata dalla variabile intelligente della stanchezza! Si dice lieto del buon esito della conferenza e di pensare a Urbino con la nostalgia che avvolge tutte le cose passate, di cui non c'è ritorno. Gli fa molto piacere che il loro "volumetto" susciti un certo successo, per quanto si tratti di un semplice contributo culturale. Aggiunge che certamente la sua presentazione del volume lo valorizza e attrae l'attenzione su di esso. Dice di non aver avuto dal Martinelli fino a quel momenti nessun resoconto di vendita e che forse tali conteggi si fanno prima dell'estate e che lo terrà informato. Narra di lavorare duramente di giorno e di notte per la stesura del libro e di aver promesso solennemente a se stesso e a [Gaetano] Kanizsa per il futuro di occuparsi esclusivamente di ricerche sperimentali; dice di averne iniziata una sul pensiero produttivo, divertente come un gioco. Lo terrà informato e gli invierà i propri scritti da leggere, di cui esigerà la lettura! Ricorda che il suo parere è prezioso per lui. Saluta cordialmente.
Sottoscrizione "Sadi Marhaba".
2) Lavarone Cappella, 2 maggio 1976: Si dice certo che gli farà piacere sapere che ha avuto un incarico a Padova: "Metodologia delle scienze del comportamento". Non dimentica l'aiuto e l'incoraggiamento sempre ricevuti da lui, di cui lo ringrazia e sarà sempre grato. Racconta di essere giunto a 2/3 del libro, che probabilmente sarà pubblicato verso ottobre e di iniziare a avvertire una certa stanchezza. In settembre si trasferirà con la madre a Padova e manderà il nuovo indirizzo. Augura un buon lavoro con gli studenti a Roma e a Urbino. Conclude dicendo che lo pensa sempre con simpatia e amicizia. Aggiunge di vedere spesso a Trieste il professor Tempieri e di aver visto anche il suo bravo assistente di Roma, incaricato di logica a Trieste, di cui gli sfugge il nome.
Sottoscrizione "Sadi Marhaba".
Nota: "R 18/6".
3) Padova, 5 maggio 1977: Racconta di aver appena ricevuto l'incarico di insegnamento di storia della psicologia, può immaginare la propria soddisfazione nel poter finalmente insegnare ciò che studia e che ama studiare. Spera di mantenere questo incarico per tutta la vita. Lo ricorda con stima e amicizia, sperando di poterlo presto incontrare. Saluta con affetto. Domanda se abbia fatto in tempo a guardare le sue Antinomie epistemologiche e fa presente che il libretto di sociometria è stato ristampato e che è sempre in contatto con Martinelli.
Sottoscrizione "Sadi Marhaba"
Nota: "R 18/5/77".
4) Padova, 6 novembre 1977: Racconta di aver iniziato il corso semestrale di storia della psicologia, che gli regala molte soddisfazioni, gli studenti sono pochi ma motivati. Inoltre, gli è stato affidato dal Martinelli l'incarico di scrivere una storia della psicologia italiana, per cui intende raccogliere in modo sistematico più materiale possibile. Il problema è rappresentato dalla psicologia applicata, di cui non conosce lo sviluppo storico in Italia e dice di aver pensato a lui, esssendo uno dei principali esponenti della psicologia applicata in Italia. Domanda, nel caso in cui si recasse a Roma, se fosse possibile vedersi perchè di sicuro potrebbe fornirgli preziose indicazioni bibliografiche e spiegargli il suo pensiero sull'evoluzione di questo importante campo della psicologia. Confessa di non voler scrivere un libro fatto solo di ciò che è contenuto nei laboratori delle università italiane, perchè sarebbe incompleto. Ribadisce che se gli potesse donare un paio d'ore, gliene sarà molto grato. Lo saluta con affetto.
Sottoscrizione "Sadi Marhaba".
5) Padova, 23 novembre 1977: Ringrazia della lettera piena di preziose indicazioni bibliografiche. Conosceva già Mecacci e Dazzi; mentre sulla Rivista del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) di dicembre uscirà un saggio sul funzionalismo nordamericano, scritto da lui [Marhaba] un anno prima. Ringrazia dell'indicazione del materiale raccolto dalla dottoressa Leproux. Ammette che non si aspettava una lettera così particolareggiata, che, al contrario delle sue supposizioni, lo stimola a un incontro a Roma, per ulteriori indicazioni e parlare un po' dopo due anni e mezzo. Racconta che ormai da molti giorni gli studenti autonomi hanno occupato l'Istituto, provocando anche seri danni, e di aver continuato – forse unico docente a fare questo – le lezioni del corso di storia della psicologia in una casa privata con pochi studenti fedelissimi. Dichiara di non sopportare che una cinquantina di teppisti blocchino un corso di studio frequentato da 12.000 persone. Inoltre, la propria indole anarchica, individualistica, idealistica e mistica non accetta il concetto di una cultura subordinata alla politica o intesa come politica tout court, crede nell'indipendenza dell'intelligenza dalle categorie ideologiche e politiche, soprattutto nella moralità come fatto assoluto e astorico. Questo per dire che nell'Università di padova non c'è un clima adatto a lui, forse però la situazione a Roma – per quel poco che sa – è addirittura peggiore. Promette di telefonargli e di andarlo a trovare a Roma. Aggiunge di essere molto dispiaciuto per la morte di [Giorgio] Zunini, con cui corrispondeva raramente e di cui aveva stima. Ritiene che il suo Homo religiosus sia uno dei testi più profondi e chiari sull'argomento. Rinnova il ringraziamento per la sua lettera e saluta.
Sottoscrizione "Sadi Marhaba".
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5 lettere manoscritte di Assad, Sadi Marhaba (1947-) al professor Meschieri:1) Lavarone Cappella, 6 maggio 1975: Ringrazia per la lettera. Attribuisce all'inconscio la propria mancata venuta a Urbino. Riconoscendo però di non trovarsi fortunatamente in psicoanalisi, preferisce una spiegazione nei termini S-R (stimolo-risposta): la sveglia delle 6.00 non ha suscitato un'adeguata risposta, in quanto neutralizzata dalla variabile intelligente della stanchezza! Si dice lieto del buon esito della conferenza e di pensare a Urbino con la nostalgia che avvolge tutte le cose passate, di cui non c'è ritorno. Gli fa molto piacere che il loro "volumetto" susciti un certo successo, per quanto si tratti di un semplice contributo culturale. Aggiunge che certamente la sua presentazione del volume lo valorizza e attrae l'attenzione su di esso. Dice di non aver avuto dal Martinelli fino a quel momenti nessun resoconto di vendita e che forse tali conteggi si fanno prima dell'estate e che lo terrà informato. Narra di lavorare duramente di giorno e di notte per la stesura del libro e di aver promesso solennemente a se stesso e a [Gaetano] Kanizsa per il futuro di occuparsi esclusivamente di ricerche sperimentali; dice di averne iniziata una sul pensiero produttivo, divertente come un gioco. Lo terrà informato e gli invierà i propri scritti da leggere, di cui esigerà la lettura! Ricorda che il suo parere è prezioso per lui. Saluta cordialmente.
Sottoscrizione "Sadi Marhaba".
2) Lavarone Cappella, 2 maggio 1976: Si dice certo che gli farà piacere sapere che ha avuto un incarico a Padova: "Metodologia delle scienze del comportamento". Non dimentica l'aiuto e l'incoraggiamento sempre ricevuti da lui, di cui lo ringrazia e sarà sempre grato. Racconta di essere giunto a 2/3 del libro, che probabilmente sarà pubblicato verso ottobre e di iniziare a avvertire una certa stanchezza. In settembre si trasferirà con la madre a Padova e manderà il nuovo indirizzo. Augura un buon lavoro con gli studenti a Roma e a Urbino. Conclude dicendo che lo pensa sempre con simpatia e amicizia. Aggiunge di vedere spesso a Trieste il professor Tempieri e di aver visto anche il suo bravo assistente di Roma, incaricato di logica a Trieste, di cui gli sfugge il nome.
Sottoscrizione "Sadi Marhaba".
Nota: "R 18/6".
3) Padova, 5 maggio 1977: Racconta di aver appena ricevuto l'incarico di insegnamento di storia della psicologia, può immaginare la propria soddisfazione nel poter finalmente insegnare ciò che studia e che ama studiare. Spera di mantenere questo incarico per tutta la vita. Lo ricorda con stima e amicizia, sperando di poterlo presto incontrare. Saluta con affetto. Domanda se abbia fatto in tempo a guardare le sue Antinomie epistemologiche e fa presente che il libretto di sociometria è stato ristampato e che è sempre in contatto con Martinelli.
Sottoscrizione "Sadi Marhaba"
Nota: "R 18/5/77".
4) Padova, 6 novembre 1977: Racconta di aver iniziato il corso semestrale di storia della psicologia, che gli regala molte soddisfazioni, gli studenti sono pochi ma motivati. Inoltre, gli è stato affidato dal Martinelli l'incarico di scrivere una storia della psicologia italiana, per cui intende raccogliere in modo sistematico più materiale possibile. Il problema è rappresentato dalla psicologia applicata, di cui non conosce lo sviluppo storico in Italia e dice di aver pensato a lui, esssendo uno dei principali esponenti della psicologia applicata in Italia. Domanda, nel caso in cui si recasse a Roma, se fosse possibile vedersi perchè di sicuro potrebbe fornirgli preziose indicazioni bibliografiche e spiegargli il suo pensiero sull'evoluzione di questo importante campo della psicologia. Confessa di non voler scrivere un libro fatto solo di ciò che è contenuto nei laboratori delle università italiane, perchè sarebbe incompleto. Ribadisce che se gli potesse donare un paio d'ore, gliene sarà molto grato. Lo saluta con affetto.
Sottoscrizione "Sadi Marhaba".
5) Padova, 23 novembre 1977: Ringrazia della lettera piena di preziose indicazioni bibliografiche. Conosceva già Mecacci e Dazzi; mentre sulla Rivista del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) di dicembre uscirà un saggio sul funzionalismo nordamericano, scritto da lui [Marhaba] un anno prima. Ringrazia dell'indicazione del materiale raccolto dalla dottoressa Leproux. Ammette che non si aspettava una lettera così particolareggiata, che, al contrario delle sue supposizioni, lo stimola a un incontro a Roma, per ulteriori indicazioni e parlare un po' dopo due anni e mezzo. Racconta che ormai da molti giorni gli studenti autonomi hanno occupato l'Istituto, provocando anche seri danni, e di aver continuato – forse unico docente a fare questo – le lezioni del corso di storia della psicologia in una casa privata con pochi studenti fedelissimi. Dichiara di non sopportare che una cinquantina di teppisti blocchino un corso di studio frequentato da 12.000 persone. Inoltre, la propria indole anarchica, individualistica, idealistica e mistica non accetta il concetto di una cultura subordinata alla politica o intesa come politica tout court, crede nell'indipendenza dell'intelligenza dalle categorie ideologiche e politiche, soprattutto nella moralità come fatto assoluto e astorico. Questo per dire che nell'Università di padova non c'è un clima adatto a lui, forse però la situazione a Roma – per quel poco che sa – è addirittura peggiore. Promette di telefonargli e di andarlo a trovare a Roma. Aggiunge di essere molto dispiaciuto per la morte di [Giorgio] Zunini, con cui corrispondeva raramente e di cui aveva stima. Ritiene che il suo Homo religiosus sia uno dei testi più profondi e chiari sull'argomento. Rinnova il ringraziamento per la sua lettera e saluta.
Sottoscrizione "Sadi Marhaba".