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1) Roma, 30 dicembre 1930: comunica che la causa sarà rinviata perché il professor Federico Cammeo, anch'egli difensore di Rosa Negro Bruneri e di Felice Bruneri, ha richiesto di aggregare al collegio difensivo l'onorevole Filippo Ungaro (anche perché preoccupato della presenza dell'onorevole Roberto Farinacci nel collegio difensivo avverso), incaricato della discussione delle prove digitali e del sangue. A Ferretti spettava invece la trattazione dell'intera causa che avrebbe prima sottoposto a Coppola. Egli comunica inoltre l'intenzione di far ristampare le sentenze del Tribunale e della Corte di appello di Torino, da presentare ai consiglieri, e sostiene che, ai fini processuali, sarebbe altrettanto utile la pubblicazione della perizia di Coppola. Per quanto riguarda la tempistica: per la fine di febbraio era prevista la discussione mentre il 15 gennaio doveva aver luogo il deposito dei documenti presentati dal collegio avverso. Ferretti chiede inoltre a Coppola argomenti per demolire la perizia Perraud, Pellegrini, da poco pubblicata; notizie riguardo le memorie di don Tagliaferro, avverse al riconoscimento di Giulio Canella, e alla pensione percepita da Giulia Canella.
Firma "Benedetto Ferretti".
Carta intestata: "AVV. COMM. BENEDETTO FERRETTI".
2) Roma, 18 gennaio 1931: indirizza copia delle conclusioni presentate al processo dal collegio avverso e chiede in proposito il parere di Coppola; espone poi la sua intenzione di addossare le maggiori responsabilità del caso alla direzione del manicomio di Collegno e al perito prof. Carlo Ponzo; annuncia la presentazione delle sue deduzioni e conclusioni il 3 febbraio seguente e di aver spedito a Coppola un suo libro di critica a "volumi pseudo-canelliani".
Firma "Benedetto Ferretti".
Carta intestata: "AVV. COMM. BENEDETTO FERRETTI".
3) Torino, 4 febbraio 1931: annuncia l'imminente partenza per Firenze, dove il 10 marzo era prevista l'udienza presso la Corte d'Appello; cita negativamente una sentenza della Cassazione e auspica l'intervento di una persona influente, di cui non indica il nome, in relazione con Coppola. Comunica di aver avuto un colloquio con il ministro della giustizia, Alfredo Rocco, che dice essere un convinto assertore dell'identificazione in Bruneri dello sconosciuto, e di doversi recare a Roma e a Milano, per la pubblicazione di un suo lavoro e della perizia Coppola. Rileva le inesattezze sul caso riportate in un libro e fa riferimento ad una lettera del "ricoverato" a Giulia Canella del 12 marzo 1927, alle disposizioni regolamentari in vigore presso il manicomio in merito alla consegna delle missive, ad alcune testimonianze e perizie processuali e ad episodi da approfondire.
Firma "Benedetto Ferretti".
Carta intestata: "Palace Hotel / Grand Hotel de Turin / Turin (118)".
4) Roma, 8 febbraio 1931: comunica di essere stato a Firenze e di aver letto la comparsa a stampa presentata da Francesco Carnelutti, nella quale l'avvocato dedica molte pagine alla perizia Coppola; cita documentazione e testimonianze riportate nel testo e un'intervista del prof. Federico Rivano, direttore del manicomio di Collegno, pubblicata dal "Resto del Carlino" nel numero del 3-4 marzo 1927; conclude dicendo che la stampa è dalla loro parte.
Firma "Ferretti";
Carta intestata: "AVV. COMM. BENEDETTO FERRETTI".
5) Roma, 12 novembre 1931: chiede copia dell'ordinanza Martinengo del 23 dicembre 1927, cita un articolo apparso sul "Giornale d'Italia" e comunica di aver conferito con il prof. Ottolenghi.
Firma "Ferretti".
6) Roma, 16 novembre 1931: comunica di aver consegnato la comparsa per la stampa e di essere impegnato nella preparazione della "discussione orale" e chiede, al riguardo, alcuni chiarimenti e precisazioni a Coppola, in particolare la "sentenza del gruppo sanguigno".
Firma "Ferretti".
Carta intestata: "AVV. COMM. BENEDETTO FERRETTI / ROMA / 33 VIA ALBERICO II".
Contenuto
Sei lettere di Benedetto Ferretti, componente del collegio difensivo di Rosa Negro Bruneri e di Felice Bruneri, ad Alfredo Coppola:1) Roma, 30 dicembre 1930: comunica che la causa sarà rinviata perché il professor Federico Cammeo, anch'egli difensore di Rosa Negro Bruneri e di Felice Bruneri, ha richiesto di aggregare al collegio difensivo l'onorevole Filippo Ungaro (anche perché preoccupato della presenza dell'onorevole Roberto Farinacci nel collegio difensivo avverso), incaricato della discussione delle prove digitali e del sangue. A Ferretti spettava invece la trattazione dell'intera causa che avrebbe prima sottoposto a Coppola. Egli comunica inoltre l'intenzione di far ristampare le sentenze del Tribunale e della Corte di appello di Torino, da presentare ai consiglieri, e sostiene che, ai fini processuali, sarebbe altrettanto utile la pubblicazione della perizia di Coppola. Per quanto riguarda la tempistica: per la fine di febbraio era prevista la discussione mentre il 15 gennaio doveva aver luogo il deposito dei documenti presentati dal collegio avverso. Ferretti chiede inoltre a Coppola argomenti per demolire la perizia Perraud, Pellegrini, da poco pubblicata; notizie riguardo le memorie di don Tagliaferro, avverse al riconoscimento di Giulio Canella, e alla pensione percepita da Giulia Canella.
Firma "Benedetto Ferretti".
Carta intestata: "AVV. COMM. BENEDETTO FERRETTI".
2) Roma, 18 gennaio 1931: indirizza copia delle conclusioni presentate al processo dal collegio avverso e chiede in proposito il parere di Coppola; espone poi la sua intenzione di addossare le maggiori responsabilità del caso alla direzione del manicomio di Collegno e al perito prof. Carlo Ponzo; annuncia la presentazione delle sue deduzioni e conclusioni il 3 febbraio seguente e di aver spedito a Coppola un suo libro di critica a "volumi pseudo-canelliani".
Firma "Benedetto Ferretti".
Carta intestata: "AVV. COMM. BENEDETTO FERRETTI".
3) Torino, 4 febbraio 1931: annuncia l'imminente partenza per Firenze, dove il 10 marzo era prevista l'udienza presso la Corte d'Appello; cita negativamente una sentenza della Cassazione e auspica l'intervento di una persona influente, di cui non indica il nome, in relazione con Coppola. Comunica di aver avuto un colloquio con il ministro della giustizia, Alfredo Rocco, che dice essere un convinto assertore dell'identificazione in Bruneri dello sconosciuto, e di doversi recare a Roma e a Milano, per la pubblicazione di un suo lavoro e della perizia Coppola. Rileva le inesattezze sul caso riportate in un libro e fa riferimento ad una lettera del "ricoverato" a Giulia Canella del 12 marzo 1927, alle disposizioni regolamentari in vigore presso il manicomio in merito alla consegna delle missive, ad alcune testimonianze e perizie processuali e ad episodi da approfondire.
Firma "Benedetto Ferretti".
Carta intestata: "Palace Hotel / Grand Hotel de Turin / Turin (118)".
4) Roma, 8 febbraio 1931: comunica di essere stato a Firenze e di aver letto la comparsa a stampa presentata da Francesco Carnelutti, nella quale l'avvocato dedica molte pagine alla perizia Coppola; cita documentazione e testimonianze riportate nel testo e un'intervista del prof. Federico Rivano, direttore del manicomio di Collegno, pubblicata dal "Resto del Carlino" nel numero del 3-4 marzo 1927; conclude dicendo che la stampa è dalla loro parte.
Firma "Ferretti";
Carta intestata: "AVV. COMM. BENEDETTO FERRETTI".
5) Roma, 12 novembre 1931: chiede copia dell'ordinanza Martinengo del 23 dicembre 1927, cita un articolo apparso sul "Giornale d'Italia" e comunica di aver conferito con il prof. Ottolenghi.
Firma "Ferretti".
6) Roma, 16 novembre 1931: comunica di aver consegnato la comparsa per la stampa e di essere impegnato nella preparazione della "discussione orale" e chiede, al riguardo, alcuni chiarimenti e precisazioni a Coppola, in particolare la "sentenza del gruppo sanguigno".
Firma "Ferretti".
Carta intestata: "AVV. COMM. BENEDETTO FERRETTI / ROMA / 33 VIA ALBERICO II".