Ventidue lettere di Leonetta Pieraccini (1882 – 1977), pittrice, scrittrice e moglie del critico letterario e d’arte Emilio Cecchi, al fratello Arnaldo:
1) Firenze, 12 gennaio 1917: avverte che arriverà ad Arezzo l’indomani e ripartirà il giorno seguente per Roma. Domanda se Lalla e Piero siano ancora lì.
2) 10 settembre 1931: esprime dispiacere per la malattia del fratello, dicendosi tuttavia confortata delle notizie di miglioramento riferitele da Gaetano. Aggiunge che Guido considererebbe più conveniente, per curare le coliche, un soggiorno alle terme di Chianciano piuttosto che la solita abitudine di fare delle battute di caccia. Riporta gli auguri di Emilio. Aggiunge di aver avuto notizie di Lalla da Arnaldo Frateili che l’ha incontrata a Consuma. Ha saputo del prossimo matrimonio di Piero. Spera di avere presto buone notizie del fratello e degli altri parenti.
Aggiunti saluti di mano di Emilio Cecchi.
3) Roma, agosto 1932: gli presenta un caro amico suo e di Emilio, Umberto Morra di Lavriano. Assicura che stanno tutti bene: Dario è in montagna con le zie, Suso è a Castiglioncello con amici, mentre Ditta è a Roma ma andrà presto con amici a Venezia. Lei invece non ha ancora deciso cosa fare, tuttavia ha intenzione di fare una gita in Toscana prima della fine dell’anno. Chiede notizie di Lalla e di Gina. Invia saluti affettuosi.
4) Roma, 16 agosto 1933: ringrazia per la cartolina inviata da Venezia insieme a Lalla. Racconta di essere stata a Londra e Cambridge, poiché le figlie si trovano a Cambridge per seguire un corso di lingua inglese per stranieri. Considera Londra la città più bella del mondo. Assicura che stanno tutti bene, spera lo stesso del fratello e dei suoi familiari. Invia saluti affettuosi.
5) Roma, 29 luglio 1934: comunica al fratello che non può consentire a Ditta di trattenersi ad Arezzo, perché deve preparare la sua partenza. Le ha quindi scritto di tornare, seguendo la linea di Siena per fermarsi a Poggibonsi uno o due giorni. Invia saluti.
6) S. Paolo, 18 agosto 1936: esprime il suo dolore per la scomparsa della cognata Nina. La notizia ha fatto passare tutto il resto in secondo piano, anche le difficoltà frapposte dalla dogana brasiliana a consentire l’ingresso delle opere destinate all’esposizione. Invia al fratello un abbraccio affettuoso.
7) Roma, 13 novembre 1936: racconta di essere tornata soddisfatta dal suo viaggio. Rinnova le espressioni di dolore e vicinanza al fratello per la scomparsa di sua moglie. Lo informa che Ditta si sta riprendendo da una malattia piuttosto grave. Invia un saluto affettuoso.
8) [Roma, agosto 1937]: ringrazia il fratello e la nipote Lalla per l’ospitalità offerta a Dario, raccomandando loro di non esitare a fargli sapere quando sia il momento di ripartire.
9) Roma, 12 agosto 1937: esprime soddisfazione per la vacanza di Dario ad Arezzo, dove ha potuto beneficiare di una vita familiare armoniosa, tanto diversa dalla sua. Racconta che i ragazzi trascorreranno una settimana a Vienna, dove è sicura possano cavarsela, malgrado non conoscano una parola di tedesco. Racconta dell’invasione di turisti stranieri a Roma: francesi a giugno, tedeschi a luglio ed ora americani. Domanda i progetti del fratello rispetto alle vacanze. Confessa la speranza che abbia voglia di fare una gita a Roma. Rinnova i ringraziamenti per le premure usate a Dario, anche da parte di Emilio. Esprime speciale gratitudine per Lalla. Invia saluti affettuosi.
10) Roma, 16 marzo 1938: dispiaciuta per la malattia di Gaetano, lo invita a tenerla aggiornata. Racconta di essere tornata da Milano quattro giorni prima, senza essere riuscita a fermarsi a Firenze a causa del bagaglio complicato che comprendeva quadri, scatole di colori e cavalletto. A Milano ha visto Ottaviano, e in un secondo momento solo sua moglie e la piccola Pasqualina, essendo Ottaviano ammalato. Si augura che il nipote stia meglio. Esprime soddisfazione per l’esposizione fatta a Milano. Riferisce buone notizie di Emilio, che dovrebbe forse tornare fra un paio di mesi. Rinnova la raccomandazione a farle sapere le condizioni di Gaetano. Invia saluti.
11) Roma, 21 marzo 1938: lo ringrazia per le notizie su Gaetano, spiacente di non essere ancora riuscita ad andarlo a trovare: conta di farlo la settimana seguente. Racconta che Dario è andato a Parigi con il fidanzato di Suso, aggregandosi a una gita della Pier Bussetti. Invia saluti.
12) Roma, 28 giugno 1941: si mostra dispiaciuta per la brevità della visita del fratello, che pensa possa essere attribuita al fatto che fosse intenta a dipingere. Avrebbe al contrario gradito intrattenersi un po’ a conversare con il fratello, anche per avere notizie dei suoi familiari. Si scusa di non aver nemmeno chiamato Ditta e Suso al telefono per un saluto allo zio.
13) Roma, 16 dicembre [1942]: chiede notizie del fratello e dei suoi familiari, in particolare di Ottaviano e di Carlo, che aveva promesso di passare da Roma per andare ad Arezzo, durante la licenza. Riferisce buone notizie della sua famiglia: Dario ha avuto una licenza straordinaria per partecipare ad una mostra di pittura, che verrà inaugurata il giorno seguente. Terminata la licenza il 26, raggiungerà il suo battaglione al campo a Borgo S. Lorenzo. Raccomanda di farle avere notizie tramite le figlie.
Allega una lettera di raccomandazione di Baldini, per l’assunzione della vedova di un militare di Cariaggi come guardarobiera al manicomio o all’ospedale di Arezzo.
14) [Roma], 8 aprile 1943: chiede notizie di Carlo, dispiaciuta di aver perso una sua telefonata e, probabilmente, l’occasione di incontrarlo. Spera di poterlo ospitare prossimamente, mettendo a disposizione la vecchia camera di Ditta.
15) Roma, 21 agosto 1943: ringrazia per la lettera che le ha inviato Gina con notizie dei parenti di Arezzo. Confessa la fatica di scrivere in un momento tanto drammatico. Assicura che stanno tutti bene, compreso Dario che si trova sempre in servizio a Roma. Suso è a Poggibonsi, mentre Ditta e Bartoli sono a Narni, ospiti di amici. Riferisce di aver saputo dei trionfi di Gaetano e della bellissima figura di Piero. Confessa di desiderare un po’ di tranquillità. Invia saluti anche da parte di Emilio e Dario.
Aggiunti saluti di mano di Dario.
16) s.l., [agosto 1943]: dà notizie sulla salute di Ditta. Tutti gli altri familiari stanno bene.
Aggiunti saluti di mano di Dario.
17) Roma, 26 dicembre 1946: lo ringrazia per averle scritto dandole notizie di tutti i suoi familiari. Racconta che Emilio è a Londra, dove rimarrà per tutto l’inverno. Dario, invece, è a Roma dopo aver passato tre mesi in Svizzera, fra Zurigo e Ginevra, mantenendosi con lavori di pittura. Lele si è ripreso e si spera di vederlo “semi ristabilito se non ristabilito del tutto” in primavera. Suso e Ditta stanno bene così i nipotini. Invia saluti affettuosi.
18) s.l., 22 marzo 1947: la avverte del prossimo passaggio da Arezzo di Amalia, diretta a casa delle sue sorelle, dopo aver trascorso sette mesi a Roma. Lo avverte che Amalia, afflitta dai soliti malanni, vorrebbe passare da lui per un consulto. Scusandosi per questo incomodo, promette di scrivere maggiori dettagli. Assicura che lei e i familiari stanno bene. Comunica che Lele è guarito ed è stato dimesso dalla clinica dopo gli esami di controllo. Spera che Emilio è torni presto da Londra. Aggiunge di avere spesso notizie di Arnaldo e famiglia da Teresa. Promette di fare presto una gita dai parenti ad Arezzo, Firenze e Poggibonsi. Invia un saluto affettuoso anche per Lalla.
19) Roma, 24 dicembre 1947: manda auguri di buone feste. Aggiunti i saluti di Emilio Cecchi e del figlio Dario.
20) Roma, 13 dicembre 1954: coglie l’occasione dell’approssimarsi delle feste per mandare notizie della sua famiglia: la moglie di Dario sta per avere un secondo figlio, ragione per cui non se l’è sentita di partire per andare a Firenze per il 90° di Gaetano. Dario è impegnato in Francia alla lavorazione di un film.
Aggiunti i saluti di Emilio.
21) [Roma], s.d.: ringrazia per l’invito e promette di approfittarne prima o poi. Aggiunge che Emilio è assorbito dalla sua nuova occupazione e poco allegro. Riferisce di aver avuto notizie degli sposi fiorentini e di Puccettino da Ida Falosi. Invia auguri per il nuovo anno.
22) s.l., s.d.: lo ringrazia per la solita premurosa e affettuosa accoglienza. Ritiene di aver fatto bene a partire la mattina presto, in modo da arrivare a Roma per le 14. Racconta che il figlio si trova in ospedale e verrà operato nei giorni seguenti, assecondando il suo desiderio e quello di Emilio di trascinarsi nell’incertezza. Espone tuttavia i suoi dubbi circa l’efficacia risolutiva dell’intervento. Rinnova le espressioni di gratitudine, soprattutto per Lalla. Invia saluti per tutti.