Pieraccini Gaetano

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Trenta lettere di Gaetano Pieraccini (1864 – 1957), medico urologo, letterato e primo sindaco di Firenze dopo la liberazione, al fratello Arnaldo:

1) Firenze, 19 luglio 1934: lo informa della sua partenza per Poggibonsi sabato sera. Mette a disposizione del fratello e dei suoi familiari la sua casa.
2) Firenze, 29 maggio 1935: lo informa della morte di Beppe D. Z., a causa di una neoplasia. Gli comunica che venerdì pomeriggio si recherà a Poggibonsi per i funerali. Se il fratello non potrà esserci, lo rappresenterà lui.
3) Firenze, 31 luglio 1935: riferisce che gli amici di Poggibonsi sarebbero lieti che partecipasse a qualche battuta di caccia con loro. Gli offre ospitalità nel caso decidesse di accettare, estendendola alle persone che desiderasse portare con sé. Aggiunge di essere tornato lunedì da Bruxelles, esprimendo soddisfazione per il congresso.
4) Firenze, 22 agosto 1935: si mostra dispiaciuto per i problemi con il genero Lele [Naldini], raccomandando di cercare una mediazione e promettendo di intercedere a sua volta.
5) [Firenze], 30 gennaio 1936: ringrazia per le indicazioni bibliografiche. Riferisce che a Bologna si è data conferma alla teoria del ruolo centrale della donna nella conservazione della specie. Aggiunge di aver ricevuto da Ginevra l’incarico di scrivere un articolo sul tema “Costituzione e professione”, invitandolo a segnalargli testi sull’argomento di cui venisse a conoscenza. Qualunque indicazione potrebbe infatti tornargli utile, trattandosi di un argomento difficile, mai trattato in maniera veramente approfondita.
6) Firenze, 10 settembre 1936: si compiace dell’intenzione del fratello di andarlo a trovare, aggiungendo che aveva espresso questo desiderio anche a Piero. Lo informa che Guido è in viaggio con la famiglia, mentre Giulia si trova ad Orneto.
7) [Firenze], 5 febbraio 1937: esprime le sue riserve sul testo di Martini, non ritenendolo adatto ad essere pubblicato, ma piuttosto una ipotesi di lavoro. Racconta un episodio risalente al periodo in cui era assistente del professor Bojardi alla clinica pediatrica di Firenze. Fornisce indicazioni per l’approfondimento della questione, mediante la ricerca di soggetti affetti da ascaridiosi e la realizzazione di esperimenti sulle scimmie.
8) [Firenze], 8 febbraio 1937: lo informa che Piero ha ricevuto una lettera dal direttore dell’Ospedale di S. Maria Nuova, con l’invito a giustificarsi davanti alla Commissione disciplinare dell’istituto per l’ultima diffida ricevuta dalla Questura. Ritiene che sarebbe opportuno che il documento che sarà presentato alla commissione, evidenzi come il pensiero politico di Piero, divergente da quello dell’amministrazione, non ne condizioni l’attività professionale. Raccomanda inoltre di ricordare la sua partecipazione alla guerra e il fatto che ne sia tornato mutilato. Chiede al fratello di raggiungere Firenze al più presto, per la stesura del documento. Se fosse necessario potrebbe chiedere consiglio a persone competenti. Lo invita a non allarmarsi. Si augura che i problemi di Gina si siano sistemati.
9) [Firenze], 4 luglio 1937: lo informa che Piero ha consegnato la risposta, attenendosi a quanto raccomandato dal padre. Esprime soddisfazione per il testo, volto a “valorizzare la figura del perseguitato” e a “mortificare nell’animo i detrattori”. Lo aggiorna circa i contatti con B. da Siena e l’ingegner M.
10) [Firenze], 13 febbraio 1941: lo informa della morte di Giuseppe Mangani, aggiungendo di essere andato a Scandicci al funerale insieme a Piero e a Vittoria. Gli raccomanda di scrivere al figlio di Mangani, Galeno, precisando il nome della vedova, Giovanna.
11) Poggibonsi, 14 settembre 1941: lo avvisa dell’arrivo di Teresa. Il clima pare tranquillo. I ragazzi vispi e pieni di appetito. Promette che sarà aggiornato quotidianamente sulla situazione.
12) Poggibonsi, 16 settembre 1941: lo informa che tutto procede con regolarità.
13) Poggibonsi, 17 settembre 1941: comunica che tutto procede regolarmente. Mentre scrive, i bambini stanno facendo una passeggiata con Teresa, Vittoria e Assunta. Aggiunte li nomi di Carla e di Puccio.
14) Poggibonsi, 18 settembre 1941: lo aggiorna sull’andamento del soggiorno a Poggibonsi.
15) Poggibonsi, 19 settembre 1941: assicura che tutto procede bene.
16) Poggibonsi, 20 settembre 1941: conferma la sua soddisfazione per l’andamento della vacanza con Teresa e i bambini.
17) Firenze, 3 dicembre 1941: gli raccomanda la lettura di alcune pagine del suo ultimo volume e di quello intitolato Costituzione, movenze e atteggiamenti degli arti toracici. Gli farà avere il suo appunto tramite Piero. Assicura che stanno tutti bene.
18) Firenze, 14 giugno 1942: raccomanda di fare i complimenti a Puccio e a Mimma per la promozione. Domanda se si ricorda di Ricciolo di Poggibonsi e della forma dei suoi capelli. Rassicura sul suo stato di salute e su quello dei familiari.
19) [Firenze], 1° luglio 1942: lo aggiorna sulle condizioni dei familiari. I bambini stanno bene, ma sono “palliducci”. Dionisia invece ha dei problemi di salute: insufficienza aortica, con polso debole e rari accessi sincopali. Racconta della buona impressione avuta del fidanzato di Ditta. Lo informa che Guido gli ha portato il quadro genealogico di Ricciolo, nato dall’unione di una donna di Poggibonsi con un moro, e riferisce degli studi intorno alla sua famiglia. Segnala l’uscita di un volume di Luisa Gianferrari, direttrice dell’Istituto di genetica di Milano, e di Giuseppe Cantoni, edito da Vallardi [Manuale di genetica: con particolare riguardo all’eredità nell’uomo].
20) Firenze, 18 luglio 1942: lo informa che si sta preparando allo studio antropologico dei negroidi, aggiungendo di avere ottimi contatti con l’Istituto antropologico di Firenze. Comunica che Guido gli ha procurato alcuni buoni alberi genealogici, completi o quasi. Ha ripreso lo studio dell’ereditarietà biologica, per aggiornarsi, dato che aveva trascurato l’argomento dopo la pubblicazione sui Medici [La stirpe de’ Medici di Cafaggiolo]. Gli chiede di inviargli il volume della professoressa Luisa Gianferrari. Riferisce che il 10 settembre andrà a Poggibonsi, dove si tratterrà tutto il mese. Domanda se abbia scale colorate per occhi e capelli e la disponibilità a prestargli il compasso di spessore in caso di necessità.
21) [Firenze], 23 luglio 1942: comunica di conoscere lo studio Principi di psicologia razziale di Canella. Chiede di inviargli Razze umane estinte e viventi dello stesso autore insieme ai lavori di Luisa Gianferrari, scusandosi per il disturbo che gli arreca.
22) Firenze, 5 agosto 1942: ringrazia per le segnalazioni bibliografiche, precisando di conoscere alcuni dei volumi indicati e di potersene procurare altri in biblioteca. Oltre alle opere di Gianferrari e canella già segnalate, leggerebbe volentieri il Compendio d’antropologia di Canella e Le scimmie antropomorfe di Robert Hartmann per il suo studio sulla “genealogia degli arnesi ed evoluzione della mano”. Fornisce indicazioni per la spedizione dei testi. Riferisce che Piero è partito per il Lido.
23) Firenze, 28 agosto 1942: racconta di non essere riuscito a vedere Ottaviano, ma di aver saputo che sia lui che la figlia stanno bene. Lo informa di aver ricevuto il compasso dall’Istituto di Medicina legale ed altri strumenti dall’Istituto di antropologia per i suoi studi sui negroidi. Gli chiede di procurargli un estratto del lavoro di Enzo Liesch, assistente dell’Istituto di patologia spec, medica dell’Università di Firenze, sulle miopatie. pubblicato nel fascicolo n. 3 della “Rivista di clinica medica”. Lo avverte della prossima partenza per la villeggiatura.
24) [Poggibonsi], 21 settembre 1942: immagina che il fratello e i familiari stiano bene. Chiede la restituzione di un baule prestato a Gina l’anno precedente, che gli serve entro la fine del mese. Riferisce che i lavori per Ricciolo promettono bene. Invia saluti.
25) Poggibonsi, 30 settembre 1942: avvisa dell’arrivo del baule e della cartolina. Chiede se sia già stato pagato il costo del trasporto del baule, per evitare di farlo due volte. Assicura che stanno tutti bene. Si rallegra per il prossimo arrivo di Carlo e Ottaviano ad Arezzo. Raccomanda di salutarli.
26) Poggibonsi, 10 ottobre 1942: ringrazia per le notizie inviate. Lo aggiorna sul lavoro riguardante la discendenza di Ricciolo. Lo informa che Teresa si è fermata meno di tre giorni, pertanto girerà a Roma la cartolina dei bambini. Chiede la restituzione di un baule prestato l’anno precedente, per riportare alcune coperte a Firenze, date le difficoltà a riscaldare la casa.
27) Firenze, 7 dicembre 1942: segnala un suo buon amico, internista, libero professionista a Firenze, nel caso l’ospedale di Arezzo fosse ancora in cerca di un medico. Aggiunge che è il miglior studioso di biometrica in Italia.
28) [Firenze], 10 marzo 1943: si compiace dell’autorevole giudizio del prof. M[edea] sul suo lavoro. Come forse avrà già saputo da Piero, Guido è rimasto a letto una decina di giorni per una piaghetta al moncone di gamba. Pensa che ora vada meglio. Domanda se abbia saputo della morte di Pino Sprugnoli.
29) Firenze, 30 marzo 1943: fornisce rassicurazioni sullo stato di salute di Guido, che è stato visitato dal professor Palagi. Gli segnala una pubblicazione tedesca, Allgemeine Anatomie und Bewegungsapparat del prof. A. Benninghoff, dedicato all’anatomia e dinamica dei movimenti, opera in più volumi, di cui sta leggendo il primo alla Scuola di anatomia normale.
30) Firenze, 30 aprile 1943: si compiace per lo studio del fratello, che ha molto apprezzato, pur non avendolo letto tutto.

Estremi cronologici

19 Luglio 1934 – 30 Aprile 1943

Consistenza

30 carte

Collocazione fascicolo

b. 6, fasc. 1
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