Una lettera e diciassette cartoline dello psichiatra e neuropatologo Eugenio Medea (1873-1967) a Pieraccini:
1) Milano, 30 marzo 1931: avendo deciso di trascorrere la Pasqua tra Arezzo, Cortona, Città di Castello e Valiano (?), gli chiede un parere riguardo la sistemazione all'albergo "Chiavi d'oro" di Arezzo. Precisa che sarà accompagnato dalla moglie e dalla figlia, che non conosce Arezzo e le sue bellezze. Aggiunge che incontrerà con piacere Pieraccini, anche per visitare il suo istituto. Chiude informandolo che il posto [di direttore del manicomio di Mombello] è stato assegnato a Luigi Lugiato, in sostituzione di Giuseppe Antonini.
Cartolina postale con timbro: Prof. Eugenio Medea | S. Damiano, 22 – Milano (Mi)
2) Arezzo, Pasqua 1931: di ritorno da una gita alla Verna, invia saluti anche da parte di padre Vigilio e di padre Achille. Ringrazia per l'accoglienza riservatagli il giorno precedente all'Istituto psichiatrico di Arezzo che ha trovato "altrettanto bello quanto buono". In calce anche le firme della moglie Bianca Pisani e della figlia Alba.
3) Milano, 19 aprile 1934: invia saluti insieme alla moglie Bianca Pisani e alla figlia Alba.
4) Villa di Maser (Treviso), 24 dicembre 1938: comunica che l’ultima lettera che gli aveva inviato è tornata respinta. Quella ricevuta da Pieraccini gli ha invece fatto molto piacere anche perché è uno degli psichiatri italiani che apprezza maggiormente “per la dottrina, l’onestà, l’ingegno, il carattere”. Si augura quindi di poter consolidare i rapporti d’amicizia anche grazie alla frequentazione di suo figlio Carlo, se verrà a lavorare con lui.
Dopo la recente scomparsa di Giuseppe Antonini jr, che era stato suo allievo e che amava come un figlio, le risorse di cui dispone in istituto sono: il dottor Meroni, ottima persona ma ormai stanco e poco aggiornato, il dottor Colombo, suo giovane allievo che lavora anche all’Ospedale Maggiore, un altro medico [Bajetti] addetto solo al trattamento insulinico e il professor Alberto Rostan, primario a Mombello, che gli dà una mano principalmente al pomeriggio, ma che ambisce a una nuova collocazione. Questi ha infatti partecipato ai concorsi di Vercelli e di Sondrio e parteciperà a quello di Bergamo, che verrà bandito a causa dell’allontanamento di Giuseppe Muggia [costretto ad abbandonare la direzione dell’ospedale psichiatrico per ragioni razziali].
Poiché ritiene che Rostan desideri seguire la carriera manicomiale, si troverà nella necessità di riorganizzare il servizio: pensa di esonerare Meroni con un preavviso di almeno sei mesi e di sostituire Rostan con Carlo. Gli chiede quindi alcune informazioni sul suo stato, sulle sue aspettative e sulle sue intenzioni riguardo la carriera. Si aggiorneranno tuttavia quando avrà una risposta da Meroni e da Rostan. Nel frattempo gli chiede di mandare Carlo a Milano, in modo che possa incontrarlo e conoscerlo.
Sulla busta l’annotazione: “Riservata personale”
Carta e busta intestate: Villa di Maser | Maser (Treviso)
5) Milano, 30 dicembre 1938: ringrazia per la lettera e la cooperazione. A giorni potrà fornire informazioni riguardo i concorsi di Vercelli e di Sondrio. Nel frattempo chiede di raccomandare a suo figlio [Carlo] di fargli avere i suoi lavori. Si augura di poter vedere Pieraccini alla commemorazione di Giuseppe Antonini jr, assicurando che gli farà avere l’avviso per tempo. Avverte che dopo il 3 gennaio sarà stabilmente a Milano.
Cartolina intestata: Prof. Comm. Eugenio Medea | Milano | via Visconti di Modrone, 18
6) Milano, 6 gennaio 1939: propone a Pieraccini di aderire alla sottoscrizione per il busto di Giuseppe Antonini jr. Lo informa che la cerimonia avrà luogo il 22 gennaio, avvertendo che gli farà sapere in seguito l’ora precisa. Aggiunge che in tale occasione gli farebbe piacere incontrare Carlo, riguardo alla posizione del quale si augura di poter dare una risposta decisiva.
Cartolina intestata: Prof. Comm. Eugenio Medea | Milano | via Visconti di Modrone, 18
7) Milano, 10 gennaio 1939: ringrazia per l’invio [del denaro per il busto] di Antonini. Avverte che la cerimonia è fissata per il 22 del mese alle 14:30 a Mombello. Fornisce indicazioni per il viaggio offrendosi anche di farne una parte insieme in automobile. Si augura di vedere anche Carlo Pieraccini, del quale ha appena ricevute i lavori, assicurando che li leggerà con interesse. Spera di potergli dire qualcosa di decisivo domenica, confidando nella soluzione desiderata da Pieraccini. Chiude con un invito a pranzo per il 22.
Cartolina intestata: Prof. Comm. Eugenio Medea | Milano | via Visconti di Modrone, 18
8) Ronchi (Apuania), 20 agosto 1941: invia saluti dal mare, dove intende trattenersi ancora per una decina di giorni, contando sulla presenza in istituto di Carlo, del quale ha piena fiducia. Lo informa che sua moglie è stata gravemente malata e anche in tale occasione ha avuto modo di contare su di lui. Auspica di rivedere Pieraccini.
9) Milano, 19 gennaio 1942: informa Pieraccini di avere ricevuto le bozze e di averle già scorse, trovando il lavoro poderoso e originalissimo. Si impegna a pubblicizzarlo, chiedendogli di fargli avere la réclame modello di cui gli ha parlato. Lo informa di aver scritto “all’alto personaggio” in merito a Carlo e questi gli ha risposto che ne avrebbe riparlato a Roma. Gli comunica di aver scritto a Giovanni Petragnani, pregandolo di includere la dolantina tra gli stupefacenti, avendo riscontrato parecchi casi di dolantinomania. Esprime la propria commozione riguardo il consenso ottenuto dall’idea di Ugo Cerletti per la sua designazione a presidente della Società italiana di psichiatria, incarico che trova tuttavia sproporzionato ai suoi meriti e che esiterebbe ad accettare, non amando peraltro gli accumuli di cariche. Ringrazia in ogni caso Pieraccini per il suo sostegno, che considera il premio migliore.
Cartolina intestata: Lega italiana di igiene e profilassi mentale | Presidenza | Milano – via Visconti di Modrone, 18
10) Milano, 11 aprile 1942: esprime sofferenza per la lontananza di Carlo Pieraccini, malgrado una lettera rassicurante sulle sue condizioni di salute. Poiché Giuseppe Fachini è stato incaricato della traduzione del volume di Lowell S. Selling, Men against madness, [al quale Medea scriverà una prefazione], chiede all’amico di fargli avere alcune foto dell’Istituto di Arezzo con i suoi fabbricati rurali alla toscana, desiderando che si tenesse conto di quanto di meglio esiste in materia di assistenza psichiatrica in Italia.
Cartolina intestata: Lega italiana di igiene e profilassi mentale | Presidenza | Milano – via Visconti di Modrone, 18
11) s.l., 26 luglio 1942: informa che le sue vacanze saranno molto frammentate a causa del servizio a Monza. Si compiace della richiesta dell’amico di presentare il suo volume [Semeiologia e diagnostica delle paralisi poliomielitiche], incarico per il quale non si sente tuttavia all’altezza. Gli suggerisce pertanto di rivolgersi a qualcuno con maggiore autorità nel mondo scientifico attuale, come ad esempio Ugo Cerletti, rimanendo comunque a sua disposizione. Racconta di avere ricevuto a sua volta notizie di Carlo.
Cartolina intestata: Stabilimento Sanitario Biffi | per malattie mentali e nervose | in Monza
12) s.l., 20 ottobre 1942: assicura che preparerà e spedirà il certificato con tutta la celerità permessa dalla burocrazia. Racconta di aver parlato con il prof. Giuseppe Carlo Riquier, clinico neurologo, che però non conosce i nomi dei commissari, anche perché lui era nella commissione precedente. Riquier gli ha tuttavia detto di aver letto sul “Popolo d’Italia” che i termini per i medici in servizio militare dovrebbero essere stati prorogati e che i nomi dovrebbero essere stati pubblicati sulla “Gazzetta Ufficiale”. Aggiunge che Riquier gli ha anche consigliato di scrivere direttamente al ministero per avere indicazioni precise. Dichiara la sua nostalgia per la lontananza di Carlo. Informa Pieraccini che si recherà a Losanna per partecipare alla riunione oto-neuro-oftalmologica svizzera. Chiude assicurando di aver fatto tutto quanto richiesto.
Cartolina intestata: S.A. Stabilimento Sanitario Biffi | per malattie mentali e nervose | in Monza
13) Milano, 18 febbraio 1943: esprime la sua ammirazione per le abilità diplomatiche di Pieraccini. Dichiara di non aver ricevuto né le bozze né altro. Aggiunge che non si può telefonare né in tipografia né a suo figlio. Precisa però di avere appena ricevuto una nota telegrafica da La Spezia che lo informa del trasferimento di Carlo a Milano. Segnala che il bombradmento ha causato danni serissimi. Rimane in attesa della risposta da Roma circa l’introduzione.
14) Milano, 21 aprile 1943: esprime rammarico per la malattia di Carlo, anche perché tutto era stato preparato per bene. Il collega di Genova gli ha anche scritto gentilmente, precisando tuttavia che non è possibile fare nulla, non essendosi presentato alla convocazione. Inoltre risultando non mobilitato, non potrà godere dei vantaggi militari. Dichiara di non aver più saputo nulla del libro e di non avere ancora ricevuto le bozze ma di averne parlato con il figlio avvocato di Pieraccini, Ottaviano.
15) s.l., 29 aprile 1943: scrive di aver ricevuto il libro, “veramente bello e ben presentato”. Ritiene che avrà larga diffusione e successo. Ringrazia per l’invio e per le belle parole. Amareggiato per Carlo, racconta di aver ricevuto lettere a riguardo da De Lisi e Pisani, ai quali lo aveva raccomandato. Non l’ha ancora visto, ma l’ha sentito al telefono. Lo informa dei problemi ad un occhio di sua moglie.
16) Ronchi, 7 settembre 1943: racconta delle sue vacanze in Apuania. Lo prega di insistere con Carlo, sempre troppo modesto. Chiede ragguagli sul volume sulla poliomelite, ricordandogli di essere sempre a sua disposizione.
17) Venezia, 26 dicembre 1953: invia auguri.
18) Ronchi (Massa Carrara), 19 agosto 1955: invia saluti.
E' inoltre presente un appunto di mano di Arnaldo Pieraccini con l'indirizzo e il numero di telefono di Medea a Milano.