Martini Furio

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Dodici cartoline e 5 lettere di Furio Martini a Pieraccini:
1) Macerata, 31 dicembre 1935: invia auguri per il nuovo anno estesi alla famiglia di Pieraccini. Lo informa che rientrerà ad Arezzo il 3 gennaio alle ore 20 per riprendere il servizio di guardia.
2) Macerata, 17 settembre 1941: invia saluti.
3) 17 marzo 1942: racconta le tappe del viaggio fino alla destinazione attuale: Arezzo, Firenze e Bari, da dove è partito per arrivare in Grecia. Lo informa che, dato il modesto carico di lavoro, oltre al servizio medico, gli è stata affidata la direzione di una mensa ufficiali. Ricorda con nostalgia l’istituto, il personale della direzione e i colleghi Simi e Ponticelli, che gli chiede di salutare. Chiede notizie del figlio di Pieraccini, Carlo, e della sua famiglia. Attende notizie dai suoi, dicendosi accorato nell’immaginare il dolore di sua moglie per la partenza repentina e senza preavviso. Chiude con saluti estesi ai familiari di Pieraccini e ai colleghi. 
Sulla busta timbro di avvenuto controllo della censura e l’indirizzo del mittente: 432° battaglione T.M. | Posta Militare 106 P 
4) s.l., 28 marzo 1942: ringrazia per le attenzioni paterne di Pieraccini verso sua moglie Maria. Invia auguri per le prossime festività pasquali, estesi ai familiari di Pieraccini, ai colleghi medici, alle suore e agli impiegati di direzione.
Cartolina postale per le forze armate con l’indirizzo del mittente: 432° battaglione T.M. | Posta Militare 106 P 
5) s.l., 10 aprile 1942: ringrazia per le continue premure verso sua moglie. Racconta che il suo servizio non è particolarmente gravoso, anche perché si è ormai assestato sui ritmi delle truppe d’occupazione. Ritiene che anche Milli sia stato spostato alla sua destinazione. Spera che Pieraccini continui a ricevere ottime notizie di suo figlio Carlo. Invia saluti estesi alla famiglia di Pieraccini.
Cartolina postale per le forze armate con l’indirizzo del mittente: 432° battaglione T.M. | Posta Militare 106 P
6) s.l., 20 giugno 1942: risponde immediatamente all’ultima lettera di Pieraccini, assicurandogli il suo interessamento per le vicende dell’istituto, per cui prova una crescente nostalgia. Ricorda con particolare piacere le riunioni mattutine nell’ufficio del direttore, i volti di molti malati, lo svolgimento ordinato del servizio, gli interessanti casi neurologici, così come l’istituto nel suo insieme, i viali, le passeggiate al roccolo e alla Colonina. Afferma di non essere sorpreso delle determinazioni dell’Amministrazione, che in fondo si aspettavano tutti. Passa quindi a raccontare delle sue incombenze come unico medico presidiario: assistenza a numerosi reparti di armi diverse, sorveglianza igienica generale, coordinamento dei servizi con le autorità sanitarie civili, disbrigo della corrispondenza d’ufficio, controllo dell’elemento femminile transitante, assistenza a molti greci poveri, lotta antimalarica. Spera in una prossima licenza, che però non viene facilmente concessa al personale medico, assicurando che passerà ad Arezzo con Maria se riuscirà ad ottenerla. Racconta che per un’altra quarantina di giorni non dovrebbe essere spostato. Si lamenta per il terribile caldo, che raggiunge anche i 40° all’ombra e dal quale ci si difende come si può. Si compiace delle buone notizie ricevute sul conto di Carlo Pieraccini, passando poi a chiederne sul conto di Puccio e di Carla. Accenna ai suoi figli Paolo e Franco e a suo fratello, che ha avuto una breve licenza. Gli raccomanda di ricordarlo a Simi e a Milli. Invia saluti estesi a Gina, Lalla e Vittoria.
Biglietto postale per le forze armate con l’indirizzo del mittente: 432° battaglione T.M. 3 Compagnia | Posta Militare 106
7) Verona, 28 settembre 1942: racconta di essere giunto a Verona, dove si tratterrà per diverso tempo, assegnato al 5° Battaglione d’Armata. Aggiunge che preferirebbe tornare ad Arezzo e presentare istanza d’esonero attraverso l’Amministrazione Provinciale che, come gli avrà riferito il dottor Simi, potrebbe risultare agevolata dalla sua assegnazione per sei mesi ai servizi condizionati. Conta di chiedere un breve permesso per recarsi ad Arezzo e parlare della questione con Pieraccini. Racconta che il servizio a Verona non sarà molto pesante, poiché lo impegnerà solo al mattino, lasciando però spazio alla noia. Scrive di un inconveniente riguardante il riscontro della mancanza di una piccola parte del materiale sanitario che aveva lasciato in consegna a un infermiere, dicendosi comunque sicuro di risolvere la questione. Riferisce che il tempo è pessimo e che l’Adige ha raggiunto livelli che non si vedevano da anni. Chiede a Pieraccini di segnalargli qualche testo specialistico per mettere a frutto il tempo a disposizione. Invia saluti estesi ai familiari di Pieraccini e al dottor Milli.
Sulla busta l’indirizzo del mittente: Dr Martini | 432° battaglione T.M. | 3 Compagnia | Posta militare 106
8) Grado, Campo contumaciale, 12 dicembre 1942: invia saluti.
Cartolina postale per le forze armate con l’indirizzo del mittente: Comando Tappa N 5 | Grado
9) Grado, 20 dicembre 1942: informa Pieraccini che gli scrive da Grado, dove sta trascorrendo il periodo contumaciale prima di partire per la licenza per Macerata. Gli assicura che durante le feste natalizie passerà ad Arezzo per trovarlo insieme a Maria. Racconta di essere rientrato in Italia dopo dieci mesi e un lungo viaggio in tradotta, ripagato con un alloggio e un trattamento di primo ordine. Aggiunge che insieme a lui ci sono molti ufficiali provenienti dal Montenegro, molti dei quali sono alpini. Chiede notizie del figlio di Pieraccini, Carlo e dell’ospedale. Lo informa che suo fratello, avvicendato nel Montenegro, dopo una brevissima licenza in Italia è stato mandato in Francia, ma non conosce la sua precisa destinazione. Scrive inoltre che durante i suoi spostamenti ha incontrato molti aretini, ma nessun ufficiale. Invia saluti e auguri di Natale, estesi ai familiari di Pieraccini.
10) s.l., 16 gennaio 1943: racconta di essere tornato al suo reparto dopo un viaggio di 14 giorni che lo ha portato a toccare anche l’Albania settentrionale. Aggiunge notizie sui suoi figli, Paolo e Franco, precisando che i suoi gli scrivono quotidianamente, ma non hanno ancora ricevuto la sua corrispondenza da Atene. Gli raccomanda di ricordarlo ai colleghi. Chiude con saluti estesi ai familiari di Pieraccini.
Cartolina postale per le forze armate con l’indirizzo del mittente: 432° battaglione Cost. | Comando | Posta Militare 106
11) s.l., 31 luglio 1943: ringrazia Pieraccini per la sua lettera e per le molte premure usate verso sua moglie. Si mostra pensieroso per la nuova situazione [creatasi dopo la sfiducia a Benito Mussolini], che non permette di fare previsioni, rammaricandosi di non essere insieme ad Arezzo, anche perché gli sarebbe piaciuto osservare “le facce e gli atteggiamenti fisiognomici” di molte persone di comune conoscenza. Informa Pieraccini di essere stato assegnato a una Sezione di sanità come medico di due concentrazioni di 150 posti, in cui vengono ricoverati malati che hanno superato la fase acuta. La maggior parte è costituita da malarici che presentano ricadute o recidive. Il lavoro al quale è addetto è meno pesante rispetto a quello presso il battaglione, più propriamente medico, con più comodità e meno disagi legati allo stato di guerra. Ringrazia Pieraccini per il certificato che gli ha rilasciato su richiesta di Maria. Si augura che Arezzo, Pieraccini e la sua famiglia vengano risparmiati “da qualunque grave avvenimento”. Invia saluti, estesi ai familiari di Pieraccini, esprimendo il desiderio di potere un giorno ritrovarsi insieme.
Sulla busta l’indirizzo del mittente: S. Ten. Med. Martini Furio | 88 Sezione di Sanità | | P.M. 106
12) Porto Potenza Picena, 23 luglio 1947: invia saluti.
12) Ginevra, 4 dicembre 1953: invia saluti insieme a Maria.
13) Macerata: invia ossequi.
14) Geel: invia saluti.
16) Firenze: invia saluti.
17) Salisburgo: invia saluti.

Estremi cronologici

31 Dicembre 1935 – 4 Dicembre 1953

Consistenza

21 carte

Collocazione fascicolo

b. 3, fasc. 27
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