88 lettere dello psichiatra Giuseppe Seppilli (1851-1939) a Buccola:
1) [Milano], 6 luglio 1880: Lo informa di avere trovato il “caro Fernando” in uno stato di salute precario e di volerlo per questo, portare a Pavia per un consulto medico specialistico. Sarà comunque, di ritorno tra pochi giorni. Gli comunica di “avere tra le mani” un lavoro del “Bulletin Thérapeutique” che potrebbe interessare ad entrambi.
2) [Milano], 8 luglio 1880: Gli comunica che sarà di ritorno il giorno successivo alle 3 e 20 p.m. e che ha eseguito tutte le commissioni affidategli. Conclude inviando i propri saluti a tutti gli amici e colleghi.
3) [Reggio Emilia], 11 agosto 1880: Immagina che l’amico si trovi circondato da tutti i suoi cari e che la madre sia felice di trovarlo “così bello, di ottimo colorito e ingrassato”; la sua lontananza tuttavia, gli procura dolore e nostalgia tanto più che l’Amadei non gli tiene affatto compagnia e parla “solo se interrogato”. Gli comunica che, dopo mille insistenze, Armando ha dovuto cedere all’invito del Direttore di partecipare al Congresso che si terrà presso l’Istituto. Lo ringrazia per l’invio della cartolina e dei giornali e gli chiede informazioni in merito all’opinione del Tenerelli sulla sua (di Buccola) partecipazione al concorso per il posto di perfezionamento in Psichiatria, anche se è certo che il valore dei suoi titoli gli garantirà la vittoria. Gli comunica infine, di aver ricevuto un fascicolo di Wundt di facile lettura.
4) [Reggio Emilia], 13 agosto 1880: Gli invia alcune copie dell’estratto del loro lavoro per farne dono agli amici e gli comunica che vi troverà allegato anche un numero dell’Italia Centrale dove si trova un articolo del Riccardi. Gli augura di divertirsi e lo saluta con affetto.
5) [Reggio Emilia], 17 agosto 1880: Si compiace della sua decisione di concorrere per il posto di perfezionamento all’interno della clinica anche perché è certo che i suoi titoli gli permetteranno di ottenere ciò che desidera. Tuttavia, “anche se i tuoi titoli sono la migliore raccomandazione”, ritiene opportuno che i Proff. Federici e Tamburini scrivano per lui al Burresi. Il Prof. Tamburini, infatti, gli rinnova la sua stima e non gli ha scritto solo per mancanza di tempo essendo partito con la moglie e i figli per Ancona. Lo informa che Venanzio ha fatto richiesta di restare a Bergamo fino alla fine del mese, ma che al suo ritorno sarebbe, comunque, tornato a dedicarsi allo studio della Psichiatria. Gli racconta un fatto curioso: il marito di una paziente ha inviato del denaro per abbonarsi alla “Rivista Sperimentale”, dicendo che “se tutti i pazienti degli ammalati del Frenocomio lo imitassero i redattori della Rivista si arricchirebbero”. Gli chiede infine se ha ricevuto l’estratto del loro lavoro e lo informa della sua intenzione di spedirlo “ai grandi giornali italiani e agli amici della Germania”.
6) [Reggio Emilia], 24 agosto 1880: Lo informa dell’imminente rientro del Prof. Tamburini previsto per il giorno successivo: La sua assenza ha permesso a tutti gli assistenti di essere più liberi in quei giorni e di dedicarsi al alcune piacevoli attività (passeggiate nella collina Reggiana, visite ad amici, etc.). Esprime vivo rammarico per l’amministrazione del Frenocomio e si augura che la situazione cambi radicalmente, quando saranno loro a dirigere un manicomio. Lo informa dell’arrivo al Frenocomio di 2 dispense destinate a lui. Gli comunica inoltre, che sul “Diritto” è stato pubblicato il numero dei partecipanti al concorso che sono circa 40.
7) [Reggio Emilia], 31 agosto 1880: Lo rincuora in merito alla lettera di raccomandazione richiesta al Prof. Tamburini, affermando che tale gesto verrà fatto spontaneamente in quanto lo stesso Prof. è interessato alla sua nomina. Lo ringrazia per il suggerimento di partecipare al concorso di Direttore del Manicomio di Palermo, ma lo informa che non si candiderà in quanto il Prof. K(?) sostiene già la candidatura del Morselli ed egli stesso non si ritiene degno di occupare tale posizione. Gli comunica che il Prof. Tamburini insiste affinché al Congresso di Genova gli assistenti partecipino con delle letture su argomenti di attualità, come “la metalloterapia, la termometria centrale, e le localizzazioni”. Il Prof. Tamburini si occuperebbe personalmente dell’ipnotismo, mentre affiderebbe al Tamassia e al Morselli un argomento di medicina legale e di freniatria. Lui (Buccola) potrebbe invece, occuparsi del tema dell’eredità. E’ entusiasta di tale possibilità poiché ritiene che la trattazione dell’eredità “da un punto di vista psicologico” rappresenti l’argomento più interessante del Congresso che egli saprà affrontare “in modo chiaro, conciso e brillante”.
8) [Milano], 5 ottobre 1880: Gli comunica di essere arrivato a Milano già da due giorni, ma di essere stato poco bene. E’ andato a trovare Armando anche se in quei giorni, a Milano, tutti gli spostamenti sono resi difficoltosi da una pioggia battente. Lo informa di avergli spedito due giornali e gli chiede notizie dell’Amadei e del piccolo Riva. Gli chiede infine, informazioni in merito, all’esito dei suoi esperimenti condotti insieme al Luciani. Conclude comunicando l’indirizzo del proprio alloggio di Milano.
9) [Milano], 6 novembre 1880: Gli comunica di aver ricevuto la sua lettera, nella quale descriveva gli scarsi risultati ottenuti grazie all’utilizzo del galvanometro; egli stesso manifesta le proprie perplessità nei confronti sia dello strumento che degli esperti che lo utilizzano non sempre competenti. Desidera ardentemente che la nomina per il posto di perfezionamento venga modificata, in modo da potere riparare all’ingiustizia subita dall’amico e far sì che il suo impegno, la sua attività e i suoi studi “ricevano quel premio che meritano”. E’ andato a trovare l’editore Vallardi, il quale si è mostrato disponibile a pubblicare la traduzione del Krafft-Ebing su cui stanno lavorando (il compenso sarà di £ 2022 a foglio). Gli racconta di essere in cerca di un appartamento per i suoi e di non riuscire a trovarne uno che soddisfi le loro esigenze ma di dover prendere al più presto una decisione in quanto la vita in albergo risulta eccessivamente dispendiosa.
10) [Milano], 9 novembre 1880: Gli racconta di non essere ancora riuscito a trovare l’appartamento che desidera e di aver deciso, insieme alla madre, di riprendere la casa dell’anno precedente, sebbene il prezzo sia elevato. Si dichiara, infatti, “stanchissimo” di questa condizione che gli “impedisce di prendersi qualche passatempo”. Ritiene opportuno portare celermente a termine la traduzione del Krafft-Ebing per evitare di farsi precedere dalla traduzione francese che potrebbe allettare l’editore Vallardi. Si dichiara dispiaciuto per le condizioni di salute del figlio del Prof. Riva e gli racconta di essersi recato dal Prof. Verga, che ha espresso parole di elogio nei suoi confronti.
11) [Reggio Emilia], 6 dicembre 1880: Si congratula per il posto di perfezionamento ottenuto all’interno della clinica; anche il Prof. Tamburini è contento di tale traguardo, ma lo sarebbe stato di più se questo fosse avvenuto mentre si trovava ancora a Reggio. Esprime apprezzamento per il secondo fascicolo della Rivista, specialmente per la parte bibliografica ed analitica, molta ricca e ben adatta all’indirizzo del giornale. Lo informa di aver spedito al Morselli le bozze di alcuni lavori, dei quali desidera ricevere gli estratti sperando che essi siano accompagnati da una tavola illustrativa. Gli chiede informazioni in merito ad una loro eventuale partecipazione alla stesura del trattato di psichiatria, a cui sta prendendo parte anche il Morselli. Manifesta tuttavia, perplessità circa tale trattato che ritiene lontano dalle richieste del mercato attuale; preferirebbe dunque, scrivere insieme all’amico, un trattato breve e sintetico, che possa far da guida agli studenti universitari.
12) [Reggio Emilia], 11 febbraio 1881: Si compiace della calda ed affettuosa accoglienza riservata all’amico dal Prof. Ardigò; gli chiede di parlargli dettagliatamente della lezione tenuta dal Professore, alla quale è certo che l’amico abbia partecipato, e gli chiede di spedirgli, nell’attesa, l’articolo edito da un giornale di Padova che parla di tale evento. Spera che egli possa trascorrere a Padova delle giornate meravigliose e che la breve distanza da Venezia, gli permetta di ammirare le meraviglie di tale città e di dimenticare così le noiose giornate trascorse al San Lazzaro. Conclude commissionandogli alcuni acquisti, qualora si recasse a Venezia.
13) [Reggio Emilia], 28 febbraio 1881: Lo informa della difficoltà di proporre Muller e Obersteiner come “soci componenti, essendo conditio sine qua non di pagare la quota dell’Archivio”. Dunque, come gli ha fatto notare il Prof. Verga, è bene interpellare prima coloro che si intendono proporre come soci e ciò potrà essere fatto, in una successiva seduta della Società.
14) [Milano], 4 marzo 1881: Lo informa dell’ultima seduta della Società di Freniatria in cui sono stati eletti sia i rappresentanti (il Prof. Tamburini e il Prof. Virgilio) sia i Soci componenti. Gli comunica che i fratelli Dumolard sono disposti a pubblicare la Rivista per due anni e, in occasione dell’Esposizione, che avrà luogo nel mese di maggio, intendono pubblicare i primi due numeri. Gli spedisce, quindi, il modello del formato e dei caratteri di stampa scelti dal Morselli per la Rivista. Gli dice di trovarsi molto bene a Milano e di trovarvi molte occasioni di divertimento e di allegria.
15) [Reggio Emilia], 9 aprile 1881: Si compiace delle piacevoli novità apprese: ha infatti, saputo, attraverso una lettera del Morselli al Prof. Tamburini, dell’eccellente impressione che l’amico ha fatto ai “14 direttori del manicomio di Torino”; e che “essi sono disposti a fornire al manicomio tutto quanto potrà essergli di lustro scientifico”. Sicuramente ciò costituisce un’ottima opportunità per la sua carriera perché potrà confrontarsi “con uomini di ingegno e dottrina non comuni”. Esprime sorpresa e rammarico per la cattiva descrizione che egli fa del manicomio di Torino, che certamente vedrà significativi cambiamenti grazie all’opera del Prof. Morselli. Lo invita a recarsi, seguendo il desiderio del prof. Tamburini, dal Prof. Mosso per visionare il pletismografo e per avere spiegazioni in merito ai risultati poco soddisfacenti ottenuti con tale strumento. Gli chiede notizie in merito alla sua vita a Torino: sa che non è rimasto contento dell’alloggio che gli è stato assegnato al manicomio, ma si dice convinto che i “14 direttori” miglioreranno la sua posizione non appena si renderanno conto che “la sua presenza è necessaria e indispensabile all’andamento scientifico dello stabilimento”. Gli invia i saluti dell’Amadei, del Riva e di tutti i colleghi.
16) [Reggio Emilia], 11 aprile 1881: Si scusa per il ritardo della sua risposta, causato dai molteplici incarichi che il Prof. Tamburini gli ha affidato in quei giorni. Il Prof. gli ha spedito gli estratti richiestigli e si augura che li abbia ricevuti; gli comunica altresì che la Rivista sarà edita solo verso la fine del mese, a causa di alcuni problemi tecnici alla stamperia.
17) [Reggio Emilia], 17 agosto 1881: Gli comunica l’invio di giornali contenenti alcuni articoli che potrebbero interessarlo. Non ha alcuna novità sul Congresso di Londra, non avendo ancora ricevuto informazioni dalla fonte ufficiale. Ha appena saputo che le loro comunicazioni, affidate al Maragliano perché si occupasse della traduzione, non “sono state né annunziate né lette”; “in ogni modo saranno pubblicate per intero nel resoconto ufficiale del Congresso”. E’ però, dispiaciuto per l’accaduto poiché tale lavoro gli aveva comportato una notevole fatica. Gli racconta di aver ricevuto dall’Amadei notizie poco confortanti circa la nomina del Riva a Direttore del Manicomio di Macerata. Tuttavia, considerato il fatto che i candidati sono parecchi e che “potrebbe esserci molta dispersione di voti”, le cose potrebbero ancora volgersi a suo favore. Gli comunica, infine, di aver tradotto 6 pagine del trattato di Krafft-Ebing e di aver avuto una certa difficoltà per alcune parti.
18) [Reggio Emilia], 23 aprile 1881: Ha appena letto la sua lettera al Prof. Tamburini con la quale lo informava della grave disgrazia subita. Comprende lo stato di prostrazione in cui si trova e vorrebbe essergli vicino per alleviare il suo grande dolore, ma la profonda commozione gli impedisce di scrivergli adeguate parole di conforto. Gli invia le condoglianze dei suoi colleghi ed amici; lo esorta a farsi coraggio e a scrivergli il più presto possibile.
19) [Reggio Emilia], 28 aprile 1881: Spera ardentemente che l’amico si sia ripreso dalla profonda tristezza in cui era caduto in quei giorni per la grave sventura sofferta. Morselli sta per raggiungerlo a Torino per portargli conforto e dunque, lo invita a non perdersi d’animo. Gli chiede conferma in merito alla notizia delle dimissioni del Morselli dal posto di Direttore del manicomio di Macerata, perché in tal caso Riva sarebbe contento di prendere il suo posto. Lo aggiorna sugli attuali interessi del Prof. Tamburini che riguardano il Magnetismo e la funzione vegetativa dell’ipnotismo. A tal proposito, ricorda all’amico di inviargli notizie sul pletismografo. Lo informa che la pubblicazione della Rivista sarà ancora rimandata, a causa della decisione del Prof. Tamburini di fare un fascicolo doppio.
20) [Reggio Emilia], 11 maggio 1881: Esprime vivo apprezzamento per il nuovo programma della Rivista di filosofia, che mette in evidenza gli obiettivi di questa nuova pubblicazione e per la scelta dei collaboratori che ritiene “felicissima”; è sicuro dunque, che tale Rivista verrà presto “letta dai cultori di qualunque scienza”. Purtroppo, la Rivista di cui è collaboratore non è stata ancora edita a causa di vari inconvenienti che ne ritardano la tanto desiderata pubblicazione; il Prof. Tamburini vorrebbe affidare il lavoro alla tipografia Zanichelli di Modena, cosa che, però, al momento, appare alquanto difficoltosa. Gli comunica di aver letto il suo articolo, “assai ben fatto”, sull’ipnotismo nella Rassegna settimanale, ma gli chiede alcuni chiarimenti in merito alle ipotesi di partenza.
21) [Reggio Emilia], 1 giugno 1881: Gli comunica di aver visionato la seconda parte del suo lavoro, che verrà pubblicato nella Rivista nel mese di luglio. Lo informa di essere impegnato nella stesura dell’ultima parte della rassegna sul magnetismo animale, nella quale farà cenno ad alcune applicazioni medicolegali; si sta inoltre, occupando della stesura del resoconto della storia clinica di alcuni malati del Frenocomio, che il Prof. Tamburini ha presentato alle lezioni di clinica psichiatrica.
22) [Reggio Emilia], 4 giugno 1881: Gli comunica l’indirizzo della propria casa di Milano dove potrà alloggiare, via Visconti n°10, “a poca distanza dalla Piazza del Duomo”. Armando, saputo del suo arrivo a Milano, è felice di poterlo incontrare. Gli comunica, inoltre, che il Prof. Tamburini gli ha lasciato i titoli dei lavori da pubblicare nel I fascicolo della Rivista che, a suo parere, sarà accolta con favore “in tutto il mondo scientifico”.
23) [Reggio Emilia], 17 giugno 1881: Esprime il proprio rammarico per non averlo raggiunto a Milano, dove è certo che abbia incontrato la madre e Armando, poiché bloccato a Reggio da motivi di lavoro. Coglie l’occasione per chiedergli quando andrà a trovarlo, per passare insieme alcuni giorni. Gli comunica che Riva ha deciso di concorrere al posto di Direttore del Manicomio di Macerata.
24) [Reggio Emilia], 21 giugno 1881 : Gli comunica la propria partenza per Milano, dove sarà raggiunto dal Prof. Tamburini che deve recarsi a Genova. Per questo motivo, esorta l’amico ad inviare le sue lettere all’indirizzo di Milano.
25) [Reggio Emilia], 3 luglio 1881: Lo informa di essere rientrato da Milano, dove ha passato delle bellissime giornate; la madre e Armando lo hanno trovato in ottime condizioni di salute ed esprime il proprio rammarico per non aver accettato il suo cortese invito di passare qualche giorno a Torino. Gli comunica che il Prof. Tamburini partirà per un consulto e al suo ritorno partirà nuovamente con la famiglia. Gli sottolinea nuovamente la decisione del Riva di concorrere a Macerata, anche se l’Angelucci sembra essere il favorito. Esprime il proprio rammarico per tale previsione augurandosi che la commissione di Macerata sia formata da persone che premiano esclusivamente l’ingegno. Conclude augurandosi di ricevere al più presto una cartolina che lo avverta del suo imminente arrivo.
26) Senza data né luogo: Gli confida che il lavoro di traduzione del trattato di Krafft-Ebing richiede un notevole dispendio di tempo ma, nonostante ciò, intende portarlo a termine in quanto potrà essere per loro “utilissimo sotto molti riguardi”. Gli racconta, inoltre, di aver ricevuto una lettera da parte di Kraepelin alla quale egli ha avuto “l’ardire” di rispondere in tedesco utilizzando “le 810 frasi delle grandi circostanze” che conosce.
27) [Reggio Emilia], 5 agosto 1881: Esprime apprezzamento per la proposta dell’editore Detken che è intenzionato ad accogliere; anche perché, avranno a disposizione un periodo di tempo sufficiente per lavorare alla traduzione del lavoro di Krafft-Ebing. Per quanto sia sicuro dell’onestà di Detken, preferisce tuttavia, assumere informazioni in merito alla retribuzione per ogni foglio di stampa. Gli chiede di informare Angiulli e Virgilio della loro disponibilità a curare la traduzione. Gli riferisce che il Prof. Tamburini ha inviato una cartolina da Londra nella quale, tuttavia, non ha dato alcuna notizia del Congresso che vi si sta svolgendo. Gli racconta, infine, la disavventura occorsa ad un comune amico che, dopo aver utilizzato un olio particolare, ha sviluppato bruciore alla testa e pustole in tutto il corpo.
28) [Reggio Emilia], 25 agosto 1881: Concorda con l’amico sulla decisione di inviare una circolare a tutti coloro che si sono occupati di psichiatria affinché facciano pervenire i propri lavori, anche se ritiene di poter ugualmente arrivare allo scopo prefissatosi ossia, far conoscere lo stato dell’arte della psichiatria italiana, avendo a disposizione l’archivio e tutti i numeri della gazzetta veneta psichiatrica. Possono essere utili anche i rendiconti sanitari pubblicati dai direttori dei vari manicomi, materiale che si trova in gran quantità al San Lazzaro. Approva la sua scelta degli argomenti, pur ritenendo che la trattazione di tali tematiche possa rendere il trattato troppo voluminoso e costoso, cosa che potrebbe incidere sulla vendita dello stesso. Preferisce dunque, parlarne personalmente in un altro momento. Gli comunica di aver già tradotto i primi 4 capitoli del trattato, ad esclusione del 3° che si riferisce alla parte storica. I primi 6 capitoli del trattato sono stati svolti da A. con poca chiarezza poiché contengono molte frasi ed espressioni proprie degli psicologi e psichiatri tedeschi e che necessitano per la versione italiana di molte note e chiarimenti; inoltre, tenendo conto che la traduzione del trattato è destinata agli studenti universitari, anche la parte anatomica e fisiologica gli sembra trascurata e da approfondire.
29) [Reggio Emilia], 29 agosto 1881: Gli comunica di non conoscere esattamente la data di ritorno del Prof. Tamburini, ma di esser certo del suo rientro a Reggio entro la domenica successiva. Lo saluta con affetto.
30) [Reggio Emilia], 2 settembre 1881: Lo informa del rientro a Reggio del Prof. Tamburini e delle novità da lui raccontate: a Parigi ha incontrato diverse volte il Prof. Charcot, che gli ha espresso il desiderio di visitare il San Lazzaro entro la fine del mese; ha conosciuto Müller, che gli ha manifestato la propria simpatia nei loro confronti e ha infine avuto una buona impressione dei manicomi inglesi.
31) [Reggio Emilia], 9 settembre 1881: Si compiace della sua imminente partenza per Torino, che gli consentirà di trascorrere qualche giorno insieme: potrà usufruire della camera di Amadei, ancora assente. Lo esorta a recarsi, passando da Napoli, dal Detken “per continuare ogni cosa”. Conclude infine, informandolo di non aver ancora ricevuto la Rivista di Filosofia e ricordandogli di avvisarlo del suo arrivo.
32) [Reggio Emilia], 4 novembre 1881: Gli racconta di aver aiutato l’amico Fano, di ritorno al San Lazzaro, in alcuni esperimenti, ma di essere solo in parte concorde sugli esiti osservati. Gli comunica che il Prof. Tamburini ha accettato volentieri le note del Morselli al 4° fascicolo della Rivista e gli ricorda che attende le bozze di stampa del lavoro da presentare per la Rassegna, al fine di apportarvi le eventuali modifiche. Conclude inviando i propri saluti anche al Prof. Morselli.
33) [Reggio Emilia], 8 ottobre 1881: Cerca di confortare l’amico, sottolineando come il ritorno del Morselli possa sistemare le cose al manicomio. Concorda, infatti, su “alcuni inconvenienti della posizione che riveste”, ma ritiene che se egli riuscisse a “passar sopra” ad alcune cose e “ad uniformarsi maggiormente” alle usanze del posto avrebbe vita più semplice. Gli ricorda l’affetto e la stima che Morselli nutre per lui e il suo rammarico nel cogliere la sua insoddisfazione per la posizione che gli ha offerto; spera ardentemente che l’amico riesca ad adattarsi a quegli obblighi che gli sembrano così pesanti e ad essere paziente. Ritiene interessante ma poco attuabile il progetto del Morselli di pubblicare un trattato di Psichiatria, a causa delle onerose spese editoriali e, per tale ragione, ha esortato il Prof. Tamburini a prendere una decisione immediata in proposito cosicché, se tale progetto non dovesse andare in porto, loro potrebbero iniziare immediatamente la traduzione del trattato di Krafft-Ebing, la cui pubblicazione è prevista per il maggio venturo ad opera del Detken. Lo informa dell’imminente arrivo del loro amico Fano, invitato anche dal Prof. Tamburini a fornire alcuni chiarimenti in merito agli ultimi esperimenti condotti. Gli comunica che il Prof. Tamburini partirà per Milano il martedì successivo e vi si tratterrà per alcuni giorni. Conclude affidando all’amico la correzione di un suo lavoro scritto per la Rassegna.
34) [Reggio Emilia], 10 ottobre 1881: Gli racconta che Morselli, arrivato il giorno precedente a Reggio, si è mostrato dispiaciuto per non averlo incontrato: voleva infatti avvisarlo, prima del suo arrivo a Torino, dell’indisponibilità della stanza al Manicomio, attualmente occupata dal Salvioli. Morselli, la sera precedente, a casa del Direttore, dopo aver sollevato le solite lamentele nei riguardi degli amministratori del Manicomio, aveva manifestato la speranza che l’amico, prima di abbandonare Torino, rispettasse almeno i rapporti formali al fine di “non andare incontro a dispiaceri”; per questi motivi, lo esorta “ad andare a far visita al Presidente e a portare agli altri membri dell’amministrazione il suo biglietto da visita”. Gli ricorda l’impegno preso con il Prof. Tamburini di andare dal meccanico del Mosso per sollecitarlo ad inviare l’apparecchio che ha costruito per lui. Lo informa, inoltre, che il Morselli si tratterrà a Reggio ancora per 34 giorni, mentre il Luciani partirà il giorno dopo a causa del maltempo; si augura di potergli fornire, nei giorni successivi, ulteriori informazioni sul Detken.
35) [Reggio Emilia], 20 ottobre 1881: Lo ringrazia per l’invio del suo lavoro che ha letto con molto interesse. Loda le capacità nella tecnica fisiologica del loro amico Fano, che è rimasto con lui per alcuni giorni e con il quale ha ideato l’apparecchio per i riflessi tendinei che sperimenterà quanto prima; gli comunica, invece, la propria delusione nei confronti del pletismografo del Mosso, strumento che non fornisce i risultati sperati e sul cui valore psicometrico nutre seri dubbi. Lo informa del desiderio espresso dal Fano, di ritornare a Reggio prima di recarsi a Firenze, essendo rimasto soddisfatto dei giorni trascorsi al Manicomio. Tale decisione è gradita al Prof. Tamburini il quale, anche grazie a tale collaborazione, spera di dare “un indirizzo più sicuro e più largo ai lavori sperimentali” che si dovranno compiere al San Lazzaro.
36) [Reggio Emilia], 24 ottobre 1881: Gli racconta di aver avuto qualche problema con la madre che, dopo la partenza di Fernando, soffre la solitudine e che, pur essendo rammaricato per tale situazione, ritiene sia opportuno che questi rimanga in collegio “perché ne ha molto bisogno”. Ritiene che il 4° fascicolo della Rivista non possa uscire prima della fine dell’anno, poiché il 3° sarà edito intorno al mese di novembre. E’ disponibile a rivedere il proprio manoscritto e ad apportargli le modifiche consigliate dall’amico e dal Morselli.
37) [Reggio Emilia], 18 novembre 1881: Ritiene giustificate le critiche mosse alle tavole del lavoro sull’ipnotismo perché anch’egli ritiene che “esse non dimostrino nulla” e che sarebbe stato meglio non pubblicarle. Comunica all’amico di aver chiesto al Prof. Tamburini di informarsi sulla decisione di Hoepli relativamente al progetto presentatogli, non avendo questi fornito alcuna risposta; se, infatti, l’editore non dovesse accogliere tale progetto, essi potrebbero dedicarsi alla traduzione del trattato di Krafft-Ebing che è, per loro, “molto più utile di un Trattato di Psichiatria”. Lo prega di avvertirlo nel caso in cui il Prof. Lombroso dovesse fargli qualche osservazione relativamente al proprio lavoro sul sangue. Gli chiede spiegazioni in merito al ritardo nella pubblicazione della Rassegna. Dice di aver letto sul “Diritto” “quell’articolo pieno di livore e di veleno scritto dal Mantegazza” contro le Rassegne del Morselli e si augura che ciò dia loro la carica per continuare nell’opera “intrapresa con tanto coraggio e buon volere”. Gli comunica l’arrivo di uno strumento per la misura dei tempi di reazione dei riflessi tendinei. Conclude, chiedendogli informazioni in merito al lavoro sulla “Verrukteit” (cioè sulla pazzia) e inviando i saluti anche al Prof. Morselli.
38) [Reggio Emilia], 22 novembre 1881: Gli comunica la pubblicazione della sua “Rassegna sulle idee fisse” nel successivo fascicolo della Rivista; benché il Prof. Tamburini non abbia, invece, assicurato la pubblicazione della Rassegna sulla Verrukteit (pazzia), lo prega, di inviargliela al più presto. Lo ringrazia per l’invio delle tavole del Salvioli che, nonostante siano migliori delle loro, “lasciano molto a desiderare”. Chiede all’amico informazioni in merito alla pubblicazione del lavoro del Salvioli e gli rammenta che non ha ancora avuto il piacere di vedere il 2° fascicolo della Rassegna. Conclude inviando i propri saluti anche al Morselli.
39) [Reggio Emilia], 8 dicembre 1881: Lo informa della pubblicazione, nell’ultimo fascicolo dell’Archivio di Pfluger, di un articolo sul tempo di reazione dei movimenti dell’iride. Gli comunica di aver spedito £. 36 al Prof. Maragliano per saldare il conto delle traduzioni delle loro comunicazioni al congresso di Londra, rimpiangendo di aver speso del denaro, tanto più che sperava in un possibile contributo della Rivista. Conclude inviando i propri saluti al Morselli.
40) [Reggio Emilia], 22 dicembre 1881: Gli racconta di essere stato molto impegnato, in quei giorni, nella stesura di una perizia su un soggetto accusato di patricidio e di fratricidio, caso penale “molto difficile, ma di grande interesse clinico”. Lo aggiorna in merito al progetto del trattato di Psichiatria, raccontandogli che Tamassia, giunto da Milano, aveva riferito che Hoepli non era disposto a pagare più di 360£ per ciascun volume dell’opera; ciò non avrebbe consentito di trovare molti collaboratori e avrebbe reso il lavoro più difficoltoso. Gli riferisce che Riva non otterrà più il posto a Catanzaro, poiché Maragliano, aveva indicato al Prof. Tamburini un diverso successore. Riva, naturalmente, era rimasto profondamente deluso da tale notizia e, adesso, sperava di venire eletto a Macerata. Conclude inviandogli i saluti di Amadei e Riva e ricordando affettuosamente il Morselli.
41) [Reggio Emilia], 27 dicembre 1881: Gli chiede di ringraziare a suo nome il Prof. Morselli e il Prof. Cougnet per la bellissima tavola che hanno disegnato e stampato per il suo lavoro, molto gradita anche al Prof. Tamburini. Lo informa che Fernando è ancora lì con lui e si impegna nella musica e nella scrittura di operette che sembrano promettere bene; quest’ultimo insieme alla madre partirà per Bologna e vi resterà qualche giorno. Gli comunica, inoltre, che il Prof. Maragliano ha proposto al Tamassia un posto di Professore ordinario di Medicina legale, presso l’Università di Genova, con lo stesso stipendio di Pavia, ma che egli non ha ancora accettato proprio per ragioni economiche; anche Foà è stato chiamato a Genova dalla Facoltà di Medicina a condizioni assai vantaggiose, ma egli ha rifiutato perché a Modena la sua posizione è alquanto migliorata. Gli comunica di aver consigliato al Fano di accettare la nomina di Professore di Filosofia a Camerino, ma di non rinunciare immediatamente al suo posto a Firenze nel caso in cui non si trovasse bene nel nuovo posto di lavoro. Nonostante ciò, ha saputo tramite una lettera del Luciani al Prof. Tamburini che Fano ha rinunciato al posto di Camerino senza dare alcuna motivazione. Conclude inviandogli i propri auguri di buon anno e salutando il Morselli. [Segue nel fascicolo successivo]