Morselli Enrico

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27 lettere dello psichiatra Enrico Morselli (1852-1929) a Buccola:
1) [Macerata], 25 giugno 1879: Lo ringrazia per l’invio del suo scritto “La dottrina e le leggi dell’eredità”, a cui ritiene di poter dare un giudizio, soltanto in qualità di amico. La lettura dell’opera ha rappresentato “un utile esame retrospettivo della stato attuale della scienza”; lo invita pertanto a continuare nei suoi studi che dimostrano “delle fini cognizioni psicologiche e filosofiche” rare tra gli alienisti dell’epoca.
2) [Macerata], 9 gennaio 1881: Gli prospetta la possibilità di assumere il posto di assistente presso l’Istituto Psichiatrico Universitario. Gli fa presente la sua volontà di dare all’Istituto di Torino un indirizzo maggiormente psicologico rispetto a quello di Reggio Emilia. Delinea i progetti futuri, tra i quali la diffusione ad ampio raggio della “Rivista di Filosofia Scientifica”.
3) [Torino], 17 febbraio 1881: Lo ringrazia per avergli portato da Padova i saluti di Ardigò e Canestrini. Riporta alcune notizie sulla fondazione della Rivista di filosofia scientifica. In particolare gli comunica che sarà composta da 650-700 pagine all’anno suddivise in 6 fascicoli bimestrali. Ritiene inoltre, necessario coinvolgere nella direzione della rivista Mantegazza o qualche altro scienziato su cui gli chiede un consiglio. Gli comunica che la sua nomina ad assistente é sempre più vicina e fornisce ulteriori dettagli sugli incarichi da svolgere nonchè sullo stipendio che ammonterebbe a circa 1600 Lire.
4) [Torino], 17 marzo 1881: Gli comunica che la situazione in cui versa attualmente il manicomio è disastrosa, sia dal punto di vista delle relazioni interpersonali che dal punto di vista amministrativo. Procedono i tentativi per fargli assumere l’incarico di assistente, ma poiché le cose vanno avanti lentamente, gli propone una collaborazione con la clinica a tempo determinato (4 mesi). Conclude inviando i propri saluti al Tamburini.
5) [Torino], 21 marzo 1881: Gli comunica la nomina ad Assistente della Clinica, dandogli informazioni circa l’alloggio, il compenso e il tipo di mansioni da svolgere: avrà un turno di guardia con altri tre medici e sarà anche impegnato quattro ore al giorno al Manicomio. In questi tre mesi, sarebbe opportuno che producesse “un lavoro clinico con qualche tavola grafica” che verrà stampato a spese della Direzione. Esprime un vivo compiacimento per le proprie lezioni che “hanno un indirizzo perfettamente clinico” e che sono in grado di “schiacciare Lombroso che, oramai, comincia a perdere terreno”. Ritiene la loro collaborazione estremamente proficua per l’evoluzione della Psichiatria, campo nel quale è necessario lavorare con “prudenza, pazienza, perseveranza e mistero” a causa del clima politico imperante.
6) [Torino], 1 aprile 1881: Lo invita a raggiungere Torino immediatamente per non creare malumori nella Direzione, a causa della sua assenza sul posto di lavoro. Lo invita inoltre, ad ultimare un lavoro per la Rivista, nonchè a presentare una comunicazione all’Accademia di Medicina.
7) [Macerata], 16 aprile 1881: Gli comunica il suo ritardo nel rientro a Torino per motivi familiari. Rimanda la conferenza al 2 maggio. Chiede informazioni sul giornale e notizie del Salvioli. Infine, lo incita a proseguire i suoi studi sulla tecnica della respirazione.
8) [Torino], 9 luglio 1881: Lo rimprovera duramente per aver lasciato il suo incarico presso la clinica, senza alcun preavviso. Il suo comportamento “contrario ad ogni norma di vivere sociale” ha creato notevoli tensioni e malumori nella Direzione. Lui stesso viene accusato di non aver preso una posizione ferma nei suoi confronti. Lo invita dunque, a ritornare immediatamente a Torino, pena la compromissione della sua nomina ad assistente.
9) [Torino], 22 luglio 1881: Lo informa della sua avvenuta nomina ad assistente del Manicomio torinese per un anno, invitandolo a scrivere una lettera alla Direzione, per comunicare la data esatta del suo arrivo, ma soprattutto per per garantire il mantenimento dell’impegno. Gli descrive le mansioni che dovrà svolgere (visite al mattino, a pranzo e alla sera; storia clinica dei “neo venuti” ecc.) e i progetti futuri del Manicomio (aprire una sala clinica, riordinare l’archivio nosografico, acquistare nuovi macchinari). Conclude, informandolo sui suoi attuali studi fisiologiciterapeutici sulla cocaina e sull’ipnotismo.
10) [Torino], 9 agosto 1881: Lo aggiorna sul primo fascicolo della Rivista, appena ricevuto, che però a causa di vari errori di stampa commessi sia nella propria “Introduzione” sia nel lavoro dello stesso Buccola “La misura del tempo negli atti psichici elementari”, non può essere ancora pubblicato. Per questi motivi, anche il lavoro di Dumolard non è ancora stato pubblicato e vi è la possibilità che l’autore decida di stamparlo all’estero. Gli comunica che il II fascicolo della Rivista sarà composto dall’articolo di Herzen “Forza e materia nel mondo organico e nell’inorganico”, da uno di Schiattarella, considerato mediocre, intitolato “Stefano Vacherot e la legge dei tre stadi dello spirito umano”, nonché da un suo articolo.
11) [Torino], 21 settembre 1881: Conforta l’amico circa i suoi dubbi relativi al rientro a Torino. Si dice convinto che sarebbe inopportuno aspettare ancora prima di riprendere il lavoro alla clinica a causa di vari malumori presenti nella Direzione, di cui egli stesso sta subendo le conseguenze. Gli consiglia dunque, di scrivere al Direttore d’Ispezione per informarlo sulla data precisa del rientro. Lo informa che, a breve, partirà per Reggio e che la pubblicazione del primo fascicolo della Rivista ha avuto dei buoni riscontri, invitandolo a contribuire alla stesura di nuovi articoli.
12) [Belgirate], 8 agosto 1882: Si dice dispiaciuto dello screzio avvenuto con Boccardo e Loria per la pubblicazione dei lavori sulla rivista. Concorda con lui sul fatto che sarebbe più opportuno tenersi amico il primo autore piuttosto che il secondo. Per questi motivi, scriverà ad entrambi spiegando le sue ragioni: pubblicherà l’articolo di Boccardo all’interno della Rivista e quello di Loria fuori dal volume. Ritiene che l’aver intrapreso i lavori sul tema del darwinismo gli procurerà molte difficoltà. Ha ricevuto dal Trezza l’articolo su “Darwin e le formazioni storiche” e gli chiede un consiglio circa l’opportunità di pubblicare tale lavoro nel fascicolo corrente della rivista oppure in uno successivo in attesa dell’articolo di Canestrini.
13) [Belgirate], 11 agosto 1882: Si dice molto addolorato per ciò che è avvenuto in quei giorni: è stata approvata una delibera a suo sfavore (non riconferma della sua posizione di assistente) che lo ha indotto ad inoltrare le dimissioni alla Direzione. Tutto ciò si pensa sia dovuto ad un complotto capeggiato dal Perotti per indebolire anche la sua stessa posizione. Essendo fuori Torino, comunica all’amico di aver scritto numerose lettere per ottenere i dovuti chiarimenti su quanto accaduto e lo invita a non affrettare la partenza dalla Clinica fino a quando tali ragioni non saranno chiarite. Conclude, invitandolo a Belgirate affinché possano consolarsi vicendevolmente.
14) [Belgirate], 12 agosto 1882: Lo prega di non lasciare la Clinica e di rimanere a Torino fin quando egli non abbia fatto tutto il possibile per rimediare allo sfortunato evento accaduto (mancata riconferma nella posizione di assistente). È sempre più convinto che sia stato un complotto ordito da Perotti a cui ha immediatamente scritto una lettera. Intende scrivere a tutte le autorità per infondere anche in loro lo sdegno e il rammarico che egli stesso sta provando per un atto che ritiene ingiusto e mosso dalla cattiveria. Ritiene che i veri motivi di tale comportamento siano dovuti all’antipatia suscitata dal suo atteggiamento dignitoso (che dai più viene considerato altezzoso) nei confronti dei colleghi. Lo invita ad andare dal Presidente a protestare e a non scrivere a nessuno della sua imminente partenza perché sono ancora molte le speranze che possa rimanere a Torino. Conclude invitandolo a Belgirate per poter pianificare meglio le mosse da effettuare e lo esorta a lasciare tutto in ordine alla Clinica prima della sua partenza.
15) [Belgirate], 22 agosto 1882: Lo informa di aver ricevuto numerose lettere di risposta dagli amici che confermerebbero l’avvenuto tradimento di Perotti ai suoi danni (di Buccola), ordito fondamentalmente, per colpire ed indebolire la sua posizione all’interno della Clinica. Tutti si dichiarano indignati ma, nonostante le prove di tale congiura, non sarà facile reintegrarlo nella sua posizione. Intanto, la Rivista continua ad essere edita con gran successo: i contributi per il prossimo fascicolo saranno di Seppilli, Mattiolo e forse di De Dominicis. Gli parla della propria partecipazione al Congresso, che si terrà di lì a poco, chiedendogli di inviargli alcuni dei suoi lavori per poterli, eventualmente, presentare in tale occasione.
16) [Torino], 8 settembre 1882: Lo informa dello stato di indignazione del mondo universitario torinese per quanto è accaduto. Nel frattempo, alla Clinica hanno indetto il concorso interno e, spinto da Mosso, intende proporre la sua candidatura. È felice di sapere che tutti gli uomini di cultura di quel tempo sono a lui favorevoli. Parlando dell’imminente Congresso, gli comunica l’intenzione di presentare il nuovo strumento per le ricerche sull’olfatto insieme al letto per epilettici.
17) [Belgirate], 3 ottobre 1882: Lo aggiorna sugli ultimi tentativi fatti per restituirgli il suo posto di assistente. Ha, inoltre, parlato con tutte le più alte cariche per fargli ottenere il corso di Perfezionamento e che, non appena il Consiglio avrà nominato la Commissione per il concorso interno, scriverà a Baccelli. Lo esorta, pertanto, a decidere in fretta se vuole concorrere, in quanto la scadenza è prevista per il 15 ottobre. Lo invita a raggiungerlo quanto prima a Torino, offrendogli la possibilità di alloggiare in casa propria. Sostiene che per lui sarà facile vincere tale concorso, considerato anche il fatto che l’altro concorrente è il Marchi. In ogni caso, è possibile che ottenga quanto prima la libera docenza per il corso di “Psicologia Sperimentale” (come introduzione al suo corso di “Psicologia patologia e psichiatrica”). Gli comunica che il primo fascicolo della Rivista è uscito con un articolo di Seppilli (che non è piaciuto molto) e che il secondo è in uscita con un contributo di Trezza, “Il Darwinismo e le formazioni storiche”, e uno di Canestrini.
18) [Torino], 12 ottobre 1882: Si dichiara non sorpreso della sua decisione di non partecipare al concorso interno indetto dalla Clinica. Intanto, il Manicomio sta cambiando la sua organizzazione interna e in essa Perotti viene gradualmente marginalizzato. Gli comunica anche che continuano le manovre per riportarlo a Torino e si scaglia contro Tamburini e Seppilli che gli offrono un posto migliore: desidera fortemente riaverlo a Torino perché la sua presenza è stata “fonte di ispirazione e di apprendimento”. Lo informa dell’andamento della rivista: nel secondo fascicolo, in corso di stampa, sono contenuti i lavori di Ardigò “Empirismo e Scienza”, di Trezza “Darwinismo e formazioni storiche”, di Sergi “l’Antropologia moderna analitica” ecc. Il terzo fascicolo conterrà invece un lavoro di Canestrini “Darwin e la biologia” che considera estremamente debole e, un lavoro di Kraepelin. Nel quarto pensa invece, di inserire, un proprio lavoro sul “Darwinismo e l’antropologia”. Nel quinto infine, saranno presenti dei lavori sul “Darwinismo e la psicologia” e il “Darwinismo e la sociologia”. Affronta inoltre con l’amico la questione del concorso che vede Bozzolo contrapposto a Federici. Bozzolo, sebbene sostenuto dalla “solita congrega”, non gode delle simpatie degli studenti. Auspica la vittoria di Federici verso cui nutre una profonda stima, anche per le sue origini marchigiane. Lo informa inoltre, del fatto che De Giovanni si è impegnato a non concorrere e lo stesso vale per Mussi e De Renzi. Gli chiede di informare Federici del rilievo che a Torino gli viene mosso, cioè di non aver pubblicato né aver fatto pubblicare ai suoi assistenti nulla da qualche anno. Il concorso però si chiuderà a febbraio e dunque, spera che nei quattro mesi che restano egli riesca a pubblicare qualcosa. E’ importante infatti, che anche la “clinica medica sia una scuola sperimentale”.
19) [Torino], 10 settembre 1883: Si scusa per il lungo silenzio dovuto alla malattia. Gli comunica di aver conosciuto a San Pellegrino, dove ha soggiornato per le sue cure, la nota famiglia Bracco-Amari di Palermo, a cui lo ha raccomandato: per questo motivo, gli fornisce l’indirizzo della loro abitazione a Palermo, affinché si possano incontrare. Gli comunica di aver avuto notizia che Tamburini ha parlato di lui con Baccelli e che adesso si aspettano solo le risposte della Facoltà di Palermo. Ha ricevuto una lettera dal Salemi-Pace con delle lamentele in quanto ritiene che ci sia una congiura contro di lui. Lo esorta, per questo motivo, ad accaparrarsi la simpatia di alcuni colleghi e gli parla del Congresso che si sta svolgendo in quei giorni. In questo momento, sta lavorando con lentezza, a causa della malattia, al “Trattato”. Gli dà informazioni sulla Rivista che, pur essendo nata da poco, presenta già i primi problemi: rischia infatti, il fallimento a causa delle spese eccessive. Conclude, esortandolo a scrivere per la Rivista un lavoro su Darwin o qualunque altro articolo purché ciò avvenga in tempi brevi.
20) [Aversa], 8 ottobre 1883: Lo informa di essersi recato a Roma per il Concorso di Bologna, anche se sapeva già di essere stato escluso dalla Commissione in quanto cognato di Regalia. Ha colto l’occasione per recarsi a Napoli a consultare i migliori medici sul suo stato di salute. La prognosi è stata considerata fausta dalla maggior parte di essi ma soltanto uno di loro gli ha diagnosticato un calcolo renale e prescritto la cura adatta. Presto sarà di ritorno a Torino, dove ha intenzione di cominciare a lavorare sul “Trattato”. Gli dice, inoltre, che a Roma ha incontrato il Ministro e pertanto si dichiara speranzoso di poter finalmente risolvere l’annosa questione della sua nomina.
21) [s.l., s.d.]: Lo ringrazia per la sua lettera e gli comunica di aver apprezzato le buone notizie. Trova, in particolar modo, eccellente l’idea di far indire un concorso dalla Facoltà al fine di salvare le apparenze nei riguardi del Salemi-Pace e gli consiglia di rimanere in Sicilia fino alla riformulazione delle pratiche. Si dichiara, inoltre, speranzoso che la sua nomina diventi effettiva entro dicembre. Si lamenta del fatto che, in sua assenza, la Rivista sia uscita con una veste litografica indecente a causa del consiglio maldestro di Dumolard di cambiare tipografia.
22) [Torino], 15 ottobre 1883: Lo elogia per la stima che è riuscito a guadagnarsi da parte di alcuni giornali ma afferma che sarebbe necessario avere dalla loro parte anche qualche giornale non democratico (ad esempio la Gazzetta di Sicilia). Si mostra fiducioso sul buon esito del concorso in quanto la Commissione sarà composta da “quei tre” ma si adopererà, comunque, per scrivere altre lettere di raccomandazione. Infine, gli fornisce notizie sul Manicomio: Bordoni ha lasciato l’incarico e al suo posto sono stati assunti Bergerio e Musso. Conclude invitandolo a Torino.
23) [Torino], 18 dicembre 1883: Si scusa per il lungo silenzio causato dai troppi impegni di lavoro. Gli comunica l’esito negativo del concorso: l’amico ha ottenuto soltanto 3 voti, 2 sono stati gli astenuti e 4 voti sono andati a Salemi-Pace. Si dice profondamente adirato perché non riesce a spiegarsi come ciò sia potuto accadere, dopo le promesse ricevute dai vari membri della Facoltà. Attribuisce la colpa di tale sventura all’assenza di Federici, pentendosi di avergli chiesto protezione in quanto tale amicizia ha fatto sì che l’amico si inimicasse alcuni membri della Facoltà, nemici personali di Federici. Lo esorta a recarsi a Roma per chiedere al Ministro di indire un altro concorso, gli consiglia di chiedere l’aiuto di alcuni importanti studiosi romani (come Figlia o Tenerelli) e di smettere di scrivere sui giornali politici perché ciò avrebbe arrecato un danno alla sua reputazione. La sua presenza a Roma è importante anche per far sì che il Ministro non conceda al Salemi-Pace la promozione come Professore straordinario, ma gli assegni soltanto il posto che occupava in passato. Sottolinea lo sdegno dei colleghi per l’esito del concorso, ipotizzando che in Facoltà sia stata ordita una congiura contro di loro. Mostra viva preoccupazione per l’eventuale pubblicazione delle loro lettere, per i toni accesi utilizzati in alcune di esse. Lo informa dell’articolazione dei lavori all’interno della rivista, nonché di un suo nuovo studio relativo agli effetti delle inalazioni di aria ossigenata nella pazzia, in collaborazione con Bordoni. Conclude invitandolo a Torino prima della sua partenza per l’estero.
24) [Torino], 10 aprile 1884: Lo rimprovera del lungo silenzio nel quale lo ha lasciato. Gli rincresce di dovergli inviare la lettera del Fasce, ricevuta qualche giorno prima, che contiene notizie su Palermo, “avvelenando” così il suo soggiorno all’estero. Si dice molto addolorato per “l’accanimento di quei cinque maiali” contro di lui e ritiene che bisogna insistere presso il Ministro in quanto “la conduzione anomala della Facoltà palermitana risalta agli occhi di tutti”.
25) [Torino], 14 maggio 1884: Si scusa per il lungo silenzio causato dai molti impegni di lavoro e dalla ricaduta della sua malattia. Lo informa di aver parlato con il Verga e di aver scoperto che il voto di quest’ultimo “era stato comprato da Salemi, con l’uso di minacce”. Afferma di essere contento che egli si trovi bene all’estero ma continua a sperare in un suo rientro in Italia. Gli comunica che il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione ha deliberato che, da quel momento in poi, nessuno potrà più essere nominato Straordinario o Ordinario senza un concorso. Ritiene infine, che il Ministro possa riaprire il concorso a Palermo per la cattedra di Psichiatria.
26) [Torino], 18 settembre 1884: Gli comunica di aver conosciuto il Ministro Coppino e di non averne avuto una buona impressione. Gli chiede di inviargli i lavori che ha svolto durante l’incarico di assistente per poter così sostenere la sua nomina a Professore Ordinario.
27) [s.l., s.d.]: Gli chiede un parere su un lavoro che gli ha inviato e di cui vorrebbe pubblicarne metà nel secondo fascicolo della Rivista. Gli comunica di aver rifiutato la proposta di Ardigò di pubblicare per due anni sulla Rivista la sua “Formazione naturale del pensiero”. Ha ricevuto l’articolo di Trezza su Darwin che “è buono alla sua maniera”, ma lo ritiene incompleto e superficiale.

Estremi cronologici

25 Giugno 1879 – 18 Settembre 1884

Consistenza

27 carte

Collocazione fascicolo

1->volume I
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