Giuffrè Liborio

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24 lettere del clinico Liborio Giuffrè a Buccola:
1) [Caltavuturo], 8 ottobre 1872: Gli confessa di aver atteso invano una sua lettera in merito all'esito degli esami e lo rimprovera per tale mancanza, ironizzando sui suoi numerosi impegni. Conclude con la preghiera di dargli al più presto, informazioni sugli esami per l'ammissione al corso di medicochirurgo.
2) [Caltavuturo], 13 agosto 1873: Gli scrive, sperando che egli si trovi nella bella e serena Mezzojuso. Lo informa di trovarsi bene a Caltavuturo, a parte qualche differenza di pensiero con alcuni abitanti del luogo. Gli comunica di aver intenzione di fondare una “biblioteca circolante” e di aver già raccolto, a tal fine, 200 volumi; per tale motivo, gli chiede in dono qualche libro. Conclude, esortandolo a fornirgli sue notizie.
3) [Caltavuturo], 6 agosto 1875: Si scusa per non avergli scritto prima. Gli comunica di trovarsi da 8 giorni a Caltavuturo e di avere scritto una lettera al Sig. Carapezza affinché si incaricasse di spedire a Mezzojuso la Revue, che si augura di poter vedere qualche volta anche a Caltavuturo. Conclude raccontandogli di divertirsi molto grazie all’ottima compagnia e al teatro.
4) [Caltavuturo], 21 agosto 1875: Gli chiede delle delucidazioni in merito ai contenuti dell’ultima lettera. Ha ricevuto la “Gazzetta” e sarebbe lieto di riceverne in futuro altri numeri. Lo esorta a fornirgli dettagli sul congresso (se le sedute saranno pubbliche, se occorre pagare, etc.), chiedendogli di fare il possibile affinché egli possa assistervi.
5) [Caltavuturo], 27 settembre 1875:Gli comunica di aver ricevuto la sua cartolina soltanto da trequattro giorni, e di essersi affrettato a rispedirgli le sue tesi di Angeologia, necessarie per i suoi studi e la preparazione degli esami. Gli confida di non aver potuto dedicare allo studio molto tempo a causa dei vari impegni mondani a cui si è dedicato negli ultimi mesi; per tale ragione, ha maturato il pensiero di ritornare a Palermo intorno al 15 ottobre per studiare insieme, se anche l’amico saprà “svincolarsi dalle dolcezze domestiche o meglio dagli ozi di Mezzojuso”.
6) [Gratteri], 27 luglio 1876: Gli chiede di pregare l'amico Gerlando di inviargli le lenti e qualche Gazzetta all'indirizzo di Caltavuturo. A causa della “sua insulsaggine”, infatti, i suoi occhi sono impolverati e bruciati dal sole. Conclude, invitandolo ad informarlo sul giorno della sua partenza per Mezzojuso e inviando i propri saluti anche agli amici.
7) [Caltavuturo], 20 agosto 1876: Gli chiede notizie in merito alla data degli esami di fisica e gli comunica di aver parlato con la sua famiglia del viaggio a Firenze. Non avendo trovato alcuna opposizione, gli chiede maggiori informazioni sulle modalità del viaggio. Conclude, comunicandogli che si recherà a Palermo alla fine del mese e inviando i propri saluti anche allo zio David.
8) [Caltavuturo], 17 settembre 1876: Gli riferisce di aver incontrato a Palermo Favara e Bennici, tramite i quali gli ha inviato i propri saluti e un giornale contenente “un bislacco articolo” del Cacopardo. Attende con ansia il risultato delle sue brillanti esperienze sulla Chimica fisiologica e sulla Patologia sperimentale e gli confida di non aver voglia di mettersi a studiare; a tal proposito, afferma di non sapere quando dovrà recarsi a Palermo per sostenere gli esami, motivo per cui scriverà il giorno stesso a Scarlata. Conclude, chiedendogli di comunicargli la data della sua partenza e inviando i propri saluti anche agli amici in comune.
9) [Caltavuturo], 4 ottobre 1876: Gli comunica quanto appreso dallo Scarlata: sull’apertura dei corsi, e sugli esami, di cui però non vi sono date certe in quanto il Consiglio di Facoltà non si è ancora riunito. Si mostra felice nell’apprendere che le sue brillanti indagini ottengono ottimi risultati e lo sprona ad andare avanti, soprattutto nel campo della “spinal midolla”; ironizza sul fatto che l’amico sia stato insignito del grado di Presidente del “brillante circolo filodrammatico di Mezzojuso”. Gli comunica di dedicarsi soltanto sporadicamente allo studio della fisica, ma di essere molto impegnato nella pratica medica: gli racconta di una “brillante operazione chirurgica, felicemente eseguita, cioè la risoluzione di una lussazione esterna del radio” riportata da un amico a seguito di una brusca caduta; si rimette al suo illustre parere per una conferma sulla bontà delle procedure seguite.
10) [Caltavuturo], 11 ottobre 1876: Gli comunica di aver appreso tramite Scarlata che gli esami si svolgeranno nel periodo 125 novembre, mentre l’apertura dei corsi avverrà come al solito. Conclude, informandolo che si recherà a Palermo giorno 18 c.m.
11) [Palermo], 4 agosto 1877: Si scusa per non avergli scritto immediatamente dopo aver sostenuto l’esame, a causa degli impegni sopraggiunti a seguito delle votazioni di Caltavuturo, “dove successero dei grandi imbrogli”; per tale motivo, si sta prodigando affinchè vengano annullate tali votazioni. Gli racconta degli esami e delle domande a cui aveva dovuto rispondere. Gli comunica che si tratterrà a Palermo ancora per qualche settimana e pertanto lo esorta ad inviare lì una sua risposta.
12) [Caltavuturo], 16 agosto 1877: Lo informa della sua imminente partenza per Gratteri e del suo ritorno nell’attuale casa, a fine mese, per operare lo sgombero intorno al 3 o al 4 settembre. Gli chiede dunque di inviare là il Burger. Lo saluta augurandogli buoni studi.
13) [Palermo] 4 settembre 1877: Gli comunica che il giorno successivo partirà per Caltavuturo, dove aspetterà con ansia sue nuove “col resoconto dei brillanti successi professionali ottenuti nella pratica civile, di cui fama volant”.
14) [Caltavuturo], 30 settembre 1877: Si scusa per il ritardo con il quale risponde, ammettendo di essersi fatto prendere dalla pigrizia. Gli racconta di aver effettuato qualche visita e che le cure, forse perché per lo più rivolte a casi di febbre malarica, hanno dato dei benefici; gli racconta di essersi impegnato anche in altri campi con successo: ha ad esempio, curato con buoni risultati una donna incinta affetta da febbre intermittente, alla quale ha somministrato l’ infuso di tintura di eucalipto prima e la chinina poi. Conclude sollecitando l’amico a scrivergli presto.
15) [Caltavuturo], 27 ottobre 1877: Lo informa della sua imminente partenza per Palermo e gli comunica di non avere nessuna novità sull’affare comune. Gli esprime il proprio rammarico per “non essere in vena” di scrivergli nonostante non gli manchino gli argomenti come, ad esempio, le “portentose cure” e i“consulti”, a cui quotidianamente è costretto a sottoporsi. Conclude inviando i propri saluti anche agli amici comuni.
16) [Caltavuturo], 8 novembre 1877, cartolina: Lo informa che l’Università riaprirà il 18 c.m., con il discorso inaugurale di Paternò, ma che Federici comincerà a far visita alla clinica intorno a giorno 5. Lo saluta augurandosi di rivederlo presto a Palermo.
17) [Palermo], 13 ottobre 1878: Si scusa per il ritardo con il quale risponde, dovuto all’immenso numero di malati e alle varie occupazioni che lo hanno impegnato negli ultimi mesi. Lo informa di essersi fidanzato con una donna che l'amico conosce di vista e si scusa di non averlo avvertito personalmente. In ogni caso, lo rassicura che il matrimonio si svolgerà tra qualche anno, cioè dopo il suo ritorno dalla Germania. Gli racconta delle “prodigiose cure” operate a Caltavuturo, dove si recherà nuovamente nei giorni successivi essendo rimasto per qualche giorno a Palermo per poi ripartire definitivamente intorno al 10 di Novembre.
18) [Siracusa], 13 luglio 1879: Lo ringrazia per l’invio del lavoro sull’ “Eredità” e ricambia affettuosamente la sua gentilezza con l’invio di una sua “scrittura di vecchia data”. Gli comunica di aver letto “ciò che riguarda l’inferma” e di attendersi ulteriori manifestazioni della malattia; ad aggravare il quadro sintomatologico vi è stata, infatti, la “persuasione a priori dei medici di Catania che non sarebbe stato tollerato e proficuo alcun farmaco per uso esterno”, cosa che ha fatto sì che le medicazioni utilizzate per sua moglie non andassero a buon fine. Infatti, dopo circa 7 mesi, la malattia era peggiorata in modo gravissimo. Conclude inviando i propri saluti anche a tutti i conoscenti. P.S. Si congratula per il conseguimento della laurea e gli augura una lunga e prosperosa carriera.
19) [Caltavuturo], 14 settembre 1879: Lo informa di aver trascorso diversi giorni in compagnia del Federici, che gli aveva consigliato vivamente di abbandonare l’idea di recarsi a Parigi e di optare invece per Zurigo, dove avrebbe potuto fare delle esperienze pratiche con il prof. Hermann; Federici gli aveva consigliato inoltre, di non rimanere un intero anno a Zurigo, ma di visitare le Università più rinomate. La Scola, invece, si recherà, probabilmente, a Parigi. Chiede all’amico informazioni in merito alla sua intenzione di recarsi a Roma, informandolo però delle perplessità che al riguardo aveva manifestato Cervello, perché a suo dire: “tanto val meglio restare a Palermo”. Gli confida che tutto ciò lo incoraggia ancora di più a recarsi all’estero e gli consiglia di rimanere a Palermo, qualora lì dovesse arrivare un bravo Fisiologo, per recarsi in un secondo momento all’estero. Gli comunica, infine, la propria intenzione di partire per Zurigo dopo il 20 di ottobre.
20) [Caltavuturo], 29 settembre 1879: Esprime il proprio apprezzamento per la decisione dell'amico di dedicarsi alla Psichiatria, “risoluzione che soddisfa un desiderio non solo mio, ma di quanti conoscono e apprezzano il tuo ingegno” ed afferma di essere stato sempre sicuro di tale propensione. Ritiene, inoltre, che la sua carriera in quel settore sarà molto più immediata tanto più che egli sembra essere favorito nel coltivare questa scienza; per tali motivi, lo sprona a mettersi subito al lavoro. Lo informa dei dettagli della sua partenza per Zurigo: intende partire intorno al 20 del mese successivo e gli chiede di fare insieme parte del tragitto fino a Firenze. Conclude, comunicandogli che intorno al 1015 del mese successivo partirà per Palermo.
21) [Caltavuturo], 6 ottobre 1879: Lo informa della sua imminente partenza per Palermo dove rimarrà fino al 20 del mese, data in cui partirà per Livorno. Sottolinea di aver fretta di mettersi in viaggio in quanto vede l’inverno avanzare e teme il passaggio delle Alpi; gli comunica, però, di essere disposto ad aspettarlo qualora trovassero un accordo per partire insieme. Conclude, chiedendogli di scrivergli all’indirizzo di Palermo (Piazza San Erasmo n.10).
22) [s.l.], 11 luglio 1881: Gli comunica di aver ricevuto la sua ultima lettera e di essersi premurato a rispondergli celermente. Afferma che quanto comunicatogli è un evento di primaria importanza per la propria vita che verrà “scritto a grossi caratteri nella biografia che di me scriveranno i posteri”; gli confida, però, di esserne già venuto a conoscenza tramite Morselli. Quest’ultimo era riuscito a far approvare dalla Facoltà la candidatura dell'amico a Professore straordinario e, per tale motivo, non aveva accettato di buon grado la notizia della sua partenza improvvisa; Morselli era molto adirato ed era riuscito a calmarsi soltanto dopo aver appreso del possibile felice esito della sua nomina ad assistente. Lo informa di aver presentato le proprie dimissioni, cosa che dovrebbe determinare la sua partenza da Torino entro 15 giorni ed afferma di essere felice della recente nomina di Luciani che consentirà ad entrambi di raggiungere i loro obiettivi; per tale motivo, gli suggerisce di mettersi in contatto con Luciani, anche telegraficamente. Conclude pregandolo di tenerlo informato e di sperare nel suo aiuto; infine, invia i propri saluti anche al Seppilli.
23) [Palermo], 14 luglio 1883: Lo informa delle ultime novità, relative alla sua vicenda concorsuale. Rassicura l’amico circa l’appoggio dei Proff. Federici, Faraone ed Albanese; anche del Prof. Cacopardo è certo, in quanto questi nutre una profonda antipatia per Salemi ed il Prof. Coppola ha affermato di essere ben disposto ad aprire il concorso. Gli racconta che Salemi, “avendo subodorato qualcosa”, si era recato dal Prof. Fasce dicendogli di essere stanco “di vivere in questo stato d’incertezza”, pregandolo altresì di appoggiare la propria domanda che in giornata avrebbe inviato al Preside della Facoltà. Nei giorni successivi, Salemi aveva incontrato quel “pulcinella” di Profita che lo aveva immediatamente indotto a ritirare la domanda poiché, a suo dire “si voleva il concorso per farlo saltare via”. Gli dice, infine, di non avere altre novità e di essere in attesa della decisione della Facoltà; nessuna nuova nemmeno da Roma e da Ferrando. Conclude inviandogli i propri saluti.
24) [s.d.], cartolina: Si scusa per non averlo aspettato. E' stato infatti, costretto a ripartire in quanto, durante il viaggio di ritorno, si sarebbe dovuto fermare a Roma per incontrare il Federici. Gli chiede di fargli avere sue notizie all’indirizzo di Palermo (Piazza San Erasmo n. 10).

Estremi cronologici

8 Ottobre 1872 – 14 Luglio 1883

Consistenza

24 carte

Collocazione fascicolo

52->volume: VIII
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