16 lettere del medico Vincenzo Cervello (1854-1918) a Buccola:
1) [Strasburgo], 31 ottobre 1881: Lo informa dell’invio di due sue pubblicazioni che spera leggerà al più presto. Si augura, inoltre, che anch’egli possa spedirgli alcuni dei suoi lavori che leggerà con piacere. Lo prega, di dargli qualche notizie dall’Italia che possa interessarlo. Conclude, ricordandogli il proprio indirizzo e salutando anche il Prof. Morselli.
2) [Strasburgo], 21 febbraio 1882: Si scusa per il ritardo della sua risposta, causato da una “serie di piccole e grosse contrarietà” che lo hanno fatto star male, sia fisicamente che moralmente. Lo ringrazia per l’invio dei suoi lavori e della cartolina con la quale lo informa “della riuscita al concorso per il posto all’interno della clinica”. La notizia gli “fa doppio piacere” sia perché lo ritiene un amico sia per il fatto che è un siciliano: gode “sempre quando tocca qualche onore a un siciliano”. Ci tiene, però, a non apparire per questo un campanilista. Si complimenta per la sua “fertilità” grazie alla quale sarà ben presto “seduto sulla cattedra a spezzare il pane agli affamati della scienza”. Lo informa della sua intenzione di rimanere ancora un mese a Strasburgo per poi tornare a Palermo “a lottare con le piccole miserie della vita”, in quanto gli mancano i mezzi di lavoro e non sa come procurarseli. Ritiene che, in ogni modo, sia “suonata l’ora della battaglia” e che bisognerà “lottare con delle canaglie”. Riferisce di uno sgarbo fattogli dal Prof. Mosso, un vero “taglio in faccia”, in quanto, dopo averlo lodato in tutti modi, temendo che egli potesse ostacolare i suoi progetti, ha cominciato a sostenere in sua vece un certo Giacosa. Conclude mandando i propri saluti al prof. Morselli.
3) [Palermo], 16 novembre 1882: Lo informa di aver parlato con l’Albanese e il Federici, “cioè con la maggioranza della Facoltà”, e di aver così saputo che nessuno pensa di proporre Salemi come Professore Straordinario, anzi la sua idea di bandire un concorso in suo favore (di Buccola) è stata accettata con entusiasmo. Albanese e Federici hanno infatti mostrato di accogliere con soddisfazione l’idea della “buona riuscita” dell’amico qualora il concorso dovesse svolgersi regolarmente. L’attuale incaricato non è visto di buon occhio e “se lo tolgono d’intorno con una certa soddisfazione”. Il concorso sarà, quindi, indetto certamente ma non è in grado di indicargli la data esatta. “L’onorevole incaricato” potrebbe esercitare delle pressioni sul Baccelli ma egli ne verrebbe certamente a conoscenza visto che la Facoltà deve sempre rispondere al Ministero. Conclude, inviando i saluti al Prof. Morselli e chiedendogli l’invio dei suoi lavori sulla misura del tempo e “qualche appunto intorno alla letteratura”. Gli chiede infine quali componenti vorrebbe facessero parte della commissione esaminatrice.
4) [Palermo], 29 novembre 1882: Lo ringrazia per l’invio della sua memoria e per i suoi preziosi consigli in merito ad un lavoro che intende fare. Lo informa di aver fatto molto per lui poiché, la sua questione gli sta a cuore e desidera che ricopra il posto che merita perchè soltanto così il mondo accademico potrà ricevere la giusta spinta vitale. Salemi Pace non è inoltre, simpatico né all’Università né al Manicomio, mentre lui lo è certamente a tutti. Lo informa, inoltre, di aver parlato con un membro del Consiglio del Manicomio, e che “qualcosa è già stato concordato”. Da lì a 1520 giorni, sarà firmato il contratto tra il Manicomio e la Facoltà per la fondazione della Clinica frenologica: secondo tale contratto, il Manicomio, nell’arco di 5 anni, dovrà costruire un locale in un luogo chiamato Vignicella, ceduto appositamente dal Governo, e a fornire dei locali per l’insegnamento. A questo punto intende impegnarsi personalmente affinché si apra subito il concorso, anche se Morselli non potrà far parte della Commissione in quanto Professore Straordinario.
5) [Palermo], 8 marzo 1883: Lo aggiorna sulle ultime novità: “per riuscire bene nell’affare suo”, ha contattato Federici, il quale può esercitare una certa influenza su Albanese allo scopo di “affrettare la proposta” di bandire il concorso. Da una settima a questa parte, tuttavia, Federici è molto raffreddato e, per tale ragione, è relegato in casa e, dunque, impossibilitato ad agire in tal senso. E’ sicuro che Albanese lo veda di buon occhio e non ha assunto alcun impegno con Salemi Pace e che “ciò che gli è stato riferito non ha alcun fondamento”. Gli assicura, comunque, che alla prossima riunione della Facoltà, si farà carico di persuadere tutti quei Professori che potrebbero essere contrari alla proposta. Rinnova, infine, i saluti al Prof. Morselli.
6) [Palermo], 17 luglio 1883: Riporta l’ultima delibera della Facoltà in merito alla questione a loro tanto cara: Coppola, Sirena, Pantaleo e Profeta propongono Salemi Pace come Straordinario, mentre Albanese e Fasce propongono di indire il concorso per Professore Straordinario e Randacio quello per Ordinario. Quindi, a causa dell’assenza di Federici, dovuta ad un incidente alla gamba, la situazione è quattro contro tre. Salutandolo, si impegna a riferirgli i prossimi dettagli del caso e lo induce a far sì che “il Ministro apra gli occhi”.
7) [Palermo], 19 luglio 1883: Gli comunica che i suoi amici di Palermo stanno pensando a lui “più di quanto possa credere”. Dopo la precedente delibera della Facoltà a causa della quale “sembrava tutto perduto”, la situazione sembra essersi, invece, stabilizzata a loro favore: quattro professori (Profeta, Pantaleo, Sirena e Coppola) hanno espresso parere favorevole al Salemi Pace; Albanese e Fasce, invece, hanno proposto il concorso e Fasce, dopo la votazione, “si è scagliato come una furia”, dicendo che “gli faceva pena veder rovinato un insegnamento tanto importante e che gli esami dati dagli studenti in Psichiatria furono una commedia, una vera buffonata!”. Intanto, egli aveva fatto scrivere al Preside Albanese una lettera da Federici (che avrebbe certamente proposto il concorso, se la malattia non lo avesse costretto a casa) e dal Cacopardo, “il quale scrisse che vuole il concorso perchè la cattedra di Psichiatria sia degnamente occupata”. Ritiene dunque, che la maggioranza sarà favorevole al lui e non al Salemi. Il verbale da spedire al Ministero, inoltre, sarà redatto dall’Albanese il quale riferirà le parole del Fasce che non sono certo di elogio per il SalemiPace; e, ancora, Federici ha scritto una lettera particolare al Ferrando dove espone “la verità dei fatti”. Gli consiglia, inoltre, di trovare degli appoggi al Ministero, “specialmente per mezzo del Crispi e del Tenerelli” e lo invita ad inviare una domanda al Ministro nella quale si evidenzi la sua disponibilità a ricoprire il ruolo di docente di Psichiatria Clinica presso la cattedra istituita a Palermo. Tale manovra potrebbe dargli la libertà di parlare con tutto il corpo docenti e non soltanto con gli amici. Infine, gli chiede di mantenere il riserbo sulle lettere del Federici e del Cacopardo per non incentivare il Profeta a far scrivere, a sua volta, delle lettere da parte del Castellana o del Fubini “in favore del Salemi”. Gli consiglia, infine, di recarsi ad Agosto a Roma, quando sarà tornato Ferrando, per fare “ferro e fuoco”.
8) [Palermo], 25, senza mese, 1883: Gli comunica l’avvenuta guarigione del Federici e la sua intenzione di fermarsi alcuni giorni a Roma per partire successivamente per la Senigallia. Gli consiglia, pertanto, di approfittare dell’occasione, recandosi anch’egli tempestivamente a Roma. Gli promette, di fornirgli al più presto l’indirizzo dell’albergo in cui alloggerà Federici. Ritiene, infatti, che “bisogna lottare per non lasciarsi sopraffare dai disonesti”. Anche Salemi Pace è in partenza per Roma e, quindi, “bisogna neutralizzare a tempo i suoi raggiri”. Ritiene, infatti, impossibile “che il Ministro accetti una proposta tanto infelice della Facoltà, con un verbale più infelice della proposta “ Gli amici continueranno, comunque, a sostenere la sua causa perché un giovane, “che ha saputo creare un bel nome nella scienza italiana”, possa avere lo spazio che merita. Gli consiglia, infine, di attendere il suo telegramma e di fermarsi un paio di giorni a Roma con il Federici.
9) [Palermo], 14 settembre 1883: Si scusa per il suo silenzio, dovuto alla mancanza di novità riguardo al concorso per la cattedra di Psichiatria a Palermo. Lo informa che è, da poco, giunta al Rettore “una nuova ministeriale” “nella quale si dice che il Salemi non può essere nominato Straordinario e invita la Facoltà a riunirsi” per esaminare i titoli di entrambi i candidati (Buccola e Salemi Pace). Gli riferisce di non aver letto personalmente tale circolare, ma di essere, comunque, certo “che il Salemi non può essere nominato e che l’affare ritorna in Facoltà”. Gli prospetta pertanto, il buon esito della faccenda. Gli comunica di attendere ulteriori notizie, ma di essere certo che la Facoltà aspetterà il ritorno del Federici per poter prendere accordi al riguardo.
10) [Palermo], 11 agosto 1884: Ha appena saputo della sua permanenza a Torino e, dunque gli chiede di rivolgersi al Morselli e di ritirare le bozze che avrebbe il piacere correggesse. Ribadisce di aver molto a cuore che egli legga tali lavori, in quanto “si tratta di un genere di studi” per lui “nuovo”, in cui l’amico è, invece, “maestro”. Gli confessa di essere, in realtà, abbastanza sicuro del buon lavoro svolto, basato su dati sperimentali “della massima esattezza”, ma si rammarica della cartolina del Morselli che gli è parsa “assai fredda”. Lo prega, quindi, di apportare le dovute correzioni e gli dà “carta bianca”. Gli chiede informazioni sul concorso di cui non ha più notizie e si augura che egli abbia “sollecitato il Ministero” Gli comunica che, a causa di alcuni problemi di salute, è costretto ad allontanarsi da Palermo per le cure adeguate; gli chiede, comunque, di fornirgli al più presto sue notizie, inviando la corrispondenza all’indirizzo di Palermo. Conclude salutandolo con affetto.
11) [Palermo], 18 settembre 1884: Si scusa per il suo silenzio, determinato dall’imminente matrimonio e da vari problemi lavorativi. Gli comunica che a Palermo la situazione è immutata e che “tutti gli affari importanti tra cui i concorsi per le cattedre vacanti sono fermi”. Gli chiede quali siano le sue intenzioni in merito all’eventuale apertura di un concorso e se ha avuto l’opportunità di incontrare il Fasce, che si trova nei dintorni di Torino. Lo ringrazia, anche da parte del Palazzotto, per i consigli sul progetto del manicomio e si rammarica che egli sia lontano perché è difficile parlare di tale progetto “senza aver dinanzi la pianta”. Ritiene, comunque, che il progetto della clinica sia ben fatto e gli comunica che i lavori inizieranno a gennaio. Si augura che l’amico “possa assistere personalmente alla costruzione della clinica, dando le disposizioni che crederà opportune”. Gli comunica infine che Giuffrè è fuori Palermo perché “occupato a scrivere il tema per la libera docenza”, che “tutto il personale della clinica è stato rinnovato e che il Lepidi “ha dato buona prova di sé come clinico”.
12) [Palermo], 29 settembre 1884: Gli scrive, sebbene sia in procinto di sposarsi, “per dargli notizie che lo riguardano”. Gli comunica che la congiura ordita contro di lui a Palermo continua: il Rettore “perdette il pudore a tal punto da fare un reclamo al Ministero contro l’apertura del concorso di Psichiatria”, richiamando un articolo del regolamento “da discutere e da approvare in cui si dice che il Professore di Clinica psichiatrica deve essere scelto fra il Direttore e il Vicedirettore del Manicomio”. Tutto ciò è stato architettato per favorire il Salemi, ma, a suo parere, l’Università non lascerà che “nessuno le imponga la scelta del personale insegnante”. Intanto, il giorno precedente, si era riunita la Facoltà; essendo, “per fortuna”, assenti “tutti i Salemiani”, era stata fatta all’unanimità una delibera “che suona come un voto di sfiducia al Rettore, nella quale si insiste energicamente per il concorso”. Lo incoraggia ad andare avanti e gli chiede un parere su un proprio lavoro. Conclude, manifestandogli il proprio stato d’animo per l’imminente matrimonio, che lo fa sentire in uno stato di ebrezza. P.S.: lo esorta a tenere il più stretto riserbo sulle notizie fornitegli.
13) [Palermo], 13 ottobre 1884: Gli comunica che il Ministro “rispose al telegramma della Facoltà meravigliandosi per l’insistenza per il concorso, una volta che era già stato stabilito”. Afferma di non aver letto personalmente tale telegramma, ma di essere certo del suo contenuto: il Rettore ha, infatti, avuto una reazione furibonda contro la Facoltà, la quale, invece, si ritiene soddisfatta del risultato ottenuto. Si dice contento del fatto che “questi ultimi attacchi furono respinti” anche se è convinto che la questione non sia affatto conclusa e che tornerà a rinvigorirsi “quando si tratterà di comporre la Commissione”. In merito a quest’ultimo punto, ribadisce l’intenzione di “sostenere la giustizia”. Gli comunica di attendere con ansia le sue impressioni sul lavoro che gli ha inviato, a cui lo prega di apportare al più presto le modifiche necessarie. Gli ribadisce l’urgenza di ricevere gli estratti di tale lavoro e gli chiede di informare in merito il Morselli.
14) [Palermo], 2 novembre 1884: Lo ringrazia per la cartolina e per le notizie fornitegli. Riferendosi all’affare G., ritiene che l’amico non sia adeguatamente informato in quanto si tratta di un inganno ordito, tempo addietro, a scapito del suddetto farmacologo. Lo prega, inoltre, di fornirgli al più presto “il regolamento della casa di salute di Milano o di qualche altra casa di salute che va bene”. Ritiene, infatti, “che si tratta di cosa che interesserà in futuro” entrambi. Non ha nessuna novità da raccontargli in merito alle vicende palermitane a parte il fatto che il Salemi “sgobba da disperato”. Lo saluta con affetto.
15) [Palermo], 28, senza mese, 1885: Lo esorta a fornirgli notizie dettagliate sulla sua salute che sta tenendo in ansia tutti gli amici “i quali fanno voti caldissimi per la tua pronta guarigione”. Gli domanda se ha già inviato i titoli per il Concorso e riferisce che a Palermo non si ha ancora alcuna notizia “in quanto a nomina della Commissione”. Lo rassicura che si farà tutto il possibile affinché la Commissione sia a lui favorevole. Gli comunica che, avendo Bini intenzione di ritirarsi dal posto di Professore e Direttore del Manicomio, Federici vorrebbe che egli manifestasse il desiderio di recarsi a Firenze: sarebbe molto dispiaciuto se l’amico accettasse ma gli lascia comunque tutta la libertà di decidere autonomamente. Lo ringrazia per gli estratti inviatigli e gli chiede di inviargliene altri, avendone ricevuto un numero inferiore a quelli richiesti. Conclude, inviandogli i propri saluti ed esortandolo a scrivergli presto.
16) [Palermo], 5 febbraio 1885: Gli dice di attendere “sempre con desiderio” notizie sul suo stato di salute. In occasione di una visita di cortesia, la Sig.ra Figlia gli ha parlato della sua malattia ma gli confessa di non aver ancora capito bene “di cosa si tratta”. Lo informa, inoltre, di un affare che lo riguarda: “a Palermo è sorta una casa di salute per malattie mentali diretta dall’onorevole don Bernardino”. I proprietari desidererebbero che fosse diretta da una persona che la rappresenti adeguatamente e, per questa ragione, gli hanno chiesto di inoltrare a lui “l’invito” di ricoprire tale incarico. Lo esorta, quindi, a fargli sapere quale sia “la sua determinazione in massima” al fine di poter aprire le trattative. Gli comunica che i proprietari sarebbero, anche, disposti a recarsi fino a Torino a tale scopo. Gli chiede di far sapere, tramite un telegramma indirizzato ad Alongi Gaetano, anche “il suo itinerario”, perché, nel caso in cui dovesse recarsi presto a Palermo, “si potrebbe risparmiare ai proprietari un viaggio di alcuni giorni”. Afferma che sarebbe molto felice se tale affare si concretizzasse. Gli comunica infine che in Facoltà non è ancora arrivato “l’invito per la Commissione”. In calce, la minuta della risposta di Buccola: “Accetto in massima senza prendere formale impegno causa condizioni di salute. Sarò a Palermo entro febbraio”.