21 lettere di Antonietta Fagnani Arese:
1) Robecchetto, 18 settembre 1841: Ringrazia per la ricezione di “braccietti di ferro” e dei riscontri riguardanti i fondi Comoli. Inoltre, specifica che si tratterrà a Robecchetto l’intera settimana seguente e manda i suoi saluti ad Adelaide. Nel post scriptum specifica i prezzi di vendita del frumento applicati dal fattore, che non le paiono giusti.
2) Robecchetto, 15 dicembre 1841: Chiede la sostituzione di uno scalda acqua notturno con una macchinetta in ottone. Inoltre, ringrazia Diddina per gli aghi, i cuscini, il passamano per la coperta e per l’assistenza a lei prestata durante un suo breve soggiorno. Infine, fornisce suggerimenti a Diddina in merito a un ordine di seta per il fondo di un palio e chiede l’affrancazione di alcune lettere.
3) Robecchetto, 20 dicembre 1841: : Porge i suoi ringraziamenti per la macchinetta e acconsente all’esecuzione della Madonna e dei Cherubini per il prezzo indicato, mentre si rimette alle decisioni di Diddina a proposito dei fiori che circondano la Vergine. Ringrazia per l’interesse mostrato per il suo stato di salute; chiede di mandare al vicino di casa, il sig. Garavaglia, una lettera e di affrancarne un’altra alla posta. Infine, saluta Diddina.
4) Robecchetto, 26 dicembre 1841: Ringrazia di aver ricevuto in dono il “giornale del 42” e un ornato. Inoltre, invia, come richiesto, le dimensioni della Vergine e dei Cherubini e il corriere di Castano per provvedere alla consegna di bottiglie e turaccioli. Avendo precisato brevemente le buone condizioni metereologiche, ringrazia di un annuncio dell’amministrazione e saluta Diddina.
5) Robecchetto, 2 gennaio 1842: Richiede la posa in opera entro il 15 del mese di due stuoie simili in due locali, (dei quali invia l’esatta quadrettazione); allo stesso riguardo, chiede di stabilire il prezzo della stuoia, dando poi indicazioni per il suo ritiro, e di inviarle l’addetto alla posa con gli strumenti necessari al lavoro. Infine, affida a Diddina il compito di acquistare della mussola, della percallina rosa e del cotone alto. Specificato che la sua salute è buona e la stagione è deliziosa, saluta con riconoscenza.
6) Robecchetto, 9 gennaio 1842: Chiede di farle avere due lastre di ghisa e una portina di ferro per costruire una stufa, in quella che era la sua stanza. A Didina domanda di far fare la seta per il fondo [del palio] del colore e dello spessore dell’allegato campione [che non è presente]. Infine, saluta con riconoscenza.
Nel post scriptum riferisce una domanda del curato e chiede di restituire l’acclusa lettera, [che non è presente].
7) Robecchetto, 7 febbraio 1842: Svela e spiega la parola “Caracalla” che scioglie l’enigma di una sciarada. Inoltre, puntualizza la necessità di far costruire una nuova stufa quadrilunga e ne richiede il materiale (due lastre, sette o otto cannoni di ghisa, una portina in ferro e non bocchette). Infine, racconta la propria smania di uscire di casa impedita dal parere del medico e saluta con affetto.
8) Robecchetto, 14 giugno 1842: Prega di andare giovedì mattina da suo figlio per trattare un affare con i Cornegliani e rende i campioni della tela. Inoltre, prega di inviarle il giovane dello stoiaio con la sua carrozza di giovedì sera o venerdì mattina, come da indicazioni del Contino. Infine, ringrazia Didina per il dono di un elegante borsino, specificando di non scriverle per mancanza di tempo e che il primo momento libero sarà a lei destinato. Saluta con affetto.
9) Robecchetto, 23 settembre 1842: Rimanda il gilet in due pezzi, in quanto la composizione le pare non adatta a un regalo. Racconta di aver contattato il fittabile di Vanghello, ma che probabilmente non si presenterà, a causa della pioggia caduta a dirotto, di aver scritto a Osnago per la semente. Chiede di comprarle un camino in marmo di Viggiù con il parafuoco in pietra per la sala del Cappellano e di farli portare a casa sua, che provvederà al ritiro. Sottolinea di essere molto breve a motivo della grande quantità di lettere da scrivere. Saluta con affetto.
10) Robecchetto, 29 settembre 1842: Richiede l’acquisto di candelieri a basso prezzo, di bronzo o plaqué, con il posto della candela abbastanza largo. Avvisa dell’intenzione di mandare a Milano un certo Ferdinando per caricare la scrivania, il camino e altri oggetti necessari. Inoltre, richiede di unire al comò per il Cappellano un paio di tavoli quadrilateri grandi o medi in noce, qualora li trovasse dai rigattieri. Chiedendo scusa per le descritte commissioni, saluta gentilmente. Nel post scriptum fa presente che in Brianza non si trova più semente di Bigetti, almeno dalle parti di Osnago.
11) Robecchetto, 4 ottobre 1842: Avvisa del fatto che l’ingegnere Cantù abbia trovato la semente per Castellanza, sollevando quindi da tale commissione il Contini, e narra dell’avvenuto raccolto dell’uva bianca e dell’interruzione della vendemmia a causa della continua pioggia. Acconsente alla spedizione di ogni materiale, eccettuato uno spechietto, saluta con affetto.
12) Robecchetto, 9 novembre 1842: Avvisa dell’invio di un cocchiere a Milano per portare a Robecchetto il destinatario, Didina e Alvisetti. Saluta con affetto. Nel post scriptum prega Didina di portarle tre matasse di lana bianca.
13) Robecchetto, 11 novembre 1842: Chiede, scusandosi, di portarle circa 30 libbre di zucchero in polvere da cucina.
14) Robecchetto, 13 dicembre 1842: Dubita dell’esattezza delle misurazioni fatte dal Ferradini e precisa che nella seguente settimana farà fare un’esatta quadrettazione e che si presenterà all’appello per protestare contro la nomina di Gianzini ad amministratore. Si rallegra della ritrovata salute del destinatario. Saluta Didina, ringraziandola della lana. Saluta di nuovo con affetto e riconoscenza. In ultimo, domanda di consegnare la lettera acclusa all’avv. Lotteri, vedendo la reazione intorno alla decisione di appellarsi.
15) Robecchetto, 2 gennaio 1843: Ringrazia per l’interesse mostrato al suo stato di salute, che è molto migliorato, ricorda, inoltre, che martedì 10 il cocchiere passerà a prendere il destinatario. Infine, allega una comunicazione [che non è presente] della Pretura di Busto per l’evasione del relativo spiacevole affare. Saluta ripetutamente con affetto.
16) Robecchetto, 6 marzo 1843: Ringrazia per le lettere ricevute e si dice disponibile a parlare di affari. Domanda di dire ad Adelaide che la tela da tre lire va benissimo e di prenderne quanta occorre, di acquistare dal Mazza, se possibile, 48 braccia di una tela dell’altezza di 15 once per fare tre lenzuoli o se trovasse del satin o croiset per realizzare due sottane, facendo credito dalla cassa Contini per questi acquisti. Saluta con affetto.
In ultimo, domanda la consegna di una lettera allegata [che non è presente].
17) Robecchetto, 12 marzo 1843: Ringrazia per la ricezione di una lettera, comunica di non aver visto il Gianzini e saluta Didina, ringraziandola della gentilezza con cui esegue ogni commissione. Inoltre, reputa bella e a buon prezzo la tela, mentre non apprezza la stoffa per le sottane, a cui rimedierà mandando a prendere a Gallarate del fustagno forte; invita a riferire a Didina che, appena terminate le visite ai parenti, pregherà lei e il marito di venirla a trovare. Racconta di quotidiani miglioramenti di salute. Desidera che Didina le mandi un campione di un “dobletaccio” bianco a basso costo per fare due coperte da letto. Chiedendo scusa per le noiose commissioni, saluta.
18) Robecchetto, 17 marzo 1843: Ringrazia per la consegna del “noto” conto a suo figlio, in qualità di suo procuratore nel disbrigo degli affari riguardanti l’eredità Fagnani. Dichiara di avere approvato il conto del 1841 con la persuasione di restare amministratrice di Robecchetto fino all’immissione in possesso dell’eredità, ma che ora la situazione è cambiata e chiede spiegazione di come possa risultare debitrice di £ 8563,18,6 dopo le ingenti somme versate, non potendo credere che tale debito si riferisca alla legna della Castellanza e di Borghetto. Saluta con affetto.
19) Robecchetto, 2 aprile 1843: Comunica di aver ricevuto le scritture, richieste dal fattore Gennaro, per la compilazione della registrazione dell’anno 1843, ringraziando della premura dimostrata nell’invio delle stesse. Prega, inoltre, di prendere accordi per la restituzione delle ricevute, il ritiro delle rimanenze di cassa e altro. Si rammarica che non siano state incluse nel totale dei conti le spese di fabbriche affrontate e che il rifiuto formale dato a questo proposito al figlio, abbia causato un’interruzione di collaborazione. Ribadendo il fatto che si tratti solo di differenti opinioni, ringrazia e saluta con affetto.
20) Robecchetto, 24 aprile 1843: Ringrazia per la ricezione dei conti delle Suore della Carità e la lista dei debitori per il ponte di Padregnano. Prega di fare avere al barone Zanoli una dichiarazione riguardante un giro di cassa, ritrovato nei conti della fabbrica della Cascina. Chiede, inoltre, di salutare da parte sua Didina e di farle sapere che sta molto lentamente migliorando, ma che confida nella bella stagione. Con la richiesta di non essere dimenticata, saluta.
21) Robecchetto, 29 maggio [s.a.]: Comunica che il legnetto [carrozza?] della fattoria si trova a Milano per portarlo a Robecchetto e chiede di portarle una matassina di lana nera Zefir. Saluta con affetto.
Note
5) Sul retro: appunti a matita, probabilmente di mano di Andrea Verga.
10) In calce: nota di altra mano “Una stuffa di 7 canne di ghisa quadrata”.
12) Sul retro: conti, a inchiostro.
20) Sul retro: appunti a matita, di altra mano.
21) E’ presente anche una nota a inchiostro recante da una parte un elenco di materiali da comprare (chiodi, mussola, bambagia, turaccioli), dall’altra conti.