Vai all’inventario
1) Pavia, 6 marzo 1852: Promette un articolo per l’«Appendice psichiatrica» e l’analisi del lavoro di Brierre de Boismont che Verga gli ha chiesto. Scrive che «La Medicina politica» non contiene notizie per loro circa la psichiatria o la psicologia, tranne un lavoro del dott. Fornasini Sulla riforma delle carceri che vi accenna soltanto brevissimamente. Vi sono poi due articoli eccentrici e poco adatti al loro giornale: La frenologia resa evidente dal magnetismo del dr. Pelizzari e Parere frenologico sopra il barone Carlo Poerio del dr. Miraglia. L’unico articolo che sarebbe andato bene è Osservazioni sulle cause e sull’anatomia patologica delle malattie mentali di Webster che tuttavia è già un estratto ed è tratto dagli «Annali universali di medicina». Gli parla poi della «Gazzetta dei tribunali» (lamentandosi però che la spedizione dei giornali alla Biblioteca è sempre in ritardo), in cui compare un articolo che «riguarda un caso in cui venne deferito un giuramento decisorio ad un mentecatto. Del resto non v’ha nulla fuor del racconto di parecchi suicidii, i quali però, essendo tolti dai giornali francesi, non dovrebbero fare pel caso nostro. Nondimeno mi sembra, che dove si avessero i particolari dell’ultimo suicidio avvenuto in Milano nello scorso mese (ciò che a lei non sarà difficile) si potrebbe aprirsi l’adito all’esposizione di questo con un cenno sommario di quelli e con qualche breve richiamo delle questioni agitate nell’argomento.
2) Pavia, 13 giugno 1852: «Fra le mie carte di medicina legale tengo la storia d’un caso singolare avvenuto durante lo scorso anno 1851 nella giurisdizione del Tribunale di Pavia; e sarebbe d’un processo per occultazione di parto e successiva presunzione d’infanticidio, il quale fu iniziato dietro la fede prestata alle false asserzioni d’una donna, che poi si riconobbe alienata di mente. Pendente l’investigazione quest’alienata – certa Maria Scinaghi di S. Stefano, prov. di Pavia, distretto di Abbiategrasso – veniva trasmessa di nuovo (così un rapporto del medico condotto) all’Ospitale Maggiore di Milano perché aveva incominciato di nuovo a dar segni di delirio pellagroso. L’epoca precisa del suo invio al P. Luogo non emerge dagli atti processuali, ma sembra che fosse in aprile (1851) o ai primi di maggio. Così pure dagli atti stessi non emerge nulla intorno alla sorte ulteriore della Scinaghi, perché la procedura fu troncata, avendo il tribunale pronunciato la desistenza. […]». Chiede a Verga i dati dell’Ospedale Maggiore.
3) Pavia, 18 giugno 1852: Gli restituisce i documenti che gli ha fornito sul caso Scinaghi, avendoli trovati un po’ troppo scarni.
4) Pavia, 26 marzo 1854: Si lamenta che il dr. Tonini gli abbia recapitato le bozze di un articolo che contiene un suo rapporto (di Zanini) su un caso di monomania omicida. Egli non può dare il suo assenso alla pubblicazione perché aveva steso quel rapporto in modo frettoloso e solo per l’autorità giudiziaria, non certo per pubblicarlo. Il caso, tra l’altro, era stato seguito da Tonini solo negli ultimi giorni e senza l’assiduità necessaria.
5) Pavia, 5 aprile 1854: Gli dispiace che il suo dissenso alla pubblicazione del rapporto citato nella lettera precedente abbia messo Verga in grave imbarazzo. «Convengo anch’io con lei che la relazione non poteva essere per vizio intrinseco affatto indegna di vedere la luce, poiché se fosse stata così difettosa da questo lato, la mia coscienza non m’avrebbe permesso di presentarla a giudici, che dovevano al lume della medesima decidere della vita o della morte d’un uomo. Bensì mi pare d’averle detto queste precise parole: [… riporta brani della lettera precedente, in cui si dice che manca un’adeguata premessa sulla storia antecedente e una trattazione più organica della vicenda…]». Gli promette che lo metterà a posto, ma ha bisogno di più tempo.
6) Pavia, 18 maggio 1854: Gli manda il rapporto rivisto e corretto, specificando che sarà continuato. Chiede però nuove bozze, per l’entità delle correzioni che ha inserito.
7) Pavia, 8 luglio 1854: Per continuare nel prossimo numero il rapporto lasciato incompleto, chiede a Verga cosa ne è stato del maniaco omicida Giuseppe Silva di Calignano, trasferito il 23 marzo 1854 alla Senavra per volontà del Tribunale e della Delegazione provinciale. Gli comunica che si è permesso di far arrivare al suo indirizzo un giornale tedesco di medicina pubblica che gli serviva e che non poteva arrivare a Pavia. Gli chiede dunque di farglielo avere quando lo riceverà.
8) Pavia, 29 maggio 1856: Gli chiede aiuto per ricoverare una malata di mente entrata in grave depressione dopo aver sospeso bruscamente l’allattamento ed ormai dichiarata inguaribile e pericolosa per se stessa e per i figli. Gli comunica poi di aver iniziato nella «Gazzetta medica» una Rivista medico-legale che avrebbe intenzione di continuare e che vorrebbe includere la parte psicologica; gli chiede quindi ospitalità nell’«Appendice psichiatrica».
9) Pavia, 25 settembre 1856: Gli manda l’articolo per la Rivista medico-legale dell’«Appendice psichiatrica» e gli chiede di mandare le bozze al dr. Bignami.
2) Minuta di risposta di Verga: «È una Sainaghi che fu accettata per epilessia il 23 aprile e uscì il 17 gen. 1852. Ne spedii le carte a Pavia il 17 giugno. V’era anche il bollettone dell’ospedale, la storia medica del d. Viglezzi, il consulto, e un cenno sullo stato attuale dell’ammalata completo del sig. d. Rinaldini».
Contenuto
9 lettere di Giovanni Zanini:1) Pavia, 6 marzo 1852: Promette un articolo per l’«Appendice psichiatrica» e l’analisi del lavoro di Brierre de Boismont che Verga gli ha chiesto. Scrive che «La Medicina politica» non contiene notizie per loro circa la psichiatria o la psicologia, tranne un lavoro del dott. Fornasini Sulla riforma delle carceri che vi accenna soltanto brevissimamente. Vi sono poi due articoli eccentrici e poco adatti al loro giornale: La frenologia resa evidente dal magnetismo del dr. Pelizzari e Parere frenologico sopra il barone Carlo Poerio del dr. Miraglia. L’unico articolo che sarebbe andato bene è Osservazioni sulle cause e sull’anatomia patologica delle malattie mentali di Webster che tuttavia è già un estratto ed è tratto dagli «Annali universali di medicina». Gli parla poi della «Gazzetta dei tribunali» (lamentandosi però che la spedizione dei giornali alla Biblioteca è sempre in ritardo), in cui compare un articolo che «riguarda un caso in cui venne deferito un giuramento decisorio ad un mentecatto. Del resto non v’ha nulla fuor del racconto di parecchi suicidii, i quali però, essendo tolti dai giornali francesi, non dovrebbero fare pel caso nostro. Nondimeno mi sembra, che dove si avessero i particolari dell’ultimo suicidio avvenuto in Milano nello scorso mese (ciò che a lei non sarà difficile) si potrebbe aprirsi l’adito all’esposizione di questo con un cenno sommario di quelli e con qualche breve richiamo delle questioni agitate nell’argomento.
2) Pavia, 13 giugno 1852: «Fra le mie carte di medicina legale tengo la storia d’un caso singolare avvenuto durante lo scorso anno 1851 nella giurisdizione del Tribunale di Pavia; e sarebbe d’un processo per occultazione di parto e successiva presunzione d’infanticidio, il quale fu iniziato dietro la fede prestata alle false asserzioni d’una donna, che poi si riconobbe alienata di mente. Pendente l’investigazione quest’alienata – certa Maria Scinaghi di S. Stefano, prov. di Pavia, distretto di Abbiategrasso – veniva trasmessa di nuovo (così un rapporto del medico condotto) all’Ospitale Maggiore di Milano perché aveva incominciato di nuovo a dar segni di delirio pellagroso. L’epoca precisa del suo invio al P. Luogo non emerge dagli atti processuali, ma sembra che fosse in aprile (1851) o ai primi di maggio. Così pure dagli atti stessi non emerge nulla intorno alla sorte ulteriore della Scinaghi, perché la procedura fu troncata, avendo il tribunale pronunciato la desistenza. […]». Chiede a Verga i dati dell’Ospedale Maggiore.
3) Pavia, 18 giugno 1852: Gli restituisce i documenti che gli ha fornito sul caso Scinaghi, avendoli trovati un po’ troppo scarni.
4) Pavia, 26 marzo 1854: Si lamenta che il dr. Tonini gli abbia recapitato le bozze di un articolo che contiene un suo rapporto (di Zanini) su un caso di monomania omicida. Egli non può dare il suo assenso alla pubblicazione perché aveva steso quel rapporto in modo frettoloso e solo per l’autorità giudiziaria, non certo per pubblicarlo. Il caso, tra l’altro, era stato seguito da Tonini solo negli ultimi giorni e senza l’assiduità necessaria.
5) Pavia, 5 aprile 1854: Gli dispiace che il suo dissenso alla pubblicazione del rapporto citato nella lettera precedente abbia messo Verga in grave imbarazzo. «Convengo anch’io con lei che la relazione non poteva essere per vizio intrinseco affatto indegna di vedere la luce, poiché se fosse stata così difettosa da questo lato, la mia coscienza non m’avrebbe permesso di presentarla a giudici, che dovevano al lume della medesima decidere della vita o della morte d’un uomo. Bensì mi pare d’averle detto queste precise parole: [… riporta brani della lettera precedente, in cui si dice che manca un’adeguata premessa sulla storia antecedente e una trattazione più organica della vicenda…]». Gli promette che lo metterà a posto, ma ha bisogno di più tempo.
6) Pavia, 18 maggio 1854: Gli manda il rapporto rivisto e corretto, specificando che sarà continuato. Chiede però nuove bozze, per l’entità delle correzioni che ha inserito.
7) Pavia, 8 luglio 1854: Per continuare nel prossimo numero il rapporto lasciato incompleto, chiede a Verga cosa ne è stato del maniaco omicida Giuseppe Silva di Calignano, trasferito il 23 marzo 1854 alla Senavra per volontà del Tribunale e della Delegazione provinciale. Gli comunica che si è permesso di far arrivare al suo indirizzo un giornale tedesco di medicina pubblica che gli serviva e che non poteva arrivare a Pavia. Gli chiede dunque di farglielo avere quando lo riceverà.
8) Pavia, 29 maggio 1856: Gli chiede aiuto per ricoverare una malata di mente entrata in grave depressione dopo aver sospeso bruscamente l’allattamento ed ormai dichiarata inguaribile e pericolosa per se stessa e per i figli. Gli comunica poi di aver iniziato nella «Gazzetta medica» una Rivista medico-legale che avrebbe intenzione di continuare e che vorrebbe includere la parte psicologica; gli chiede quindi ospitalità nell’«Appendice psichiatrica».
9) Pavia, 25 settembre 1856: Gli manda l’articolo per la Rivista medico-legale dell’«Appendice psichiatrica» e gli chiede di mandare le bozze al dr. Bignami.
Note
1) P.S. Mentre sto per chiudere la lettera, mi vien offerto un numero recente della «Gazz. dei Tribunali di Milano», nel quale si trova inserito il caso del suicidio ultimamente avvenuto, di cui le ho parlato poco sopra. Mi basterebbe che ella potesse fornirmi appena qualche notizia di più sulle condizioni in cui si trovava il suicida avanti di darsi la morte in relazione alle cause che ponno averlo determinato a questo passo; ed inoltre il risultato dell’autopsia, che mi si dice essere stata fatta in codesto Osp.le Magg.re. Nel avrei a sufficienza per metter insieme un articolo».2) Minuta di risposta di Verga: «È una Sainaghi che fu accettata per epilessia il 23 aprile e uscì il 17 gen. 1852. Ne spedii le carte a Pavia il 17 giugno. V’era anche il bollettone dell’ospedale, la storia medica del d. Viglezzi, il consulto, e un cenno sullo stato attuale dell’ammalata completo del sig. d. Rinaldini».