Vicini Govone Laura

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6 lettere di Laura Vicini moglie del generale Giuseppe Govone:
1) Torino, 21 febbraio 1871: Scrive un po’ in ritardo perché voleva prima incontrare il dottor Timermans che si trovava lfuori città. Ringrazia Verga per la sua visita a Torino e per i consigli che le ha dato. Scrive di aver riflettuto molto sul suo suggerimento di trasferirsi nella quiete della campagna e sta tentando di convincere il marito a partire. L’unico problema è la stagione che non permette ancora il soggiorno presso la loro casa in campagna, ma li costringerebbe ad affittare un’altra villa, cosa difficile da far accettare al generale, il quale dovrebbe essere condotto a forza fuori città. Chiede quindi a Verga se sia proprio necessario partire subito o non si possa attendere la stagione propizia per poter trasferirsi nella loro casa in campagna nella quale il marito accetterebbe di andare. Desidera però sapere se il rinviare la partenza potrebbe ritardare la guarigione del marito. Aggiorna poi Verga sulle condizioni del marito che negli ultimi giorni sembra migliorato, non avendo più parlato delle solite allucinazioni e manie di persecuzione; è però infastidito dalla confusione creata dai festeggiamenti per il carnevale. Durante il giorno però il generale vuole sempre uscire e stare tra la gente, comportamento che Verga affermato non essere segno di miglioramento. L’incarnato del malato è sempre di colore giallo, come aveva osservato Verga, per cui il dottor Timermans ha suggerito dei bagni sulforosi, ma Bonacossa dice che possono avere effetti negativi in quella stagione. Chiede a Verga consiglio sul da farsi. Ribadisce però la difficoltà nel convincere il malato a sottoporsi alle cure, a causa della sfiducia che egli nutre nei confronti medici. Tale sentimento si è radicato in seguito ad un episodio preciso: quando Bonacossa e Timermans vennero interrogati dallo stesso paziente se egli fosse davvero malato di mente, essi esitarono nella risposta. Il generale interpretò tale titubanza come prova che i medici non credono che egli sia malato ed è quindi convinto che ogni cura prescritta dai due dottori sia in realtà richiesta da lei.
2) [s.l.]. [marzo, 1871]: Scrive direttamente a Verga nonostante in precedenza abbia affidato alla cugina il compito di riferire a Verga sulla salute del generale. Dichiara di essere disposta a fare qualunque cosa sia necessaria alla guarigione del marito. Spiega poi le ragioni per cui si è opposta al consiglio di Timermans di allontanarsi anche lei dal marito. Non aveva infatti compreso che Verga fosse di questo avviso, quando aveva visitato il generale, altrimenti, quando Timermans la suggerì nuovamente di allontanarsi dal marito, lo avrebbe fatto immediatamente. In quell’occasione invece preferì ascoltare il suggerimento di Bonacossa, esperto di malattie mentali, il quale riteneva non fosse il momento opportuno per lasciare solo il generale. Si rammarica di non aver detto a Verga, in occasione della sua visita a Torino, che sarebbe stata disposta a qualunque cosa pur di vedere guarire il marito. Verga avrebbe dovuto dirle senza timori il suo pensiero in merito all’isolamento del marito da tutti i suoi familiari. Prega quindi Verga di dire a lei o a sua cugina tutto ciò che ritiene necessario per la salute mentale del generale, come fosse un paziente totalmente affidato alle sue cure. Vorrebbe far visita di persona a Verga ma non vuole lasciare solo il generale, perché teme possa pensare di essere realmente imprigionato. Chiede quindi indicazioni sul da farsi.
3) Torino, 29 marzo 1871: Scrive a distanza di un mese dal loro trasferimento in campagna per informare che non ha registrato alcun miglioramento nelle condizioni del generale. Il malato è in perenne stato di allerta, nutre sospetti su tutti, continua a soffrire di allucinazioni ed è sempre certo sarà arrestato e processato. Non chiede e non parla più dei figli. Le letture che lei gli propone gli suscitano una commozione estranea al suo carattere prima della malattia; anche l’incontro con alcuni amici e parenti provocano in lui reazioni eccessive di esaltazione, ha quindi deciso di isolarlo nuovamente. Incotra poi grande difficoltà a nutrire il marito, che teme di essere avvelenato e diffida di tutto ciò che gli viene servito. Chiede a Verga un parere e consiglio sul da farsi.
4) Torino, 2 giugno 1871: Essendole stato concesso di far visita al marito, chiede a Verga consiglio se ciò possa giovargli o meno, dal momento che il generale non ha mai espresso il desiderio di vederla. Descrive poi a Verga le reazioni del malato al momento del suo internamento, avvenuto senza difficoltà poiché era convinto di essere stato arrestato. Avendo compreso di trovarsi in uno stabilimento, attende ora di essere condotto in prigione. Fornisce altri particolari sui comportamenti del paziente, sulle sue condizioni fisiche e sulle cure che gli vengono somministrate. Prega Verga di consigliarla su cosa sia meglio fare: andarlo a visitare e lasciarlo nello stabilimento, oppure mantenerlo ancora in isolamento, o farlo dimettere e riportarlo a casa. Riferisce anche i pareri discordanti del dottor Salvaia, medico dello stabilimento, e di Bonacossa sull’opportunità che lei faccia visita al marito. In calce alla lettera chiede consiglio sull’opportunità di sottoporre il figlio alle cure ritenute miracolose della guaritrice Dal Cin. Pensa che l’improvvisa guarigione del bambino potrebbe essere di giovamento anche al marito.
5) Alba, 24 giugno 1871: Scrive ringraziando Verga per i consigli e l’attenzione che ha prestato al caso di suo marito. Riferisce poi che dimesso dallo stabilimento il generale si è decisamente opposto al loro trasferimento in Svizzera, come era stato stabilito, ha invece accettato senza obiezioni di recarsi con la moglie nella casa di Alba.
6) Alba, 21 agosto 1871: Riferisce che il generale si trova al momento in uno stato di calma, sebbene le sue idee persecutorie non siano cessate. Passeranno i prossimi mesi in campagna nella loro casa di Alba, si augura quindi che il marito possa uscire di più all’aria aperta. Chiede ancora consigli su cosa sia meglio fare per aiutare il generale.

Note

1) In calce minuta della risposta di Verga: Spiega che Timermans e Bonacossa erano d’accordo di non allontanarla dal marito finché questi si sentisse tranquillo in sua presenza. Ma ora le cose sono cambiate e conviene isolarlo dopo avergli parlato chiaramente.
4) In calce minuta della risposta di Verga: Non si pronuncia sul bambino perché non conosce il caso. Suggerisce di andare a visitare il marito.
5) In calce minuta della risposta di Verga: Si dichiara lieto che sia animata dalla stessa speranza che lui nutre sulla salute del generale. Suggerisce alcuni rimedi per migliorare le condizioni fisiche del malato.

Estremi cronologici

1871

Collocazione fascicolo

b. 05, fasc. 154
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