Tolomei Gian Paolo

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11 lettere del penalista Gian Paolo Tolomei:
1) Padova, 19 dicembre 1843: Scusandosi, spiega a Verga perché ha tardato così tanto a scrivergli dopo la sua visita a Milano. Tornato a Padova, infatti, Lisa si è ammalata gravemente e in seguito ha dovuto recarsi a Torino. Chiede a Verga di portare le sue scuse anche al “Direttore” [Domenico Muggetti]. Riferisce in merito al suo “affare”, riguardo al quale non vi sono novità, perché è necessario ancora del tempo per la decisione, e in merito al conte Gusella, che si sente molto in debito con Verga e che presto gli scriverà. Chiede di essere ricordato al nobile De Herra, riferendo che, per quanto lo riguarda, tutto dipende ancora da Vienna. Comunica di aver acquistato il libro sul suicidio di Carlo Ravizza. In chiusura chiede a Verga di avvertire il Direttore [Domenico Muggetti] di indirizzare la lettera con il conto a suo fratello Domenico a Loreggia, amministratore speciale dei suoi beni.
2) Padova, 11 gennaio 1844: Chiede aiuto a Verga perché ha bisogno di “sapere una verità”. Il signor De Herra che lo aveva preso sotto la sua protezione per il concorso, lo aveva raccomandato a Sampietro, affinché fosse “il primo”. Ma le ultime notizie da Vienna dicono che il primo, presso Sua Altezza, sia l’avvocato Passini di Vicenza. Prega Verga di informare De Herra e di accertarsi se questi sia o meno a conoscenza della notizia. Invia i saluti a suo padre e al Direttore [Domenico Muggetti].
3) Padova, 4 novembre 1845: Scrive dopo lungo silenzio ed esprime il rammarico, condiviso anche dal padre, di non aver più incontrato Verga. Riferisce che il padre sta bene e, dopo il ritorno a casa, risiede presso il cognato medico. Si domanda se dovrà attendere il 1847 in occasione del Congresso degli scienziati di Venezia, per vedere Verga a Padova. Invia i suoi saluti a Domenico Muggetti e a Tommaso Gatti.
4) Padova, 18 agosto 1846: Si lamenta di non aver più ricevuto notizie da Verga e lo esorta a scrivergli. Riferisce poi della buona salute del padre, che ora si occupa degli affari di famiglia. Manda i suoi ringraziamenti a Gatti e i saluti a Muggetti.
5) Padova 21 dicembre 1846: Scrive per fare gli auguri a Verga e per fargli sapere di essere ancora vivo e vegeto. Lo aggiorna sulla salute del padre, che continua “assai bene” e si occupa con “molta bravura” degli affari di famiglia. Ricorda a Verga la promessa di passare a trovarli a Camposampiero in occasione del Congresso di Venezia del 1847. Manda i suoi saluti e quelli del padre a Gatti e al prof. Muggetti. Chiede inoltre di essere ricordato a De Herra, a Carlo Ravizza e al conte Gusella.
6) Padova, 2 agosto 1847: Scrive rompendo ancora una volta un lungo silenzio per dare a Verga notizie sue e di suo padre Bernardo. Riferisce poi della morte del conte Gusella avvenuta il 15 luglio a causa della malattia per la quale Verga lo aveva curato a Milano. Il conte ha lasciato eredi della sua sostanza il figlio primogenito di Tolomei e una “ragazzina del prete de Prati esternando il desiderio del futuro matrimonio”. Si augura di vedere Verga in occasione del Congresso di Venezia, che è ormai prossimo, e spera possa venire anche Gatti.
7) Firenze 9 giugno 1847: Informa Verga di essere stato nominato dal 1866 membro della Commissione governativa per la redazione del progetto del codice penale del Regno: “dopo che la Commissione generale discusse e fissò le basi e determinò i punti di codificazione, si levò dall’impiccio di redigere i relativi articoli col nominare per questo una sotto-commissione”, nella quale fu compreso anche lui. Spiega poi a Verga che il punto più dibattutto e criticato dai commissari esperti di medicina legale, a cui fu sottoposto il libro I elaborato dalla sotto-commissione, fu quello riguardante le “cause che tolgono o diminuiscono la imputazione”. Espone quindi i ragionamenti alla base delle proposte della sotto-commissione e chiede a Verga di esprimere il suo parere in proposito, inviandogli il progetto del libro I da esaminare.
8) Padova, 15 gennaio 1873: Scrive a Verga in merito al figlio Luigi, che vuole rientrare in famiglia. Non potendo intraprendere il viaggio per andare a riprenderlo a causa degli impegni scolastici e di un “erpete” comparso sulla faccia, ha chiesto al signor Dolci di metterlo lui sul treno. Ringrazia e saluta Verga e la sua signora.
9) Padova, 17 marzo 1873: Informa Verga di essere stato costretto a casa per oltre due mesi a causa di un eczema alla faccia, molto esteso, che lo rende repellente alla vista. Ringrazia per il dono dello scritto sull’ubriachezza in Milano, molto utile ai suoi studi. Informa poi Verga che il figlio Luigi è ora in collegio a Padova e che sembra aver messo la testa “a segno”. Riferisce i saluti del suo medico curante, il dottor Benvenisti.
10) Padova, 20 luglio 1880: Scrive a Verga in merito a due questioni. Una è l’invito a partecipare al Congresso internazionale di beneficenza, inviatogli dal Sindaco Presidente, in qualità di Consigliere provinciale e rappresentante della Congregazione di carità di Padova, della quale è membro dal 1866. In tale occasione, visti i temi del Congresso, vorrrebbe intervenire sui “liberati dal carcere”. Chiede però a Verga di fornirgli informazioni su eventuali memorie già presentate sul tema alla Comitato del Congresso, di cui è membro l’avvocato Giuseppe Scotti.
La seconda questione riguarda il figlio Luigi, del quale Verga si prese cura a Milano. Il ragazzo è stato riformato due volte dalla Commissione della leva militare e da quella dei Collegi militari, quindi per disperazione si mise al servizio delle strade ferrate divenendo “facente funzione di capo sulla strada da Conegliano a Vittorio Veneto” di proprietà della Società veneta. Tale società punta a fare economia e tiene i suoi dipendenti in una posizione di perenne precarietà, negando il diritto alla pensione. Poiché il ragazzo riesce bene nel lavoro, vorrebbe farlo passare al servizio della Società Alta Italia. Chiede dunque a Verga di aiutarlo a raccomandare Luigi presso Oscar Poli, figlio del medico Baldassarre. Scrive di aver conosciuto Oscar Poli da giovanetto a Padova e teme che non si ricordi più di lui. Si scusa per la sfacciataggine della richiesta.
11) Padova, 29 luglio 1880: Ringrazia sentitamente per aver soddifatto la sua richiesta di raccomandazione per il figlio Luigi. Si rammarica di non poter incontrare Verga a Milano in occasione del Congresso di beneficenza, ma ben comprende il bisogno di Verga di recuperare le forze sul lago Maggiore. Si dispiace per lo “stato infelice” in cui si trova la moglie di Poli.

Note

1) Carlo Ravizza, “Il suicidio, il sacrifizio della vita e il duello. Saggi psicologici e morali”, 1843.
6) In calce minuta della risposta di Verga: è assai felice della buona salute di suo padre; non è sorpreso dalla morte del conte Gusella. Cercherà di passare da Camposampiero nonostante gli impegni connessi al Congresso di Venezia. Indica nel dettaglio le tappe del suo viaggio: dal lago si recherà a Trento, Cavalese, Capriana; sarà poi a Padova e da lì farà un salto a Camposampiero, per poi recarsi a Venezia.

Estremi cronologici

1843-1880

Collocazione fascicolo

b. 05, fasc. 124
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