Rossari Luigi

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14 lettere del letterato Luigi Rossari (1797-1870):
1) [Milano], [s.d.]: Chiede a Verga una lettera di presentazione per il rettore del Collegio Borromeo, Carlo Villa, desiderando raccomandare il figlio dell’ingegnere Tagliasacchi, Gioacchino (già sostenuto da Tommaso Grossi).
2) Di casa [Milano], 9 novembre 1853: Rende un libro, danneggiato dal gatto di Treviglio, e chiede a Verga di mandargli presto qualcosa di suo da leggere. Avverte che venerdì [Tommaso] Grossi sarà a Milano e chiederà un consulto a Verga per una cura possibile al "suo strano mal di capo": un malessere che lo abbatte anche nel morale, non sentendosi in grado di fare alcunché di buono. Quindi raccomanda caldamente l'amico.
3) [Milano], 20 novembre [1853]: Annuncia l’arrivo, da Brusuglio, della giovinetta "Cociacinese", che "passerà stasera o domattina dalla casa di Manzoni a quella del povero Grossi dove aspetterà i vostri ordini".
4) [Milano], 1° marzo 1855: Ringrazia del "Rendiconto" e si complimenta per lo stile di Verga. Si scusa per non essere andato a trovarlo, avendo saputo che stava male, ma si rallegra di sentirlo in vena di celie.
5) [s.l.], s.d. [ma circa 1855]: Ringrazia delle cose che gli ha mandato da leggere, soprattutto perché è malinconico e bisognoso di distrarsi. "Ora vorrei che ella fosse ancora alla Senavra e che potesse mandarmi ancora le storie di quella malattia là che mi mostrava una volta. Le confesso in segreta amicizia, o mio carissimo Verga, che per una di quelle misteriose contraddizioni dell’animo nostro, il delirio, quella malattia che mi faceva tanta paura una volta, ora che dovrebbe farmi maggior ribrezzo mi rappresenta invece come qualche cosa di sacro e di attraente. Vi sono dei momenti nella giornata in cui sono così sopraffatto dall’afflizione che mi pajono belle e rispettabili solamente le miserie umane". Manda i suoi saluti ad Adele e Natale Contini.
6) [s.l.], 20 maggio [s.a., ma circa 1855]: Ringrazia per l’esemplare illustrato che gli ha mandato, e che gli aveva già mirabilmente descritto a voce, nonché per la descrizione di quel caso di cui gli aveva parlato. Dice di aver inserito solo poche correzioni dove gli sembrava il caso. Promette che appena il suo umore migliorerà andrà a trovarlo a casa. Saluta i Contini.
7) Milano, 25 giugno 1855: Ringrazia Verga per avergli fornito i particolari del suo viaggio, in particolare quello in occasione del contratto d'affitto del "bel casino" di Acqui, stipulato da Contini e modificato dalla signora Adele.
Scrive di aver visto gli "stampini" del discorso e fornisce chiarimenti sulle correzioni e gli errori da attribuire alla tipografia.
Informa di aver ricevuto una lettera di Stefano Stampa da Lesa, il quale scrive di aver realizzato qualche altro disegno di Verga e di volerlo incontrare ad Arona, e di averlo avvertito che Verga si trova già là.
Aggiorna sulla salute di Rosmini, afflitto ora da una difficilissima digestione.
Fornisce poi a Verga, "per quando sarà a Savona", la trascrizione delle parole con cui si esprime Chiabrera per descrivere il suo "ritiro" [segue trascrizione], chiamato "Siracusa", nel "Discorso sopra il Sonetto del Petrarca: Se lamentare augelli o verdi fronde…". In chiusura riferisce a Verga i saluti di Cecchina, l'unica della famiglia Grossi ora a Milano, e del presidente dell'Istituto lombardo, Nazzari.
8) Di casa, 29 novembre [s.a.]: Scrive di aver provato a far visita a Verga, ma di essere tornato indietro; fa quindi per lettera gli auguri di buon onomastico ed esprime la speranza che il "Congresso" sia un successo per l'Italia.
Chiede poi a Verga di accogliere la raccomandazione per un suo "buon conoscente", il dottor Giovanni Brocca, nominato "aggiunto" presso un ufficio dell'Ospedale Maggiore. Giustifica la richiesta, sebbene sia per principio contrario alle raccomandazioni, con l'essere convinto della validità della persona, che si dimostrò "gentilissimo" in occasione della malattia di sua sorella. Manda i saluti alla signora Adele e "al poeta traduttore".
9) [Milano], via dei Bossi 2, 14 febbraio 1865: Scrive a Verga ricordando il suo intervento di due anni prima in favore di un bambino della scuola serale ricoverato presso l'Ospedale Maggiore che, nonostante la lunga e grave malattia, guarì grazie alle cure prestategli. Chiede quindi a Verga di intervenire ancora direttamente per il caso di un altro bambino della scuola serale ricoverato il giorno prima, nonostante la sua riluttanza ad alimentare il "pregiudizio" della raccomandazione. Scrive poi di aver visto una bella fotografia di Verga nell'album della famiglia Grossi e ne chiede una copia se mai ne avesse d'avanzo.
10) [Milano], via dei Bossi 2, 30 novembre 1867: Fa gli auguri a Verga per l'onomastico e lo invita a pubblicare il testo della "memoria" su Panizza, che ha recentemente letto. Lo esorta a ricordarsi di lui poiché è uno dei pochi che assistette alle prime lezioni del professore a Pavia nel 1816, quando era ancora un "matricolino del portico legale" che saltava le lezioni di diritto civile per assistere a quelle di Panizza.
11) [Milano], 24 marzo [s.a.]: Chiede eventuali informazioni sul dottor Andreoli, medico condotto di Brusimpiano provincia di Como distretto di Arcisate, di cui ebbe come scolaro uno dei figli. Il bambino morì prematuramente e tragicamente sotto gli occhi dei parenti durante l'ultima vacanza, in seguito alla botta di rinculo del fucile. Vorrebbe rintracciare il padre per compilare una memoria del figlio, ma non riesce ad avere notizie sulla famiglia.
Aggiunge in chiusura la notizia della morte di Steffli e di Poggi.
12) [s.l.]. [s.d.]: Ammette la sua ipocondria e ricorda un bel paragrafo di un testo pubblicato da Verga proprio sull'ipocondria.
13) [s.l.]. [s.d.]: Aggiorna Verga sulla salute della sorella, che sta molto meglio.

Note

5) Sul retro minuta della risposta di Verga, che scrive: “Ella ha una spina nel cuore che io vorrei levarle a qualunque costo e se crede che alcune chiacchere confidenziali le possano giovare venga all’Ospitale o in casa mia nel giorno e nell’ora che più le accomoda che sarò sempre pronto e persuaso di non poter impiegar meglio il tempo. La assicuro in anticipazione che le sue confidenze mi riusciranno interessantissime e sacre e che provo già un vivo rimorso per averle forse io stesso impedite col limitare l’ora in cui Ella poteva venire da me. Ripeto che io sono a di Lei disposizione in ogni momento della giornata e che verrò io a cercarla se Ella tarda a farsi vedere da me”.

Estremi cronologici

1853-1867

Collocazione fascicolo

b. 05, fasc. 038
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