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1) Milano, 15 dicembre 1885: Scrive a Verga di aver “strapazzato” il collega Anderloni per la causa mossa contro i coniugi Bruni nell’interesse dei pazzi poveri; non avendo però avuto risposta soddisfacente si rivolge a Verga, amministratore di tale opera pia, affinché venga riconosciuta la volontà dei Bruni ad ottemperare il loro impegno con tale istituto e allo stesso tempo la loro attuale assoluta impotenza economica. Il dottor Bruni è al momento confinato a letto per malattia da oltre un mese; sua moglie si è ammalata di bronchite assistendolo. L’avvocato chiede quindi che venga concesso ai Bruni debitori una proroga ai pagamenti fino a che non saranno “usciti fuor del pelago a la riva”.
2) Milano, 20 maggio 1888: Esprime compiaciuta solidarietà per l’acrofobia di Verga, poiché ne è anche lui affetto.
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2 lettere dell’avvocato Enrico Rosmini:1) Milano, 15 dicembre 1885: Scrive a Verga di aver “strapazzato” il collega Anderloni per la causa mossa contro i coniugi Bruni nell’interesse dei pazzi poveri; non avendo però avuto risposta soddisfacente si rivolge a Verga, amministratore di tale opera pia, affinché venga riconosciuta la volontà dei Bruni ad ottemperare il loro impegno con tale istituto e allo stesso tempo la loro attuale assoluta impotenza economica. Il dottor Bruni è al momento confinato a letto per malattia da oltre un mese; sua moglie si è ammalata di bronchite assistendolo. L’avvocato chiede quindi che venga concesso ai Bruni debitori una proroga ai pagamenti fino a che non saranno “usciti fuor del pelago a la riva”.
2) Milano, 20 maggio 1888: Esprime compiaciuta solidarietà per l’acrofobia di Verga, poiché ne è anche lui affetto.