72 lettere del poeta Andrea Maffei (1798 – 1885)
1) Milano, 12 novembre 1851: Raccomanda a Verga, prima di partire per la Brianza, Bergamo e Riva, la “povera mentecatta” di cui ha accettato di occuparsi, assicurandogli che gli rimborserà le spese del trasporto tramite il banchiere Francesco Cobelli. Lo ringrazia e lo invita a Riva per la bella stagione.
2) Riva [di Trento], 13 settembre 1852: Lo ringrazia per essersi occupato dell’affare con Ricordi e assicura che gli spedirà la somma dovuta. Gli chiede di ritirare, nel momento in cui consegnerà il denaro a Ricordi, il suo chirografo.
3) Riva [di Trento], 27 settembre 1852: Gli invia, tramite l’amico Alessandro Smania, la somma per Ricordi e si dispiace per l’indisposizione di Verga. Spera che vorrà seguirlo a Riva quando rientrerà a Milano. Manda i suoi saluti all’amico Tommaso.
4) Riva di Trento, 10 dicembre 1853: Gli chiede notizie dell’amico Tommaso, avendo saputo da Giulio Carcano che la sua salute stava migliorando.
5) Riva di Trento, 8 giugno 1855: Gli chiede un consulto per il suo disturbo all’orecchio destro, divenuto più frequente da quando si è rimesso a lavorare alla traduzione del Milton. Ha già consultato vari medici, tutti di parere diverso, ma il dr. Esterle di Trento ha escluso la “congestione cerebrale”. Gli invia i saluti del giovane Lutti.
6) Riva [di Trento], 11 novembre 1856: Commenta la spiegazione della sciarada che Verga ha sottoposto a lui e alla famiglia Lutti (“cero-gene”). Dice che il tempo è bellissimo e invita Verga e la signora Adele a Riva, sperando che convincano anche Maspero ad accompagnarli. Dà notizie della famiglia Lutti e annuncia che Francesca ha terminato la sua novella. Manda i suoi saluti a Contini.
7) Campo, 18 ottobre 1857: Descrive i danni alle articolazioni sofferti a causa di una caduta. Parla poi di Gherardini e del suo ottimo lavoro, invitando Verga ad incoraggiarlo. Rimanda le notizie sulla famiglia Lutti alla lettera di donna Clara. Manda i suoi saluti ai coniugi Contini.
8) Firenze, 8 maggio 1858: Lo ringrazia per la lunga lettera e gli chiede di scrivergli “un motto sulla tragedia del Vallardi”.
9) Firenze, 30 maggio 1858: Si lamenta del male agli occhi dovuto alla correzione delle bozze e annuncia che non verrà a Milano perché deve recarsi a Verona onde salvaguardare un capitale “vacillante” affidato all’amico avvocato Smania. Manda i suoi saluti ai coniugi Contini.
10) Campo, 13 ottobre 1860: Sul terribile lutto vissuto dalla famiglia Lutti.
11) Riva [di Trento], 9 dicembre 1860: Gli invia i suoi saluti tramite donna Adelina, che con il suo soggiorno a Riva è riuscita a distrarre in parte la famiglia Lutti dal suo dolore. Spera di avere sue notizie da Filippo Fiorio e manda i suoi saluti a Natale Contini.
12) Firenze, 30 aprile 1862: Commenta l’opuscolo di Verga sui deliri (1), complimentandosi per lo stile, che lo accomuna a Redi e Magalotti. Gli chiede di dire a Natale Contini che il primo foglio della sua traduzione è stato stampato da Le Monnier, che tuttavia continua ad accumulare i manoscritti ritardandone la pubblicazione. Parla comunque dei pregi di questo tipografo, onesto nel guadagno e attivo nel far conoscere i suoi autori in tutta Europa. Egli stesso, per far uscire il volume di Francesca Lutti, ha acconsentito a procrastinare l’uscita del Milton e delle tragedie di Byron. Racconta in termini entusiastici del proprio soggiorno a Firenze, ma anche di aver ricevuto una scheggia in un occhio passando vicino ad alcuni “picchiatori di pietra”. Nomina il dr. Barellai, Emilio Frullani e Molossi.
13) Rimini, 10 luglio 1862: Gli annuncia il suo prossimo ritorno e dà sue notizie: si trova a Rimini, nella “città dell’infelice Francesca”, ospite di un vecchissimo amico, il conte Giovanni Spina. Si lamenta per il male agli occhi e acclude una lettera per Barellai.
14) Recoaro, 4 agosto 1862: Gli invia un messaggio per il conte Carlo Belgiojoso, che troverà certamente un angolo illuminato per collocarvi il suo ritratto. Dà buone notizie della famiglia Lutti e annuncia che a Campo vi saranno “molti ospiti allegri”, tra i quali i coniugi Fusinato. Spera di vedere anche Verga e i Contini.
15) [s.l.], 29 novembre 1862: Alla vigilia dell’onomastico di Verga, lo ringrazia per la fraterna premura che gli ha sempre dimostrato e di cui gli sarà sempre grato. Gli invia una spilla, “un simbolo che portano ora i poveri veneziani”.
16) [Firenze, 1863, ante maggio]: Parla della propria vita quotidiana a Firenze, città nella quale si trova molto bene. Commenta la triste notizia della malattia di Mazza e annuncia che ritornerà intorno alla metà di maggio. Manda i suoi saluti alla signora Adelina, a Contini e a Vincenzo Lutti.
17) Firenze, C.da St. Egidio, Palazzo Frullani, 20 maggio 1863: Parla del ritardo con cui Felice Le Monnier licenzia i volumi (riferendosi a quelli di Natale Contini) e della propria fatica nel correggere le bozze. Gli manda i saluti di Emilio Frullani, di Barellai, di Paganucci e di altri amici di Firenze. Annuncia che entro la prima metà di giugno andrà a Rimini dall’amico Spina e poi passerà da Milano. Dà notizie sulla propria salute e gli chiede la ricetta per un collirio. Invia i suoi saluti e quelli di Le Monnier ai coniugi Contini, confermando che la traduzione di Natale Contini è piaciuta anche a Firenze.
18) Firenze, 16 giugno 1863: In merito al collirio che Verga gli ha prescritto e ai salassi che ha praticato ai coniugi Contini. Annuncia la sua partenza per Rimini e parla dei malanni della vecchiaia. Avvisa che sono stati stampati il “Macbeth” e la “Turandot” e ristampato il “Paradiso perduto”, di cui un amico ha però parlato in termini negativi. Manda i suoi saluti ai Contini. Dice che i medici gli hanno diagnosticato la gotta.
19) Firenze, 12 giugno 1864: Si scusa per non aver dato sue notizie, ma si è ammalato appena rientrato a Firenze. Gli invia i saluti di Paganucci, Barellai e Frullani. Dice che Firenze è piena di visitatori, tra cui Manzoni, ospite di Gino Capponi, venuto a trovare la figlia gravemente ammalata (crede di elefantiasi). Manda i suoi saluti ai coniugi Contini.
20) Campo, 29 settembre 1864: Parla con malinconia della villeggiatura, durante la quale donna Clara si è ammalata, Francesca Lutti non ha né buona cera né buon umore, Cencio è oppresso da mille fastidi, Filippo dimagrisce e le recenti agitazioni, di cui Verga avrà letto sulle gazzette, hanno avuto un pessimo effetto. Parla infine dell’onore che l’Istituto intenderebbe fargli e promette che ne discuterà con Verga quando tornerà a Milano alla fine di ottobre.
21) Riva [di Trento], 24 febbraio 1865: Paragona la nuova libertà di Verga dalle noie ospedaliere a quella di un prigioniero che “riavuta la libertà, quasi quasi non se ne allegra e lascia il carcere con un sospiro”. Rassicura l’amico, si rallegra con lui e lo esorta a dedicarsi agli studi, alla scienza e all’umanità. Manda i suoi saluti ai coniugi Contini.
22) Riva [di Trento], 23 marzo 1865: Annuncia l’arrivo di Vincenzo Lutti a Milano e dice di aver ricevuto da Mazza la lettera di Verga; si rallegra con l’amico per le dimostrazioni di affetto che ha ricevuto dai colleghi ed è commosso dal suo addio. Comunica che rimarrà a Riva fino all’apertura del nuovo teatro e che è impegnato nel lungo lavoro, veramente “diabolico”, del “Faust”. Si dispiace per la malattia dei coniugi Contini.
23) Rimini, 25 luglio 1865: Dà notizie sulla sua salute e annuncia che presto sarà a Milano, anche per sfuggire alla minaccia del colera, giunto ad Ancona. Parla dei timori dell’epidemia e della paralisi del governo in merito. Racconta dell’arrivo del celebre Concato in visita agli infermi, della sua supponenza al limite della ciarlataneria e dei suoi rimedi. Manda i suoi saluti ai coniugi Contini e chiede a Verga di ringraziare il signor Natale per la fotografia.
24) Riva [di Trento], 19 maggio 1866: Narra del suo pernottamento a Verona, inondata di milizie e del suo rientro a Riva, dove ha ritrovato la famiglia Lutti in buona salute ma decisa a non muoversi nonostante la situazione volga al peggio. Gli inoltra la richiesta della famiglia del conte Carlo Spina di Rimini, che ha bisogno di pus vaccino da innestare in tre bambine. Gli annuncia l’invio di due copie del “Faust”, una delle quali destinata a Natale Contini.
25) Firenze, 17 maggio 1867: Si scusa per non aver dato sue notizie, ma è assorto nella correzione del poema di Francesca Lutti e ha scritto solo a Clara e a Vincenzo. Chiede a Verga se quest’ultimo sia sempre determinato a fare un viaggio a Parigi. Dice inoltre di essere molto impegnato ad accompagnare la famiglia Aganoor per musei e gallerie e di sentir sempre parlare di lui dalla signora. Descrive la bellezza di Firenze in primavera e gli inoltra i saluti degli amici Barellai e Frullani. Pensa che a Firenze le sue lezioni avrebbero ben altro uditorio rispetto a quello malinconico dell’Ospedale milanese. Manda i suoi saluti ai coniugi Contini.
26) [s.l., 1867]: Annuncia che Francesca Lutti ha inviato a Verga il suo poema, il quale sta riscuotendo un successo assoluto di critica. In quanto suo maestro egli ne è molto felice. Manda i suoi saluti ai coniugi Contini.
27) Riva [di Trento], 26 novembre 1867: Chiede notizie sulla salute di Adele e si dice preoccupato anche per quella di Vincenzo Lutti, tormentato da disturbi cardiaci. Chiede consiglio a Verga in merito e spera in un consulto, eventualmente anche di Biffi. Comunica che anche donna Clara è a letto con la “grippe” e che Francesca Lutti si lagna del solito mal di testa e di stomaco.
28) Riva [di Trento], 24 marzo 1868: Dice di conoscere quasi tutti i membri del Consiglio superiore della pubblica istruzione, ma di avere qualche familiarità solo con Aleardi, al quale raccomanderà quindi lo Jaja(?); accluderà comunque alla raccomandazione anche la lettera di Verga, il quale cede con rara modestia al collega il posto di primo anatomico italiano dopo Panizza. Parla poi della sua salute e di quella di Adele Contini, di Clara, di Vincenzo e Francesca Lutti.
29) Riva [di Trento], 13 giugno 1868: «Caro Andrea / Mi scrivono che non sei del tutto ancora guarito dalla tosse, e sapendo io per prova come tu pensi agli altri e ben poco a te stesso, mi allaccio la giornea, e in nome della nostra vecchia amicizia, ti prego, anzi t’impongo di pensarvi e seriamente. Ed in primis spiccati dai cadaveri: quell’ispirarne i miasmi pestiferi non può che nuocere al tuo polmone; e questo vero dovrebbe apparire le cento volte meglio a te che a me, se la passione che hai per la brugna non ti facesse velo. Che voi dalla scienza imparare più di quello che sai? Le utopsie (sic) anche replicate non ti daranno maggiori scoperte delle già fatte. Lascia dunque in pace i morti e vieni più tosto a respirare l’aria vivida di Campo insieme agli ottimi signori Contini, e sono certo che in una settimana non ti sovverrai più della tosse. Tu sei nel vero significato della parola, umanitario; rifletti adunque che la tua salute è la salute di tanti e tanti altri. Ora ho finito […]». Dà poi notizie di Vincenzo e Francesca Lutti.
30) Campo, 9 ottobre 1868: A nome della madre di Francesca Lutti, chiede consiglio a Verga sulla cura da prescrivere a Francesca per la sua malattia. Gli chiede inoltre notizie sulla malattia della giovane Maria Aganoor, ricoverata in una casa di cura di Milano e affidata a Verga. Dà notizie di donna Clara e di Vincenzo Lutti, parla della propria salute e delle recenti inondazioni.
31) Campo, 28 ottobre 1868: Parla del dolore provato per la morte dell’artista Giulio Bergonzoli, al quale la famiglia Lutti aveva commissionato la pala per la nuova cappella funeraria di S. Alessandro. Essendo l’amico Giovanni Rizzi a Roma, chiede a Verga di sostituirlo nell’interessarsi affinché la pala, ispirata agli “Amori degli angeli” dello stesso Maffei e trattenuta per alcune modifiche nello studio dell’artista, sia restituita ai legittimi proprietari. Chiede a Verga di recuperare anche, nello studio, un dipinto di sua proprietà che rappresenta “Caino trasportato da Lucifero nell’Aves”. Annuncia che arriverà a Milano a metà novembre e dà notizie di Francesca Lutti. Chiede nuove della povera Maria Aganoor e manda i saluti ai coniugi Contini anche a nome di donna Clara e della famiglia Lutti.
32) Riva [di Trento], 13 dicembre 1868: Manda gli auguri di buon onomastico alla comune amica artista (Adele Contini?) e, in anticipo, anche a Natale Contini. Gli invia la lettera tramite l’amico Mazza e godere presto della compagnia di Verga. Manda i suoi saluti alla giovane Maria Aganoor.
33) Recoaro, 23 luglio 1869: Chiede notizie, preoccupato, della salute di donna Adele e parla della propria cura a Recoaro, dove le acque minerali stanno facendo il loro effetto. Dice che vi sono moltissimi milanesi, tra cui Fano e il celebre dentista Bauer, oltre alla sua consueta compagnia, composta dalla famiglia Aganoor e dall’abate Giacomo Zanella. Gli invia i saluti del medico ispettore delle acque di Recoaro, dr. Chiminelli, e saluta i coniugi Contini.
34) Campo, 8 ottobre 1869: Parla dell’arrivo del comune amico dr. Bossi e del vuoto della villa di Campo in quel periodo, data l’assenza di Francesca Lutti e dei consueti ospiti. Descrive tuttavia la bellezza intatta dei luoghi e annuncia che ai primi freddi tornerà nella pianura lombarda.
35) [s.l.]: 29 novembre 1870: Gli invia una lettera di Vincenzo Lutti e parole di auguri e di amicizia per il suo onomastico.
36) [Riva di Trento], 27 dicembre 1870: Rientrato a Riva, dice di aver trovato tutta la famiglia malata: Vincenzo Lutti e donna Clara con la grippe, Giuseppe Alberti con un male “stranissimo” che i medici non riescono a identificare. Anche la sua salute non è delle migliori e spera che almeno Adele Contini, di cui chiede notizie, stia bene.
37) Riva [di Trento], 3 febbraio 1871: Parla dell’aggravamento della malattia di Giuseppe Alberti, per il quale il dr. Fiorio richiese un consulto al dr. Radaelli di Trento. Quest’ultimo, per consentire al paziente la deglutizione, gli introdusse efficacemente una sonda nell’esofago, ma dovendo partire da Riva, volle ripetere l’esperimento troppo presto e causò al malato la morte. Il dr. Fiorio, insieme al medico militare, eseguì l’autopsia e trovò “soffuse di tabe le pareti cellulari della gola, e propagata questa alla pleura”. Ora Maffei si dice molto preoccupato per l’equilibrio di Francesca Lutti, che prostrata dal dolore non riesce a parlare d’altro che del marito morto.
38) Recoaro, 20 luglio 1871: Gli chiede chi sia il conte Maffei di Verona di cui gli parla, immaginando una confusione con il conte Antonio Pompei, suo vecchio amico che giungerà a Recoaro tra pochi giorni. Parla della noia delle terme, dove non ci sono i soliti conoscenti, bensì “un nuvolo di seccatori e seccatrici” che lo assillano chiedendogli versi per i loro “album, piaga dei poveri letterati”.
39) Campo, 8 settembre 1871: Sente con piacere che Verga e i suoi sono tornati a Milano senza proseguire per Roma e Napoli, dato il caldo eccessivo. Parla del proprio rientro a Campo dalle terme di Recoaro e dal mare di Venezia, della propria salute e di quella, migliorata, della famiglia Lutti. Anche Francesca si sta riprendendo e non è più chiusa nel suo mutismo. Spera di ricevere presto la “Mater dolorosa” perché non riesce a stare in ozio. Manda i saluti di tutti a donna Adele.
40) Riva [di Trento], 29 novembre 1871: Parla del suo onomastico e di quello di Verga e concede all’amico di pubblicare i suoi versi, mandandogli tuttavia delle correzioni. Manda i suoi saluti alla signora Adele, al cav. Marchi(?) e alla sposa.
41) Riva [di Trento], 24 maggio 1873: Si congratula con Verga per il suo discorso “I medici alienisti e le corti d’assise”, che non aveva ancora letto. Paragona l’amico a un nuovo e più sapiente Redi, lodandone lo “stile incantevole”. Si dice in attesa delle nozze di Vincenzo Lutti, di cui non ha notizie certe. Forse si sposerà entro la prossima settimana e allora finalmente rivedrà l’amico Verga. Parla dell’adorabile sposina e spera che Vincenzo le vorrà bene e che la suocera la tratterà come una figlia. Manda i suoi saluti a donna Adele.
42) Campo, 4 settembre 1874: Rientrato a Campo vi ha trovato Francesca con una malattia ai piedi, forse causata dai bagni di Levico, che le impedisce di camminare; il domestico Luigi affetto da orchite che non può lavorare e lo costringe a far tutto da solo; Clarina debole per la scarsa nutrizione e, per fortuna, donna Clara “colosso di casa”. Dice di aver saputo tardi dell’infiammazione agli occhi di Verga e parla della propria. Manda i suoi saluti a donna Adele.
43) Campo, 27 ottobre 1874: Partecipa al dolore di Verga per la morte di una persona cara.
44) Riva [di Trento], 29 aprile 1875: Parla della migliorata salute di Francesca Lutti, che vorrebbe giovarsi dei bagni di mare per recarsi dalla signora Lecchini di Genova; della probabile gravidanza di Chiarina, amatissima da Vincenzo, il quale però non si cura di evitarle gli sforzi. Donna Clara dubita che la figlia abbia il tumore diagnosticato da Verga e dal dr. Angelini. Chiede a Verga di sensibilizzare Vincenzo e di dissuadere Francesca dall’andare a Genova. Parla della propria salute e ricorda la stupenda conferenza di Verga, a cui “tutta la parte colta di Milano avrebbe dovuto assistere”.
45) Campo, 25 agosto 1875: Si scusa per non avergli scritto prima, ma dice di essere stato molto occupato nelle attività mondane a Venezia. A Campo ha trovato donna Clara molto bene, come pure donna Chiarina. Vincenzo Lutti è sempre occupato con la caccia o con la filanda. Parla poi dell’intenzione di Verga di far asciugare l’insalubre Naviglio e si congratula con lui, “vigile ministro della pubblica igiene”, meritevole anche di soccorrere i pazzi poveri, per i quali egli stesso gli invia un obolo. Manda i suoi saluti alla signora Adele.
46) Riva [di Trento], 26 dicembre 1875: Si rallegra con lui per i versi che ha inviato a Francesca Lutti e gli invia gli auguri di buon anno. Parla della salute precaria di Francesca e dice di essere in attesa che Chiarina partorisca per lasciare Riva. Manda i suoi saluti ad Adele Contini.
47) Campo, 19 ottobre 1876: Parla della malattia di Francesca Lutti e del dolore di vedere la sua “figlia intellettiva” così sofferente. La triste notizia della povera Erminia le ha dato inoltre un ulteriore motivo di patimento. Dà buone notizie del neonato e degli altri membri della famiglia e ne chiede della precaria salute di donna Adelina.
48) [s.l.], 18 novembre 1876: Si rallegra con Verga per la nomina a senatore, che a lui è stata invece negata.
49) Firenze, Albergo Cavour e Parlamento, 25 dicembre 1876: Comunica di aver lasciato Milano per Firenze e che si recherà a suo tempo a Napoli, dove lo attendono le signore Aganoor. Lavorerà all’edizione di un ultimo lavoro, “che sarà il suggello al [suo] testamento poetico”. Parla della sua salute e dell’accoglienza dei fiorentini. Augura all’amico e ad Adele Contini buone feste.
50) Firenze, 25 marzo 1877: Parla delle calunnie in merito alla sua nomina e ringrazia Verga per essersi dato tanta pena per lui, ma non intende fare alcun passo per ingraziarsi i potenti. Comunica che dopo e feste si recherà a Napoli dalla famiglia Aganoor, anche per vedere l’esposizione d’arte. Manda i suoi saluti a donna Adelina.
51) Venezia, 20 luglio 1877: Parla della sua salute e dà notizie di quella di Francesca Lutti, che il dr. De Cristoforis, chiamato a Riva da Levico, ha convinto a rimanere a riposo; il resto della famiglia sta benissimo, compreso il bambino di 18 mesi. Dice di non conoscere l’architetto Boito, di cui ha letto solo qualche novella sulla «Nuova Antologia», né Fasanotti, per il quale tuttavia gli manda la lettera di presentazione richiesta. Invia i suoi saluti a donna Adele.
52) Firenze, 30 novembre 1877: Ringrazia Verga e Adele Contini degli auguri di buon onomastico e parla della sua salute.
53) Riva [di Trento], 21 luglio 1878: Parla della malattia di donna Adele e spera che si risolva al più presto. Dà notizie della cattiva salute di Francesca Lutti e di Clarina, moglie di Vincenzo, per la quale è molto preoccupato e teme la tisi: è incinta e anche suo figlio è ammalato e deperito, forse per colpa delle eccessive paure dei genitori. Spera solo che l’arrivo di Verga e dell’altro medico sia risolutivo. Si dice in partenza per Venezia perché spossato al caldo.
54) Firenze, 30 dicembre 1878: Parla del dolore per la perdita di Francesca Lutti, “quanto aveva di più caro al mondo”.
55) [s.l., 1879]: Ringrazia Verga e Adele Contini per i rallegramenti per la sua nomina a senatore.
56) Firenze, 17 gennaio 1880: Dice che non potrà raggiungerlo a Roma perché il prof. Cipriani glielo ha sconsigliato, temendo una ricaduta della sua malattia.
57) Firenze, 30 novembre 1880: Ringrazia Verga per essergli sempre stato vicino come un fratello e condivide con lui gli auguri di buon onomastico. Comunica di essere in partenza da Firenze per Roma.
58) Roma, 19 dicembre 1880: Si congratula con Verga per i versi che gli ha mandato e augura buone feste a lui e ad Adele Contini.
59) Firenze, 9 gennaio 1881: Dà notizie della propria malattia e dice di essere in cura dal medico Cipriani. Parla della morte dell’amico Franceschi, bibliotecario del Senato, e della malattia di Adele Contini.
60) Campo, 12 ottobre 1881: Si congratula con Verga per il discorso che ha tenuto nella commemorazione dell’amico Fava, di cui ha sentito parlare, e attende di trovarlo pubblicato sulla «Perseveranza». Chiede quale sia stata la causa di morte di quell’uomo tanto più giovane di lui e parla del vuoto lasciato da molti amici e compagni. Dà buone notizie sulla salute della famiglia Lutti e di Clara Maffei; manda i suoi saluti ad Adele Contini.
61) Roma, 6 febbraio 1883: Sul dolore provato nell’apprendere da Verga che Adele Contini è morta. Gli consiglia di andare a Riva presso la famiglia Lutti per riaversi e per abbandonare temporaneamente la casa e gli oggetti che gliela ricordano.
62) Riva di Trento, 14 novembre 1884: Dice di non trovare la poesia lirica di Goethe di cui gli ha parlato Verga, ma è sicuro che l’abate Zanella non l’abbia né letta né tradotta, perché non conosce il tedesco e non ama il poeta per questioni religiose e nazionali. Dumolard può invece sapere se vi siano traduzioni i n francese. Confessa di essere scosso per la morte di molti amici, tra i quali il dr. Facci. Comunica che sarà a Milano tra pochi giorni e manda i suoi saluti a Maspero. Dà buone notizie della famiglia Lutti.
63) Nervi, 25 dicembre 1884: Lo ringrazia per l’accoglienza e le cure che gli ha prestato durante il soggiorno a Milano e dice di essere arrivato velocemente a Nervi, dove ha trovato un ottimo clima e Camilla completamente guarita. Avvisa che quando se la sentirà andrà a Firenze e poi a Roma.
64) Nervi, 29 dicembre 1884: Si congratula e lo ringrazia per i versi che gli ha inviato. Gli consiglia di darli al dottor Rossi, che potrebbe farli pubblicare sulla «Perseveranza» o sul «Pungolo della domenica».
65) Nervi, 19 febbraio 1885: Parla della propria migliorata salute e del Carnevale che ha trascorso nel meraviglioso paesaggio di Nervi. Dice che Vincenzo Lutti non riesce a far rappresentare il suo ultimo melodramma e che fuori da Riva si sente perduto.
66) [s.l., s.d., ma 1852-1865]: Gli invia la lettera acclusa a quella per Vincenzo Lutti, ospite di casa Contini, e lo ringrazia per l’accoglienza che gli ha riservato. Dà notizie sulla propria salute.
67) Riva [di Trento], 7 aprile [1861?]: Lo ringrazia per i suoi buoni uffici e annuncia che partirà l’indomani per accompagnare Cencio a Venezia in occasione del compleanno della sposa. Descrive la fanciulla e i suoi genitori e si dice convinto che il matrimonio avrà successo. Si dice dispiaciuto per la malattia di Verga e di Adele Contini e dà notizie della sua salute. Pensa di recarsi, una volta lasciata Venezia e se non scoppierà la guerra, anche a Milano e a Firenze. Manda i suoi saluti ai coniugi Contini.
68) [s.l., s.d., ma post 1871]: Parla della morte di Filippo Fiorio, che ha gettato nello sconforto la famiglia Lutti. Dice di essere appena uscito dalla convalescenza e manda i suoi saluti ai coniugi Contini.
69) Monaco, 23 agosto [s.a., forse 1879]: Descrive a Verga la sua visita a Monaco, in particolare scrive dell’esposizione artistica, esprimendo il suo parere sulla pittura contemporanea. Esprime il piacere provato nel riabbracciare a Monaco i “vecchi amici”.
70) Campo, 18 luglio [s.a.]: Lo avvisa che il domestico Luigi andrà a prenderlo a Riva con un biroccio e lo condurrà da lui e dalla famiglia Lutti percorrendo una strada pittoresca, dove potrà vedere le terme di Cumano di cui gli ha parlato.
71) [s.l.], 15 aprile [s.a.]: Ringrazia Verga da parte della «buona Aganoor» per le notizie che ha avuto da Ferri su Guarnieri, di stanza a Napoli. Manda i suoi saluti ad Adele Contini.
72) [s.l.], Domenica, [s.d.]: Dal momento che il portinaio di Verga non ha lasciato che il suo servitore Luigi gli recasse notizie di lui e dei coniugi Contini, chiede all’amico di farsi trovare almeno l’indomani per un saluto e avvisa che partirà con l’ultima corsa.