Longhi Achille

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4 lettere del letterato Achille Longhi:
1) Milano, dal Seminario, 8 marzo 1832: Scrive della propria reclusione in Seminario mentre Verga sta avendo grandi successi a Pavia; parla di Marinoni e manda i versi dell’oblato Locatelli sui tempi moderni.
2) Casa, 22 ottobre 1862: dice di aver sottoposto il suo libro per il popolo al giudizio di Maspero, che l’ha approvato. Trascrive alcuni versi di Enrico Acerbi.
3) s.l., sera del 16 dicembre 1872: Ringrazia del giudizio sull’ubriacatura e della soppressione di alcune espressioni tipiche del gergo toscano del basso popolo, non degne di Verga. Parla di Rossari, di cui gli farà leggere una lettera; gli manda due libri e parla delle sue traduzioni; parla della vecchiaia, nomina Maspero.
4) Casa, la notte dei Re Magi, 1874: Ringrazia e ricambia gli auguri; ringrazia dei due discorsi funebri per il povero Carcano, della cui morte ha saputo solo dopo i funerali; parla del Sala, «fido Acate» del Carcano; gli manda una traduzione di versi latini di mons. Giuseppe Marinoni “In onore della Vergine Maria Immacolata. Inno”.

Note

2) Frottola
Compar, senti ‘sta frottola:
vidi la Morte in sogno,
che lungo una viottola
faceva il suo bisogno.
Parrà cosa incredibile
cacar donna non viva,
ma l’atto era visibile,
l’odore si sentiva.
Poi dallo scarno braccio,
come il costume esige,
tolse uno scartafaccio
e si pulì il coccige.
Che lessi ohimè! un capitolo
fece servire all’ano
che in fronte avea per titolo:
Sistema Rasoriano.
Osai sgridarla intrepido:
quand’ella mi s’accosta
e con suo gergo lepido
tale mi dié risposta.
Ebbe sul mio preterito
pur Sydenam gli onori,
dov’è questo gran merito
d’eccettuar Rasori?
Se il primo me li svena,
questi me li avvelena.

Estremi cronologici

1832-1874

Collocazione fascicolo

b. 03, fasc. 122
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