Lombroso Cesare

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11 lettere dello psichiatra e antropologo criminale Cesare Lombroso (1835-1909):
1) Pavia, 8 giugno 1857: Scrive di aver letto con estremo piacere il lavoro di Verga sulle allucinazioni e le illusioni; tale lettura gli fece l'effetto di "condensatore meccanico" per le idee "sfrenate e vaporose" che aveva in testa sull'argomento. Informa Verga di aver stretto amicizia a Torino con il dottor Bonacossa. Riferisce poi delle visite che ha fatto in diversi manicomi: la Senavra, il manicomio di Alessandria, gli stabilimenti di Torino e di Abbiategrasso, dove ha potuto raccogliere un certo numero di dati statistici. Ricorda poi che in Savoia è recentemente uscita la relazione del Bicke sul "microscopico stabilimento di cretini" che fu eretto nel 1849.
2) Genova, 13 marzo 1862: Si stupisce per il fatto che il giornale diretto da Verga non riesca ad avere "elementi di vita propria"; è convinto che la causa "perché non si diffonde" sia dovuta al fatto che "se ne ignora la esistenza". Oltre agli specialisti si potrebbero associare alla rivista anche quei frenologi e psicologi, "che sanno quanto aiuto allo studio della frenologia del pensiero possa portare la patologia, ma essi non sanno che il giornale esista". Suggerisce quindi, scusandosi per la bizzarra "arditezza" che il giornale potrebbe assumere il titolo di "Giornale per la frenologia e la patologia della mente". Della parte fisiologica, si potrebbe occupare lui stesso. Sarebbe inoltre opportuno spedire qualche copia gratuita del Giornale in Svizzera e in Germania a diversi stabilimenti. Ribadisce la sua incredulità che il giornale non riesca a sostenersi autonomamente; auspica che almeno ne venga modificato il formato, così da poterlo raccogliere in fascicoli. Scrive poi in merito al pericolo delle inondazioni.
Riferisce infine i fatti relativi al duello: un inglese del suo reggimento lo invita a un duello a un'ora "indebita", lui si rifiuta di partecipare a quell'ora e l'inglese sparge per il reggimento la voce che Lombroso è mancato al duello, non come chirurgo ma come membro effettivo; è stato quindi costretto a sfidare l'inglese. Si sono dunque, entrambi inesperti, affrontati con la spada, finché l'inglese ha ferito Lombroso piuttosto superficialmente.
3) Genova, 2 marzo 1863: Avrebbe voluto scrivere prima a Verga, ma era impossibilitato per la ferita infertagli all'avambraccio dall'inglese. Gode tanto che Verga e i Contini abbiano apprezzato il suo lavoro ("pasticcio") sulla Calabria, a questo proposito chiede a Verga di ritirare dal Chiusi alcune copie dello scritto da far avere a Cenzini, Contini, Biffi, Bossi, Griffini, Castiglioni e all'Istituto. Avvisa poi di avere "sul telaio" un gran quantità di lavori sui "matti": "in China, in Egitto, sui cretini di Genova. Note ed aforismi di un medico psicologo. Sulla frenologia del pensiero, Sul pericolo nelle malattie mentali e Studi critici sugli ultimi studi di malattie mentali"; si riserva di "buttar fuori tutta questa robaccia" quando l'"Appendice" avrà raggiunto una propria autonomia. Ricorda poi che Verga è ancora in possesso del suo manoscritto sui sogni e chiede di promettergli di pubblicarlo, in modo che poi si possa far seguire la pubblicazione degli altri "lavoretti critici" su Morel, Fechner e altri, sotto il titolo di "Studi critici sulle ultime ricerche psichiatriche".
Manda i suoi saluti a Cenzini, Bossi, Biffi ed altri. In chiusura chiede di fargli conoscere l'esito della ricerca sui "cretini lombardi".
4) Pavia, 5 maggio 1863: Esprime a Verga le sue preoccupazioni e ansie circa l'inizio delle lezioni "sui matti", che dovrà tenere a Pavia. Lo informa di essere ancora militare, per cui non potrà liberamente andare a far visita a Verga. Chiede se Cenzini si trovi ancora a Milano. A Pavia lamenta la mancanza delle conversazioni e scrive di sentirsi in una specie di gabbia.
5) Genova, 1 febbraio 1865: Spera di riuscire a venire presto di persona, ma per il momento manda avanti l'amico Bizzozzero con la presente lettera. Scrive di aver ricevuto il primo numero dell'«Archivio», che sta leggendo con "grandissimo gusto", in particolare ha gradito la "saporitissima prefazione" di Verga, che contrasta un po' con il contributo di Livi, che Lombroso trova un po' prolisso. Segnala poi tre articoli che secondo lui meriterebbero di essere estratti: "quello sugli alienati", "quello sullo sdoppiamento dei nuclei nelle cellule di due dementi" e "l'estratto degli studi di Baliuski". Informa poi Verga di essere impegnato in uno "studio sulla sensibilità degli alienati" utilizzando l'estesiometro di Brown-Sequard e Weber. In chiusura avvisa dell'invio dei fogli della sua "prelezione" per averne suggerimenti e correzioni.
6) [s.l.], [1863-1864]: Sperava di riuscire a venire a Milano, ma non potrà farlo perché "i maestri sono alle disposizioni degli scolari". Invia intanto le "fave" delle quali non può inviare l'estratto perché "lo speziale non l'ha ancor fatto".
Manda i saluti alla "mammina".
7) [s.l.], [1863 – 1864]: Scrive per mandare i suoi saluti alla "mammina" e per scusarsi dell'indecenza del pacco. Informa poi di aver trovato un interessante caso di tumore al "nodo del cervello" e che presto invierà la raccolta completa di studi sul cretinismo. Chiede a Verga di far pubblicare la bibliografia di Griffini.
8) [s.l.], [post 1851 – ante 1865]: Riferisce di aver sperimentato su se stesso l'hachich e di non esserne rimasto "contento". Dà conto delle quantità ("mezzo grammo a digiuno") e degli effetti che l'hachich ha provocato in lui ("secchezza alla gola, leggero prurito e formicolio alle mani e ai piedi, ronzio alle orecchie e un po' di calore alla nuca e al collo, poi sonno da cui mi svegliai per provar poi sempre una sonnolenza continua e mai soddisfatta"). Descrive nel dettaglio tutti i sintomi di malessere provati nei giorni successivi. Scrive poi di aver somministrato la sostanza a un maniaco e ad un lipomaniaco. Invia il "lavoretto" sulla pazzia in Cina. Manda i suoi saluti a "papà e mamma Contini", Biffi, Bossi. Nel post scriptum informa che sta "facendo gran razzia di cretini".
9) Torino, 12 luglio 1880: Scrive che la famiglia ed in particolare la moglie di Levi è giunta a Pistoia e desidera avere un parere scritto di Verga in carta libera.
10) Torino, 29 novembre 1888: Ringrazia per il manoscritto che Verga ha inviato e lo informa che ne farà un "sunto di 122 pagine" come è sua abitudine. Chiede se Verga sia in possesso dei "ritratti" per inserirli nell'articolo. Domanda poi quante copie vorrebbe avere della rivista. Ringrazia per la donazione di microcefali che farà "gustare" ai suoi studenti.
11) Torino, 9 gennaio 1895: Chiede a Verga in prestito il suo saggio sulla pazzia di Tasso perché un suo studente, il dottor Roncoroni, vuole studiare l'argomento.

Note

2) Lo scritto di Lombroso sulla Calabria era il frutto di un soggiorno di 90 giorni in quella regione nel 1862. “Tre mesi in Calabria” fu pubblicato in “Rivista contemporanea”, XI (1863), pp. 399-433. Successivamente rielaborò questi studi pubblicando il volume “In Calabria (1862-1897). Studii con aggiunte del dr. Giuseppe Pelaggi”, Catania 1898.)
4) Nell’aprile 1863 è trasferito da Genova all’ospedale divisionale di Pavia; qui, mentre è ancora impegnato nel servizio militare, dà inizio, come docente privato, a un corso libero di clinica delle malattie mentali e antropologia. Nel 1864 diviene professore incaricato.
8) “La pazzia in Cina e nell’Egitto antico”, Pavia, 1864.
10) Carta intestata “Archivio / di / Psichiatria, Scienze penali / ed / Antropologia Criminale / Direttori / C. Lombroso / E. Ferri / R. Garofalo / E. Morselli”.

Estremi cronologici

1857-1895

Collocazione fascicolo

b. 03, fasc. 121
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