Bonalumi Giovanni

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10 lettere del medico militare trevigliese Giovanni Bonalumi:
1) Cava dei Tirreni (Salerno): 14 dicembre 1879: Annuncia prossima la morte di sua sorella Serafina e chiede a Verga di occuparsi delle sue bambine nel caso venisse a mancare. Esse sono già orfane del padre Achille e la famiglia Bonalumi non può occuparsene, avendo in carico anche l’orfanella Monforte. Parla dei problemi di salute di sua madre e di sua sorella Ester, delle difficoltà economiche del fratello Giuseppe e della sua stessa difficile condizione, dopo una lunga malattia e il trasferimento come medico militare a Cava dei Tirreni. Si compiace della carriera di Verga che segue dai giornali napoletani e manda i suoi saluti ad Adele Contini.
2) Cava dei Tirreni, 18 aprile 1880: Annuncia di aver scritto una memoria intitolata “Esposizione sommaria del servizio sanitario in guerra secondo i più recenti ordinamenti”, per aggiornare i colleghi nel caso scoppiasse improvvisamente il conflitto, dal momento che l’Esercito non è ancora provvisto di un “Regolamento sanitario in campagna”. Chiede a Verga di accettare la dedica della memoria e di aiutarlo a trovare un mecenate a Milano che si accolli le spese di stampa. Ha saputo che Adelina sta bene e che entro breve sarà radunato il consiglio di famiglia per stabilire la posizione di Teresina. Manda i suoi saluti ad Adele Contini.
3) Firenze, 23 dicembre 1885: Si scusa per la sua “epistolofobia” che lo rende indolente nello scrivere e augura a Verga buone feste. Dice di vivere discretamente a Firenze con l’ottimo Umberto Baccarani, ma confessa che preferirebbe occuparsi dell’insegnamento della chirurgia da guerra e del servizio sanitario piuttosto che di medicina legale. Per quanto riguarda la psichiatria ha poco da fare, poiché i militari nei quali si sospetta qualche forma di alienazione mentale vengono immediatamente trasferiti nei manicomi civili. Riferisce le proprie idee in merito e propone una regolamentazione che subordini l’arruolamento dei soldati volontari a un accurato esame mentale, escludendo non solo i pazzi e i degenerati, ma anche quelli che Lombroso ha definito mattoidi, i quali notoriamente finiscono tutti con il suicidio o con l’ergastolo. Chiede a Verga una bibliografia per approfondire il tema. Dice di aver scritto ad Adelina e di scrivere presto anche a Teresina, mentre annuncia il recente arrivo a Firenze della sorella Ester. Manda i suoi saluti al piccolo Cavour.
4) Firenze 27 novembre 1887: Chiede a Verga di intercedere presso l’editore Richiedei affinché pubblichi la memoria del capitano medico Cesare Quinzio dal titolo “Le ernie nei militari”. Fornisce tutti i particolari delle clausole di un eventuale contratto. Augura a Verga un buon onomastico e lo ringrazia per quanto sta facendo per le orfane Adelina e Teresina. Manda i suoi saluti al piccolo Cavour.
5) Firenze, 25 novembre 1890: Avendo pronto per le stampe un “Manuale di medicina legale militare”, chiede a Verga di sottoporre a qualche bravo alienista meno occupato di lui, i capitoli riguardanti le alienazioni mentali, perché discorrendo con il prof. Filippi si è accorto di averli trattati con troppa superficialità.
6) Firenze, 29 novembre 1890: È costernato dalla risposta di Verga, perché non sa a chi rivolgersi per la revisione dei capitoli del manuale, peraltro brevissimi. L’amico dr. Grilli è troppo impegnato dalla sistemazione del nuovo manicomio e dunque chiede a Verga di leggerlo egli stesso, con l’aiuto di Adelina, alla quale potrà dettare le correzioni. Del resto ha solo bisogno che siano eliminati gli errori grossolani e le eventuali improprietà di linguaggio. Ringrazia “il principe degli alienisti” e fa appello alla patria comune (Treviglio) per scusarsi dell’ardita richiesta. Manda i suoi saluti alla governante di Verga e alla nipote Adelina.
7) Firenze, 14 dicembre 1890: Ringrazia Verga per aver corretto il manoscritto e per avergli perdonato l’ardire. Si trova solo un po’ in difficoltà nell’adeguare il sapiente capitolo sui “vizi mentali congeniti” con le barocche disposizioni dei regolamenti. Gli augura buone feste e manda i suoi saluti alla signora Cecchina e alla nipote Adelina.
8) Firenze, 28 dicembre 1890: Dice di aver sistemato i capitoli del manuale relativi alla freniatria in base alle note di Verga e spera che non suscitino critiche nel pubblico, dal momento che ha dovuto restringere i suggerimenti in poche pagine. Comunica che a Firenze vi è stata una epidemia, peraltro non allarmante, di “febbre infettiva a fondo tifoide” di cui come sempre non si sono trovate le cause. Manda i suoi saluti ad Adelina e alla signora Cecchina.
9) Napoli,28 dicembre 1891: Invia i suoi auguri di buon anno a Verga, Adele e Cecchina. Confessa che nonostante sia nelle grazie del comandante del Corpo d’armata, generale conte Avogadro, e del generale di Divisione, onorevole Corvetto, a Napoli non si trova bene. La città è caotica, il clima non gli si addice e la Direzione di sanità è per lui eccessivamente pesante per la sua salute. Chiede quindi a Verga di intercedere presso il segretario di Stato al Ministero della guerra, Carenzi, affinché sia trasferito alla Direzione di sanità di Firenze. Annuncia la prossima pubblicazione della seconda edizione del “Manuale di medicina legale militare” e chiede a Verga indicazioni sui capitoli eventualmente da riscrivere. Manda i suoi saluti a Cecchina e Adele.
10) Brescello, 10 luglio 1892: Annuncia la morte del fratello Giuseppe, il quale gli ha lasciato, oltre a qualche debito, tre figli maschi che ancora non hanno una posizione. Dovendo già mantenere la sorella Ester ed essendo malato e prossimo alla pensione, questa disgrazia gli pone problemi superiori alle sue forze. Chiede quindi a Verga di aiutarlo a trovare un’occupazione ai due nipoti maggiori, di 19 e 17 anni, in modo che possano provvedere al più giovane, di soli 13 anni. Arturo, il maggiore, potrebbe essere assunto quale scrivano presso il Municipio di Brescello, o entrare come volontario nell’esercito; il secondo, Isnardo(?), ha già fatto un po’ di pratica in una farmacia: l’amico cav. colonnello Rumi, medico direttore di sanità a Venezia, ha contattato le ditte Erba, Feltrinelli, Paganini e Villani con sede a Milano, ma una raccomandazione ulteriore di Verga sarebbe molto utile. Per il terzo nipote spera di collocarlo in qualche collegio a Milano o a Valnegra e propone a Verga di dividere le spese con lui. Manda i suoi saluti a Cecchina e Adelina.

Note

2) A tergo è presente la minuta della risposta di Verga, che rifiuta la dedica come ha sempre fatto e gli suggerisce di proporre l’opera all’ambiente militare e ministeriale.
4) Carta intestata “Scuola di applicazione di sanità mili.re”.
10) Carta da lettera listata a lutto.

Estremi cronologici

1879-1892

Consistenza

10 carte

Collocazione fascicolo

b. 01, fasc. 088
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