Rem Picci Gaetano

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Quarantuno lettere di Gaetano Rem Picci a Biffi:

1) Roma, 26.12.1871: Gaetano Rem Picci ringrazia Biffi per le cure prestate, che gli hanno permesso di recuperare la salute, e per le attestazioni di amicizia, pregandolo di esprimere la sua gratitudine anche ai fratelli. Promette di scrivere ad [Angelo] De Vincenti e al signor Gioachimo. Si rammarica che il telefono non sia ancora perfettamente funzionante, perché avrebbe voluto fare gli auguri a voce insieme a suo fratello Fabio.

2) Roma, 22.07.1873: Gaetano Rem Picci racconta a Biffi del suo recente viaggio, che lo ha portato in Toscana, Liguria, Piemonte e a Milano. Accenna ai lavori di manutenzione al Collegio Capranica. Informa sullo stato di salute della famiglia di suo fratello Fabio e di quella di Gioachino, che è partito il giorno prima con la moglie per Canepina. Racconta di sentirsi “sciancato, sciancatissimo”, ma di riuscire ad andare avanti, tanto da aver potuto sventare le trame di chi intendeva rimpiazzarlo sul lavoro. Ragguaglia Biffi sui suoi prossimi impegni e gli chiede dove si trovi Rancate rispetto a Viboldone e Melegnano. Prega Biffi di fare i suoi complimenti a don Louis [Luigi Cornaggia Medici], nel caso capiti a Milano. Si dice impensierito per “lo stato sanitario della Donna dell’Adria” ed esprime il suo compatimento per “il povero” Biliotti, “in timore per la moglie da lui celebrata in prosa poetica”.

3) Firenze, 02.08.1873: Gaetano Rem Picci informa Biffi di essere giunto a Firenze il giorno precedente e di aver preso alloggio all’Hotel du Nord, non paragonabile al Zech’s Hotel del Cairo e dove il conto non sarà analogo a quello pagato per il soggiorno “in quell’albergo primario sulla grande spianata dell’Ezbekieh, nel novembre del 1869”. Racconta di aver incontrato un vecchio amico che lavora presso la Succursale della Gresham Life Insurance, insieme al quale visita la città. Si dice impressionato dagli investimenti milionari fatti dagli azionisti britannici, vanificati dalle vicende del 1870, dalle cannonate di Cadorna e dalle Bombe di Bixio a Roma, con il conseguente trasferimento della capitale, per cui la città risulta disseminata di cantieri interrotti. Riferisce dell’intenzione di andare a Livorno e da lì raggiungere Chiavari e poi Genova, da dove promette di scrivere nuovamente. Prega Biffi di trattenere alcune lettere che ha fatto indirizzare a S. Celso.

4) Genova, 19.09.1873: Gaetano Rem Picci si scusa con Biffi per il lungo silenzio, assicurandogli scherzosamente di non aver compiuto viaggi paragonabili a quelli di David Livingstone e di non aver bisogno di essere ricercato da esploratori come Henry Morton Stanley o Samuel Baker. Gli racconta di aver tardato il suo viaggio a Genova a causa delle notizie sulla diffusione del colera in città, che lo hanno spinto a trattenersi a Chiavari più di quanto pensasse. Ragguaglia sul proprio stato di salute e spera di poterne parlare con Biffi quando arriverà a Milano. Lo informa di aver incontrato l’amico Paganelli, il quale gli pare “come dominato da interna mestizia, che si studia di vincere”; ha conosciuto anche il padre di Paganelli e si ripromette di parlargli per esporgli le sue idee riguardo lo stato d’animo del figlio. Chiede a Biffi l’indirizzo al quale mandare un oggetto di oreficeria che desidera donare alla chiesa di San Celso.

5) Torino, 01.10.1873: Gaetano Rem Picci scrive a Biffi da Torino, dove viene trattenuto dalle insistenze di una coppia di giovani sposi, ai quali cinque anni prima ha procurato una benedizione da parte del pontefice in occasione del loro matrimonio, promettendo tuttavia che nel giro di qualche giorno sarà a Milano. Lo informa di aver incontrato alla stazione di Alessandria il “cespicante Alessandro Carozzi”, con il quale si è intrattenuto parlando di Villa Antonini, del suo direttore, degli ospiti e degli addetti. Si dispiace per “la fine del povero Taroni” e per il passaggio ad un altro servizio di Fiocchi, di cui è stato informato dal marchese Ferdinando Cusani Visconti da Chignolo. Gli riferisce di non essere riuscito a convincere Paganelli a seguirlo nel suo viaggio, poiché non voleva abbandonare la famiglia mentre in città si registravano casi di colera. Lo informa di aver dato indicazioni a suo fratello di spedire l’oggetto di oreficeria [che desidera donare alla chiesa di San Celso] all’indirizzo di Antonio Parapini.

6) Roma, 13.11.1873: Gaetano Rem Picci racconta spiritosamente a Biffi il suo viaggio di rientro a Roma, dove ha trovato ad aspettarlo il fratello Fabio e il nipote Alessandro. Rievoca con piacere l’ultima visita a Villa Antonini, dove ancora una volta ha “potuto sperimentare i conforti ed i benefici della più generosa amicizia”. Invia saluti estesi ad Arpesani, De Vincenti, Gioachimo, Aston/Asson e agli altri conoscenti.

7) Roma, 13.01.1874: Gaetano Rem Picci ringrazia Biffi per il panettone che gli ha inviato e che ha appena finito di consumare. Racconta di aver scritto al signor Gioachimo “l’ottimo bibliotecario di Villa Antonini e l’accompagnatore officioso degli ospiti che vi capitano”, che lo ha aiutato a contattare Gilforti, il quale però alla fine non si è più fatto vedere ed è forse tornato in Sicilia. Si augura di rivedere Biffi a Roma. Confida un progetto riguardante la sua proprietà di Canepina nei pressi di Viterbo, accennando all’abilità del giardiniere ed orticoltore Tagliabue. Informa di aver spedito al signor Antonio una scatoletta contenente un monile per Giovannina [Tamburini]. Invia saluti estesi ai comuni conoscenti.

8) Roma, 16.06.1874: Gaetano Rem Picci ringrazia Biffi per il graditissimo telegramma che gli ha inviato il giorno precedente e per le confortanti notizie in esso contenute riguardanti l’amico e l’istituto da lui diretto, scampati al furioso temporale abbattutosi su Milano il 13 giugno. Si ripropone di scrivere al sacerdote Cornaggia Medici, di cui ammira l’ingegno, pur non condividendo le sue opinioni su [Johann Adam] Weishaupt e gli Illuminati.

9) s.l., [11.10].1874: Gaetano Rem Picci rinnova a Biffi l’invito che gli ha già mandato tramite [Luigi] Lolli e spera che questi gli abbia consegnato le due lettere che gli ha scritto. Invia all’amico gli auguri per il suo onomastico e gli preannuncia una sua visita a Villa Antonini, dove si augura di rivedere don Luigi, “il bravo e buon Aston/Asson in via di guarigione […] il gentilissimo sig.r Gioachimo”. Invia saluti “all’ottimo d.r [Angelo] De Vincenti, meco sì paziente, all’amorevole sig.r d.r Arpesani ed al tanto obbligante quanto attivo sior Toni”.

10) [Roma, dicembre 1874]: Gaetano Rem Picci ringrazia Biffi per la sua ultima lettera e gli rinnova i sensi della sua amicizia e gratitudine, rievocando i giorni trascorsi a Rancate. Si scusa per aver scambiato, nella sua precedente lettera, il nome dell’avvocato Caprotti con quello dell’avvocato Baseggio. Ringrazia per il panettone, che ha intenzione di mangiare insieme alla famiglia la sera di Natale. Invia saluti estesi a tutti i comuni conoscenti, precisando che intende scrivere direttamente ad Ascoli. Si dispiace per don Luigi [Cornaggia Medici], che pensava “rinvenuto dalle infelici sue preoccupazioni mistico-antisettarie”, citando un verso dal Saul di Vittorio Alfieri: “Miseri noi che siam se Iddio ci lascia?” e affermando che “quello della ragione è il più prezioso dono d’Iddio”.

11) Roma, 21.12.1874: Gaetano Rem Picci manda a Biffi gli auguri di Natale. Lo ringrazia per le notizie che gli fornisce intorno ad alcuni comuni conoscenti: Margario, l’ingegner Camera, il conte Lazzari e p. Luigi [Cornaggia Medici]. Si mostra riconoscente per i suggerimenti di Biffi ed il consiglio di utilizzare il bastone. Chiede un attestato medico da esibire al prefetto Gadda. Rievoca il soggiorno a Rancate, le gite a Seregno e alla [Villa la] Rotonda di Inverigo, la visita dell’avvocato Baseggio, il tempo trascorso con Teresa Balduzzi, Attilio e Rina, Maria Castelbarco, la contessina Carolina Pessagno, Letizia. Sta facendo eseguire una veduta di Roma che desidera donare a Giovannina [Tamburini], per i numerosi incomodi che le ha procurato: quando sarà pronta, la farà recapitare ad Antonio Parapini perché gliela consegni alla prima occasione. Invia saluti estesi a don [Luigi] Cornaggia [Medici], Arpesani, [Angelo] De Vincenti, Toni, Asson, Gioachimo, Carozzi, “in una parola a tutti quanti si ricordano di me”. Aggiunge gli omaggi di suo fratello Fabio.
Carta con monogramma GRP

12) Roma, 15.05.1875: Gaetano Rem Picci racconta a Biffi di essere stato trattenuto a Roma dall’arrivo inaspettato di un amico, a causa del quale ha dovuto rimandare il viaggio a Venezia e quindi anche il passaggio da Milano. Gli riferisce della gioia provata il giorno precedente nel trovare una lettera di Biffi, rientrando da teatro dove aveva assistito ad “una splendida esecuzione della Vestale di Spontini”. Si rammarica di non poter accettare l’invito di Biffi a Ferrara, dove ha soggiornato nell’agosto 1838, ospite del cardinale Giuseppe Ugolini legato pontificio della città e dove tornerebbe volentieri. Esprime la sua pena per don Luigi [Cornaggia Medici]. Invia saluti estesi ad Ascoli. Manda saluti da parte di Fabio e del commendator F… (?).

13) Roma, 26.07.1875: Gaetano Rem Picci scrive a Biffi immaginando che sia tornato dalla gita a Tremezzo. Gli racconta che Gioachimo gli ha riferito il caso del giovane ligure che ha visitato con Biffi nei giorni passati. Lo ringrazia per le premure che dimostra sempre nei suoi confronti e gli confida che pensa ancora di realizzare il suo progetto di mettere a coltura alcuni suoi fondi a Canepina con l’aiuto del giardiniere Tagliabue, prendendo a modello quanto visto in Brianza. Desidera rivedere Milano e Rancate. Spera in un miglioramento della contessa Giustiniani da Passano [Pessagno] e del giovane Aston/Asson (?). Invia saluti estesi al sig. Carlino, [Angelo] De Vincenti, Arpesani e “all’instancabile Toni”. Manda i saluti di Fabio.
Carta con monogramma GRP

14) Roma, 10.08.1875: Gaetano Rem Picci ringrazia Biffi per la sua ultima lettera. Si compiace per la guarigione della contessina [Giustiniani] Pessagno, di cui rende merito a Biffi “operatore di cosifatte meraviglie”. Comunica l’invio di due biglietti che lo prega di dare al sig. Gioachimo e a p. [Luigi] Cornaggia Medici. Esprime il proprio parere riguardo lo stato e le idee di Cornaggia Medici. Venendo a Milano spera di rivedere Arpesani e [Angelo] De Vincenti, che andrà a cercare dal dottor Oscar Jemoli a Varese.

15) Venezia, 11.10.1875: Gaetano Rem Picci informa Biffi delle prossime tappe del suo viaggio: Padova, Bassano, Feltre e Possagno, dove desidera visitare la gipsoteca di Canova, Bergamo, i laghi e infine, da Varese o da Arona, Milano. Manda gli auguri per l’onomastico dell’amico, che non vede l’ora di riabbracciare. Chiede notizie dei comuni conoscenti e di Rancate. Invia i suoi saluti.

16) Roma, 20.11.1875: Gaetano Rem Picci si scusa con Biffi per non avergli ancora scritto dopo essere rientrato da Milano, passando da Torino, Genova, Sestri, Spezia, Pisa e Firenze. Rievoca il tempo trascorso a San Celso, in compagnia di Biffi e “de’ suoi riconoscenti ricoverati, de’ quali tanti, mercé il provvido e saggio suo trattamento sono sì frequente ridonati alla sanità ed alla famiglia”. Insieme al fratello Fabio e agli altri familiari, attende con gioia l’arrivo di Biffi a Roma nel successivo mese di febbraio. Invia saluti estesi ad Arpesani, De Vincenti, don Luigi [Cornaggia Medici], Asson e i reverendi Villa e Lombardini, il prefetto Costa e il signor Gioachimo.

17) Roma, 06.04.1876: Gaetano Rem Picci ringrazia Biffi per la sua ultima lettera e lo esorta ad andare a Roma dove è sempre atteso con gioia insieme ad “Eliacim” (?). Attende buone notizie sul conto di don Luigi [Cornaggia Medici], Asson e Paganelli. Invia saluti estesi a tutti i conoscenti in comune.

18) Roma, 24.08.1876: Gaetano Rem Picci esprime il proprio dolore per la morte di don Luigi [Cornaggia Medici] di cui ricorda le spontanee “prove di bontà” nei suoi riguardi, promettendo di far celebrare uffici in suo suffragio all’altare privilegiato dell’oratorio di famiglia a Canepina. Gli chiede di informare il signor Gioachimo che non ha ancora trovato l’opera di Gelli che gli ha chiesto, nonostante abbia domandato aiuto al libraio Rossi. Invia saluti estesi a De Vincenti, Arpesani, Toni e Asson.

19) Monaco, 11.10.1876: Gaetano Rem Picci scrive a Biffi da Monaco, dove si trova nell’imminenza della chiusura della Grosse Deutsche Austellung. Gli manda gli auguri per l’onomastico. Invia saluti estesi ai “due dottori” [Arpesani e De Vincenti], al “sor Toni”, al “gentile Eliacim” ed ai pensionanti, in particolare all’Asson e al Paganelli.

20) Roma, 24.12.1876: Gaetano Rem Picci ringrazia Biffi per il panettone del pasticcere Luigi Dragonie gli manda i propri auguri per le feste natalizie. Esprime la propria riconoscenza per Biffi per il quale auspica salute e prosperità. Promette di scrivere al più presto al “pazientissimo Eliacim”. Si rammarica per la scomparsa di don Luigi [Cornaggia Medici] con il quale avrebbe voluto parlare delle pubblicazioni di Justus Perthes, editore dell’Almanacco di Gotha. Invia saluti estesi a tutti i conoscenti.

21) Roma, 30.12.1876: Gaetano Rem Picci manda a Biffi gli auguri per il nuovo anno, estesi a tutti i conoscenti e in particolare ad [Angelo] De Vincenti, alla “tanto buona quanto abile e premurosa Giovannina [Tamburini]” e al “gentilissimmo Eliacim”. Manda saluti anche da parte del fratello Fabio.

22) Roma, 19.03.1877: Gaetano Rem Picci ringrazia Biffi per la lettera e per la cassettina con le crescenze della Cascina Binaga che gli ha spedito. Invia saluti estesi ad [Angelo] De Vincenti e al “gentilissimo Eliacim”, aggiungendo quelli del fratello Fabio e di tutti quelli che lo conoscono e ammirano a Roma.

23) Roma, 01.05.1877: Gaetano Rem Picci, rammaricandosi di non potere per il momento lasciare Roma, manda saluti ad [Angelo] De Vincenti e al “sempre obbligantissimo Eliacim”, al quale assicura di salutare Fabio. Invia saluti estesi ad Arpesani.

24) Firenze, 10.10.1877: Gaetano Rem Picci invia a Biffi gli auguri per il suo onomastico, assicurando una sua prossima visita a Milano e a Rancate. Si compiace per il miglioramento dal nipote di suo fratello Fabio, dopo un colloquio con Biffi, al quale rinnova la propria riconoscenza.

25) Roma, 14.11.1877: Gaetano Rem Picci racconta a Biffi il suo viaggio di ritorno a Roma. Ricorda con riconoscenza i giorni trascorsi in sua compagnia a Milano. Promette di scrivere presto al signor Gioachimo, al quale invia saluti estendendoli altresì ad [Angelo] De Vincenti, al “sur Toni” e al professor Regonati, alla cognata di Biffi e a Giovannina [Tamburini].

26) Roma, 16.12.1877: Gaetano Rem Picci ringrazia Biffi per la crescenza della Cascina Binaga che gli ha mandato e che consumerà insieme al fratello Fabio, alla sua famiglia e a qualche amico. Gli comunica che prendendo spunto da quantopraticato da Biffi, si impegnerà per cercare di migliorare la qualità dei suoi vini. Invia saluti estesi “all’Eliacim” e manda quelli del fratello Fabio e della sua famiglia.

27) s.l., 19.04.1878: Gaetano Rem Picci si compiace per la raibilitazione del cavalier [Luigi] Verdona , direttore del manicomio di Genova. Racconta delle preoccupazioni seguite alla morte dell’uomo di fiducia che si occupava dell’amministrazione dei suoi beni di Canepina, sostituito temporaneamente da un suo giovane nipote, figlio di suo fratello Fabio. Invia saluti e auguri du buona Pasqua estesi ad [Angelo] De Vincenti, ad “Eliacim”, al “sur Toni”, al professor Regonati

28) Roma, 10.08.1878: Gaetano Rem Picci ringrazia Biffi per le sue attestazioni di amicizia, che desidera contraccambiare. Invia saluti estesi ad [Angelo] De Vincenti e al “sempre benevolo signor Gioachimo”. Spera in un “meeting parigino”, precisando che alloggerà presso Monsieur Liot all’Hôtel d’Éspagne et d’Hongrie.

29) [Roma, novembre 1878]: Gaetano Rem Picci riscontra l’ultima lettera di Biffi, scusandosi per non avergli scritto dopo l’ultima missiva inviata dall’amico a suo fratello Fabio. Racconta del dispiacere per la morte di Gioachino e degli impegni lavorativi, che lo hanno completamente assorbito, impedendogli di dedicarsi a “qualsiasi altra occupazione, tuttoché di mio genio”. Esprime il suo dolore per la morte del marchese Stefano Ludovico Pallavicino (+ 18 novembre 1878), suo amico fraterno, che credeva invece in via di guarigione “premurosamente assistito dal Dottor Roccarey”. Lo informa dei benefici del suo soggiorno a Parigi, compromessi da un’infreddatura presa sui monti della Savoia durante il disbrigo di alcune formalità doganali. Riferisce di aver iniziato ad usare le “capsules Guyot” di catrame nella speranza di trarne “un giovamento più o meno sollecito”. Invia saluti estesi ad [Angelo] De Vincenti e ad “Eliacim”.

30) Roma, 17.12.1878: Gaetano Rem Picci ringrazia Biffi per le crescenze provenienti dalla Cascina Binaga, che considera superiori al “fromage de Brie”, che ha mangiato a Parigi. Manda gli auguri per le prossime feste e per il nuovo anno anche da parte di suo fratello Fabio. Invia saluti estesi ad [Angelo] De Vincenti e al “pazientissimo Eliacim”

31) Roma, 31.12.1878: Gaetano Rem Picci ringrazia Biffi per il panettone che gli ha spedito e gli rinnova i suoi auguri per il nuovo anno insieme al fratello Fabio.

32) Roma, 08.02.1879: Gaetano Rem Picci si rammarica di non riuscire a raggiungere Biffi, impegnato a Napoli nella perizia Passannante, ma auspica che insieme ad “Eliacim” l’amico accetti di essere suo ospite per qualche giorno a Roma. Lo informa che al momento ha un altro ospite, un giornalista che si trova in città per la ricorrenza del primo anniversario del pontificato di Leone XIII.

33) s.l., Giovedì grasso 1879: Gaetano Rem Picci ringrazia Biffi, impegnato a Napoli per la perizia di Giovanni Passannante, per la sua lettera. Si rammarica che l’amico non riesca a passare da Roma a trovarlo, come aveva sperato, e si duole altresì di non poterlo raggiungere nella città partenopea, dove pensava si trattenesse fino al 27 per assistere all’arringa dell’avvocato Leopoldo Tarantini davanti al giudice Ferri, nel qual caso avrebbe chiesto il suo indirizzo ad Elisa Materi Pepe. Invia saluti estesi a Gioachimo, ai dottori De Vincenti, Arpesani e Rognoni, a Parapini, a Biraghi e alla signora Peppa. Aggiunge i saluti del fratello Fabio.

34) Roma, 15.04.1879: Gaetano Rem Picci invia a Biffi gli auguri di Pasqua estesi “al buon Eliacim” e a Gioachimo.

35) Roma, 10.08.1880: Gaetano Rem Picci ringrazia Biffi per la sua ultima lettera, scusandosi per con cui gli risponde, causato da una forte emicrania, dovuta ai lavori che fervono notte e giorno sulla strada in cui abita. Invia saluti estesi ad [Angelo] de Vincenti e al “gentilissimo signor Gioachimo”.


36) [Roma, dicembre 1880]: Gaetano Rem Picci rievoca le giornate trascorse a Milano “e gli amichevoli conviti a S. Celso”, ringraziando Biffi per le sue premure e i generosi doni di prodotti della Cascina Binaga. Invia saluti estesi ai fratelli di Biffi e a suo nipote [Angelo] De Vncenti. Manda gli auguri per le feste natalizie e per il nuovo anno assieme al fratello Fabio, pregandolo di porgerli anche al signor Gioachimo, che sperano di vedere a Roma inisieme a Biffi nel 1881.

37) Roma, 31.12.1880: Gaetano Rem Picci manda a Biffi gli auguri per il nuovo anno, rinnovando i sensi della sua gratitudine per “il benefattore ed amico generosissimo”. Dopo le crescenze che gli ha mandato per Natale e che ha iniziato a consumare con la famiglia del fratello Fabio, lo ringrazia per il panettone del “professore pasticciere di cotesta via Torino, Luigi Dragoni”, che ha servito alla presenza di diciotto commensali. Invia saluti estesi ai fratelli di Biffi, “al compitissimo signor Gioachimo” e a Giovannina [Tamburini].

38) Roma, 12.09.1881: Gaetano Rem Picci esprime a Biffi la sua costante e imperitura gratitudine e si augura di poterlo presto rivedere. Invia saluti estesi ad [Angelo] De Vincenti. Aggiunge quelli di suo fratello Fabio.

39) Roma, 09.11.1881: Gaetano Rem Picci, tornato a Roma, ringrazia Biffi per la cortesia e le premure che gli ha dimostrato a Milano, insieme ad [Angelo] De Vincenti, al signor Antonio e agli “amabili commensali giornalieri”. Spera di poter contraccambiare in occasione della promessa venuta di Biffi a Roma nel mese di febbraio. Racconta che ha iniziato il regime dietetico consigliatogli da Biffi e che il giorno successivo inizierà i bagni caldi che gli ha prescritto. Invia saluti anche da parte del fratello Fabio.

40) [Roma], s.d.: Gaetano Rem Picci ringrazia Biffi per avergli mandato l’indirizzo di Antonio Paganelli a Genova, comunicandogli che intende andare a trovarlo e chiedergli, tra l’altro, se ha continuato lo studio del tedesco iniziato con don Graziano. Si lamenta per la pimontesizzazione di Roma. Promette una lettera “dalla città de’ fiori”.

41) [Roma], s.d.: Gaetano Rem Picci si rammarica con Biffi per aver lasciato la Villa Antonini prima che la gamba fosse completamente guarita. Gli racconta dei problemi che ne sono seguiti e delle lunghe cure alle quali ha dovuto sottoporsi a Roma. Invia saluti estesi a don Luigi Cornaggia [Medici], “al gentile Asson” e a tutti gli altri conoscenti. Accenna scherzosamente all’ingegner Camera. Chiude con saluti ad Arpesani e a De Vincenti.

Estremi cronologici

1871 dicembre 26-1881 novembre 9

Collocazione fascicolo

b. 3, fasc. 21
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