Benedetto Caliari

Tuscania (Viterbo), 1 Settembre 1946 – Orbetello (Grosseto), 26 Febbraio 2011
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Biografia

Figlio di un funzionario Inps e di un’insegnante di yoga, nacque, penultimo di sei fratelli, nella casa di campagna dove la famiglia trascorreva le vacanze estive.
La famiglia, originaria del Veneto, si era trasferita a Roma alla fine dell’Ottocento e vantava nomi illustri come quello dell’artista rinascimentale Paolo Caliari, detto il Veronese.
Gli studi presso il liceo classico dell’Abbazia benedettina di Farfa (Rieti), luogo di pace e di cultura, lasciarono un segno indelebile nella sua formazione. In particolare la presenza di una prestigiosa biblioteca e la vicinanza dell’abate bibliotecario contribuirono a far crescere in lui la passione per lo studio, per l’arte e per i libri antichi.
Laureatosi in medicina e chirurgia nel 1972 all’Università “La Sapienza” di Roma, discutendo una tesi sulle spermioagglutinine nell’uomo con i docenti Franco Dondero e Aldo Isidori, si iscrisse nello stesso anno alla scuola di specializzazione in psichiatria presso l’Istituto diretto da Giancarlo Reda.
Gli interessi coltivati in quel periodo nel campo della “clinica e biochimica dei disturbi affettivi in relazione alla prevenzione con i sali di litio” furono oggetto della sua tesi di specializzazione (Le ricadute maniaco-depressive e loro trattamento), discussa nel 1976 con Andrea Dotti.
Negli stessi anni iniziò a lavorare come guardia medica presso alcune cliniche private, tra cui la clinica psichiatrica “Belvedere Montello”, dove incontrò Athanasios Koukoupoulos, personalità di spicco della psichiatria, che pur non appartenendo al mondo accademico, aveva un vivo interesse per la ricerca clinica. Le sue intuizioni più innovative riguardavano il disturbo bipolare e l’attività stabilizzante dell’umore indotta dal litio, sul quale si era costruito una reputazione internazionale di esperto clinico. Con lui, in qualità di direttore, ed altri colleghi psichiatri, Caliari fondò nel 1974 il Centro Lucio Bini per lo studio e la terapia della depressione, che sosteneva il trattamento con il litio in Italia. Nel 1976 avviò anche una ricerca con alcuni studiosi di Philadelphia (in particolare Joe Mendels del Veterans Administration Hospital e Alan Frazer della University of Pennsylvania) sulla cinetica del litio nei globuli rossi, correlata con la risposta clinica.
Per un anno, sempre nel 1976, prestò inoltre servizio come medico interno presso l’Istituto di psichiatria dell’Università di Cagliari, diretto da Nicola Ciani.
Dal 1979 al 1981 si interessò alle modificazioni del decorso dei disturbi affettivi causate dagli antidepressivi, in particolare del problema dei “rapidi ciclici”.
Più incline al lavoro sul campo nell’ambito pubblico, decise di lasciare Roma quando, nel marzo 1980, vinse l’incarico come psichiatra presso il Centro salute mentale adulti (CSM) di Orbetello (Asl 9 Grosseto), di cui nel 1994 ottenne la direzione.
Lavorò quindi nella Maremma Toscana nelle fasi iniziali della riforma basagliana (legge n. 180 del 1978), contribuendo alla nuova organizzazione dei ricoveri ospedalieri, dei trattamenti domiciliari e ambulatoriali in diversi comuni del territorio, e delle strutture riabilitative per il reinserimento in comunità degli ultimi pazienti ricoverati nell’Ospedale psichiatrico di Siena.
Nella relazione terapeutica esprimeva rispetto e considerazione per il paziente, valorizzando le sue competenze, informandolo e guadagnandone la fiducia. Questa grande capacità relazionale era favorita anche dalle sue doti di creatività, umorismo e audacia, che risaltavano in particolare quando affrontava pazienti molto disturbati e deliranti. A quelli restii a rivolgersi al CSM, dedicava tempo e ascolto, spesso anche fuori del contesto professionale.
Svolse una continua attività didattica, sia da specializzando per i colleghi medici, sia da ospedaliero per il personale infermieristico, riuscendo a trasmettere le proprie conoscenze e la propria esperienza in modo confidenziale e divertente.
Nel 1982, al 13° Congresso dell’International College of Neuropsychopharmacology (CINP) tenutosi a Gerusalemme, presentò un lavoro, svolto in collaborazione con l’Istituto di farmacologia della Libera Università di Berlino, sulla valutazione sierica, eritrocitaria e urinaria del litio, correlata alle varie fasi della malattia maniaco-depressiva.
Lo stesso anno sposò la biologa Brunella Terenzoni, da cui nel 1984 ebbe la figlia Cecilia.
Durante la sua attività nel servizio pubblico coltivò la passione per la medicina legale, maturata ai tempi dell’università nella sala settoria del professor Antonio Ascenzi, impegnandosi in qualità di CTU presso il Tribunale di Grosseto e nelle commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile della ASL di zona.
Appassionato di storia, antichità e letteratura, acquistò negli anni Settanta, a Roma, la biblioteca dell’antropologo Sergio Sergi, amico di famiglia scomparso nel 1972, conservata oggi all’Università di Milano-Bicocca presso il centro Aspi.
 
Cecilia Caliari e Brunella Terenzoni
10/05/2022
 

Opere

(1976) (con Cuzzolaro, M., & Zerbetto, R.). La Pentazocina può essere una droga? Osservazione sul problema del Talwinismo. Rivista di psichiatria, 11(1), 78-95.
(1976) (con Mendels, J., Frazer, A., Baron, J., Koukopoulos, A., Reginaldi, D., & Tondo, L.). Intra-erythrocyte lithium ion concentration and long-term maintenance treatment. The Lancet, May 1, 966.
(1977) (con Koukopoulos, A., Reginaldi, D., Bernabei, A., & Tondo, L.). Spontaneous Length of Depression and Response to ETC. Psychological Medicine, 7, 625-629.
(1983) (con Koukopoulos, A., Tundo, A., Minnai, G., Floris, G., Reginaldi, D., & Tondo, L.). Rapid Cyclers, Temperament, and Antidepressants. Comprehensive Psychiatry, 24, 249-258.
(1983) (con Mazzei, L.). Attività psichiatrica in un Presidio ospedaliero: ipotesi di lavoro e considerazioni cliniche. Estratto da Rassegna di studi psichiatrici, 72(2).
(1983) (con Minnai, G., Terenzoni, B., Reginaldi, D., & Secchi, A.). Tossicità del trattamento combinato Litio-Serenase. Estratto da Rassegna di studi psichiatrici, 72(2).
(1983). Le ricadute maniaco-depressive sotto litio e loro trattamento. Estratto da Rassegna di studi psichiatrici, 72(2).
(1983) (con Mazzei, L., Baffigi, M., Bertagna, G., Michelis, P., & Bernabei, A.). Un progetto epidemiologico psichiatrico in un’area della Toscana meridionale: dati di prevalenza nel periodo 1-1-80/30-6-82. Estratto da Rassegna di studi psichiatrici, 72(3).
 

Fonti archivistiche

Archivio privato Caliari, Orbetello (Grosseto).
Intervista alla collega Vedia Rossi, che si ringrazia per la collaborazione.
 

Fonte iconografica

Archivio privato Caliari, Orbetello (Grosseto).
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