Maison d’accueil di Rocca di Papa

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Nel 1945 a Rocca di Papa, in provincia di Roma, venne aperta la Maison d’accueil, un’istituzione filantropica internazionale destinata a ospitare studenti universitari sopravvissuti ai campi di concentramento, alla prigionia e ai campi di battaglia della seconda guerra mondiale.
L’iniziativa fu avviata dall’Opera nazionale di assistenza religiosa e morale degli operai (ONARMO), un organismo assistenziale del Vaticano, che il 25 giugno 1945 prese in affitto da Mariano Zitelli l’Albergo “Nuova Italia”, allo scopo di dare agli studenti universitari un ambiente sereno in cui ritemprarsi fisicamente e spiritualmente dagli orrori della guerra ed essere quindi in grado di riprendere gli studi, forzatamente interrotti a causa delle vicende belliche.
A dirigere la casa era un giovane medico, Luigi Meschieri, che si era specializzato in psicologia del lavoro all'Università di Roma con Ferruccio Banissoni, direttore del Centro sperimentale di psicologia applicata del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR).
Ad aiutarlo nell’organizzazione della Maison vi era Laura Badini Confalonieri, moglie del presidente del CNR Gustavo Colonnetti, la quale si occupava dei vari problemi di ordine amministrativo, economico e morale.
L’intero piano di assistenza era supportato economicamente dai Fonds européens de secours aux etudiants (organizzazione che aiutava gli studenti reduci di guerra e prigionia a proseguire gli studi e che aveva come dirigente della sezione italiana la stessa Laura Badini Confalonieri), dalla United Nations Relief and Rehabilitation Administration (UNRRA), che dava assistenza economica e civile alla popolazione, e dalla Pontificia Commissione di assistenza voluta da papa Pio IX con lo scopo di aiutare i rifugiati e i prigionieri di guerra europei. Queste entrate permettevano di mantenere bassa la retta di soggiorno (175 lire al giorno) e di aiutare gli studenti più indigenti con una diminuzione o un’esenzione dalla retta stessa.
Tutti gli studenti universitari avevano quindi la possibilità di trascorrere quindici giorni in una comunità lontana nello spazio e nel tempo dagli orrori della guerra, per potersi finalmente focalizzare sulla propria vita e sul proprio futuro.
Nella Maison, gli studenti si occupavano della propria istruzione, leggevano, scrivevano poesie e si confrontavano. Le ore serali erano le più simpatiche e turbolente: dopo cena si riunivano tutti nella sala della direzione, per partecipare all’esecuzione di opere musicali e alla recitazione di brani. Durante le belle giornate andavano a fare escursioni sul Monte Cavo o a godersi il panorama lacustre di Albano e di Nemi, o ancora a dipingere il paesaggio dei Campi di Annibale.
Fondarono anche una rivista, Risalire, che annoverava articoli in prosa o in versi in cui venivano trattati gli argomenti più vari (letteratura, filosofia, religione, problemi sociali, storia, scienze, pittura, scultura, musica, teatro, cinema, ecc.). La rivista voleva essere l’espressione della cultura e del temperamento di ciascuno dei collaboratori, e proprio per questo ogni autore poteva pubblicare nella propria lingua. Nel primo e unico numero presente nell’archivio di Luigi Meschieri (febbraio 1946), troviamo infatti poesie e articoli in tedesco (di Stefano de Bertossa), in sloveno (di Stanislav Adolf Mikolič), in lituano (di D. Donajue), in inglese (di Alfredo Medori), in tartaro (di Mehmet Muheddin), in serbo-croato (di Svetolik Matić e Jerko Ledić), in serbo (Matija Retnin) e in italiano (di Gino Schimperna, Oreste Pingi, Michele Giampietro, Alfredo Medori, Berto Staiano, Sergio Giannitelli e Miro Bego), oltre a un articolo dello stesso Meschieri dedicato all’Anatomia della fortuna.
L’idea era quella di preservare ogni articolo da errori di traduzione o di interpretazione, e di avere la possibilità di diffondere l’iniziativa anche all’estero, per dare un esempio della fusione spirituale e linguistica raggiunta a Rocca di Papa tra studenti che provenivano da ogni angolo d’Europa.
Questo sogno però non si realizzò: le tirature erano infatti troppo limitate, poiché i ragazzi non disponevano di una macchina per la stampa e ogni pezzo veniva dattilografato dai singoli collaboratori, come dichiarato nella presentazione iniziale.
Con il passare dei mesi, la Maison d’accueil si aprì anche alla comunità di Rocca di Papa: fu istituito un ambulatorio dove lavoravano gli studenti di medicina della Maison, in collaborazione con alcuni medici specializzati, allo scopo di dare soccorso e cure agli abitanti del paese infortunati o vittime di incidenti; vennero organizzate mostre d’arte e pomeriggi musicali in cui gli studenti si esibivano per raccogliere le offerte dei rocchigiani da destinare all’acquisto di materiali per l’ambulatorio e per la casa; furono realizzate anche trasmissioni radiofoniche e sfide sportive (di calcio, tennis, boxe, softball) con studenti universitari che non risiedevano nella Maison; il calcio, in particolare, riscosse un tale successo che furono create due squadre: la Ars, composta da studenti di facoltà artistiche, letterarie e filosofiche, e Scientia, formata da futuri medici, ingegneri e naturalisti.
Si creò così una comunità nella comunità e i ragazzi della Maison finirono per essere considerati “del luogo” dai cittadini del piccolo comune, tanto che alle elezioni amministrative si studiò un modo per farli partecipare. Anche all’interno della Maison i ragazzi si occupavano di politica e ognuno di loro poteva essere eletto democraticamente a un Ministero (dell’Alimentazione, della Cultura, delle Arti, ecc.).
Dopo aver ospitato centinaia di ragazzi, nel giugno 1947 la Maison chiuse, e l’ONARMO restituì l’Albergo “Nuova Italia” agli eredi di Mariano Zitelli.

Manuela Roman
29/10/2021
 

Bibliografia

Anonimo (1945). Universitari reduci dalla prigionia in villeggiatura a Rocca di Papa. L’osservatore romano, 13-14 agosto.
Anonimo (1946). Un asilo di riposo a Rocca di Papa per studenti reduci o ex prigionieri. Il momento, 31 gennaio.
Anonimo (1946). Lo sport a Rocca di Papa. Il momento, 4 aprile.
Anonimo (1946). Pasqua universitaria a Rocca di Papa. Il momento, 30 aprile.
Anonimo (1946). Universitari benemeriti in opere sanitarie. Il momento, 12 maggio.
Lerra, P. (1945). La casa della buona accoglienza. Itinerari. Settimanale turistico. Roma, 3 dicembre.
De Santis, V. (1946). La Maison d’accueil sorta a Rocca di Papa. Il giornale del mattino, 3 aprile.
 

Fonti archivistiche

Archivio privato Carlo Guarinoni, Rocca di Papa (Roma).
Aspi Archivio storico della psicologia italiana, Università di Milano-Bicocca, Archivio Luigi Meschieri, b. 15, fasc. 14.

Fonte iconografica

Collezione privata Carlo Guarinoni, Rocca di Papa (Roma).
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