Amos Chiabov

Trieste, 2 Novembre 1904 – Trieste, 18 Giugno 1951
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Biografia

Figlio del dalmata Carlo Chiabov, originario di Sebenico, e di Bianca Zanutti, appartenente a una famiglia triestina di industriali del rame, visse gran parte della fanciullezza a Trieste con la madre, che separatasi presto dal marito si era trasferita dai genitori. Perduto gran parte del patrimonio familiare dopo la disfatta di Caporetto, poté studiare grazie alla sorella Maria, che trovato un lavoro lo mantenne agli studi.
Dopo il liceo a Trieste frequentò per un anno la Facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Bologna (1923-24), trasferendosi poi all’Università di Firenze. Qui, ancora studente, aderì all'Unione goliardica per la libertà e quindi alla Giovane Italia, movimento antifascista al quale appartenevano altri giovani triestini, come Bruno Pincherle, Leo Valiani e lo psichiatra e psicologo Gastone Canziani, suo compagno di liceo e suo futuro cognato. Proseguì poi gli studi dal 1926-27 all’Università di Torino, dove frequentò, tra le altre, la clinica del neuropsichiatra Ernesto Lugaro.
Arrestato dall’Ovra nell’aprile 1928, all’indomani dell’eccidio alla Fiera di Milano, con Ugo La Malfa, Lelio Basso, Pincherle e altri, fu condannato dal Tribunale speciale a cinque anni di confino di polizia, ridotti poi a due che scontò nell’isola di Ponza. Aderì in seguito al movimento “Giustizia e libertà”, entrando nel gruppo milanese di Ferruccio Parri e Riccardo Bauer.
Rientrato dal confino, riprese gli studi a Torino, laureandosi nel 1930 con una tesi sul morbo di Basedow in gravidanza. Alla fine dello stesso anno superò l’esame di Stato per l’esercizio della professione medica nell’ateneo di Padova. Dopo un semestre di frequenza come assistente volontario presso la sezione ginecologica dell’Ospedale Maria Vittoria di Torino, diretta da Livio Herlitzka (1930-31), entrò come medico praticante all’Ospedale psichiatrico di Milano in Mombello (1931), frequentando in particolare il reparto Osservazione uomini sotto la guida del primario Pietro Battistessa. Su indicazione del direttore Luigi Lugiato, nel giugno 1931 fu poi assunto come medico aggiunto all’Ospedale psichiatrico di Bergamo. Qui collaborò attivamente con il direttore Giuseppe Muggia e con i colleghi Alberto Zilocchi e Carmine Ventriglia, ripristinando l’attività dei gabinetti scientifici e della sala anatomica, perfezionandosi nella tecnica delle autopsie sotto la guida di Franco D’Alessandro, direttore dell’Istituto di anatomia patologica dell’Ospedale Principessa di Piemonte, e organizzando nel 1938 il primo reparto di cura insulinica nella Sezione femminile.
Fin dalla sua fondazione nel 1932, fu inoltre redattore della rivista Schizofrenie del manicomio di Racconigi, il bollettino trimestrale del primo Centro provinciale di studio della demenza precoce, diretto da Vitige Tirelli ed Emilio Rizzatti. Vi pubblicò recensioni di volumi in lingua anglosassone e alcuni articoli sulla terapia della schizofrenia.
Dopo che Muggia fu allontanato dal manicomio di Bergamo all’inizio del 1939, in seguito alle leggi razziali, sostituito da Alberto Rostan, Chiabov cercò una nuova sistemazione, e intorno al 1940-41 si trasferì a Milano, divenendo vicedirettore della casa di cura Villa Fiorita di Brugherio, dove subentrò al direttore Virginio Porta che era stato richiamato in guerra. In quel periodo ricoverò la celebre soprano Toti Dal Monte e nascose nella clinica diversi ebrei, tra cui Emma Fano.
Dopo l’armistizio del settembre 1943, ricercato dalla polizia, abbandonò la professione e si rifugiò a Caldè sulla sponda lombarda del Lago Maggiore, organizzando i contatti con i partigiani e divenendo comandante del CLN addetto all’organizzazione di tutti i servizi sanitari dell’Alta Italia, con lo pseudonimo di “Dottor Andrea”. Nell’aprile del 1944 fu arrestato e condotto nel carcere di San Vittore per aver organizzato la fuga dell’ebreo triestino Arturo Paschi dall’Ospedale Niguarda di Milano. Uscito di prigione grazie all’intervento di Carlo Silvestri, conosciuto a Ponza, riprese l’attività clandestina.
Separatosi nel 1945 dalla moglie Virginia Scalarini (partigiana e di famiglia socialista, figlia del disegnatore Giuseppe Scalarini), dopo la Liberazione fu ispettore del Ministero per l’assistenza postbellica presso l’Ufficio distaccato Alta Italia. In questa veste organizzò a Tremezzo (Como) l’importante Convegno per studi di assistenza sociale, che si svolse nelle tre settimane dal 16 settembre al 6 ottobre 1946, trattando dei problemi della ricostruzione e dell’assistenza ai profughi, di legislazione del lavoro, assistenza ai minori e formazione degli assistenti sociali.
Rientrato a Trieste dopo la guerra, tra il 1946 e il 1951 si interessò alla psicoanalisi, intrattenendo rapporti personali ed epistolari con il poeta Umberto Saba, che gli dedicò una delle sue liriche, Morte di un pettirosso, nella raccolta Quasi un racconto.
Morì di tubercolosi a soli 46 anni.

Paola Zocchi
05/11/2020

Bibliografia

AA.VV. (1947). Atti del Convegno per studi di assistenza sociale, Tremezzo (Como), 16 settembre 6 ottobre 1946. Milano: Carlo Marzorati.
Basso, L. (1978). Quella strage ancora avvolta nel buio. Corriere della sera, 12 aprile 1978.
Buffulini A. (2015). Quel tempo magnifico e terribile. Lettere clandestine da San Vittore e dal Lager di Bolzano e altri scritti. A cura di D. Venegoni. Milano: Mimesis.
Canziani, F. (2012). Un intellettuale poco organico. Ravenna: Longo Editore.
Canziani, G. (2008). A Fiume con D'Annunzio. Lettere 1919-1920. A cura di P. Cavassini. Ravenna: Longo Editore.
Coen, M. (1995). Bruno Pincherle. Roma: Edizioni Studio Tesi.
Gabrielli, G. (1993). Carlo Silvestri socialista, antifascista, mussoliniano. Milano: FrancoAngeli.
Gazzetta ufficiale, 29 ottobre 1931.
Mangini, G. (2012). Una famiglia ebraica italiana: il caso dei Muggia. In G. Mangini, & E. Ruffini (a cura di), Ebrei italiani. L'ebraismo nella storia dell'Italia unita. Convegno di studi (Bergamo, 5-6 novembre 2011). Bergamo: Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea, ,
Paschi R. (2011). Il segretario di Nino. Un ebreo triestino nella resistenza. Varese: Arterigere-Chiarotto Editore.
Voghera, G. (1981). Saba e la psicanalisi. Pietre, 6-8, 44-45.
 

Fonti archivistiche

Archivio centrale dello Stato, Roma, Casellario politico centrale, b. 1287, Chiabov Amos.
Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione del Friuli e Venezia Giulia, Trieste, Fondo Pincherle Gino, b. 4, fasc. 22; Archivio Pincherle Bruno, b. 24, fasc. 133 e b. 29, fasc. 167.
Raccolta di documenti in copia presso gli eredi Chiabov, Milano.
 

Fonte iconografica

Collezione eredi Chiabov, Milano.
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