Giuseppe (Pino) Pannacci

Città di Castello (Perugia), 15 Luglio 1925 – Città di Castello (Perugia), 18 Settembre 2015
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Biografia

Figlio di Giovanni Pannacci (1899-1927) e Adele Santinelli (1904-1944), dopo aver perso entrambi i genitori venne cresciuto a Milano dagli zii paterni, che provvidero alla sua educazione fino alla conclusione della scuola professionale di computista commerciale.
Tornato a Città di Castello, si iscrisse alla Federazione giovanile comunista italiana e nel gennaio 1945 si arruolò come volontario raccogliendo l’appello del Comitato di liberazione nazionale.
Nel dopoguerra partecipò attivamente alla ripresa della vita politica democratica della sua città nelle fila del Partito comunista italiano. Nel 1947 sposò Dorotea Baldinelli, da cui ebbe il figlio Gianfranco.
A partire dalla fine degli anni Cinquanta, Pannacci fu eletto più volte consigliere provinciale: sotto la presidenza di Ilvano Rasimelli (1964-1969) assunse incarichi da assessore prima alla Comunicazione istituzionale e poi ai Servizi psichiatrici; fu confermato in quest’ultimo ruolo nella giunta di Alfredo Ciarabelli (1970-1974). In tale veste lavorò al processo di “autoriforma” dell’Ospedale neuropsichiatrico Santa Margherita di Perugia, attraverso la diffusione di centri di prevenzione e di cura della malattia mentale sul territorio. Questo approccio rappresentò una forte innovazione nella gestione della questione psichiatrica di quegli anni, grazie alla possibilità di realizzare una collaborazione fra operatori, medici, enti locali, cittadini, organizzazioni politiche, magistratura e polizia nell’ottica di migliorare le condizioni di vita dei pazienti, che diventarono soggetti consapevoli del cambiamento. Il processo venne gestito dalla Commissione consiliare dei Servizi psichiatrici, presieduta da Pannacci e composta da Tullio Seppilli, consigliere e direttore dell’Istituto di antropologia culturale dell’Università degli studi di Perugia, da Luciano Capuccelli, assessore alla Sanità e all’ambiente, nonché dagli esponenti dei gruppi politici del Consiglio provinciale Hans Wolf Schoen per la Democrazia cristiana, Velio Lorenzini per il Partito socialista italiano, Gonario Guaitini per il Partito socialista-democratico italiano.
La sintesi della visione politico-culturale di Pannacci in relazione ai servizi psichiatrici consistette, come egli stesso scrisse, “nel rifiuto di accettare la delega dataci dal sistema; la delega cioè di occultare, attraverso opportune istituzioni segreganti, le contraddizioni proprie di questa società. È ormai provato che le cause che provocano le malattie mentali vanno ricercate nella stessa società, nei suoi falsi valori, nei rapporti di produzione alienanti, nei processi di emarginazione” (cfr. Tosti, 2009, p. 206).
Nel 1974, quattro anni prima della legge 180/1978, l’“autoriforma” perugina venne istituzionalizzata nel Regolamento dei centri di igiene mentale. In questo stesso anno la Provincia di Perugia e la Regione Umbria produssero insieme alla Unitefilm il documentario di Gianni Serra “Fortezze vuote. Umbria una risposta politica alla follia” presentato al Festival cinematografico di Venezia (cfr. Pannacci, 2008, p. 10).
Terminata l’esperienza da assessore, Pannacci entrò a far parte della dirigenza regionale del PCI sotto la segreteria di Gino Galli, dirigendo la Commissione sanità. Nel 1980, a cinquantacinque anni, venne indicato dai dirigenti regionali del suo partito come capolista alle elezioni comunali di Città di Castello e fu eletto sindaco della giunta PCI-PSI, ruolo che ricoprì fino al 1988.
Nell’ultima fase della sua vita, si dedicò alla riflessione e alla ricerca storico-archivistica sulla situazione psichiatrica: nel suo archivio è conservato un dattiloscritto inedito dal titolo L’autoriforma dei servizi psichiatrici della Provincia di Perugia (Psichiatria, bb. 1-2, fascc. 1-6), mentre del 2003 è la pubblicazione della monografia Le scelte: i tifernati e la politica nel Novecento, 1900-1970 (Città di Castello, Edimond).
Morì a 90 anni il 18 settembre 2015, dopo breve malattia, presso l’Ospedale di Città di Castello.
 
Caterina Melappioni
29/03/2019
 

Bibliografia

Tratto dall’introduzione all’inventario di Gianluca D’Elia pubblicato in:
AA.VV. (2018). Giuseppe Pino Pannacci (1925-2015). Materiali per una biografia tra utopie e concretezze. Petruzzi: Città di Castello.
 
Pannacci, G. (2008). Fortezze svuotate: uno scritto dell’Assessore ai Servizi psichiatrici della Provincia di Perugia dal 1969 al 1975. Micropolis. Mensile umbro di politica, economia e cultura, 7-8, 10.
Tosti, M. (a cura di) (2009). Tra Comuni e Stato: storia della Provincia di Perugia e dei suoi amministratori dall’Unità a oggi. Perugia: Quattroemme.

Fonte iconografica

Istituto di storia politica e sociale Venanzio Gabriotti di Città di Castello (Perugia), Archivio Giuseppe Pannacci, Fotografie e materiale audiovisivo, b. 33, fasc. 100, dettaglio dalla fotografia “L’ex Ospedale psichiatrico di Città di Castello diventa ‘Centro Le Grazie’. Cerimonia di inaugurazione” (1988).
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