Gaspare Bergonzoli

Sant’Agata di Cannobio (Verbania), 24 Dicembre 1867 – Voghera (Pavia), 7 Marzo 1950
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Biografia

Gaspare Pietro Bergonzoli nacque a Sant'Agata di Cannobio, sul lago Maggiore, a pochi chilometri dalla Svizzera, da Gaspare e Teresa Bergonzoli. La famiglia aveva illustri antenati, tra cui lo scultore Giulio Bergonzoli (1822-1868).
Dai documenti dell’anagrafe di Voghera risulta immigrato da Pavia il 1° marzo 1879. A Pavia frequentò anche l’Università, dove si laureò nell’anno accademico 1889-90.
Nel 1910 assunse la direzione dell’Ospedale psichiatrico di Pavia in Voghera, nel quale lavorava dal 1896 come medico assistente, poi come vicedirettore dal 1904. Nello stesso stabilimento era stato vicedirettore, prima di lui, lo zio Francesco Bergonzoli.
I tre figli Francesco, ingegnere (1901-1997), Fernando, ragioniere (1908-1987), ed Enzo, medico traumatologo presso l’Ospedale civile di Voghera (1911-2010), avuti dalla prima moglie Romilda Calcaprina (nata a Sale nel 1876), nacquero tutti in manicomio, dove all’epoca i medici alloggiavano insieme alla famiglia (che nel caso di Bergonzoli era composta anche da uno zio, una sorella, la madre, una domestica e una serva).
Uomo di scienza, collaboratore di Cesare Lombroso che lo citò in un suo scritto, ma anche bibliofilo di gusto, Bergonzoli ebbe vasti interessi, come testimonia la sua ricca biblioteca in cui erano compresi libri e riviste in tedesco, inglese e francese. Nel corso della sua attività scientifica costituì una “ricca e poderosa raccolta di crani e cervelli, classificati per malattia, raccolti sui malati deceduti nell’Istituto” (Nel primo anniversario… 1951), oggi purtroppo perduta, di cui parlò ad esempio nella monografia Note craniometriche su 26 crani di prostitute (Torino, 1893).
Svolse anche attività di insegnamento presso l’ateneo pavese, come libero docente, tenendo i corsi di psichiatria forense (1921-1922) e clinica delle malattie nervose e mentali (1922-1949).
Profondamente legato alla città di Voghera e ai suoi abitanti, si prese carico della direzione dell’Orfanotrofio cittadino per oltre 20 anni. 
Infine, nel corso della sua lunga carriera, pubblicò, tra gli altri scritti, Note statistiche e relazione sul manicomio provinciale di Pavia in Voghera nell'anno 1912 (1913); Note statistiche e relazione sull'andamento del Manicomio provinciale di Pavia in Voghera nell'anno 1910: articolo 48 del Regolamento (Pavia, 1911); Dell'uso dell'argento colloidale elettrico nelle malattie mentali (Manicomio provinciale di Pavia in Voghera) (Voghera, 1911).
Bergonzoli diresse lo stabilimento fino al pensionamento, avvenuto nel 1939, e si trasferì quindi con la famiglia nella casa di via XX settembre, sempre a Voghera, dove morì il 7 marzo 1950.
Dopo la morte della prima moglie (8 aprile 1916), si era risposato con un'infermiera, Ada Burani (nata il 16 marzo 1891) che, molto più giovane di lui, gli sopravvisse per 22 anni, fino al 18 agosto 1982.

Paola Bianchi e Francesco Boveri
25/11/2016
 

Bibliografia

Anonimo (1951). Nel primo anniversario della morte del prof. Bergonzoli. Giornale di Voghera, 15 marzo.
Bersani, E., Debattista, M., & Lanfranchi, G. (a cura di) (1992). Il manicomio provinciale di Pavia in Voghera, Voghera.
Boveri, F. (2004). A proposito del fotografo, testo inedito.
Draghi, F., & Vicini, A. (2011). Oltre il cancello… Voghera. Voghera: Primula editore.
Zatti, S. (2010). La città dolorosa. Documenti e immagini del Manicomio provinciale di Pavia a Voghera. Pavia: Comune di Pavia.

Fonte iconografica

Raccolta fotografica dell'ex Ospedale psichiatrico di Voghera.
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