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Attento alla dimensione clinica del paziente, si avvicinò in quegli anni alla psichiatria, frequentando in qualità di assistente straordinario la cattedra di psichiatria diretta da Carlo Lorenzo Cazzullo. Deluso da questa esperienza, ma deciso a proseguire un’indagine scientifica della condizione umana capace di unire attività clinica e sperimentale in una dimensione antropologica e soggettiva, si avvicinò alla psicoanalisi, formandosi con gli psicoanalisti Tommaso Senise e Franco Fornari a Milano, e a Londra con gli psichiatri Herbert Rosenfeld e Donald Meltzer, membri didatti della British Psychoanalytical Society.
Nominato professore ordinario nel 1975, diresse l’Istituto di fisiologia umana II dell’Università di Milano dal 1983 al 2001, incentrandone l’attività didattica e scientifica su argomenti di microfisiologia talamica e reticolare in rapporto ai meccanismi del sonno e della veglia. Nel 1996 fu tra i fondatori della Società italiana di ricerca sul sonno (SIRS), che diresse per i quattro anni successivi; presiedette inoltre l’Associazione per la ricerca neurofisiologica (ASSORN) e nel 2001 organizzò e diresse il Centro sperimentale di ricerca sul sonno “Giuseppe Moruzzi” dell’Università di Milano.
Fu proprio l’avvicinamento di due realtà considerate all’epoca parallele ma inavvicinabili, neuroscienze e psicoanalisi, a conferire all’opera di Mancia una rilevanza peculiare: concentrandosi sulle indagini sperimentali, egli mise in luce diversità e analogie di alcuni concetti portanti propri delle due discipline, rivisitando ad esempio, alla luce dell’ormai sperimentalmente comprovata esistenza di una “memoria implicita”, non verbalizzabile né passibile di ricordo, l’idea freudiana di inconscio. Anche in questa nuova prospettiva, segnata da una costante attività terapeutica, il sogno, “religione della mente”, mantenne un ruolo centrale, necessario per lo sviluppo del pensiero e capace, grazie alla sua funzione simbolo-poietica, di plasmarne e strutturarne gli elementi fondanti.
Meritano infine un cenno gli studi di Mancia sull’importanza della musica e della musicalità nella seduta psicoanalitica, nonché quelli sul narcisismo, volti a unificare le numerose interpretazioni esistenti in chiave teorica, clinica e sociale.
Dario De Santis
23/11/2016
Mancia, M. (1977). Fisiologia del sistema nervoso. Cortina, Milano.
Mancia, M. (1987). Il sogno come religione della mente. Roma-Bari: Laterza.
Mancia, M. (Ed) (2006). Psicoanalisi e Neuroscienze. Springer-Verlag.
Zuglian, P. (2011). Mancia Mauro, nel sito della Società psicoanalitica italiana, Spiweb
Biografia
Neurofisiologo e psicoanalista, nel 1953 si laureò in medicina e chirurgia presso l’Università La Sapienza di Roma, sotto la guida dell’infettivologo Giuseppe Giunchi, con una tesi sperimentale sull’immunologia nell’infezione tifica studiata con metodo elettroforetico e venne ammesso al corso di specializzazione in medicina interna. L’anno seguente fu ospite scientifico presso l’Istituto di fisiologia del Karolinska Institutct di Stoccolma, diretto dal fisiologo Carl Gustav Bernhard, dove, in collaborazione con il neurofisiologo Torsten Wiesel, svolse ricerche sulla fisiologia del midollo spinale. Tornato in Italia, dopo una breve esperienza all’Istituto di anatomia normale dell’Università di Milano, diretto dall’anatomista Angelo Bairati, che lo avviò a ricerche di stampo istologico sul sistema nervoso, si trasferì presso l’Istituto di fisiologia dell’Università di Pisa, per dedicarsi allo studio elettroencefalografico del sonno, sotto la guida del neurofisiologo Giuseppe Moruzzi. Dopo un’altra missione all’estero, questa volta a Los Angeles, dove grazie ad una borsa di studio dei National Institutes of Health Bethesda fu ospite dei dipartimenti di anatomia e zoologia e del Brain Research Institute dell’Università della California, nel 1962 conseguì la libera docenza in Fisiologia umana presso l’Università degli studi di Milano. Avviò contestualmente una vasta campagna di ricerca sull’epilessia sperimentale e sulla funzione del sonno e dei sogni dal punto di vista neuroanatomico, neurochimico e neuroimmunologico, collaborando, fra gli altri, con Fausto Baldissera, Giovanni Broggi e Marcello Cesa-Bianchi.Attento alla dimensione clinica del paziente, si avvicinò in quegli anni alla psichiatria, frequentando in qualità di assistente straordinario la cattedra di psichiatria diretta da Carlo Lorenzo Cazzullo. Deluso da questa esperienza, ma deciso a proseguire un’indagine scientifica della condizione umana capace di unire attività clinica e sperimentale in una dimensione antropologica e soggettiva, si avvicinò alla psicoanalisi, formandosi con gli psicoanalisti Tommaso Senise e Franco Fornari a Milano, e a Londra con gli psichiatri Herbert Rosenfeld e Donald Meltzer, membri didatti della British Psychoanalytical Society.
Nominato professore ordinario nel 1975, diresse l’Istituto di fisiologia umana II dell’Università di Milano dal 1983 al 2001, incentrandone l’attività didattica e scientifica su argomenti di microfisiologia talamica e reticolare in rapporto ai meccanismi del sonno e della veglia. Nel 1996 fu tra i fondatori della Società italiana di ricerca sul sonno (SIRS), che diresse per i quattro anni successivi; presiedette inoltre l’Associazione per la ricerca neurofisiologica (ASSORN) e nel 2001 organizzò e diresse il Centro sperimentale di ricerca sul sonno “Giuseppe Moruzzi” dell’Università di Milano.
Fu proprio l’avvicinamento di due realtà considerate all’epoca parallele ma inavvicinabili, neuroscienze e psicoanalisi, a conferire all’opera di Mancia una rilevanza peculiare: concentrandosi sulle indagini sperimentali, egli mise in luce diversità e analogie di alcuni concetti portanti propri delle due discipline, rivisitando ad esempio, alla luce dell’ormai sperimentalmente comprovata esistenza di una “memoria implicita”, non verbalizzabile né passibile di ricordo, l’idea freudiana di inconscio. Anche in questa nuova prospettiva, segnata da una costante attività terapeutica, il sogno, “religione della mente”, mantenne un ruolo centrale, necessario per lo sviluppo del pensiero e capace, grazie alla sua funzione simbolo-poietica, di plasmarne e strutturarne gli elementi fondanti.
Meritano infine un cenno gli studi di Mancia sull’importanza della musica e della musicalità nella seduta psicoanalitica, nonché quelli sul narcisismo, volti a unificare le numerose interpretazioni esistenti in chiave teorica, clinica e sociale.
Dario De Santis
23/11/2016
Bibliografia
Longhin, L., & Mancia, M. (a cura di) (1998). Temi e problemi in psicoanalisi. Bollati Boringhieri, Torino.Mancia, M. (1977). Fisiologia del sistema nervoso. Cortina, Milano.
Mancia, M. (1987). Il sogno come religione della mente. Roma-Bari: Laterza.
Mancia, M. (Ed) (2006). Psicoanalisi e Neuroscienze. Springer-Verlag.
Zuglian, P. (2011). Mancia Mauro, nel sito della Società psicoanalitica italiana, Spiweb