Cronoscopio di Hipp

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Messo a punto nei primi anni '50 dell'Ottocento, il cronoscopio vero fiore all'occhiello della psicologia scientifica fino alla prima guerra mondiale combinava all'orologeria meccanica di precisione le tecnologie derivanti dai recenti progressi nel campo della telegrafia elettrica. Questa sintesi fu l'esito dell'eterogenea formazione dell'inventore tedesco Matthias Hipp, che era stato prima orologiaio elettricista a Blaubeuern, in Germania, e in seguito direttore di produzione dell'Officina federale dei telegrafi di Berna e fondatore della "Fabrique de télégraphes et apparails électriques" a Neuchâtel, in Svizzera.
Dal punto di vista tecnico, il cronoscopio di Hipp è uno strumento che consente la misurazione di intervalli di tempo su una scala di grandezza che raggiunge il millisecondo. La versione studiata da Hipp si basava su un precedente modello messo a punto da Charles Wheatstone (1802-1875). Hipp era riuscito a incrementarne l'accuratezza introducendo un meccanismo che consentiva di isolare il movimento di inerzia dell'orologio, escludendo così l'influenza di questo movimento sulle misurazioni effettuate. Aveva inoltre introdotto un sistema di scappamento basato su una lamella che effettuava 1000 vibrazioni al secondo in corrispondenza della ruota dentata collegata al quadrante.
Il rilevamento degli intervalli di tempo veniva effettuato attraverso un circuito elettromagnetico del tutto simile a quello impiegato nel telegrafo: il passaggio o meno di una corrente attraverso un'elettrocalamita consentiva la chiusura e la riapertura del circuito. Nel caso del cronoscopio, l'apertura del circuito attivava il rilevamento cronometrico, mentre la chiusura lo fermava.
Negli anni successivi alla sua invenzione, il cronoscopio venne ampiamente utilizzato nella balistica, ma a partire dagli studi di Wilhelm Wundt trovò largo impiego nella psicologia sperimentale: in particolare venne usato in combinazione con apparati per il rilevamento delle percezioni uditive, visive, olfattive e adottato soprattutto per la misurazione dei tempi di reazione. In Italia Gabriele Buccola preferì sempre il cronoscopio di Hipp ad altri strumenti di misura e nel 1883 pubblicò i principali risultati delle sue indagini sulle differenze individuali in relazione ai tempi di reazione nell'opera La legge del tempo nei fenomeni del pensiero.

Christian Carletti

Bibliografia

Buccola, G. (1883). La legge del tempo nei fenomeni del pensiero. Saggio di psicologia sperimentale. Milano: Dumolard.
De Mestral, A. (1960). Mathias Hipp (1813-1893). Pionniers suisses de l'économie et de la technique,5, 9-34.
Gundlach, H. (1996). The Hipp chronoscope as totem pole and the formation of a new tribe-applied psychology, psychotechnics and rationality. Teorie e modelli, 1, 65-85.
Koppe, K. (1855). Anfangsgründe der Physik, Essen: Bäbeler (5th ed.).
Mecacci, L. (Ed.) (2001). Manuale di psicologia generale. Firenze: Giunti.
Schaller-Jeanneret, A.F., Hipp, M. (2011). Dizionario storico della Svizzera (DSS), Retrieved October 27, from: http://www.hls-dhs-dss.ch/textes/i/I30302.php
Schraven, T. (2003). The Hipp Chronoscope. Retrieved October 28, 2011, from: The Virtual Laboratory,  Max Planck Institute for the History of Science, Berlin, section "Essays", http://vlp.mpiwg-berlin.mpg.de/essays/data/enc13
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