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Allo scoppio del primo conflitto mondiale, fu chiamato alle armi quale capitano medico della Croce rossa italiana, da cui si congedò nel 1918 con il grado di maggiore. Nel 1919 divenne direttore del Centro neurologico del primo Corpo d’armata di Milano e, trasferitosi definitivamente nel capoluogo lombardo, fu nominato dirigente della Sezione per le malattie nervose e mentali dell’Ambulatorio polispecialistico, dove rimase dal 1919 al 1929; fece parte inoltre della Commissione di verifica degli ospedali psichiatrici e case di salute per le province di Bergamo e Pavia, mentre era già dirigente della Sezione malattie nervose presso l’Istituto sanitario G.B. Palletta di Milano, dove prestò servizio fino alla fine del 1934.
Nel luglio 1929 divenne capo dei servizi sanitari dell’Azienda tranviaria municipale (ATM), che allora contava circa 9.000 dipendenti. L’incarico comprendeva la direzione del servizio assistenziale della Cassa soccorso e malattia dell’ATM e soprattutto la direzione scientifica dell’Istituto psicotecnico dell’azienda, l’unico esistente in Italia per le aziende di trasporto. Qui Massarotti compì migliaia di esami sui guidatori di mezzi pubblici, potenziando e perfezionando l’attrezzatura scientifica dell’istituto e contribuendo alla definizione della normativa sulla sicurezza e la tutela dei lavoratori. Nell’aprile 1931 partecipò infatti alla seconda Conferenza per l’unificazione nazionale delle norme e dei segnali per la circolazione urbana, dove tenne un’importante relazione sull’Esame psicotecnico nei guidatori di autoveicoli, che da quel momento fu reso obbligatorio. Nel 1932 entrò a far parte del Centro di studi per la prevenzione degli infortuni stradali e partecipò al terzo Congresso di psicotecnica della Società di medicina sociale a Roma, dove parlò della Selezione dei conduttori di veicoli rapidi; ancora una volta le sue proposte furono accolte e rese obbligatorie.
Nel 1933 fu nominato direttore scientifico dell’Istituto medico-chirurgico XXVIII Ottobre di Milano (dal 1945 Ospedale dei tranvieri Luigi Resnati), dove rimase fino alla fine della seconda guerra mondiale. Negli anni trenta del Novecento tenne anche diversi corsi di psicotecnica al Politecnico, all’Università Cattolica e alla Regia Università di Milano.
Dal 1937 al 1945, infine, si occupò dell’ampliamento e ammodernamento del Convalescenziario Silvio e Marco Resnati per i dipendenti dell’ATM di Limonta, sul lago di Lecco. Dal 1945, ottenuto il grado di tenente colonnello medico della Croce rossa italiana, continuò la professione privatamente e nel 1959 si spense all’ospedale Luigi Resnati.
Elisabetta Zanarotti Tiranini
20/05/2013
Zanarotti Tiranini E. (2013). Vito Massarotti (1881-1959). Un medico pioniere della psicotecnica nella prima metà del Novecento. Milano: FrancoAngeli.
Biografia
Dopo gli studi classici nella città natale, nel 1899 si iscrisse alla Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Bologna, dove rimase per i primi tre anni. Trasferitosi poi all’Università di Roma, vinse nel 1903 il Premio Rolli come studente del quinto anno e il 17 luglio 1905 si laureò con Augusto Tamburini, discutendo una tesi sul suicidio, che sfociò più tardi nella pubblicazione Il suicidio nella vita e nella società moderna: sua etiologia, patogenesi, sintomatologia, profilassi (Roma, Bernardo Lux, 1913). La collaborazione con Tamburini gli aprì le porte della professione neuropsichiatrica: subito dopo la laurea fu assunto come assistente interno presso gli Ospedali riuniti di Roma. Nel 1907 divenne membro della Società freniatrica italiana e fu nominato direttore scientifico del Sanatorio Bellosguardo di Roma per la cura delle malattie del sistema nervoso, dove si giovò della consulenza dello stesso Tamburini, di Sante De Sanctis e di Giovanni Mingazzini. Mantenne questo incarico fino al maggio 1915, quando ottenne la libera docenza in Clinica psichiatrica, confermata definitivamente nel 1929. Nel 1913, intanto, pochi mesi dopo l’uscita del Suicidio, aveva pubblicato presso lo stesso editore romano Lux un saggio pionieristico: Nel regno di Ulrichs. Appunti e considerazioni sull’omosessualità maschile.Allo scoppio del primo conflitto mondiale, fu chiamato alle armi quale capitano medico della Croce rossa italiana, da cui si congedò nel 1918 con il grado di maggiore. Nel 1919 divenne direttore del Centro neurologico del primo Corpo d’armata di Milano e, trasferitosi definitivamente nel capoluogo lombardo, fu nominato dirigente della Sezione per le malattie nervose e mentali dell’Ambulatorio polispecialistico, dove rimase dal 1919 al 1929; fece parte inoltre della Commissione di verifica degli ospedali psichiatrici e case di salute per le province di Bergamo e Pavia, mentre era già dirigente della Sezione malattie nervose presso l’Istituto sanitario G.B. Palletta di Milano, dove prestò servizio fino alla fine del 1934.
Nel luglio 1929 divenne capo dei servizi sanitari dell’Azienda tranviaria municipale (ATM), che allora contava circa 9.000 dipendenti. L’incarico comprendeva la direzione del servizio assistenziale della Cassa soccorso e malattia dell’ATM e soprattutto la direzione scientifica dell’Istituto psicotecnico dell’azienda, l’unico esistente in Italia per le aziende di trasporto. Qui Massarotti compì migliaia di esami sui guidatori di mezzi pubblici, potenziando e perfezionando l’attrezzatura scientifica dell’istituto e contribuendo alla definizione della normativa sulla sicurezza e la tutela dei lavoratori. Nell’aprile 1931 partecipò infatti alla seconda Conferenza per l’unificazione nazionale delle norme e dei segnali per la circolazione urbana, dove tenne un’importante relazione sull’Esame psicotecnico nei guidatori di autoveicoli, che da quel momento fu reso obbligatorio. Nel 1932 entrò a far parte del Centro di studi per la prevenzione degli infortuni stradali e partecipò al terzo Congresso di psicotecnica della Società di medicina sociale a Roma, dove parlò della Selezione dei conduttori di veicoli rapidi; ancora una volta le sue proposte furono accolte e rese obbligatorie.
Nel 1933 fu nominato direttore scientifico dell’Istituto medico-chirurgico XXVIII Ottobre di Milano (dal 1945 Ospedale dei tranvieri Luigi Resnati), dove rimase fino alla fine della seconda guerra mondiale. Negli anni trenta del Novecento tenne anche diversi corsi di psicotecnica al Politecnico, all’Università Cattolica e alla Regia Università di Milano.
Dal 1937 al 1945, infine, si occupò dell’ampliamento e ammodernamento del Convalescenziario Silvio e Marco Resnati per i dipendenti dell’ATM di Limonta, sul lago di Lecco. Dal 1945, ottenuto il grado di tenente colonnello medico della Croce rossa italiana, continuò la professione privatamente e nel 1959 si spense all’ospedale Luigi Resnati.
Elisabetta Zanarotti Tiranini
20/05/2013
Bibliografia
Bianchi, P. (2013). L'esame ai conducenti di autoveicoli negli archivi di Ugo Pizzoli e Vito Massarotti. In M. Antonelli, & P. Zocchi (a cura di), Psicologi in fabbrica. Storie e fonti (pp. 109-128). Roma: Aracne.Zanarotti Tiranini E. (2013). Vito Massarotti (1881-1959). Un medico pioniere della psicotecnica nella prima metà del Novecento. Milano: FrancoAngeli.