
Edmea Pirami
Ascoli Piceno, 27 giugno 1889 - Bologna, 31 dicembre 1978
Terza figlia di Alberto Pirami, professore di lettere al ginnasio, originario di Pescia, e di Virginia Amadei di Lugo di Romagna, con le quattro sorelle (Ester, Raffaella, Maria e Beatrice, che morì all’età di nove anni di pertosse) seguì gli spostamenti professionali del padre prima di stabilirsi definitivamente a Bologna nel 1906. Qui frequentò il liceo classico Minghetti, dove iniziò a nutrire un profondo interesse per la filosofia e le scienze naturali. Al momento di scegliere la facoltà universitaria decise per medicina, seguendo le orme della sorella maggiore Ester (1890-1967), già laureata nel 1914.
A partire dal quarto anno di corso, frequentò con vivo interesse le lezioni di Carlo Francioni, pediatra formatosi a Firenze sotto la guida di Giuseppe Mya: con lui iniziò un periodo d’istruzione presso la rinnovata Clinica pediatrica Gozzadini, conseguendo poi la laurea – unica donna del suo corso – con il massimo dei voti e la menzione di lode a soli ventitré anni il 4 luglio 1922, con una tesi dal titolo Sulla patogenesi della tetania infantile colla presenza di basi guadininiche nel corpo. Di un metodo speciale per la ricerca delle basi nell’urina (che fu poi pubblicata nel 1925 nella Rivista di clinica pediatrica). Ricevette inoltre, lo stesso giorno, la nomina ad assistente del professor Francioni nella Clinica stessa.
Nel 1924 si iscrisse al corso di specializzazione in pediatria, conseguendo il diploma nel 1927 e diventando così la prima pediatra donna di Bologna; l’anno seguente ottenne anche il diploma di perfezionamento in puericultura.
Nel 1926 vinse un concorso pubblico per un posto di aiuto pediatra presso l’Ospedale degli esposti, l’antico brefotrofio bolognese allora chiamato Istituto maternità ed infanzia, dove lavorò come “specialista delle malattie dei bambini”, dedicando molte energie al suo miglioramento: lo fece arredare come un moderno reparto ospedaliero di neonatologia, combatté la mortalità infantile con tutti i mezzi diagnostici e terapeutici a disposizione e diede il via a un servizio ambulatoriale gratuito frequentato assiduamente, non solo da madri e bambini assistiti dal brefotrofio. Il suo impegno venne riconosciuto con la nomina a direttrice (“comprimaria pediatra”) del brefotrofio stesso.
Agli inizi degli anni Trenta decise di dedicarsi esclusivamente alla libera professione, aprendo due differenti ambulatori, uno privato e uno per i meno abbienti, in memoria del suo maestro Francioni. A questi se ne aggiunse poi un terzo, negli anni Sessanta, dedicato alla cura dei bambini e ragazzi affetti da disfunzioni motorie.
Nel 1933 si sposò Carlo Luigi Emiliani, specialista in medicina interna, primario e poi direttore sanitario all’Ospedale Maggiore, da cui ebbe la figlia Alberta.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale la famiglia Emiliani-Pirami dovette fuggire da Bologna, sfollando a Caselle di San Lazzaro, dove Edmea continuò ad esercitare la professione, recandosi spesso a Bologna – anche in bicicletta – per prestare soccorso a chi le chiedeva aiuto. Quando poté rientrare in città, riaprì i suoi ambulatori.
Per tutta la sua carriera non abbandonò mai lo studio, la volontà di alleviare le sofferenze dei suoi pazienti fu sempre il primo motivo che la spingeva a migliorarsi e a ricercare nuovi metodi di cura. Un evento particolare è degno di nota: all’arrivo degli alleati in città riuscì a ottenere alcune dosi di penicillina e si dice che sia stata il primo medico a utilizzare questo farmaco in ambito pediatrico a Bologna.
Agli inizi degli anni Cinquanta il suo forte senso civile e morale la portò a impegnarsi per l’emancipazione delle donne professioniste, contribuendo a fondare la sezione bolognese dell’Associazione italiana dottoresse in medicina (AIDM), di cui fu presidente nazionale nel 1955, e del Club Soroptimist, di cui fu la prima presidente. Per l’AIDM coniò il motto Matris animo curant e lo stemma raffigurante la dea greca della salute e dell’igiene, Igea. In occasione dell’XI Congresso nazionale dell’AIDM sottolineò il ruolo delle donne medico, professione che – disse – «a noi [donne] meglio si addice perché ha bisogno di essere esercitata con animo pronto ad ogni sorta di sacrificio e con totale dono del cuore se si vuole che essa raggiunga la massima efficienza. […] Le donne animo matris curant! Sì, con animo di madre che non conosce confini al proprio atto d’amore».
Un grande riconoscimento dalla comunità medica bolognese arrivò nel 1952, quando fu eletta nel consiglio dell’Ordine dei medici della città, prima donna a livello nazionale.
Serena Fabbrini
30/03/2021
A partire dal quarto anno di corso, frequentò con vivo interesse le lezioni di Carlo Francioni, pediatra formatosi a Firenze sotto la guida di Giuseppe Mya: con lui iniziò un periodo d’istruzione presso la rinnovata Clinica pediatrica Gozzadini, conseguendo poi la laurea – unica donna del suo corso – con il massimo dei voti e la menzione di lode a soli ventitré anni il 4 luglio 1922, con una tesi dal titolo Sulla patogenesi della tetania infantile colla presenza di basi guadininiche nel corpo. Di un metodo speciale per la ricerca delle basi nell’urina (che fu poi pubblicata nel 1925 nella Rivista di clinica pediatrica). Ricevette inoltre, lo stesso giorno, la nomina ad assistente del professor Francioni nella Clinica stessa.
Nel 1924 si iscrisse al corso di specializzazione in pediatria, conseguendo il diploma nel 1927 e diventando così la prima pediatra donna di Bologna; l’anno seguente ottenne anche il diploma di perfezionamento in puericultura.
Nel 1926 vinse un concorso pubblico per un posto di aiuto pediatra presso l’Ospedale degli esposti, l’antico brefotrofio bolognese allora chiamato Istituto maternità ed infanzia, dove lavorò come “specialista delle malattie dei bambini”, dedicando molte energie al suo miglioramento: lo fece arredare come un moderno reparto ospedaliero di neonatologia, combatté la mortalità infantile con tutti i mezzi diagnostici e terapeutici a disposizione e diede il via a un servizio ambulatoriale gratuito frequentato assiduamente, non solo da madri e bambini assistiti dal brefotrofio. Il suo impegno venne riconosciuto con la nomina a direttrice (“comprimaria pediatra”) del brefotrofio stesso.
Agli inizi degli anni Trenta decise di dedicarsi esclusivamente alla libera professione, aprendo due differenti ambulatori, uno privato e uno per i meno abbienti, in memoria del suo maestro Francioni. A questi se ne aggiunse poi un terzo, negli anni Sessanta, dedicato alla cura dei bambini e ragazzi affetti da disfunzioni motorie.
Nel 1933 si sposò Carlo Luigi Emiliani, specialista in medicina interna, primario e poi direttore sanitario all’Ospedale Maggiore, da cui ebbe la figlia Alberta.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale la famiglia Emiliani-Pirami dovette fuggire da Bologna, sfollando a Caselle di San Lazzaro, dove Edmea continuò ad esercitare la professione, recandosi spesso a Bologna – anche in bicicletta – per prestare soccorso a chi le chiedeva aiuto. Quando poté rientrare in città, riaprì i suoi ambulatori.
Per tutta la sua carriera non abbandonò mai lo studio, la volontà di alleviare le sofferenze dei suoi pazienti fu sempre il primo motivo che la spingeva a migliorarsi e a ricercare nuovi metodi di cura. Un evento particolare è degno di nota: all’arrivo degli alleati in città riuscì a ottenere alcune dosi di penicillina e si dice che sia stata il primo medico a utilizzare questo farmaco in ambito pediatrico a Bologna.
Agli inizi degli anni Cinquanta il suo forte senso civile e morale la portò a impegnarsi per l’emancipazione delle donne professioniste, contribuendo a fondare la sezione bolognese dell’Associazione italiana dottoresse in medicina (AIDM), di cui fu presidente nazionale nel 1955, e del Club Soroptimist, di cui fu la prima presidente. Per l’AIDM coniò il motto Matris animo curant e lo stemma raffigurante la dea greca della salute e dell’igiene, Igea. In occasione dell’XI Congresso nazionale dell’AIDM sottolineò il ruolo delle donne medico, professione che – disse – «a noi [donne] meglio si addice perché ha bisogno di essere esercitata con animo pronto ad ogni sorta di sacrificio e con totale dono del cuore se si vuole che essa raggiunga la massima efficienza. […] Le donne animo matris curant! Sì, con animo di madre che non conosce confini al proprio atto d’amore».
Un grande riconoscimento dalla comunità medica bolognese arrivò nel 1952, quando fu eletta nel consiglio dell’Ordine dei medici della città, prima donna a livello nazionale.
Serena Fabbrini
30/03/2021
Bibliografia
De Santis, D. (2015). Pirami, Edmea. Dizionario biografico degli italiani, vol. 84. Roma: Treccani.
Fabbrini, S. (2017). Edmea Pirami: ritratto di una donna medico. Bollettino Notiziario dell’Ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Bologna, marzo, 13-16.
Fabbrini, S. (2019). La Dottoressa. Edmea Pirami, una pediatra bolognese. Livorno: Media Print.
Fabbrini, S. (2020). Edmea Pirami, pediatra bolognese. Per tutti “la Dottoressa”. OggiScienza, 29 ottobre.
Pirami, E. (1978). Autobiography. In McGregor Hellstedt, L. (a cura di), Women Physicians of the World. Autobiographies of medical pioneers (pp. 176-178). New York: McGraw-Hill Book Company.
Fabbrini, S. (2017). Edmea Pirami: ritratto di una donna medico. Bollettino Notiziario dell’Ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Bologna, marzo, 13-16.
Fabbrini, S. (2019). La Dottoressa. Edmea Pirami, una pediatra bolognese. Livorno: Media Print.
Fabbrini, S. (2020). Edmea Pirami, pediatra bolognese. Per tutti “la Dottoressa”. OggiScienza, 29 ottobre.
Pirami, E. (1978). Autobiography. In McGregor Hellstedt, L. (a cura di), Women Physicians of the World. Autobiographies of medical pioneers (pp. 176-178). New York: McGraw-Hill Book Company.
Fonti archivistiche
Università degli studi di Milano-Bicocca, Biblioteca di Ateneo, Polo di Archivio Storico (PAST), Archivio della famiglia Emiliani-Pirami.
Archivio privato della famiglia Longhena, Discorso di inaugurazione dell’XI Congresso nazionale AIDM, Roma 1-2-3 ottobre 1957.
Archivio storico dell’Università di Bologna, Edmea Pirami, Facoltà di medicina e chirurgia, fasc. 5580; Edmea Pirami, Facoltà di medicina e chirurgia, Scuola di specializzazione in pediatria, fasc. 799; Edmea Pirami Emiliani, Aiuto volontario, Assistenti volontari, fasc. 560.
Archivio privato della famiglia Longhena, Discorso di inaugurazione dell’XI Congresso nazionale AIDM, Roma 1-2-3 ottobre 1957.
Archivio storico dell’Università di Bologna, Edmea Pirami, Facoltà di medicina e chirurgia, fasc. 5580; Edmea Pirami, Facoltà di medicina e chirurgia, Scuola di specializzazione in pediatria, fasc. 799; Edmea Pirami Emiliani, Aiuto volontario, Assistenti volontari, fasc. 560.
Fonte iconografica
Università degli studi di Milano-Bicocca, Biblioteca di Ateneo, Polo di Archivio Storico (PAST), Archivio della famiglia Emiliani-Pirami.