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Cesare Luigi Musatti
Cesare Luigi Musatti

Cesare Luigi Musatti

Dolo (Venezia), 21 Settembre 1897 - Milano, 20 Marzo 1989

Dopo essersi iscritto a Matematica a Padova, si trasferisce a Filosofia, dove decide di completare gli studi sotto la guida del filosofo Antonio Aliotta, accettando una tesi sulle geometrie non euclidee e il problema della conoscenza. In seguito alla partenza di Aliotta per Napoli, porta a termine il lavoro di tesi con Vittorio Benussi, uno dei maggiori rappresentanti della psicologia classica, di cui diviene allievo. Si laurea a Padova nel 1921 e in qualità di assistente di Benussi inizia a collaborare alle attività del Laboratorio di psicologia, da questi fondato. Alla morte prematura del maestro, avvenuta nel 1927, Musatti ne raccoglie l'eredità, succedendogli nella cattedra di psicologia sperimentale e nella direzione dell'Istituto di psicologia dell'Università di Padova. Come il suo maestro, egli coltiva l'interesse per la psicologia sperimentale e per la psicoanalisi, mantenendo separati i due ambiti. Lungo la prima direttrice d'indagine Musatti si viene progressivamente accostando ai criteri interpretativi della psicologia della Gestalt, da lui introdotta in Italia verso la fine degli anni Venti; lungo il secondo filone di ricerca Musatti perviene all'approfondimento del pensiero freudiano, che si traduce nella preparazione di due corsi universitari dedicati alla psicoanalisi (1933-34 e 1934-35) e nell'avvio dell'attività terapeutica.
Allontanato dall'insegnamento universitario nel 1938 in seguito alle leggi razziali, si trasferisce a Milano nel 1940 come insegnante di storia e filosofia al Liceo Parini. Dopo un breve periodo trascorso ad Ivrea presso le aziende Olivetti, che lo vede impegnato nella costituzione di un Centro di psicologia del lavoro, Musatti ottiene nel 1947 la cattedra di psicologia all'Università degli studi di Milano, dove insegnerà fino al 1967. La separazione tra psicologia e psicoanalisi, perseguita nel periodo padovano, caratterizza anche la successiva e lunga esperienza milanese.
L'insegnamento accademico coincide con la prima direttrice fondamentale del suo pensiero, quella psicologica: con l'attività di ricerca sperimentale condotta nell'Istituto di psicologia di Milano, Musatti fornisce contributi importantissimi nel campo delle problematiche percettologiche, in special modo della percezione cromatica, e diviene il maestro di un'intera generazione di psicologi: da Fabio Metelli a Gaetano Kanizsa – suoi allievi già nel periodo padovano – da Guido Petter a Enzo Funari, Dario Romano e Dario Varin. Dal 1960 al 1965 è presidente della Società italiana di psicologia (SIP).
La seconda direttrice del suo pensiero, quella psicoanalitica, è legata alla pubblicazione del Trattato di psicoanalisi del 1949 (la prima organica esposizione della dottrina psicoanalitica freudiana in Italia), all'intensa pratica clinica e all'attività divulgativa svolta attraverso conferenze, incontri e dibattiti, che gli meritano il nome di "padre" della psicoanalisi italiana. Musatti è tra i riorganizzatori della Società psicoanalitica italiana (SPI), ridotta all'inattività dal regime fascista, e tra i promotori della rinascita della Rivista di psicoanalisi, fondata nel 1932 da Edoardo Weiss, che dal 1955 riprende a uscire con regolarità. Nel 1963 istituisce, insieme agli allievi Franco Ciprandi, Renato Sigurtà e Pietro Veltri, il Centro milanese di psicoanalisi, cui collabora attivamente anche un altro celebre allievo, Franco Fornari. Nel 1967 assume la direzione dell'edizione italiana delle opere di Freud.
Nel corso della sua lunga vita, Musatti coniuga un forte interesse per le tematiche civili e sociali con un costante impegno politico nella sinistra italiana, che lo porta ad accettare per due volte la carica di consigliere comunale, nel 1956 e nel 1970. A partire dagli anni '50 svolge un lavoro di consulenza presso il Tribunale dei minori di Milano. Dal 1967 è presidente della Casa della cultura di Milano. Negli ultimi anni i suoi interessi si orientano prevalentemente al cinema e al teatro, e ai rapporti intercorrenti fra le teorie psicologiche e la società attuale. Scrive un cospicuo numero di testi letterari, uno dei quali, Il Pronipote di Giulio Cesare, vince il Premio Viareggio nel 1979.

Marina Manotta
14/09/2009
Bibliografia
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Mecacci, L. (19982). Psicologia e psicoanalisi nella cultura italiana del Novecento. Roma-Bari: Laterza.
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Fonte iconografica
Cesare Musatti, foto di ©Franco Cavassi
Link esterni