
Vittorio Benussi
Trieste, 17 Gennaio 1878 - Padova, 24 Novembre 1927
Dopo aver trascorso infanzia e adolescenza a Trieste, nel 1896 Benussi si trasferisce a Graz, per studiare presso la Facoltà di filosofia. Conosce così Alexius Meinong, che era stato allievo di Franz Brentano e aveva fondato a Graz nel 1894 un Laboratorio di psicologia sperimentale, primo istituto del genere in tutto l'Impero asburgico. Benussi ne frequenta assiduamente le lezioni e si appassiona all'attività del Laboratorio.
Dopo il dottorato in filosofia, conseguito nel 1901, Benussi ottiene nel 1902, presso il Laboratorio, un incarico di "coadiutore", che manterrà ininterrottamente per sedici anni; per garantirsi un'entrata economica stabile, ha già accettato, nel novembre 1901, un impiego come bibliotecario presso la Imperial Regia Biblioteca dell'Università di Graz. L'attività scientifica lo gratifica e i suoi lavori lo fanno conoscere e apprezzare ben presto anche a livello internazionale. In pochi anni, diventa lo "psicologo per eccellenza" della Scuola di Graz.
La ricerca, iniziata con i primi lavori sulle illusioni ottico-geometriche, si amplia allo studio della percezione della forma in generale e della percezione del tempo. Nel 1914 pubblica Die Atmungssymptome der Lüge [I sintomi respiratori della menzogna], il primo dei suoi contributi di "psicologia forense", per il quale oggi è ricordato anche come l'ideatore del lie detector, la macchina della verità.
Negli anni che precedono la prima guerra mondiale, Benussi si dedica a nuovi temi di ricerca, posti ai margini della psicologia ufficiale: affronta lo studio dei fenomeni ipnosuggestivi e si accosta alla psicoanalisi freudiana, che sarà oggetto di analisi approfondita durante il periodo di Padova.
Nonostante gli ampi riconoscimenti internazionali, non riesce tuttavia a ottenere, né a Graz né presso altre università austriache, una sistemazione stabile a livello accademico: l'ostacolo principale è rappresentato dalla sua nazionalità. Nel novembre 1918 torna quindi a Trieste e, nel dicembre dello stesso anno, con l'annessione della città all'Italia, diventa cittadino italiano.
Nella primavera del 1919, grazie all'interessamento di Sante De Sanctis, viene chiamato a ricoprire all'Università di Padova la neoistituita cattedra di psicologia sperimentale, prima come incaricato, poi, dal 16 ottobre 1922, come professore ordinario, nominato con procedura straordinaria "per chiara fama".
Benussi si circonda di un gruppo di validi collaboratori, fra cui Cesare Musatti e Silvia De Marchi, e il suo istituto diventa punto di riferimento importante per psicologi e intellettuali della più diversa estrazione. Benussi si dedica allo studio della suggestione e dell'ipnosi intesi come "mezzi di analisi psichica reale", ossia come strumenti atti a scomporre le funzioni e i processi psichici dalla loro unità funzionale globale per poterli meglio studiare e analizzare nei loro rapporti di interdipendenza; viene così a interessarsi sempre più alla psicoanalisi, anche a seguito della sua amicizia con Edoardo Weiss.
Verena Zudini
06/10/2009
Dopo il dottorato in filosofia, conseguito nel 1901, Benussi ottiene nel 1902, presso il Laboratorio, un incarico di "coadiutore", che manterrà ininterrottamente per sedici anni; per garantirsi un'entrata economica stabile, ha già accettato, nel novembre 1901, un impiego come bibliotecario presso la Imperial Regia Biblioteca dell'Università di Graz. L'attività scientifica lo gratifica e i suoi lavori lo fanno conoscere e apprezzare ben presto anche a livello internazionale. In pochi anni, diventa lo "psicologo per eccellenza" della Scuola di Graz.
La ricerca, iniziata con i primi lavori sulle illusioni ottico-geometriche, si amplia allo studio della percezione della forma in generale e della percezione del tempo. Nel 1914 pubblica Die Atmungssymptome der Lüge [I sintomi respiratori della menzogna], il primo dei suoi contributi di "psicologia forense", per il quale oggi è ricordato anche come l'ideatore del lie detector, la macchina della verità.
Negli anni che precedono la prima guerra mondiale, Benussi si dedica a nuovi temi di ricerca, posti ai margini della psicologia ufficiale: affronta lo studio dei fenomeni ipnosuggestivi e si accosta alla psicoanalisi freudiana, che sarà oggetto di analisi approfondita durante il periodo di Padova.
Nonostante gli ampi riconoscimenti internazionali, non riesce tuttavia a ottenere, né a Graz né presso altre università austriache, una sistemazione stabile a livello accademico: l'ostacolo principale è rappresentato dalla sua nazionalità. Nel novembre 1918 torna quindi a Trieste e, nel dicembre dello stesso anno, con l'annessione della città all'Italia, diventa cittadino italiano.
Nella primavera del 1919, grazie all'interessamento di Sante De Sanctis, viene chiamato a ricoprire all'Università di Padova la neoistituita cattedra di psicologia sperimentale, prima come incaricato, poi, dal 16 ottobre 1922, come professore ordinario, nominato con procedura straordinaria "per chiara fama".
Benussi si circonda di un gruppo di validi collaboratori, fra cui Cesare Musatti e Silvia De Marchi, e il suo istituto diventa punto di riferimento importante per psicologi e intellettuali della più diversa estrazione. Benussi si dedica allo studio della suggestione e dell'ipnosi intesi come "mezzi di analisi psichica reale", ossia come strumenti atti a scomporre le funzioni e i processi psichici dalla loro unità funzionale globale per poterli meglio studiare e analizzare nei loro rapporti di interdipendenza; viene così a interessarsi sempre più alla psicoanalisi, anche a seguito della sua amicizia con Edoardo Weiss.
Verena Zudini
06/10/2009
Bibliografia
Adamo, S. & Zudini, V. (2006). Alla riscoperta di Vittorio Benussi. Presentazione dell'edizione digitale del suo archivio. Teorie & Modelli, n. s., 11(2), 113-125.
Antonelli, M. (1994). Die experimentelle Analyse des Bewußtseins bei Vittorio Benussi. Amsterdam-Atlanta: Rodopi.
Antonelli, M. (1996a). Percezione e coscienza nell'opera di Vittorio Benussi. Milano: Angeli.
Antonelli, M. (1996b). Vittorio Benussi. Leben und Werk-Bibliographie. In International Bibliography of Austrian Philosophy - Internationale Bibliographie zur Österreichischen Philosophie (IBÖP 1986-1987) (pp. 1-95). Amsterdam-Atlanta: Rodopi.
Antonelli, M. (1996c). Vittorio Benussi und die italienische Gestaltpsychologie. In H. Gundlach (a cura di). Untersuchungen zur Geschichte der Psychologie und der Psychotechnik (pp. 45-59). München-Wien: Profil.
Antonelli, M. (a cura di) (2002). Vittorio Benussi. Psychologische Schriften. Textkritische Ausgabe in 2 Bänden. Amsterdam-New York: Rodopi.
Antonelli, M. (a cura di) (2006). Vittorio Benussi. Sperimentare l'inconscio. Scritti (1905-1927). Milano: Cortina.
Ara, A. & Magris, C. (19872). Trieste. Un'identità di frontiera. Torino: Einaudi.
Cattaruzza, S. (a cura di) (1999). Vittorio Benussi. Axiomathes, n. s., 10(1-3). Numero speciale.
Cattonaro, E. (1996). Psicologi a Padova. I pionieri veneti della psicologia italiana. Padova: Il Poligrafo.
Mucciarelli, G. (a cura di) (1987). Vittorio Benussi nella storia della psicologia italiana. Bologna: Pitagora.
Musatti, C. L. (1928a). La Scuola di Psicologia di Padova (1919-1927). Rivista di psicologia, 24, 26-42.
Musatti, C. L. (1928b). L'attività scientifica di Vittorio Benussi. Archivio italiano di psicologia, 6, 259-273.
Musatti, C. L. (1966). Benussi, Vittorio. In Dizionario biografico degli italiani. Volume 8 (pp. 657-659). Roma: Istituto della Enciclopedia Italiana.
Sinatra, M. (1998). Vittorio Benussi. In G. Cimino & N. Dazzi (a cura di), La Psicologia in Italia. I protagonisti e i problemi scientifici, filosofici e istituzionali (1870-1945). Volume 2 (pp. 473-521). Milano: LED.
Stucchi, N. (1987a). Percezione, rappresentazione e persuasione nell'attività scientifica di Vittorio Benussi. In G. Mucciarelli (a cura di) (1987) (pp. 147-164).
Stucchi, N. (1987b). Vittorio Benussi. Breve biografia e bibliografia degli scritti. In G. Mucciarelli (a cura di) (1987) (pp. 187-220).
Stucchi, N. (1996). Seeing and thinking: Vittorio Benussi and the Graz School. Axiomathes, n. s., 7(1-2), 137-172.
Zudini, V. (2006). I sintomi respiratori della menzogna. In M. Antonelli (a cura di), Vittorio Benussi. Sperimentare l'inconscio: scritti (1905-1927) (pp. 66-69). Milano: Cortina.
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Link esterni
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