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Silvio Tonnini
Silvio Tonnini

Silvio Tonnini

Modena, 26 Aprile 1858 - Milano, 10 Luglio 1928

Laureatosi in medicina e chirurgia nel 1883 all’Università di Modena, appena terminati gli studi Giuseppe Silvio Tonnini (spesso citato come Tonini) intraprese la carriera come assistente prima all’Ospedale psichiatrico di Ferrara e poi presso quello di Bologna in Imola.
Nel 1884 vinse il concorso come direttore del Manicomio di Catanzaro in Girifalco, dal quale fece poi ritorno a Imola come medico primario del Manicomio dell’Osservanza. Nel 1890, ottenuta la libera docenza, fu chiamato a dirigere la Villa di salute Alongi e Stagno di Palermo, dove rimase per cinque anni, finché non fu incaricato dell’insegnamento di psichiatria all’Università di Cagliari. Nel 1896 ottenne anche la direzione dello Stabilimento sanitario Colombo, manicomio privato di Milano (poi Casa di salute Varenna). Tre anni dopo, nel 1899, venne chiamato presso l’ateneo di Messina, dove divenne professore ordinario nel 1904. L’anno successivo andò infine a ricoprire la cattedra di Clinica delle malattie nervose e mentali dell’Università di Bologna, dove insegnò fin quasi alla fine dei suoi giorni.
La produzione scientifica di Tonnini fu rilevante in particolare nei due primi decenni della sua attività clinica. Tra le prime opere si segnala il saggio La paranoia e le sue forme (1884), scritto a quattro mani con Giuseppe Amadei, nel quale i due psichiatri passarono in rassegna le classificazioni esistenti della paranoia, proponendone una originale fondata sui dati raccolti dall’osservazione diretta dei pazienti. Ulteriore frutto della collaborazione con Amadei fu la traduzione del Trattato clinico pratico delle malattie mentali di Richard von Krafft-Ebing (1885-86).
Il suo contributo fu però rilevante in modo particolare in relazione allo studio dell’epilessia. Dopo un primo saggio del 1886, sviluppò la sua concezione nella tesi di libera docenza (1890), raccogliendo i suoi studi ulteriori nel volume Le epilessie in rapporto alla degenerazione (1891). In quest’opera, che si presenta come una summa del sapere medico sull’argomento, impiegò l’ampia documentazione statistica per suffragare la tesi eredo-degenerativa. I suoi studi sull’argomento gli valsero la nomea, riferita dal giornalista Augusto Guido Bianchi, di «primo epilettologo d’Italia».
Durante un viaggio nel 1904 fu affascinato dall’antica civiltà egizia; approfondì l’argomento, sotto diverse prospettive, nel libro Psicologia della civiltà Egizia, edito a Torino nel 1906, che si segnala come l’ultimo frutto rilevante della sua attività di ricerca. Come docente si distinse per l’attenzione che pose nell’aggiornare le sue lezioni agli sviluppi più recenti della scienza psichiatrica, inclusa la psicoanalisi.
Nel 1907 fu tra i fondatori, a Roma, della Società italiana di neurologia.
 
Andreas Iacarella
07/01/2021
 
Bibliografia
Anonimo (1929). Giuseppe Silvio To[n]nini, Annuario della R. Università di Bologna per l’anno accademico 1928-1929. Bologna: Tip. Paolo Neri.
Bianchi, A.G. (1892). La patologia del genio e gli scienziati italiani. Inchiesta a proposito del caso di Guy De Maupassant. Milano: Kantorowicz, p. 32.
 
Fonti archivistiche
Civiche Raccolte storiche di Milano, Archivio Andrea Verga, Lettera di Silvio Tonnini (Bologna 4 aprile 1890), b. 5, fasc. 127.