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Cartolina dello psichiatra Edgardo Morpurgo, collaboratore della «Rivista di psicologia», a Giulio Cesare Ferrari (1)
Cartolina dello psichiatra Edgardo Morpurgo, collaboratore della «Rivista di psicologia», a Giulio Cesare Ferrari (1)
Trascrizione
Milano, 30 marzo 1905
Caro Ferrari,
Ti avevo mandato il lavoro sulla Psicologia e psicopatologia [1] ecc. perché me lo avevi chiesto. Io del resto l'avevo destinato ad altro giornale, che me lo pubblicherà molto volentieri. Ti prego perciò rimandarmelo a volta di corriere.
Puoi ben immaginare che non posso né voglio pubblicare un lavoro senza la parte dimostrativa e probatoria. Potrei far grazia delle prime note riguardanti la parte antropologica ma non certo di quelle riguardanti la psicologia e psicopatologia. Ammetto che si possa far qualche breve correzione qua e là di forma, ma non tale da intaccare la sostanza del lavoro che mi ha costato fatica e che ho coscienza meriti di esser pubblicato.
Trattandosi di un numero di saggio occasionale ero anche disposto a farlo più voluminoso del solito, ora non se ne parli più. È bene però che d'ora in avanti mi scriva chiaramente le sue idee sopra ogni lavoro per evitare perdita inutile di tempo e denaro.
Attendo subito il lavoro che devo spedire altrove.
Ti saluto
Aff.mo Morpurgo
[P.S.] Ti prego riverire l'egregia tua Signora a nome della mia.
[1] Si tratta dell'articolo Psicologia e psicopatologia degli ebrei, che fu poi effettivamente pubblicato nella «Rivista di psicologia», vol. I, 1905, pp. 156-175. Nel vol. II, 1906, Morpurgo riprese il discorso pubblicando Donde provengono e chi sono gli ebrei, pp. 226-233. Nel primo volume della rivista, inoltre, Morpurgo compare anche con gli articoli Simulazione di reato da parte di istero-epilettico, pp. 35-50 e Il suicidio nei minorenni, pp. 335-344.
Caro Ferrari,
Ti avevo mandato il lavoro sulla Psicologia e psicopatologia [1] ecc. perché me lo avevi chiesto. Io del resto l'avevo destinato ad altro giornale, che me lo pubblicherà molto volentieri. Ti prego perciò rimandarmelo a volta di corriere.
Puoi ben immaginare che non posso né voglio pubblicare un lavoro senza la parte dimostrativa e probatoria. Potrei far grazia delle prime note riguardanti la parte antropologica ma non certo di quelle riguardanti la psicologia e psicopatologia. Ammetto che si possa far qualche breve correzione qua e là di forma, ma non tale da intaccare la sostanza del lavoro che mi ha costato fatica e che ho coscienza meriti di esser pubblicato.
Trattandosi di un numero di saggio occasionale ero anche disposto a farlo più voluminoso del solito, ora non se ne parli più. È bene però che d'ora in avanti mi scriva chiaramente le sue idee sopra ogni lavoro per evitare perdita inutile di tempo e denaro.
Attendo subito il lavoro che devo spedire altrove.
Ti saluto
Aff.mo Morpurgo
[P.S.] Ti prego riverire l'egregia tua Signora a nome della mia.
[1] Si tratta dell'articolo Psicologia e psicopatologia degli ebrei, che fu poi effettivamente pubblicato nella «Rivista di psicologia», vol. I, 1905, pp. 156-175. Nel vol. II, 1906, Morpurgo riprese il discorso pubblicando Donde provengono e chi sono gli ebrei, pp. 226-233. Nel primo volume della rivista, inoltre, Morpurgo compare anche con gli articoli Simulazione di reato da parte di istero-epilettico, pp. 35-50 e Il suicidio nei minorenni, pp. 335-344.