Home>Protagonisti>
Alberto Argenton
Alberto Argenton

Alberto Argenton

Asmara (Eritrea), 26 Febbraio 1944 - Padova, 23 Maggio 2015

Alberto Argenton nasce ad Asmara, in Eritrea, dove il padre si era trasferito per esercitare la professione medica. Seguendo i genitori nei loro spostamenti, trascorre la preadolescenza a Cividale del Friuli, luogo nel quale ha modo di coltivare il suo interesse per la pittura, e l’adolescenza a Mogadiscio (Somalia), dove frequenta il liceo italiano e continua a perfezionare il suo linguaggio artistico con un lavorio di ricerca sul segno, il colore, la forma.
Compie i suoi studi superiori all’Università di Trieste, dove segue, tra gli altri, gli insegnamenti di Paolo Bozzi, Gaetano Kanizsa, Gian Franco Minguzzi, Giorgio Tampieri, Giovanni Bruno Vicario, e nel 1972 consegue la laurea in Filosofia con indirizzo psicopedagogico (110/110 e lode), discutendo la tesi William Godwin pioniere dell’educazione libertaria. Contributo allo studio della Pedagogia dell’anarchismo – relatore Carmela Metelli Di Lallo, docente nelle Università di Trieste e di Padova.
Appena laureato, inizia la sua carriera universitaria all’Università di Padova, dove nel 1976 ottiene l’incarico dell’insegnamento di Istituzioni di pedagogia – che dal 1982 è chiamato a ricoprire nel ruolo di professore associato – nel Corso di laurea in psicologia della Facoltà di magistero.
Nel triennio 1973-1975 riceve un incarico a tempo parziale dall’Ospedale psichiatrico provinciale di Udine per l’organizzazione e la direzione di un centro di at­tività espressive. Nel 1987 è tra i fondatori del Centro interdipartimentale di studi colore e arte (CISCA) dell’Università di Padova, di cui assume la direzione nel biennio 1989-1991. Nel 1990 ottiene l’inquadramento nel settore scientifico-disciplinare di Psicologia generale e, nel 1991, trasferisce il suo ruolo sull’insegnamento Psicologia dell’arte, che terrà, nella Facoltà di psicologia dell’Università di Padova, fino alla conclusione della sua attività accademica, avvenuta, per raggiunti limiti di età, il 30 settembre 2014.
La diagnosi di un terribile tumore gli giunge il 30 gennaio 2015, sconvolgendo la sua esistenza e i suoi molti progetti in atto, tra cui la cura di un sito web personale (www.albertoargenton.it).
Nell'attività scientifica di Argenton si possono individuare, sostanzialmente, due percorsi di ricerca. Un primo percorso si avvia con lo studio, nella prospettiva della pedagogia dell’anarchismo, di pensatori libertari, in linea con ricerche condotte da Carmela Metelli di Lallo, prematuramente scomparsa nel 1976, e prosegue con l’approfondimento di tematiche riguardanti le teorie dell’educazione, sviluppate fin verso la fine degli anni Ottanta assieme al gruppo di psicologia educativa (Pietro Boscolo, Giorgio Cherubini, Franco Zambelli) e in feconda collaborazione con Laura Messina, compagna anche di vita dal 1977.
Nel secondo percorso si intrecciano ricerche sulla percezione – iniziate nel 1974 indagando con la guida di Fabio Metelli il fenomeno della trasparenza –, sulla psicopatologia dell’espressione plastica, sulla produzione grafica infantile, sulla comunicazione non verbale, considerate nella più ampia cornice dei processi creativi e collegabili sia al crescente interesse per il settore della Psicologia dell’arte, sia alla sua attività pittorica, che continua a sviluppare anche con una qualificata attività espositiva.
È in questo secondo percorso che l’attività di ricerca progressivamente si specializza, privilegiando le teorie della Gestalt e, in particolare, quella di Rudolf Arnheim, adottando l’approccio fenomenologico, anche nelle linee metodologiche tracciate da Paolo Bozzi, e focalizzandosi sul fenomeno artistico, nella sua globalità, e su alcune delle molte questioni che il suo studio pone: il rapporto tra cognizione e arte; l’attività percettivo-rappresentativa che sta alla base del comportamento artistico; la genesi del comportamento artistico ed estetico; l’esperienza estetica; l’emozione estetica; gli aspetti strutturali, processuali e funzionali del linguaggio grafico; lo stile e la dimensione estetica, quali costanti di qualsivoglia manifestazione artistica; l’opera artistica, considerata nella sua configurazione cognitiva; la percezione delle qualità espressive; la relazione tra percezione dell’espressione e dinamica della percezione; i fenomeni della rivalità di contorno, dell’obliquità, del completamento amodale; il rapporto fra strategie rappresentative impiegate nella produzione grafica e pittorica e forme categoriali mentali di tipo visivo cui può ricondursi il loro impiego; la percezione estetica nella pratica del restauro; la percezione aptica; la retorica visiva.
Progressivamente, la sua ricerca ha fornito un significativo contributo alla definizione dello statuto della Psicologia dell’arte e ha portato alla elaborazione di una specifica e originale teoria sulla cognizione estetica, di cui si trova principale testimonianza nei suoi due più importanti lavori di sistematizzazione teorica: Arte e cognizione (1996) e Arte e espressione (2008), entrambi fondati sull’assunto che “l’arte sia un prodotto e una manifestazione dell’attività della mente” (Argenton, 1996, p. 39) e che, se studiata come tale, fornisca “indicazioni sul funzionamento dell’attività cognitiva” (Argenton, 2008, p. 16) e sia determinante per comprendere il funzionamento della mente stessa.

Laura Messina Argenton e Tamara Prest Da Boit
14/01/2016
 
Bibliografia
Bibliografia relativa all'attività scientifica:
Arnheim, R. (1997). Arte e cognizione, by Alberto Argenton. The British Journal of Aesthetics, 37(1), 87-88.
Fossaluzza, C.M., & Verstegen, I. (2014). Introduzione. In C.M. Fossaluzza & I. Verstegen (a cura di), Ragionamenti percettivi. Saggi in onore di Alberto Argenton (pp. 7-13). Milano-Udine: Mimesis Edizioni.
Fossaluzza, C.M., & Verstegen, I. (2014) (a cura di). Ragionamenti percettivi. Saggi in onore di Alberto Argenton. Milano-Udine: Mimesis Edizioni.
Verstegen, I. (2010). Arte e espressione. Studi e ricerche di psicologia dell’arte, by Alberto Argenton. Journal of Aesthetics and Art Criticism, 68, 196-197.
Verstegen, I. (2015). Alberto Argenton, 26.2.1944-23.5.2015. Gestalt Theory, 37(3), 337-340.

Bibliografia relativa all'attività artistica:
Argenton, A. (1990). Il tema e le sue variazioni. Anfione Zeto, 4-5, 246-251.
Del Gobbo, L. (1989). Il segreto manifesto. Macerata: Galleria Arte e Dintorni.
Limentani Virdis, C. (1990). Alberto Argenton: topografia degli opposti. Anfione Zeto, 4-5, 252-255.
Limentani Virdis, C. (2003). Astrattismo biomorfico: Alberto Argenton. In C. Limentani Virdis (a cura di), 1950 2000. Arte a Padova (pp. 146-147). Padova: Edizioni Marcato.
Querèl, V. (1975). Alberto Argenton. Presentazione alla cartella di quattro serigrafie del 1975.
Serra Zanetti, P. (1988). Alberto Argenton. Padova: Garangola, pp. 13.
Stringa, N. (2009) (a cura di). Il Novecento. Dizionario degli artisti. Milano: Mondadori Electa.
Fonti archivistiche
Archivio per l’arte italiana del Novecento, Kunsthistorisches Institut, Firenze.
Archivio storico arte contemporanea della Biennale, Venezia.
Fonte iconografica
Collezione privata, Padova.
Link esterni