
Francesco Umberto Saffiotti
Barrafranca (Enna), 25 Novembre 1882 - Milano, 20 Ottobre 1927
Iscrittosi alla Facoltà di filosofia dell'Università di Messina, Francesco Umberto Saffiotti si laurea nel 1908 con una dissertazione sulla Psicologia delle menti associate di Carlo Cattaneo. Nel lavoro sostiene la necessità che la psicologia si renda autonoma dalla filosofia, in un processo che non sia conflittuale, ma al contrario mirante ad evitare dissidi e malintesi.
Nel 1909 è nominato assistente nel Laboratorio di psicologia pura ed applicata di Milano, diretto da Zaccaria Treves, esperienza che gli fornisce la possibilità di affinare le sue capacità di ricercatore. Dopo la scomparsa del Treves, tiene per un breve periodo la direzione del laboratorio, che abbandonerà in seguito ai contrasti intervenuti con gli altri componenti del gruppo.
Chiamato da Giuseppe Sergi, nel 1912, in qualità di assistente presso l'Istituto di antropologia dell'Università di Roma, vi resterà fino al 1920. Nel 1917 consegue la libera docenza in psicologia sperimentale.
Il periodo romano è interrotto dalla prima guerra mondiale, alla quale Saffiotti partecipa come sottotenente di fanteria, prima in trincea e in seguito come caporeparto presso l'Ufficio psicofisiologico dell'Aeronautica militare di Torino.
Nel 1920, la Facoltà di lettere dell'Università di Palermo gli affida l'incarico ufficiale dell'insegnamento di psicologia sperimentale e la direzione dell'annesso laboratorio. È la prima volta che la psicologia sperimentale appare nell'ordinamento degli studi delle università italiane. Sempre a Palermo tiene l'incarico delle esercitazioni di storia della filosofia presso la Facoltà di lettere e l'insegnamento di antropologia presso la Facoltà di scienze.
Nel 1926 rientra a Milano per dedicarsi all'attività di ricerca e per curare la realizzazione di un Laboratorio di psicologia applicata al lavoro. Non avrà il tempo di vederlo operante, perché la morte lo coglierà il 20 ottobre 1927.
La sua produzione scientifica è caratterizzata da due differenti periodi: il primo, compreso tra il suo arrivo a Milano e la fine della guerra, è caratterizzato dall'interesse per i metodi di misurazione dell'intelligenza in età scolare e per lo studio di alcuni problemi psicopedagogici dell'infanzia, nei suoi aspetti sia normali che patologici; nel secondo periodo, ovvero a partire dal 1919, il suo interesse preminente riguarda invece lo studio delle differenze individuali nel contesto lavorativo.
Peculiari del primo periodo sono le sue ricerche sulla valutazione della capacità mentale, per le quali si avvale di un vastissimo materiale di osservazioni sperimentali raccolto nelle scuole elementari di Milano, che gli consentirà nel 1916 la pubblicazione del volume La misura dell'intelligenza nei fanciulli. Esame critico delle proposte di misura finora fatte e contributo d'indagini personali.
Sempre al primo periodo è da riferire anche il suo interesse per l'educazione dei soggetti con deficit prevalentemente psichici, ai quali dedica diversi scritti, tra cui La selezione degli anormali scolastici (1911), L'assistenza degli anormali scolastici e la prevenzione della delinquenza minorile (1912) e Provvidenze sociali e legislative per i minorenni anormali (1918).
Profondamente convinto che la psicologia non possa esaurirsi in laboratorio, ma debba avere una funzione sociale, Saffiotti guarda con interesse alle possibili applicazioni della disciplina nella scuola, nell'esercito e nell'industria. Nell'ultimo periodo della sua vita rivolge quindi l'attenzione al mondo del lavoro, ovvero allo studio scientifico delle attitudini e ai processi di selezione, che considera basilari per un'organizzazione razionale del lavoro stesso. A queste tematiche dedica una serie di pubblicazioni, tra cui Psicologia, industria e lavoro (1924), La psicologia applicata al lavoro (1927) e La psicologia per l'incremento dell'industria (1927).
Vincenzo Catania
17/05/2010
Nel 1909 è nominato assistente nel Laboratorio di psicologia pura ed applicata di Milano, diretto da Zaccaria Treves, esperienza che gli fornisce la possibilità di affinare le sue capacità di ricercatore. Dopo la scomparsa del Treves, tiene per un breve periodo la direzione del laboratorio, che abbandonerà in seguito ai contrasti intervenuti con gli altri componenti del gruppo.
Chiamato da Giuseppe Sergi, nel 1912, in qualità di assistente presso l'Istituto di antropologia dell'Università di Roma, vi resterà fino al 1920. Nel 1917 consegue la libera docenza in psicologia sperimentale.
Il periodo romano è interrotto dalla prima guerra mondiale, alla quale Saffiotti partecipa come sottotenente di fanteria, prima in trincea e in seguito come caporeparto presso l'Ufficio psicofisiologico dell'Aeronautica militare di Torino.
Nel 1920, la Facoltà di lettere dell'Università di Palermo gli affida l'incarico ufficiale dell'insegnamento di psicologia sperimentale e la direzione dell'annesso laboratorio. È la prima volta che la psicologia sperimentale appare nell'ordinamento degli studi delle università italiane. Sempre a Palermo tiene l'incarico delle esercitazioni di storia della filosofia presso la Facoltà di lettere e l'insegnamento di antropologia presso la Facoltà di scienze.
Nel 1926 rientra a Milano per dedicarsi all'attività di ricerca e per curare la realizzazione di un Laboratorio di psicologia applicata al lavoro. Non avrà il tempo di vederlo operante, perché la morte lo coglierà il 20 ottobre 1927.
La sua produzione scientifica è caratterizzata da due differenti periodi: il primo, compreso tra il suo arrivo a Milano e la fine della guerra, è caratterizzato dall'interesse per i metodi di misurazione dell'intelligenza in età scolare e per lo studio di alcuni problemi psicopedagogici dell'infanzia, nei suoi aspetti sia normali che patologici; nel secondo periodo, ovvero a partire dal 1919, il suo interesse preminente riguarda invece lo studio delle differenze individuali nel contesto lavorativo.
Peculiari del primo periodo sono le sue ricerche sulla valutazione della capacità mentale, per le quali si avvale di un vastissimo materiale di osservazioni sperimentali raccolto nelle scuole elementari di Milano, che gli consentirà nel 1916 la pubblicazione del volume La misura dell'intelligenza nei fanciulli. Esame critico delle proposte di misura finora fatte e contributo d'indagini personali.
Sempre al primo periodo è da riferire anche il suo interesse per l'educazione dei soggetti con deficit prevalentemente psichici, ai quali dedica diversi scritti, tra cui La selezione degli anormali scolastici (1911), L'assistenza degli anormali scolastici e la prevenzione della delinquenza minorile (1912) e Provvidenze sociali e legislative per i minorenni anormali (1918).
Profondamente convinto che la psicologia non possa esaurirsi in laboratorio, ma debba avere una funzione sociale, Saffiotti guarda con interesse alle possibili applicazioni della disciplina nella scuola, nell'esercito e nell'industria. Nell'ultimo periodo della sua vita rivolge quindi l'attenzione al mondo del lavoro, ovvero allo studio scientifico delle attitudini e ai processi di selezione, che considera basilari per un'organizzazione razionale del lavoro stesso. A queste tematiche dedica una serie di pubblicazioni, tra cui Psicologia, industria e lavoro (1924), La psicologia applicata al lavoro (1927) e La psicologia per l'incremento dell'industria (1927).
Vincenzo Catania
17/05/2010
Bibliografia
Intorrella, S. (2008). Francesco Umberto Saffiotti. La Psicologia alla periferia dell'Impero. Palermo: Offset Studio.
Sergi, S. (1927). Necrologio di Umberto Saffiotti. Rivista di Antropologia, vol. XXVII, Roma, 550-553.
Sergi, S. (1927). Necrologio di Umberto Saffiotti. Rivista di Antropologia, vol. XXVII, Roma, 550-553.
Fonte iconografica
Romano L. (2006-2007). La psicologia applicata in Francesco Umberto Saffiotti. Tesi di laurea, Università degli studi di Urbino, a.a. 2006-2007.