Adamo Mario Fiamberti

Stradella (Pavia), 10 Settembre 1894 – Feltre (Belluno), 31 Agosto 1970
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Biografia

Figlio di Francesco Fiamberti e Luigia Sabbia, è ricordato per l’invenzione della leucotomia transorbitaria e per la sua attività psichiatrica nel nord Italia.
Iscrittosi nel 1914 alla Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Torino, allo scoppio della prima guerra mondiale dovette proseguire gli studi al fronte, prestando servizio dapprima come sottotenente del genio, poi dal 1917 presso l’Università Castrense di Padova, infine come aspirante medico nella sanità militare in Carnia, sul Piave, in Val Lagarina, sull’altopiano di Asiago e nell’ospedale da campo diretto da Carlo Foà.
Laureatosi nel 1920 a Torino, divenne assistente effettivo nell’Istituto di anatomia umana di Giuseppe Levi, passando l’anno dopo alla scuola di neuropatologia di Eugenio Medea presso gli Istituti clinici di perfezionamento di Milano. Qui seguì anche il corso di radiologia di Felice Perussia e quello di immunologia e sierodiagnostica presso l’Istituto sieroterapico di Serafino Belfanti. Nello stesso periodo fu nominato medico di sezione dell’Ospedale psichiatrico provinciale di Brescia, diretto da Giuseppe Seppilli.
Tra il 1921 e il 1926 perfezionò i propri studi a Torino, conseguendo i diplomi di ufficiale sanitario e di perito igienista, e frequentando il corso sulla tubercolosi di Ferdinando Micheli. Nel 1926-27 fu anche per un breve periodo primario dell’Ospedale neuropsichiatrico di Verona.
Al contempo, approfondì a Parigi gli studi di anatomia patologica, seguendo le lezioni di Ivan Bertand alla Salpetrière e quelle di neuropsichiatria tenute da Henri Claude alla Clinica delle malattie mentali e dell’encefalo dell’Hôpital Sainte Anne. Studiò altresì la semeiotica delle malattie nervose alla scuola di Medea e frequentò le cliniche delle malattie nervose e mentali di Pavia e Milano, dirette rispettivamente da Ottorino Rossi e Carlo Besta.
Nel 1931 conseguì la libera docenza in clinica delle malattie mentali, tenendo in seguito un corso all’Università di Milano. Dopo aver vinto nel 1932 il concorso per direttore dell’Ospedale psichiatrico di Parma e aver rinunciato all’incarico, accettò l’anno successivo la direzione di quello di Sondrio, spostandosi nel giugno 1935 in quello di Vercelli e nel 1937 nel neonato Ospedale psichiatrico di Varese, dove rimase in carica come direttore fino al 1964. Per un brevissimo periodo, dal febbraio all’aprile 1945, diresse anche l’Ospedale psichiatrico di Mombello.
Dopo aver condotto negli anni Trenta i primi studi sull’epilessia e sui tumori del lobo frontale, negli anni Quaranta si dedicò alle ricerche sull’acetilcolinoterapia, particolare terapia di shock per la cura della schizofrenia, ideata a partire dalle promettenti ricerche di Ugo Cerletti sull’elettroshock (1938) e di Joseph Ladislas von Meduna sull’impiego del cardiaziol (1935). Il volume che raccoglie i suoi studi sull’acetilcolina (1946) vinse il premio Basile al XXIV Congresso nazionale di psichiatria.
Un ruolo centrale nella sua attività scientifica ebbe la tecnica della leucotomia transorbitaria, presentata per la prima volta alla comunità scientifica nel 1935 dal portoghese Antonio Egas Moniz per ridurre la sintomatologia di alcune psicosi; tale operazione prevedeva la perforazione della scatola cranica e la recisione di alcuni nervi del lobo frontale. Fiamberti ideò una tecnica in cui il leucotomo veniva inserito nello spazio tra l’arco sopraorbitario e il bulbo oculare, più facile e vantaggiosa in quanto, non necessitando dell’ausilio di un chirurgo, poteva essere praticata direttamente dagli psichiatri. Nel 1937 pubblicò i primi risultati ottenuti e nel 1938 presentò alla comunità scientifica uno speciale leucotomo in lamina d’oro, da lui ideato modificando lo strumento utilizzato da Moniz. Il complesso di tali interventi operati sul cervello prese il nome di psicochirurgia, e la tecnica inventata da Fiamberti riscosse successi anche negli Stati Uniti, dove fu elogiata e riproposta da Walter Freeman. Un dettagliato resoconto sulle terapie di shock del periodo è presente nel volume pubblicato nel 1962 dal suo allievo Edoardo Balduzzi.
Fiamberti si distinse inoltre per le sue teorizzazioni sulla psicoterapia d’ambiente, essendo convinto della necessità di restituire al paziente psichiatrico la dignità di malato. Al contempo, si interessò dell’insegnamento universitario della psichiatria, cui dedicò una pubblicazione nel 1946. Al fine di sensibilizzare la collettività sulle problematiche relative agli ospedali psichiatrici, scrisse altresì una commedia teatrale, Gli indifesi (1959).
Nel 1964, dopo aver ottenuto il pensionamento, divenne consigliere provinciale nelle liste del Partito liberale italiano, occupandosi di temi riguardanti l’assistenza psichiatrica.
Nominato direttore emerito dell’Ospedale di Varese nel 1970, morì nello stesso anno a Feltre.
 
Jessica Murano
02/12/2021
 

Bibliografia

Armocida, G. (1997). Fiamberti, Adamo Mario. In Dizionario biografico degli italiani (vol. 47). Roma: Treccani.
Armocida, G. (2007). La psicochirurgia di A. M. Fiamberti nella stampa di informazione di metà Novecento. Medicina nei secoli, 19(2), 457-474.
Armocida, G., Licata, M., Gorini, I., & Ciliberti, R. (2019). The Acetylcholine Therapy in the Treatment of Schizophrenia. The Experience of Mario Fiamberti in the Hospital of Varese (1937). Acta Medico-Historica Adriatica, 17(1), 91-102.
Balduzzi, E. (1961). L’Ospedale neuro-psichiatrico di Varese nei suoi primi vent’anni di attività. Varese: Belvedere.
Balduzzi, E. (1962). Le terapie di shock. Milano: Feltrinelli.
Bianchi, F. & Armocida, G. (2015). La terapia acetilcolinica di Mario Fiamberti. Rivista di Storia della Medicina, 25(1), 155-164.
Cottini, P. (2001). L’Ospedale Neuro-Psichiatrico di Varese. Una storia dimenticata. Varese: Azienda sanitaria locale della Provincia di Varese.
Escalar, G. (1954). L’Ospedale Neuro-psichiatrico della Provincia di Varese. Varese: S.D.
Freeman, W. (1948). Transorbital lobotomy; preliminary report of ten cases. Medical Annals of the District of Columbia, 17, 257-261.
Freeman, W. (1961). Psychosurgery, retrospect and project based on 12 years’ experience.  American Journal of Psychology, 111, 601-603.
 

Opere

(1931). Contributo clinico e anatomopatologico allo studio dei tumori del lobo frontale sinistro. Rivista di neurologia, 4, 113-172.
(1937). Proposta di una tecnica operatoria modificata e semplificata per gli interventi alla Moniz sui lobi prefrontali in malati di mente. Rassegna di studi psichiatrici, 26, 797-805.
(1939). Considerazioni sulla leucotomia prefrontale con il metodo transorbitario. Giornale di Psichiatria e di Neuropatologia, 67, 291-295.
(1942). Inizio, sviluppo e indirizzo dei servizi di igiene e profilassi neuro-mentale nella Provincia di Varese. Rassegna di studi psichiatrici, 31, 428-449.
(1946). L’acetilcolina nelle sindromi schizofreniche. Interpretazione patogenica della dissociazione mentale e sua applicazione terapeutica. Firenze: Nicolai.
(1946). Sull’insegnamento universitario della psichiatria. Archivio di psicologia, neurologia e psichiatria, 8, 394-399.
(1947). Technique et indications de la leucotomie transorbitaire. Confinia neurologica, 8, 354-356.
(1951). La leucotomia transorbitaria nel quadro della psicochirurgia. Il lavoro neuropsichiatrico, 9, 5-44.
(1952). La psicoterapia d’ambiente e individuale, completamento delle cure psichiatriche moderne. Rassegna di studi psichiatrici, 41, 1220-1227.
(1959). Gli indifesi. Commedia in tre atti. Varese: La tipografica.
 

Fonte iconografica

Collezione privata del prof. Giuseppe Armocida, Varese.
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