Augusto Guido Bianchi

Torino, 1868 – Milano, 11 Maggio 1951
Vai al menù contestuale

Biografia

Dopo essersi trasferito a Milano al seguito dei genitori nel 1876, frequentò le scuole nella città lombarda. Nel 1883 fu costretto ad abbandonare gli studi ginnasiali, iniziando a lavorare per contribuire al bilancio familiare. Contemporaneamente fece le sue prime esperienze come collaboratore di alcuni giornali letterari; a partire dal 1886 lavorò per la cronaca del quotidiano L’Italia, diretto da Dario Papa, e per la cronaca giudiziaria del corriere Il pungolo. Alla fine degli anni Ottanta dell’Ottocento fu accolto da Eugenio Torelli Viollier nella redazione del Corriere della sera, dove fu a lungo resocontista giudiziario, seguendo alcuni dei processi più importanti del periodo (come quelli a Musolino, Olivo, Murri, Dreyfus). Ben inserito nel mondo culturale italiano (fu molto amico di Giovanni Pascoli), rimase al Corriere fino al 1920, occupandosi anche di sport (fu tra i principali promotori del primo Giro automobilistico d’Italia nel 1901).
Nell’accostarsi alla cronaca giudiziaria, Bianchi divenne un fautore dell’antropologia criminale propugnata da Cesare Lombroso, con il quale intrattenne un rapporto personale e di collaborazione. Ne sono testimonianza alcune pubblicazioni, come La patologia del genio e gli scienziati italiani (1892), in cui Bianchi raccolse il parere di Lombroso e di altri, e Il caso Alberto Olivo (1905), cofirmato dai due. Nel 1893 curò la pubblicazione del volume Il romanzo di un delinquente nato, l’autobiografia di un camorrista internato nel Manicomio criminale di Montelupo. L’opera, che mirava a confermare le tesi lombrosiane, ebbe ampia diffusione in Europa e venne tradotta anche in tedesco. Max Nordau la definì, presentandola sul Corriere, “un documento di primissimo ordine” che “getta una luce accecante sulla psicologia dell’assassino istintivo” (13-14 luglio 1893, p. 3).
Gli interessi psichiatrici e criminologici portarono Bianchi a seguire come corrispondente del Corriere i diversi congressi che si svolsero in Italia e in Europa in quegli anni, come quello internazionale di antropologia criminale di Ginevra e quello psichiatrico di Firenze tenutisi entrambi nel 1896. Nei suoi articoli si fece anche promotore di una sensibilizzazione sul tema del trattamento dei malati psichiatrici, tornando a più riprese a visitare alcune strutture e a denunciarne le condizioni precarie. Fece molto discutere un suo pezzo dal titolo “I manicomi caserme” (Corriere della sera, 9-10 agosto 1896), nel quale sottolineava l’impossibilità di garantire una qualsivoglia terapia nelle strutture elefantiache di diversi ospedali psichiatrici italiani (il riferimento era in modo particolare a quello di Mombello).
Bianchi ebbe un ruolo importante nel portare all’attenzione del grande pubblico i temi dell’antropologia criminale e delle scienze della mente: fin dai suoi primi articoli sulle sommosse agricole del 1889, propose la lettura della folla delinquente avanzata da Scipio Sighele, insieme al quale collaborò all’opera Il mondo criminale italiano (1893-94). Rilevanti furono anche alcuni suoi studi, pubblicati su La Lettura, a proposito dei tatuaggi dei criminali adolescenti (marzo 1901), delle “invenzioni mattoidi” (dicembre 1903 e febbraio 1904) e delle opere d’arte di internati (gennaio 1909). Sul tema delle creazioni dei “mattoidi”, ebbe uno scambio di opinioni e di materiali con Giuseppe Amadei, direttore del manicomio di Cremona e allievo di Lombroso.
Dopo il primo decennio del Novecento, gli interessi di Bianchi per le scienze della mente scemarono notevolmente. Stavano del resto uscendo di scena molti dei protagonisti del positivismo italiano che erano stati i suoi interlocutori (Lombroso era morto nel 1909). Si trattava della fine di un’epoca, nella quale, pur dalla sua posizione di giornalista e divulgatore, Bianchi aveva svolto un ruolo culturale rilevante.

Andreas Iacarella
10/04/2020

Bibliografia

Anonimo (1951). È morto A. G. Bianchi. Decano dei giornalisti milanesi. Corriere della sera, Corriere milanese, 12 maggio, 2.
Licata, G. (1976). Storia del Corriere della sera. Milano: Rizzoli.
Scarpati, C. (1979). Le lettere di Pascoli ad Augusto Guido Bianchi. Aevum, 53(3), 439-497.

Opere

(selezione):
(1887). Gl’idoli. Ernesto Renan metafisico. Napoli: tip. M. Gambella.
(1892). Criminalisti italiani e criminalisti francesi. A proposito del 3° Congresso d’antropologia criminale di Bruxelles. Lettera aperta a G. Tarde. Torino: tip. C. Guadagnini.
(1892) (a cura di). La patologia del genio e gli scienziati italiani. Inchiesta a proposito del caso di Guy De Maupassant. Milano: Kantorowicz.
(1893) (a cura di). Il romanzo di un delinquente nato. Autobiografia di Antonino M. Milano: Libreria Editrice Galli di C. Chiesa e F. Guindani.
(1893-1894) (con G. Ferrero e S. Sighele). Il mondo criminale italiano. Milano: Omodei Zorini.
(1904). Autopsia di un delitto. Processo Murri-Bonmartini. Milano: Libreria editrice nazionale.
(1905) (con C. Lombroso). Il caso Alberto Olivo. Milano: Libreria editrice nazionale.

Fonti archivistiche

Biblioteca Istituzione Classense, Ravenna, Fondo Giuseppe Amadei.
Biblioteca Nazionale Braidense, Milano, Raccolta pascoliana.

Fonte iconografica

Anonimo (1951). È morto A. G. Bianchi. Decano dei giornalisti milanesi. Corriere della sera, Corriere milanese, 12 maggio, 2.
back to top