Paolo Pini

Milano, 16 Febbraio 1875 – Milano, 24 Maggio 1945
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Biografia

Nasce da Giuseppina Annoni e da Gaetano Pini, celebre ortopedico livornese e fondatore, nel 1874, dell’Istituto dei rachitici di Milano. Scomparso precocemente il padre, cresce sotto l’ala protettiva di Filippo Turati e Anna Kuliscioff, esponenti di spicco del socialismo italiano, legati alla famiglia da un rapporto di stretta amicizia.
Dopo aver conseguito la maturità presso il liceo Manzoni di Milano, sceglie di studiare medicina proprio perché influenzato dalla “medichessa” Kuliscioff: iscritto per i primi quattro anni all’Università di Pavia (dove segue, tra gli altri, i corsi di Camillo Golgi), si laurea a Bologna nel 1900 con una tesi “di compilazione” – così la definì, elogiandola, Pietro Albertoni, professore di fisiologia presso l’ateneo bolognese – dal titolo Studio storico-critico sulla patogenesi e sulla terapia dell’epilessia. La tesi viene pubblicata due anni più tardi dall’editore Hoepli, nell’importante collana “I Manuali”: si tratta del suo unico lavoro monografico. Più volte citato nel testo è Augusto Murri, di cui ha seguito le lezioni di clinica medica all’università bolognese (dove ha conosciuto anche Francesco Roncati, Giuseppe Dagnini e Paolo Pellacani).
Dopo la laurea parte per Berlino, diretto alla Clinica neurologica di Hermann Oppenheim, e vi rimane per più di due anni. Rientrato a Milano, apre in via Spadari 3 un ambulatorio gratuito per i malati di malattie nervose, e contemporaneamente inizia a lavorare presso il Manicomio di Mombello. Ma tali esperienze durano poco: nel 1906, infatti, decide di aprire un nuovo studio in corso Magenta 27. Da allora, questo luogo – dove Pini lavora fino alla fine – rappresenta il punto di riferimento per tutti coloro che necessitano di cure mediche, non solo neuropsichiatriche, pur non potendosele permettere.
Medicina e socialismo: per Paolo Pini l’una è impossibile senza l’altro. Una sorta di “santo laico” – come molti milanesi (oltre al collega Ugo Cerletti) lo definiscono – il quale con i soldi pagati dai pazienti più ricchi visita e cura i più poveri, recandosi a domicilio anche di notte (gli danno le chiavi che lui porta sempre in tasca), perché le ore del giorno non bastano mai.
Consigliere comunale dal 1911 al 1926, si rifiuta di aderire al fascismo. Milita invece nel Partito socialista, ed è autore di numerosi articoli su diversi giornali e riviste, tra cui Avanti!, Critica sociale (fondata dal suo “secondo padre” Turati), Critica medica e Giustizia.
Alla sua morte gli vengono intitolati l’Ospedale psichiatrico provinciale sorto ad Affori e la Scuola per bambini epilettici. Quest'ultima, voluta dalla nipote Ada Boschetti Orthmann (cardiologa militante nel Partito socialista italiano di unità proletaria), venne aperta nel 1946 accanto alla Scuola per anormali psichici Treves-De Sanctis, e trasferita qualche anno più tardi in via Monluè.

Elisa Montanari
05/10/2015

Bibliografia

Cazzani, E. (1952). Luci ed ombre nell’Ospedale psichiatrico provinciale di Milano. Varese: La Tecnografica.
Cesa-Bianchi, M. & Sala, G. (1988). Umanità e scienza in medicina. Milano: FrancoAngeli.

Opere

(1902). L’epilessia: eziologia, patogenesi, cura. Milano: Hoepli.
(1902) (con Piero Gonzales). Contributo allo studio del morbo di Parkinson: nota clinica. Rivista di Patologia nervosa e mentale,121-126.
(1902) (con Piero Gonzales). Un caso di edema isterico a disposizione segmentale: nota clinica. Annali di Nevrologia, 20.
 

Fonti archivistiche

Archivio storico dell’Università di Bologna, fascicolo studente n. 3290, Facoltà di medicina.
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