Prolusione al corso di Psicologia generale 1891
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Testo della Prolusione al corso di Psicologia generale dal titolo: "Del concetto scientifico e moderno della natura. Prolusione del dottor Tito Vignoli, 20 gennaio 1891".
Incipit: "Signori, nel corso di Psicologia generale ch'ebbi l'onore d'imprendere in questa catedra l'anno passato tentammo di risalire, per quanto le condizioni della scienza attuale comportino, alle origini della vita e alle manifestazioni poi concomitanti della psiche sia implicita od esplicita negl'organismi: e l'uomo allora venne soltanto considerato quale membro integrale del vasto ed antico ordine zoologico del pianeta. [...] In questo anno noi ci fermeremo a considerare particolarmente, tra tutte le specie zoologiche, l'uomo investigandone più intimamente le funzioni organiche correlative alle attitudine sue speciali psichiche, investigando per ultimo per quale causa o condizione fisiologica avvenga e sia avvenuta la evidente sua soperiorità intellettuale e morale verso gli altri animali."
Il discorso prosegue sviluppando il rapporto tra l'uomo e l'ordine del mondo (cosmologia): "non fu mai la conoscenza psicologica, e in parte organica, dell'uomo quella che via via rischiarò e andò perfezionando il concetto cosmologico; ma viceversa fu sempre - e l'ultima era scientifica dopo Copernico e Galileo lo dimostra in modo lampante - la conoscenza più esatta e vera del mondo che rischiarò e fece meglio comprendere l'uomo."
La prolusione si conclude con considerazioni teleologiche: "La storia con evidenza c'insegna che il vero, qualunque sia conseguito, è sempre fecondo di beni reali e duraturi, poiché la intelligenza e la vita che fatalmente vogliono e intendono al bene, vi si adattano con naturale [e ragionevole] agio, e con ciò veracemente progrediscono, liberandosi da illusioni, le quali, comecché sembrino col loro momento storico utili, riescono invece poi cagioni di mali e di errori d'ogni sorta, che il solo vero può radicalmente dissipare e rimovere".
Incipit: "Signori, nel corso di Psicologia generale ch'ebbi l'onore d'imprendere in questa catedra l'anno passato tentammo di risalire, per quanto le condizioni della scienza attuale comportino, alle origini della vita e alle manifestazioni poi concomitanti della psiche sia implicita od esplicita negl'organismi: e l'uomo allora venne soltanto considerato quale membro integrale del vasto ed antico ordine zoologico del pianeta. [...] In questo anno noi ci fermeremo a considerare particolarmente, tra tutte le specie zoologiche, l'uomo investigandone più intimamente le funzioni organiche correlative alle attitudine sue speciali psichiche, investigando per ultimo per quale causa o condizione fisiologica avvenga e sia avvenuta la evidente sua soperiorità intellettuale e morale verso gli altri animali."
Il discorso prosegue sviluppando il rapporto tra l'uomo e l'ordine del mondo (cosmologia): "non fu mai la conoscenza psicologica, e in parte organica, dell'uomo quella che via via rischiarò e andò perfezionando il concetto cosmologico; ma viceversa fu sempre - e l'ultima era scientifica dopo Copernico e Galileo lo dimostra in modo lampante - la conoscenza più esatta e vera del mondo che rischiarò e fece meglio comprendere l'uomo."
La prolusione si conclude con considerazioni teleologiche: "La storia con evidenza c'insegna che il vero, qualunque sia conseguito, è sempre fecondo di beni reali e duraturi, poiché la intelligenza e la vita che fatalmente vogliono e intendono al bene, vi si adattano con naturale [e ragionevole] agio, e con ciò veracemente progrediscono, liberandosi da illusioni, le quali, comecché sembrino col loro momento storico utili, riescono invece poi cagioni di mali e di errori d'ogni sorta, che il solo vero può radicalmente dissipare e rimovere".
Estremi cronologici
20 Gennaio 1891
Consistenza
16 carte
Collocazione
b. 8, fasc. 04