Weiss Edoardo
Contenuto
Due lettere al medico e psicoanalista triestino Edoardo Weiss (1889-1970).
1) [s.l., 1933]: chiede di poter pubblicare l'articolo "Simbolismo onirico e sogni ricorrenti" sulla rivista da lui diretta ("Rivista italiana di psicoanalisi") e lo avverte della lunghezza dell'articolo, che per il gran numero di sogni interpretati verrebbe ad occupare una cinquantina di pagine della rivista (1); gli chiede, per conto di un collega antropologo, informazioni bibliografiche relative agli studi psicoanalitici sul simbolismo dell'occhio, e gli domanda a questo riguardo l'indicazione dell'edizione tedesca del lavoro di Sandor Ferenczi "Contributi alla psicoanalisi" (2).
2) [s.l., 1949]: riferisce che è da poco uscita, per i tipi Giuffré, la traduzione italiana dell'opera di Franz Alexander "Il delinquente e i suoi giudici", per la quale aveva fatto da intermediario tra Alexander e l'editore; racconta a questo proposito della situazione incresciosa in cui lo ha posto l'editore, chiedendogli di convincere Alexander a rinunciare al compenso pattuito, a causa delle cattive condizioni del mercato italiano (3). Comunica di aver spedito a Weiss una copia del suo "Trattato di psicoanalisi", appena uscito, e gli estratti di alcuni articoli, e riferisce che Flescher è molto risentito per le recensioni di Weiss apparse sul "Quarterly" (4). Si diffonde poi sulla propria situazione accademica e professionale: divenuto titolare della cattedra di psicologia a Milano, tiene corsi nella facoltà di filosofia e di medicina; ha cominciato a raccogliere intorno a sé alcuni allievi e ha costituito una società medicopsicologica che si riunisce il primo lunedì di ogni mese per ascoltare e discutere una relazione. Comunica inoltre di aver preparato un'antologia freudiana, contenente gli scritti minori di Freud che diversamente non sarebbero mai apparsi nel panorama italiano, e di averne in serbo un'altra per la prossima estate, contenente i lavori di Freud sulla tecnica (5). Manifesta però alcune riserve su quest'ultimo progetto, in quanto potrebbe invogliare, a suo parere, anche i medici non analizzati a praticare l'analisi. Infine, chiede a Weiss se tornerà in Europa per partecipare al Congresso di psicoanalisi di Zurigo (6).
NOTE
(1) C. L. Musatti, "Simbolismo onirico e sogni ricorrenti", in "Rivista italiana di psicoanalisi", 1933, 2, pp. 111137.
(2) Si tratta con ogni probabilità di: S. Ferenczi, "Contributions to PsychoAnalysis" (successivamente edito col titolo "Sex in Psichoanalysis" nel 1950), R.G. Badger, Boston, 1916, contenente il lavoro "Zur Augensymbolik" (pubblicato prima in "Internationale Zeitschrift fuer Psychoanalyse", 1913, 1, pp. 161164) cui Musatti fa riferimento.
(3) Franz Alexander e Hugo Staub, "Il delinquente e i suoi giudici. Uno sguardo psicanalitico nel campo del diritto penale", prefazione e traduzione di Pietro Veltri, Milano, Giuffrè, 1948. Musatti si era occupato dell'opera di Alexander e Staub, uscita in tedesco nel 1929 col titolo "Der Verbrecher und seine Richter", in ocasione della stesura della voce "Psicoanalisi" per il "Dizionario di criminologia" Vallardi del 1943.
(4) Joachim Flescher, medico galiziano divenuto discepolo di Weiss, si rifugiò a Roma durante la guerra, dove fondò nel 1945 la Rivista "Psicoanalisi". Le recensioni di Flescher ad opera di Weiss uscirono sul "Psychoanalytic Quarterly", la più antica rivista di psicoanalisi del Nord America, fondata nel 1932.
(5) C.L. Musatti, "Freud", Firenze, Arco, 1949. La seconda antologia freudiana, progettata da Musatti, non fu mai pubblicata.
(6) Il XVI Congresso Internazionale di Psicoanalisi si tenne a Zurigo dal 14 al 18 agosto 1949. L'Italia era rappresentata da Musatti e Joachim Flescher, che tennero due relazioni, e inoltre da Nicola Perrotti ed Emilio Servadio. Edoardo Weiss non partecipò al congresso.
1) [s.l., 1933]: chiede di poter pubblicare l'articolo "Simbolismo onirico e sogni ricorrenti" sulla rivista da lui diretta ("Rivista italiana di psicoanalisi") e lo avverte della lunghezza dell'articolo, che per il gran numero di sogni interpretati verrebbe ad occupare una cinquantina di pagine della rivista (1); gli chiede, per conto di un collega antropologo, informazioni bibliografiche relative agli studi psicoanalitici sul simbolismo dell'occhio, e gli domanda a questo riguardo l'indicazione dell'edizione tedesca del lavoro di Sandor Ferenczi "Contributi alla psicoanalisi" (2).
2) [s.l., 1949]: riferisce che è da poco uscita, per i tipi Giuffré, la traduzione italiana dell'opera di Franz Alexander "Il delinquente e i suoi giudici", per la quale aveva fatto da intermediario tra Alexander e l'editore; racconta a questo proposito della situazione incresciosa in cui lo ha posto l'editore, chiedendogli di convincere Alexander a rinunciare al compenso pattuito, a causa delle cattive condizioni del mercato italiano (3). Comunica di aver spedito a Weiss una copia del suo "Trattato di psicoanalisi", appena uscito, e gli estratti di alcuni articoli, e riferisce che Flescher è molto risentito per le recensioni di Weiss apparse sul "Quarterly" (4). Si diffonde poi sulla propria situazione accademica e professionale: divenuto titolare della cattedra di psicologia a Milano, tiene corsi nella facoltà di filosofia e di medicina; ha cominciato a raccogliere intorno a sé alcuni allievi e ha costituito una società medicopsicologica che si riunisce il primo lunedì di ogni mese per ascoltare e discutere una relazione. Comunica inoltre di aver preparato un'antologia freudiana, contenente gli scritti minori di Freud che diversamente non sarebbero mai apparsi nel panorama italiano, e di averne in serbo un'altra per la prossima estate, contenente i lavori di Freud sulla tecnica (5). Manifesta però alcune riserve su quest'ultimo progetto, in quanto potrebbe invogliare, a suo parere, anche i medici non analizzati a praticare l'analisi. Infine, chiede a Weiss se tornerà in Europa per partecipare al Congresso di psicoanalisi di Zurigo (6).
NOTE
(1) C. L. Musatti, "Simbolismo onirico e sogni ricorrenti", in "Rivista italiana di psicoanalisi", 1933, 2, pp. 111137.
(2) Si tratta con ogni probabilità di: S. Ferenczi, "Contributions to PsychoAnalysis" (successivamente edito col titolo "Sex in Psichoanalysis" nel 1950), R.G. Badger, Boston, 1916, contenente il lavoro "Zur Augensymbolik" (pubblicato prima in "Internationale Zeitschrift fuer Psychoanalyse", 1913, 1, pp. 161164) cui Musatti fa riferimento.
(3) Franz Alexander e Hugo Staub, "Il delinquente e i suoi giudici. Uno sguardo psicanalitico nel campo del diritto penale", prefazione e traduzione di Pietro Veltri, Milano, Giuffrè, 1948. Musatti si era occupato dell'opera di Alexander e Staub, uscita in tedesco nel 1929 col titolo "Der Verbrecher und seine Richter", in ocasione della stesura della voce "Psicoanalisi" per il "Dizionario di criminologia" Vallardi del 1943.
(4) Joachim Flescher, medico galiziano divenuto discepolo di Weiss, si rifugiò a Roma durante la guerra, dove fondò nel 1945 la Rivista "Psicoanalisi". Le recensioni di Flescher ad opera di Weiss uscirono sul "Psychoanalytic Quarterly", la più antica rivista di psicoanalisi del Nord America, fondata nel 1932.
(5) C.L. Musatti, "Freud", Firenze, Arco, 1949. La seconda antologia freudiana, progettata da Musatti, non fu mai pubblicata.
(6) Il XVI Congresso Internazionale di Psicoanalisi si tenne a Zurigo dal 14 al 18 agosto 1949. L'Italia era rappresentata da Musatti e Joachim Flescher, che tennero due relazioni, e inoltre da Nicola Perrotti ed Emilio Servadio. Edoardo Weiss non partecipò al congresso.
Estremi cronologici
1933 - 1948
Consistenza
2 carte
Collocazione
b. 3, fasc. 30