Pieraccini Carlo. 1939-1940
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Undici lettere di Carlo Pieraccini (1901 - 1973), medico psichiatra, al padre Arnaldo:
1) Genova, 31 gennaio 1939: lo informa di essersi ormai assuefatto all'idea di trasferirsi allo Stabilimento Biffi. Su consiglio del Segretario generale intende scrivere anche al preside della Provincia di Genova per chiedere una proroga della licenza ordinaria per poter effettuare il periodo di prova. Nel frattempo ha già scritto a Medea una lettera, della quale invia copia al padre.
Carta intestata: Dott. Carlo Pieraccini | Medico di Sezione | Ospedale Psichiatrico Provinciale | Genova – Quarto
2) Genova, 5 febbraio 1939: comunica l'invio di una lettera di Medea, che gli ha fatto molto piacere. Pensa di riuscire ad essere a Monza già il 25 febbraio, anche per accontentare Medea. Pertanto cercherà di darsi da fare per smaltire tutto il lavoro arretrato. Non ha ancora scritto al preside della Provincia di Genova per chiedere la proroga del congedo, perché preferirebbe farlo attraverso la direzione dell'istituto, ma purtroppo sia il direttore Alberti, che il vice Daneo sono malati. Gli comunica l'intenzione di scrivere una cartolina di saluti ad Antonini e a Giacomelli. Promette di scrivere anche ad Ottaviano.
Carta intestata: Dott. Carlo Pieraccini | Medico di Sezione | Ospedale Psichiatrico Provinciale | Genova – Quarto
Acclusa la lettera di Eugenio Medea a Carlo Pieraccini, Milano, 3 febbraio 1939: si compiace per il prossimo arrivo di Carlo Pieraccini allo Stabilimento Biffi. Gli chiede se possibile di anticipare la partenza al 25 febbraio, in modo da avere la possibilità di lavorare per qualche tempo al fianco di Rostan, prima che questi si trasferisca a Sondrio. Gli comunica l'invio di un suo lavoro sulla poliomielite anteriore degli adulti e lo aggiorna sugli studi che ha in corso, riguardanti la reazione paradossa della pupilla e la questione del delinquente per tendenza, tema quest'ultimo, sul quale sta preparando una comunicazione per l'Istituto Lombardo. Lo informa che verrà nominato segretario della sezione lombarda della Lega d'igiene mentale al posto di Rostan. Ritenendo che anche in questo ambito potranno lavorare insieme proficuamente.
3) Monza, 28 aprile 1939: rammaricato per il lungo silenzio, racconta di essere completamente assorbito dal lavoro in istituto. Lo informa di avere ormai deciso di rinunciare a Genova. Ritiene di riuscire a concludere il contratto per l'incarico allo Stabilimento Biffi entro la settimana successiva. Racconta di essere stato a Genova martedì, accompagnato in auto da Giacomelli e di avere poi cenato al Boccaccio con Ottaviano, che ha trovato in ottime condizioni. Accenna di aver saputo delle malattie dei bambini, compiacendosi che stiano meglio. Avverte che domenica 30 sarà a Como per partecipare alla riunione annuale della sezione lombarda della Lega italiana per l'igiene e profilassi mentale, aggiungendo che Medea vorrebbe venisse nominato segretario di quella sezione, presieduta da Corberi. Chiede di essere aggiornato sulle condizioni dei familiari. Assicura che Olga gli ha confermato che Ottaviano sta magnificamente.
Carta intestata: Stabilimento sanitario Biffi | in Monza | diretto dal | Prof. Comm. Eugenio Medea
4) Monza, 14 giugno 1939: lo ringrazia per la lettera che gli ha scritto. Lo informa di aver consegnato al preside della Provincia di Genova la lettera di dimissioni e di aver ricevuto quella di congedo, accompagnata da espressioni di rammarico per la sua partenza, di simpatia e di augurio. Promette di avvertirlo quando scriverà ad Alberti e agli altri colleghi per congedarsi, in modo che anche lui possa mandare due righe. Esprime soddisfazione per la parte economica del nuovo lavoro. Lo aggiorna sulle numerose attività che svolge, anche come consulente e perito. Racconta di essersi ambientato e di trovarsi bene, soprattutto con le suore. Presto riceverà una visita dal pretore. Assicura che Ottaviano, Olga e Ninani stanno bene. Pur essendo molto indaffarato, conta di riuscire a fare presto una scappata a Genova. Aggiunge di avere ricevuto l'incarico di stendere il regolamento interno di cui lo Stabilimento Biffi è sprovvisto: cercherà di procurarsene di simili, a cominciare da quello in uso ad Arezzo.
Carta intestata: Stabilimento sanitario Biffi | in Monza | diretto dal | Prof. Comm. Eugenio Medea
5) Genova, 16 giugno 1939: racconta di essere appena arrivato alla stazione di Genova, attratto dal richiamo della Superba, con l'intenzione di fermarsi fino a domenica. Riferisce che l'arrivo simultaneo del conte e del senatore ha destato grande impressione. Si augura che non restino delusi. Aggiunge che il dottor Pellizzari di Brescia, comproprietario dello Stabilimento Biffi, ha voluto conoscere il senatore ed è quasi riuscito a combinare una gita a Frassineto. Da parte sua, lo ha invitato a passare da Arezzo, fermandosi a colazione o a pranzo. Gli raccomanda, nel caso, di mostrargli l'istituto e soprattutto la colonia. Promette di scrivere. Invia saluti.
6) Monza, 21 giugno 1939: racconta di non essere riuscito a vedere Ottaviano e la sua famiglia non essendosi mosso da Monza dopo il suo ritorno da Genova. Aggiunge di essere sempre molto indaffarato. Gli riferisce le sue impressioni rispetto al conte, che gli pare un “deficiente originario”, con difetto delle capacità critiche e della e della sfera etica, al quale riconosce tuttavia un'indole ottima e affezione per la famiglia. Ritiene che non sia pienamente consapevole della sua situazione attuale e allo stesso tempo è portato ad escludere un vero e proprio delirio d'immaginazione così come una psicosi mitomaniaca. Inoltre non ha mai dato particolari problemi ed è ben voluto da tutti. Riferisce di aver visto il senatore, al quale sia lui che Medea e i proprietari dell'istituto hanno usato mille cortesie, invitandolo anche a colazione insieme al figlio. Ha così pranzato con i due ospiti, due medici, l'ingegner Stampa e il dottor Pellizzari. L'ingegner Stampa ha anche riaccompagnato il senatore alla stazione. Ringrazia il padre per aver inviato il malato alle cure dell'istituto, auspicando il ripetersi di altre simili occasioni.
Carta intestata: Stabilimento sanitario Biffi | in Monza | diretto dal | Prof. Comm. Eugenio Medea
7) Monza, 28 giugno 1939: sollecita notizie dal padre. Assicura che sta bene, malgrado il carico di lavoro. Riferisce di aver visto Ottaviano più volte e di averlo trovato in buone condizioni, così come i suoi. Aggiunge che “il conte di Frassineto” continua a mostrarsi contrario alla sua permanenza allo Stabilimento Biffi, malgrado ciò mangia, dorme e non arreca nessun disturbo. Pensa di riuscire ad ottenere qualche giorno di licenza verso la fine di luglio, poi ad agosto inoltrato o a settembre. Il professor Eugenio Medea prenderà invece un periodo di congedo intorno al 7 luglio. Gli raccomanda di fargli sapere eventuali programmi. Comunica di aver procurato due nuovi clienti alla casa di cura, uno dei quali è una dottoressa, che ha visitato a Milano. Si augura di riceve a giorni la visita dell'amico pretore. Lo invita a scrivergli più spesso. Invia saluti. Lo invita ad occuparsi della questione del regolamento speciale interno, così come gli ha scritto in altra occasine.
Carta intestata: Stabilimento sanitario Biffi | in Monza | diretto dal | Prof. Comm. Eugenio Medea
8) Monza, 13 luglio 1939: racconta di non avere ancora visto la malata di cui gli ha scritto l'ultima volta, tuttavia lo ringrazia, anche a nome della casa. Lo informa che Medea è da qualche giorno al mare e dovrebbe rientrare a Milano domenica sera. Gli scrive l'indirizzo di Medea a Poveromo, frazione di Marina di Massa, nel caso avesse l'occasione di passare da quelle parti andando a Viareggio. Comunica che “il conte di Frassineto” continua a comportarsi bene, mentre sta per essere approvato un provvedimento di interdizione. Nella redazione del certificato peritale richiesto a tale proposito dal senatore Frassineto, Medea ha voluto coinvolgere anche Pieraccini, che ha steso l'anamnesi e l'esame psichico, riservandosi le conclusioni. Domanda al padre se sia opportuno chiedere un compenso in denaro a Frassineto, considerate le cortesie ricevuto, soprattutto nei confronti di Piero. Chiede l'indirizzo di Gina a Viareggio. Riferisce di essere oberato di lavoro, anche per la mole dell'attività peritale. Anna gli ha scritto una lettera affettuosa nella speranza di riallacciare i rapporti: non le ha ancora risposto, ma teme di non poterle dare una risposta consolante. Ha visto Ottaviano, assicura che sta bene e così i suoi.
Carta intestata: Stabilimento sanitario Biffi | in Monza | diretto dal | Prof. Comm. Eugenio Medea
9) Monza, 23 febbraio 1940: ringrazia per l'ultima lettera che gli ha scritto. Manda auguri di pronta guarigione ai piccoli. Spera di raggiungere i familiari per Pasqua. Gli chiede l'invio di qualche “periziola”, o almeno una bibliografia, sul tema dell'aggravamento del processo neuroluetico (o di paralisi progressiva) in seguito a trauma, per una perizia d'infortunio che deve redigere. Gli manda la nota dei sussidi ad Ottaviano dal mese di dicembre per una somma complessiva di 6055, cifra dalla quale sono escluse alcune erogazioni che considera a sconto del compenso per le prestazioni del fratello in occasione della stipula del contratto con lo Stabilimento Biffi. Assicura che Ottaviano sta meglio e dopo l'operazione sembra aver acquisito nuova energia e buona volontà. Con Olga sta cercando di fare in modo di migliorare la sua situazione economica.
10) Milano, 30 novembre 1940: riferisce di essere stato a Genova per procurarsi alcuni documenti che gli consentano la nomina ad ufficiale in qualità di capitano o di tenente, ma può darsi che il fatto di aver lasciato il pubblico impiego gli costi la sola nomina a sottotenente.
Carta intestata: Stabilimento sanitario Biffi | in Monza | diretto dal | Prof. Comm. Eugenio Medea
11) Milano, 22 dicembre 1940: racconta che i motivi per i quali lui ed Ottaviano scrivono raramente sono gli impegni di lavoro e la mancanza di novità. Assicura tuttavia che Ottaviano e famiglia stanno bene. Senza scendere in dettagli sul suo lavoro, aggiunge che Medea è via per natale, ma rientrerà subito dopo. Lo informa che non tornerà a casa per le feste. Si compiace che i familiari riescano invece a riunirsi. Spera che Gina riesca ad ottenere il trasferimento in una sede più gradita. Lo informa sulla signora Viligiardi. Fornisce ragguagli sui prestiti concessi a Ottaviano. Invia saluti
Carta intestata: Stabilimento sanitario Biffi | in Monza | diretto dal | Prof. Comm. Eugenio Medea
1) Genova, 31 gennaio 1939: lo informa di essersi ormai assuefatto all'idea di trasferirsi allo Stabilimento Biffi. Su consiglio del Segretario generale intende scrivere anche al preside della Provincia di Genova per chiedere una proroga della licenza ordinaria per poter effettuare il periodo di prova. Nel frattempo ha già scritto a Medea una lettera, della quale invia copia al padre.
Carta intestata: Dott. Carlo Pieraccini | Medico di Sezione | Ospedale Psichiatrico Provinciale | Genova – Quarto
2) Genova, 5 febbraio 1939: comunica l'invio di una lettera di Medea, che gli ha fatto molto piacere. Pensa di riuscire ad essere a Monza già il 25 febbraio, anche per accontentare Medea. Pertanto cercherà di darsi da fare per smaltire tutto il lavoro arretrato. Non ha ancora scritto al preside della Provincia di Genova per chiedere la proroga del congedo, perché preferirebbe farlo attraverso la direzione dell'istituto, ma purtroppo sia il direttore Alberti, che il vice Daneo sono malati. Gli comunica l'intenzione di scrivere una cartolina di saluti ad Antonini e a Giacomelli. Promette di scrivere anche ad Ottaviano.
Carta intestata: Dott. Carlo Pieraccini | Medico di Sezione | Ospedale Psichiatrico Provinciale | Genova – Quarto
Acclusa la lettera di Eugenio Medea a Carlo Pieraccini, Milano, 3 febbraio 1939: si compiace per il prossimo arrivo di Carlo Pieraccini allo Stabilimento Biffi. Gli chiede se possibile di anticipare la partenza al 25 febbraio, in modo da avere la possibilità di lavorare per qualche tempo al fianco di Rostan, prima che questi si trasferisca a Sondrio. Gli comunica l'invio di un suo lavoro sulla poliomielite anteriore degli adulti e lo aggiorna sugli studi che ha in corso, riguardanti la reazione paradossa della pupilla e la questione del delinquente per tendenza, tema quest'ultimo, sul quale sta preparando una comunicazione per l'Istituto Lombardo. Lo informa che verrà nominato segretario della sezione lombarda della Lega d'igiene mentale al posto di Rostan. Ritenendo che anche in questo ambito potranno lavorare insieme proficuamente.
3) Monza, 28 aprile 1939: rammaricato per il lungo silenzio, racconta di essere completamente assorbito dal lavoro in istituto. Lo informa di avere ormai deciso di rinunciare a Genova. Ritiene di riuscire a concludere il contratto per l'incarico allo Stabilimento Biffi entro la settimana successiva. Racconta di essere stato a Genova martedì, accompagnato in auto da Giacomelli e di avere poi cenato al Boccaccio con Ottaviano, che ha trovato in ottime condizioni. Accenna di aver saputo delle malattie dei bambini, compiacendosi che stiano meglio. Avverte che domenica 30 sarà a Como per partecipare alla riunione annuale della sezione lombarda della Lega italiana per l'igiene e profilassi mentale, aggiungendo che Medea vorrebbe venisse nominato segretario di quella sezione, presieduta da Corberi. Chiede di essere aggiornato sulle condizioni dei familiari. Assicura che Olga gli ha confermato che Ottaviano sta magnificamente.
Carta intestata: Stabilimento sanitario Biffi | in Monza | diretto dal | Prof. Comm. Eugenio Medea
4) Monza, 14 giugno 1939: lo ringrazia per la lettera che gli ha scritto. Lo informa di aver consegnato al preside della Provincia di Genova la lettera di dimissioni e di aver ricevuto quella di congedo, accompagnata da espressioni di rammarico per la sua partenza, di simpatia e di augurio. Promette di avvertirlo quando scriverà ad Alberti e agli altri colleghi per congedarsi, in modo che anche lui possa mandare due righe. Esprime soddisfazione per la parte economica del nuovo lavoro. Lo aggiorna sulle numerose attività che svolge, anche come consulente e perito. Racconta di essersi ambientato e di trovarsi bene, soprattutto con le suore. Presto riceverà una visita dal pretore. Assicura che Ottaviano, Olga e Ninani stanno bene. Pur essendo molto indaffarato, conta di riuscire a fare presto una scappata a Genova. Aggiunge di avere ricevuto l'incarico di stendere il regolamento interno di cui lo Stabilimento Biffi è sprovvisto: cercherà di procurarsene di simili, a cominciare da quello in uso ad Arezzo.
Carta intestata: Stabilimento sanitario Biffi | in Monza | diretto dal | Prof. Comm. Eugenio Medea
5) Genova, 16 giugno 1939: racconta di essere appena arrivato alla stazione di Genova, attratto dal richiamo della Superba, con l'intenzione di fermarsi fino a domenica. Riferisce che l'arrivo simultaneo del conte e del senatore ha destato grande impressione. Si augura che non restino delusi. Aggiunge che il dottor Pellizzari di Brescia, comproprietario dello Stabilimento Biffi, ha voluto conoscere il senatore ed è quasi riuscito a combinare una gita a Frassineto. Da parte sua, lo ha invitato a passare da Arezzo, fermandosi a colazione o a pranzo. Gli raccomanda, nel caso, di mostrargli l'istituto e soprattutto la colonia. Promette di scrivere. Invia saluti.
6) Monza, 21 giugno 1939: racconta di non essere riuscito a vedere Ottaviano e la sua famiglia non essendosi mosso da Monza dopo il suo ritorno da Genova. Aggiunge di essere sempre molto indaffarato. Gli riferisce le sue impressioni rispetto al conte, che gli pare un “deficiente originario”, con difetto delle capacità critiche e della e della sfera etica, al quale riconosce tuttavia un'indole ottima e affezione per la famiglia. Ritiene che non sia pienamente consapevole della sua situazione attuale e allo stesso tempo è portato ad escludere un vero e proprio delirio d'immaginazione così come una psicosi mitomaniaca. Inoltre non ha mai dato particolari problemi ed è ben voluto da tutti. Riferisce di aver visto il senatore, al quale sia lui che Medea e i proprietari dell'istituto hanno usato mille cortesie, invitandolo anche a colazione insieme al figlio. Ha così pranzato con i due ospiti, due medici, l'ingegner Stampa e il dottor Pellizzari. L'ingegner Stampa ha anche riaccompagnato il senatore alla stazione. Ringrazia il padre per aver inviato il malato alle cure dell'istituto, auspicando il ripetersi di altre simili occasioni.
Carta intestata: Stabilimento sanitario Biffi | in Monza | diretto dal | Prof. Comm. Eugenio Medea
7) Monza, 28 giugno 1939: sollecita notizie dal padre. Assicura che sta bene, malgrado il carico di lavoro. Riferisce di aver visto Ottaviano più volte e di averlo trovato in buone condizioni, così come i suoi. Aggiunge che “il conte di Frassineto” continua a mostrarsi contrario alla sua permanenza allo Stabilimento Biffi, malgrado ciò mangia, dorme e non arreca nessun disturbo. Pensa di riuscire ad ottenere qualche giorno di licenza verso la fine di luglio, poi ad agosto inoltrato o a settembre. Il professor Eugenio Medea prenderà invece un periodo di congedo intorno al 7 luglio. Gli raccomanda di fargli sapere eventuali programmi. Comunica di aver procurato due nuovi clienti alla casa di cura, uno dei quali è una dottoressa, che ha visitato a Milano. Si augura di riceve a giorni la visita dell'amico pretore. Lo invita a scrivergli più spesso. Invia saluti. Lo invita ad occuparsi della questione del regolamento speciale interno, così come gli ha scritto in altra occasine.
Carta intestata: Stabilimento sanitario Biffi | in Monza | diretto dal | Prof. Comm. Eugenio Medea
8) Monza, 13 luglio 1939: racconta di non avere ancora visto la malata di cui gli ha scritto l'ultima volta, tuttavia lo ringrazia, anche a nome della casa. Lo informa che Medea è da qualche giorno al mare e dovrebbe rientrare a Milano domenica sera. Gli scrive l'indirizzo di Medea a Poveromo, frazione di Marina di Massa, nel caso avesse l'occasione di passare da quelle parti andando a Viareggio. Comunica che “il conte di Frassineto” continua a comportarsi bene, mentre sta per essere approvato un provvedimento di interdizione. Nella redazione del certificato peritale richiesto a tale proposito dal senatore Frassineto, Medea ha voluto coinvolgere anche Pieraccini, che ha steso l'anamnesi e l'esame psichico, riservandosi le conclusioni. Domanda al padre se sia opportuno chiedere un compenso in denaro a Frassineto, considerate le cortesie ricevuto, soprattutto nei confronti di Piero. Chiede l'indirizzo di Gina a Viareggio. Riferisce di essere oberato di lavoro, anche per la mole dell'attività peritale. Anna gli ha scritto una lettera affettuosa nella speranza di riallacciare i rapporti: non le ha ancora risposto, ma teme di non poterle dare una risposta consolante. Ha visto Ottaviano, assicura che sta bene e così i suoi.
Carta intestata: Stabilimento sanitario Biffi | in Monza | diretto dal | Prof. Comm. Eugenio Medea
9) Monza, 23 febbraio 1940: ringrazia per l'ultima lettera che gli ha scritto. Manda auguri di pronta guarigione ai piccoli. Spera di raggiungere i familiari per Pasqua. Gli chiede l'invio di qualche “periziola”, o almeno una bibliografia, sul tema dell'aggravamento del processo neuroluetico (o di paralisi progressiva) in seguito a trauma, per una perizia d'infortunio che deve redigere. Gli manda la nota dei sussidi ad Ottaviano dal mese di dicembre per una somma complessiva di 6055, cifra dalla quale sono escluse alcune erogazioni che considera a sconto del compenso per le prestazioni del fratello in occasione della stipula del contratto con lo Stabilimento Biffi. Assicura che Ottaviano sta meglio e dopo l'operazione sembra aver acquisito nuova energia e buona volontà. Con Olga sta cercando di fare in modo di migliorare la sua situazione economica.
10) Milano, 30 novembre 1940: riferisce di essere stato a Genova per procurarsi alcuni documenti che gli consentano la nomina ad ufficiale in qualità di capitano o di tenente, ma può darsi che il fatto di aver lasciato il pubblico impiego gli costi la sola nomina a sottotenente.
Carta intestata: Stabilimento sanitario Biffi | in Monza | diretto dal | Prof. Comm. Eugenio Medea
11) Milano, 22 dicembre 1940: racconta che i motivi per i quali lui ed Ottaviano scrivono raramente sono gli impegni di lavoro e la mancanza di novità. Assicura tuttavia che Ottaviano e famiglia stanno bene. Senza scendere in dettagli sul suo lavoro, aggiunge che Medea è via per natale, ma rientrerà subito dopo. Lo informa che non tornerà a casa per le feste. Si compiace che i familiari riescano invece a riunirsi. Spera che Gina riesca ad ottenere il trasferimento in una sede più gradita. Lo informa sulla signora Viligiardi. Fornisce ragguagli sui prestiti concessi a Ottaviano. Invia saluti
Carta intestata: Stabilimento sanitario Biffi | in Monza | diretto dal | Prof. Comm. Eugenio Medea
Estremi cronologici
31 gennaio 1939 - 22 dicembre 1940
Consistenza
17 carte
Collocazione
b. 5, fasc. 9