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Lettera di mittente sconosciuto a Giulio Cesare Ferrari (2)

Lettera di mittente sconosciuto a Giulio Cesare Ferrari (2)

Trascrizione
Reggio 6 agosto 1916

Amico pregiatissimo!
Grazie del Saggio di interpretazione psicologica dei metodi di guerra tedeschi [1], come delle Osservazioni della nostra guerra [2] che, con gentile pensiero, hai voluto mandarmi. Tanto il primo, come il secondo, sono saviamente e logicamente dedotti ed attendibili. Ciò che maggiormente sorprende ed avvince l'attenzione del lettore, è il non sospettato sorgere del sentimento nazionale nella massa del nostro popolo, sentimento rimasto sino a qui estraneo in tutti gli avvenimenti che hanno condotta l'Italia alla sua indipendenza ed alla sua Unità politica. Codesto sentimento è manifestazione affatto nuova nella psicologia dell'anima italiana, e che fa bene sperare del suo avvenire nell'opera dell'umano progresso. Infine grazie di nuovo, giacché il ricevimento di questi tuoi scritti, di queste tue pregiate pubblicazioni, ha risvegliato nell'animo ricordi assai lieti di un passato che non può ritornare... Del resto l'anima tedesca è quale può essere, quale venne plasmata sino dai suoi incunaboli mitologici, venendo sino a noi. Essa rappresenta la forza, come noi il sentimento.... Ma se la forza però è maschio, il sentimento è femmina! Che te ne pare? Comunque sono due elementi essenziali alla vita come al progresso, e sarebbe desiderabile che anziché combattersi si rispettassero ed amassero a vicenda pel comune vantaggio. Una cordiale stretta di mano a te, saluti sinceri alla tua Signora. Gradisci i saluti di mio figlio Tonino che è qui presente.
Il tuo ottimo amico
[illeggibile]
 
[1] G.C. Ferrari, Saggio di interpretazione psicologica dei metodi tedeschi di guerra, «Rivista di psicologia», 1916, n. XII, pp. 68-100.
[2] G.C. Ferrari, Osservazioni psicologiche sui feriti della nostra guerra, «Rivista di psicologia», 1915, n. XI, pp. 161-186.