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Lettera del militare Fernando Terziari a Giulio Cesare Ferrari

Lettera del militare Fernando Terziari a Giulio Cesare Ferrari

Trascrizione
Potenza 22 - dicembre 1916

Egregio signor Professore,
avrei dovuto scriverle molto tempo prima, ma le mie occupazioni mi tolgono tutto il tempo disponibile per la corrispondenza e mi mettono in condizione di apparire uno scortese e qualche volta anche uno che trascura dei doveri rispettabili.
Sono certo che Lei, signor professore, mi terrà scusato e non mi farà una colpa per il mio silenzio.
Ebbi la pubblicazione sul morale dei soldati in guerra [1] e la ringrazio moltissimo del pensiero gentile e delle parole lusinghiere che vi scrisse sopra offrendomela.
L'ho letta e l'ho fatta leggere a molti, tra gli altri anche al Signor Capitano Baccari che è un valoroso ufficiale del mio reggimento. Gli apprezzamenti espressi favorevolmente, anzi con entusiasmo, non li trascrivo perché sarebbe cosa troppo lunga.
Tutti i miei amici, colleghi e superiori hanno trovato, nella lettura della sua pubblicazione, svariati argomenti per discutere su la necessità di far conoscere agli ignari le vere condizioni dei luoghi e della vita che si vive in trincea. E sono stati contentissimi nell'aver potuto constatare che qualche persona autorevole, visitando i luoghi dove si svolge la guerra, ha messo in rilievo l'asprezza e l'orrore del famoso S. Martino del Carso con il relativo elemento quadrangolare che a noi è costato tanto sangue e tante vite.
Io mi unisco al coro di tutti nell'augurio che la sua opera, signor professore, si intensifichi e si propaghi per la conoscenza di chi non sa imaginare i pericoli ai quali siamo stati presenti e dai quali fortunatamente siamo ritornati senza gravi conseguenze.
Di salute sto bene. Anzi migliorano sempre le mie condizioni fisiche. Sono al comando di un reparto Salmerie e prenderò, a suo tempo, anche il comando del vettovagliamento di un reggimento che si formerà presto.
Ho avuto or non è molto tempo, la medaglia di bronzo - veramente ebbi la proposta per quella d'argento - e aspetto la seconda per la quale fui proposto nell'assalto del 28 giugno u[ltimo] s[corso] alla buca carsica sul Cappuccio.
Aspetto nel prossimo bollettino la mia promozione a tenente. E poi la mia carriera militare si chiuderà perché a capitano spero di non arrivarci dovendo avere la precedenza la nostra vittoria che finirà la guerra. La vittoria che ci ricondurrà alle nostre case e alle nostre occupazioni lieti di aver compiuto, in qualche modo, il nostro dovere.
Mando a Lei e alla sua famiglia molti auguri e saluti distintissimi.
Mi creda suo dev.mo
Fernando Terziari
 
[1] G.C. Ferrari, Il morale del soldato italiano in campo, «Rivista di psicologia», 1916, n. XII, pp. 184-217.