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Minuta di lettera di Giulio Cesare Ferrari a "Ill.mo Signor Commendatore"
Minuta di lettera di Giulio Cesare Ferrari a "Ill.mo Signor Commendatore"
Trascrizione
Bologna 4 Novembre 1927
Ill.mo Signor Commendatore
Mi permetto inviarLe l'ultimo numero della mia Rivista, nel quale ho segnato una relazione che ho fatto giorni sono a Parigi (a Roma non sono venuto perché c'era troppa confusione) sopra un argomento di cui ebbi l'onore e il piacere di parlare con Lei a Trieste e nel quale credo Ella mi darà ragione. Vorrei io avere un po' più di coraggio per dire più apertamente il mio pensiero contro i troppi arruffoni che stanno guastando e intorbidendo la questione fra noi.
Come buon inizio, forse, di chiarificazione delle cose, la Cassa Nazionale delle Assicurazioni Sociali, per suggerimento dell'Enios [1], ha nominata una Commissione scientifico-industriale per lo studio della fatica nel lavoro industriale e dei mezzi adeguati di protezione. Mi hanno chiamato a farne parte e ne sono molto lieto. Speriamo di poter lavorare e concludere. Mi gioverò di un po' dell'esperienza del mio Carlo [2], che ho trovato entusiasta del suo lavoro costì e della benevolenza di Lei e di poter fare quelle lezioni. Il movimento per l'organizzazione del lavoro è troppo anarchico in Italia ed Ella, che è un pioniere, fa benissimo a servirsi di Carlo anche per la propaganda culturale che avrà forse un'efficacia propulsiva più immediata.
Sia cortese, se non Le dispiace, di dire a quel suo simpatico figliolo che ho conosciuto a Isola, che mi farà molto piacere vederlo quando passerà da Bologna.
Molti ossequi e mi abbia
Suo Dev.mo
[Giulio Cesare Ferrari]
[1] Ente nazionale italiano per l'organizzazione scientifica del lavoro, Roma.
[2] Il figlio di Ferrari, l'ingegnere Carlo Alberto.
Ill.mo Signor Commendatore
Mi permetto inviarLe l'ultimo numero della mia Rivista, nel quale ho segnato una relazione che ho fatto giorni sono a Parigi (a Roma non sono venuto perché c'era troppa confusione) sopra un argomento di cui ebbi l'onore e il piacere di parlare con Lei a Trieste e nel quale credo Ella mi darà ragione. Vorrei io avere un po' più di coraggio per dire più apertamente il mio pensiero contro i troppi arruffoni che stanno guastando e intorbidendo la questione fra noi.
Come buon inizio, forse, di chiarificazione delle cose, la Cassa Nazionale delle Assicurazioni Sociali, per suggerimento dell'Enios [1], ha nominata una Commissione scientifico-industriale per lo studio della fatica nel lavoro industriale e dei mezzi adeguati di protezione. Mi hanno chiamato a farne parte e ne sono molto lieto. Speriamo di poter lavorare e concludere. Mi gioverò di un po' dell'esperienza del mio Carlo [2], che ho trovato entusiasta del suo lavoro costì e della benevolenza di Lei e di poter fare quelle lezioni. Il movimento per l'organizzazione del lavoro è troppo anarchico in Italia ed Ella, che è un pioniere, fa benissimo a servirsi di Carlo anche per la propaganda culturale che avrà forse un'efficacia propulsiva più immediata.
Sia cortese, se non Le dispiace, di dire a quel suo simpatico figliolo che ho conosciuto a Isola, che mi farà molto piacere vederlo quando passerà da Bologna.
Molti ossequi e mi abbia
Suo Dev.mo
[Giulio Cesare Ferrari]
[1] Ente nazionale italiano per l'organizzazione scientifica del lavoro, Roma.
[2] Il figlio di Ferrari, l'ingegnere Carlo Alberto.