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Lettera di Giulio Cesare Ferrari alla figlia Nora (1)

Lettera di Giulio Cesare Ferrari alla figlia Nora (1)

Trascrizione
[Roma, 2 gennaio 1923]

Miei carissimi [1]. Vi ho mandato i miei auguri pel nuovo anno e per sempre per mezzo di mamma perché il mese di dicembre è stato un mesaccio per numero di occupazioni (speriamo almeno che sia redditizio!). Poi il 30 ho dovuto andare a prendere la contessa [2] a Colle [3] per portarla a Firenze, mezzo minacciata da sequestri di gioielli, pellicce ecc. Poi la notte fra l'ultimo e il 1° sono venuto qui a Roma (cominciando l'anno in treno) dove ho trovato tutti bene e viva attesa per la Nora. Qui v'è una figlia del Gen. Fiastri mio buon amico (e che avrà dei cavalli) che manda sua figlia Clara a cavallo tutti i giorni, per cui Nora riprenda costì qualche lezione e il vestito se lo farà qui. Costì può arrangiarsi alla meglio.
Ho finito l'anno male perché alla Stazione di Firenze mi hanno rubato quei guanti felpati che mi aveva portato mamma da Vienna e che erano come nuovi dopo 2 anni che li portavo. Mi sono scocciato come per quelle mie scocciature buone che conoscete anche voi!
Sta per uscire la Rivista, con molta attesa per quel mio articolo [4] che sa Carlo Alberto. Qui il fascismo non avendo avuto reazione da abbattere è in mano agli arrivisti che scocciano un po' tutto il mondo romano. Mandate subito una cartolina alla Sig.na Mortara, Piazzale Flaminio 9, Roma. Nora ne mandi una alla S.a Rambaldini, Pad. 2 dell'Ospedale Roncati, Bologna poi alla S.a Tamburini (o che che li avete dimenticati con delle scuse pel ritardo), Viale della Regina 14. Roma è meravigliosa al solito. La mia questione Imola-Bologna è ancora insoluta. Ma speriamo bene.
Baci ed abbracci a voi. Io resterò qui fino a venerdì 5 credo. Roma è sempre meravigliosa. Bacioni a tutti voi. Salutate tutti. Speriamo che gli affari vadano bene e che possiate divertirvi. Non fate economie se vi è utile, divertitevi.
Vostro papà
 
[1] Si rivolge infatti non solo a Nora, ma anche all'altro figlio Carlo Alberto che era andato a trovare la sorella a Dresda.
[2] La contessa Cora Ann Slocomb, moglie del conte Detalmo di Brazzà Savorgnan.
[3] Ville di Colle Adriatico (Pesaro).
[4] La psicologia della rivoluzione fascista, «Rivista di psicologia», 1922, pp. 145-160.