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Minuta di lettera di Giulio Cesare Ferrari a Luigi Salina, presidente dell'Opera pia degli Asili infantili di Bologna

Minuta di lettera di Giulio Cesare Ferrari a Luigi Salina, presidente dell'Opera pia degli Asili infantili di Bologna

Trascrizione
Ill.mo Signor Presidente
Opera Pia degli Asili Infantili
Bologna
 
[s.l.], 10 Maggio 1922

Ho letto con vivo interesse la Relazione di V.S. Ill.ma relativa alla sistemazione degli Asili Infantili, ai quali V.S. presiede con spirito di carità così illuminato.
Mi era però sfuggito che nella lettera accompagnatoria Ella mi faceva il grande onore di chiedere il mio parere in merito alla cosa, per cui, dopo averla ringraziato appena ricevuto il suo plico, non pensavo a risponderle.
è perciò che mi affretto ora ad accennare a V.S. Ill.ma un'idea che mi sembra feconda di molto bene.
L'Opera Pia degli Asili Infantili di Bologna ha una missione nobilissima che compie in modo ammirevole. Senonché come V.S. stesso rileva, il numero dei bambini che essa può assistere va fatalmente declinando, ed è probabilmente vano opporsi ad una legge sociale che è ancora in pieno vigore.
L'avere aperto, però, nell'Asilo Isolani quella Sezione per tardivi che avrà probabilmente un successo assai lieto, mi sembra indicare la via seguendo la quale l'Opera Pia degli Asili di Bologna può vedersi assegnata una funzione sociale anche maggiore di quella così nobilmente adempiuta fin qui.
Si tratterebbe di dedicare il più adatto dei suoi asili a ricovero di altre categorie di minorati psichici, dei deficienti dell'intelligenza, cioè, e di quelli morali o del carattere.
Ad essi hanno provveduto finora piuttosto male che bene, ma nei limiti che loro imponeva una necessità economica ferrea, la Provincia e lo Stato, secondo le attribuzioni della legge. Senonché le Amministrazioni provinciali sono obbligate a trattare i deficienti come veri e propri malati di mente e con ciò si trovano mille inciampi di ogni genere per l'occupazione di questi ragazzi, o per le dimissioni, etc.; lo Stato per la eccessiva burocratizzazione di questa delicatissima fra tutte le forme di assistenza, per l'enorme numero di ragazzi a cui deve provvedere in luoghi inadatti etc.: ambedue questi enti sprecano denaro ed energie.
Se invece l'Opera Pia degli Asili accettasse di studiare un piano che raccogliesse in uno stesso ambiente come esternato i bambini tardivi e come internato gli irregolari dell'intelligenza e della condotta, riuscirebbe a fare un bene enorme ai singoli fanciulli che volesse accogliere, senza troppo disagio economico perché dispone di ambienti straordinariamente adatti e avrebbe la cooperazione della Provincia e dello Stato per i bambini che rispettivamente competessero per Legge a quegli Enti. Senonché questi Enti potrebbero mantenerne con la stessa spesa un numero infinitamente maggiore, potrebbero contare sull'opera di chi è animato del sacro fuoco della carità e non calcola le ore in funzione dello stipendio, e soprattutto potrebbe dare all'assistenza di questi ragazzi quell'andamento familiare che è il grande segreto dei maggiori successi.
Né si pensi che L'Opera Pia degli Asili muterebbe le proprie finalità sociali. Se non bastasse l'urgenza del bisogno e l'universalità cristiana della carità, si deve tener presente che il criterio cronologico è il meno rilevante nel giudicare del valore di un ragazzo e sono degli effettivi minorenni questi giovanetti in cui una facoltà (l'intelligenza, la volontà, il carattere) anche sola fra tutte è tanto deficiente da render necessario il loro ricovero. E si potrebbe tenere un criterio per sceglierli come per trattenerli la possibilità che per essi sia adatta un'assistenza esclusivamente femminile.
Nutro la miglior fiducia che V.S. Ill.ma, così aperto ad ogni idea nuova, vorrà continuare a Bologna l'esperimento che, prima della guerra, ho fatto con tutto successo a Castelguelfo e ad Imola: ma sono lieto di poterle assicurare che così Bologna avrà ancora una volta il vanto di "insegnare" alle città e alle regioni consorelle. Perché vivo ed urgente è ovunque il bisogno ma forse in nessun luogo come qui vi sono le basi economiche e morali adatte per una completa riuscita.
Mi permetto di unire a questa lettera l'ultimo fascicolo della mia "Rivista di Psicologia" in cui ho fatto cenno dell'alta opera ben degna di V.S. Ill.ma e dell'On. Consiglio di Amministrazione degli Asili Infantili di Bologna [1].
Con ogni ossequio
[Giulio Cesare Ferrari]
 
[1] «Rivista di psicologia», 1923, p. 117.