
Ferdinando Cazzamalli
Crema (Cremona), 4 Agosto 1887 - Como, 30 Dicembre 1958
Nato in una famiglia della borghesia benestante cremasca (il padre Serafino era editore e giornalista), si iscrisse nel 1910 al Partito socialista e l’anno dopo si laureò in medicina e chirurgia all’Università di Pavia, discutendo una tesi in neuropatologia presso la Clinica neuropsichiatria diretta da Casimiro Mondino. Dopo un breve periodo di praticantato nella Clinica universitaria di Padova, entrò come medico assistente nel Manicomio San Lazzaro di Reggio Emilia, passando poi all’Ospedale psichiatrico di Siena e in quello giudiziario di Reggio Emilia. Nel 1912 si trasferì per un biennio di praticantato specialistico all’Ospedale psichiatrico di Como, dove nel 1915 entrò definitivamente come medico in pianta stabile. Nello stesso anno sposò la cremasca Rosa Anna Maria Meletti, dalla quale non ebbe figli.
Già prima della laurea aveva iniziato a pubblicare sulle principali riviste di psichiatria, occupandosi sia di fenomeni medianici e ipnotici, sia delle “malattie da povertà” come la pellagra e l’alcolismo.
Chiamato alle armi nel maggio 1916, fu assegnato al Centro neuropsichiatrico di Udine (istituito dall’esercito nell’ambito del Servizio neuropsichiatrico di guerra) e dopo la smobilitazione seguita alla rotta di Caporetto fu assegnato, con il grado di maggiore medico di complemento, al coordinamento della Sezione militare istituita presso il manicomio di Como, dove confluivano molti soldati provenienti dalla prima linea affetti da neuropatie di guerra. Congedato nel 1919, pubblicò alcuni contributi scientifici su tali neuropatie e sulla riforma del sistema manicomiale italiano.
Nel 1916 diede inoltre alle stampe un saggio di eugenetica (Problemi eugenetici del domani. Guerra e degenerazione etnica), scontrandosi in un’accesa disputa scientifica con Agostino Gemelli, autore nello stesso anno di Eugenica e guerra: ne nacque una reciproca ostilità destinata a durare fino alla loro scomparsa, avvenuta a pochi mesi di distanza.
Divenuto in pochi anni primario del Manicomio di Como, continuò parallelamente anche l’attività politica, riorganizzando le fila dei socialisti della città lariana, assumendo l’incarico di consigliere comunale, diventando redattore del giornale Il Lavoratore comasco e collaboratore dell’Avanti!, ed entrando nei circoli socialisti milanesi. Nel 1919 fu eletto deputato, riconfermato nel 1921. Nel 1922 presentò con altri firmatari, senza successo, una proposta di legge «per l’estensione alle donne delle leggi sull’elettorato».
Dopo aver frequentato nel triennio 1921-23 i corsi di Giovanni Mingazzini alla Clinica per malattie nervose e mentali dell’Università di Roma, conseguì alla fine del 1923 la libera docenza in tale disciplina all’Università di Catania, tenendo poi un corso libero di Elementi di psicopatologia all’Università di Milano dal 1924-25 al 1930-31. Passò in seguito, sempre come libero docente, all’Università di Roma e alla Scuola di perfezionamento in Clinica neuropsichiatrica di Modena.
Interessato alla metapsichica e ai fenomeni parapsicologici, pubblicò diversi saggi in merito, occupandosi in particolare delle onde elettromagnetiche e del loro rapporto con i fenomeni psicosensoriali del cervello umano. La ricerca di un collegamento tra radiazioni cerebrali e fenomeni telepsichici divenne il suo principale campo d’indagine. Frequentò inoltre Rocco Santoliquido, fondatore nel 1919 a Parigi, con Gustave Geley e Jaen Meyer, dell’Institut métapsichique international.
Le sue sperimentazioni sulla possibile trasmissione del pensiero tramite le onde elettromagnetiche del cervello lo portarono a interessarsi dei processi mentali di creazione artistica, di sensitività e rabdomanzia. Il 26 maggio 1937 fondò a Roma, con Emilio Servadio, Giovanni Schepis e Luigi Sanguineti, la Società italiana di metapsichica, da cui si staccò nel 1946 per fondare a Milano l’Associazione italiana scientifica di metapsichica, dirigendone la rivista Metapsichica sino alla morte.
Nel 1944 fu coinvolto, per una consulenza scientifica, nella vicenda di Adelaide Roncalli e delle presunte apparizioni mariane di Bonate. Il parere espresso lo oppose di nuovo ad Agostino Gemelli.
Dopo la seconda guerra mondiale intensificò le ricerche sulla telepatia, collaborando nelle sperimentazioni con l'ingegnere elettro-tecnico Eugenio Gnesutta del Politecnico di Milano e con il preparatore dell’Istituto di fisica Ferdinando Rosa, oltre che con l’ingegnere e radioamatore Leonello Boni di Ferrara. Studiò anche i fenomeni dei soggetti guaritori, dei medium e delle loro condizioni di trance psichica. Divenne molto noto nel settore il suo saggio Fenomeni elettromagnetici radianti del cervello umano durante l’attività psicosensoriale intensa degli stati onirici, allucinatori e telepsichici (1958), da cui derivò il testo più volte ripubblicato con il titolo Il cervello radiante (1960).
Morì a 71 anni e fu sepolto a Premana (Lecco), luogo di villeggiatura dove possedeva una villa, oggi sede del Museo etnografico.
Pietro Martini
04/12/2020
Già prima della laurea aveva iniziato a pubblicare sulle principali riviste di psichiatria, occupandosi sia di fenomeni medianici e ipnotici, sia delle “malattie da povertà” come la pellagra e l’alcolismo.
Chiamato alle armi nel maggio 1916, fu assegnato al Centro neuropsichiatrico di Udine (istituito dall’esercito nell’ambito del Servizio neuropsichiatrico di guerra) e dopo la smobilitazione seguita alla rotta di Caporetto fu assegnato, con il grado di maggiore medico di complemento, al coordinamento della Sezione militare istituita presso il manicomio di Como, dove confluivano molti soldati provenienti dalla prima linea affetti da neuropatie di guerra. Congedato nel 1919, pubblicò alcuni contributi scientifici su tali neuropatie e sulla riforma del sistema manicomiale italiano.
Nel 1916 diede inoltre alle stampe un saggio di eugenetica (Problemi eugenetici del domani. Guerra e degenerazione etnica), scontrandosi in un’accesa disputa scientifica con Agostino Gemelli, autore nello stesso anno di Eugenica e guerra: ne nacque una reciproca ostilità destinata a durare fino alla loro scomparsa, avvenuta a pochi mesi di distanza.
Divenuto in pochi anni primario del Manicomio di Como, continuò parallelamente anche l’attività politica, riorganizzando le fila dei socialisti della città lariana, assumendo l’incarico di consigliere comunale, diventando redattore del giornale Il Lavoratore comasco e collaboratore dell’Avanti!, ed entrando nei circoli socialisti milanesi. Nel 1919 fu eletto deputato, riconfermato nel 1921. Nel 1922 presentò con altri firmatari, senza successo, una proposta di legge «per l’estensione alle donne delle leggi sull’elettorato».
Dopo aver frequentato nel triennio 1921-23 i corsi di Giovanni Mingazzini alla Clinica per malattie nervose e mentali dell’Università di Roma, conseguì alla fine del 1923 la libera docenza in tale disciplina all’Università di Catania, tenendo poi un corso libero di Elementi di psicopatologia all’Università di Milano dal 1924-25 al 1930-31. Passò in seguito, sempre come libero docente, all’Università di Roma e alla Scuola di perfezionamento in Clinica neuropsichiatrica di Modena.
Interessato alla metapsichica e ai fenomeni parapsicologici, pubblicò diversi saggi in merito, occupandosi in particolare delle onde elettromagnetiche e del loro rapporto con i fenomeni psicosensoriali del cervello umano. La ricerca di un collegamento tra radiazioni cerebrali e fenomeni telepsichici divenne il suo principale campo d’indagine. Frequentò inoltre Rocco Santoliquido, fondatore nel 1919 a Parigi, con Gustave Geley e Jaen Meyer, dell’Institut métapsichique international.
Le sue sperimentazioni sulla possibile trasmissione del pensiero tramite le onde elettromagnetiche del cervello lo portarono a interessarsi dei processi mentali di creazione artistica, di sensitività e rabdomanzia. Il 26 maggio 1937 fondò a Roma, con Emilio Servadio, Giovanni Schepis e Luigi Sanguineti, la Società italiana di metapsichica, da cui si staccò nel 1946 per fondare a Milano l’Associazione italiana scientifica di metapsichica, dirigendone la rivista Metapsichica sino alla morte.
Nel 1944 fu coinvolto, per una consulenza scientifica, nella vicenda di Adelaide Roncalli e delle presunte apparizioni mariane di Bonate. Il parere espresso lo oppose di nuovo ad Agostino Gemelli.
Dopo la seconda guerra mondiale intensificò le ricerche sulla telepatia, collaborando nelle sperimentazioni con l'ingegnere elettro-tecnico Eugenio Gnesutta del Politecnico di Milano e con il preparatore dell’Istituto di fisica Ferdinando Rosa, oltre che con l’ingegnere e radioamatore Leonello Boni di Ferrara. Studiò anche i fenomeni dei soggetti guaritori, dei medium e delle loro condizioni di trance psichica. Divenne molto noto nel settore il suo saggio Fenomeni elettromagnetici radianti del cervello umano durante l’attività psicosensoriale intensa degli stati onirici, allucinatori e telepsichici (1958), da cui derivò il testo più volte ripubblicato con il titolo Il cervello radiante (1960).
Morì a 71 anni e fu sepolto a Premana (Lecco), luogo di villeggiatura dove possedeva una villa, oggi sede del Museo etnografico.
Pietro Martini
04/12/2020
Bibliografia
Anonimo (1940). Ferdinando Cazzamalli. Profilo. Nicia. Rivista medica d’arte e varietà, 5-6, 21-22.
Puggioni G. (2008). Ferdinando Cazzamalli. Dal manicomio di Como alla Camera dei deputati. In A. Scartabellati (a cura di), Dalle trincee al manicomio. Esperienza bellica e destino di matti e psichiatri nella Grande guerra (pp. 422-425). Cercenasco (TO): Marco Valerio Editore.
Martini P. (2018). Ferdinando Cazzamalli (1887-1958). Insula Fulcheria, 48, 309-318, disponibile online.
Puggioni G. (2008). Ferdinando Cazzamalli. Dal manicomio di Como alla Camera dei deputati. In A. Scartabellati (a cura di), Dalle trincee al manicomio. Esperienza bellica e destino di matti e psichiatri nella Grande guerra (pp. 422-425). Cercenasco (TO): Marco Valerio Editore.
Martini P. (2018). Ferdinando Cazzamalli (1887-1958). Insula Fulcheria, 48, 309-318, disponibile online.
Fonte iconografica
Anonimo (1940). Ferdinando Cazzamalli. Profilo. Nicia. Rivista medica d’arte e varietà, 5-6, 21-22.
Link esterni
[http://www.museo.premana.lc.it/]
[http://www.museocrema.it]