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Giovanni Capsoni

Giovanni Capsoni

Pavia, 1792 - Milano, 25 Gennaio 1874

Figlio dell'ingegnere Alessandro Capsoni e nipote dello storico pavese padre Siro Severino Capsoni, studiò Medicina e chirurgia presso l'Università di Pavia. Appena laureato in chirurgia, fu costretto a sospendere gli studi in medicina a causa del servizio militare, cui fu chiamato nel 1812. Da chirurgo, inizialmente fu assegnato agli ospedali militari di Milano e Mantova, poi, quale ufficiale di sanità, al seguito del viceré Eugenio Beauharnais nella campagna d'Italia del 1813-1814. Nel 1815, ripristinato il governo austriaco, diede le dimissioni da chirurgo militare e riprese gli studi in medicina, conseguendo finalmente la laurea.
Dopo aver svolto il tirocinio presso l’Ospedale Maggiore di Milano, probabilmente tra il 1816 e il 1817, lavorò per circa 18 anni nella provincia milanese come medico condotto: nei primi mesi del 1818 fu “medico delegato” a Sumirago, per passare poi alla condotta di Legnano nel distretto di Busto Arsizio; nel 1819 lavorò a Saronno, dal 1820 al 1829 a Lainate, rimanendo in quell’area fino al 1835, quando venne chiamato a dirigere gli Ospedali riuniti di Bergamo. Sposatosi nel 1825 Carolina Martinazzi, da cui non ebbe figli, negli anni Trenta dell'Ottocento, raggiunta la maturità professionale, aveva aderito all'idea di una "medicina empirica", basata sull'osservazione diretta del malato e su un'indagine a 360 gradi delle possibili cause della malattia, considerando anche le condizioni ambientali in cui veniva contratto il morbo.
Divenuto nel 1835 responsabile di un grande ospedale, ebbe a Bergamo la possibilità di “applicarsi ad una osservazione globale della situazione sanitaria della città e della provincia” (Soresina, 1986, p.142). Assunse anche la carica di bibliotecario dell’Ospedale bergamasco, riordinandone e accrescendone il patrimonio.
Nel 1844 fu nominato direttore provvisorio del manicomio della Senavra di Milano, con obbligo di residenza; proprio quell'anno, infatti, per il Luogo Pio della Senavra fu istituita una direzione medica separata da quella dell’Ospedale Maggiore, a cui rimase tuttavia la gestione economica della struttura. Il 10 aprile dello stesso anno Capsoni vinse il concorso per la nomina a direttore stabile e a luglio assunse anche le funzioni di medico primario. Entrato in carica come direttore il 30 dicembre, iniziò a proporre una serie di riforme di carattere amministrativo e terapeutico, grazie anche a una notevole autonomia, resa possibile dalla concentrazione delle due funzioni di primario e direttore.
In questo periodo pubblicò interessanti studi, tra cui le Ricerche statistiche sui pazzi in Europa (1844) e Nuove ricerche statistiche sull'Ospizio dei pazzi detto la Senavra (1848).
Tra le novità introdotte da Capsoni, soprattutto nel campo della terapia per gli alienati, basata sulla “cura morale”, vi furono attività lavorative e ricreative, quali la lettura, laboratori di pittura e musica e anche la partecipazione dei ricoverati alle funzioni religiose. A lui si deve anche l’istituzione dell’archivio della Senavra, che separò da quello dell’Ospedale Maggiore, in cui furono compresi anche due nuovi registri (maschile e femminile) dei ricoverati. I costi delle riforme introdotte furono però spesso motivo di contrasto con l’amministrazione ospedaliera.
Nel 1848, costretto a ritirarsi per problemi di salute, riprese gli studi e i viaggi in Italia e in Svizzera, continuando ad esercitare privatamente e pubblicando, tra gli altri, interessanti lavori sulle epidemie e sul clima della bassa Lombardia, oltre ai due volumi della Guida alle principali acque minerali (1852 e 1854).
Nel corso della sua carriera Capsoni collaborò tra gli altri, pubblicandovi diversi articoli, con il Giornale di farmacia di Antonio Cattaneo, con il Giornale analitico di medicina di Giovanni Strambio, con gli Annali universali di statistica di Francesco Lampato e con la Gazzetta eclettica di chimica, di economia rurale e domestica.
Si spense a Milano nel 1874, dopo aver redatto il proprio testamento nel 1871, devolvendo una parte del suo patrimonio al Pio Albergo Pertusati di Pavia (diretto dal fratello Gaetano Capsoni) e lasciando la propria biblioteca e i propri manoscritti alla Biblioteca universitaria dell'ateneo pavese.

Maria Paola Invernizzi
24/11/2016
Bibliografia
De Bernardi, A., De Peri, F., Panzeri, L. (1980). Tempo e catene. Manicomio, psichiatria e classi subalterne. Il caso milanese. Milano: Franco Angeli.
Soresina, M. (1986). La carriera di Giovanni Capsoni, “medico pratico” e funzionario ospedaliero nella Lombardia della Restaurazione. Sanità scienza e storia, 2, 125-178.
Fonti archivistiche
Archivio di Stato di Milano, Ufficio del Registro di Milano. Dichiarazioni di Successione, b. 125, f. 60.