Quarantadue lettere di Giuseppe Antonio Del Chiappa (1782-1867), docente di clinica medica generale per chirurghi all’Università di Pavia dal 1819 al 1854, a Biffi:
1) Pavia, 25.08.1848: Del Chiappa chiede a Biffi di riferire ad [Carlo Ampelio] Calderini che ha bisogno delle bozze di stampa per fare le correzioni al suo testo [Libro VI “Dell’arte medica. Ossia Dottrina teorico clinica”], così come aveva l’abitudine di fare con [Annibale] Omodei. Informa Biffi che all’università tutto è tornato alla situazione precedente il 18 marzo (Cinque Giornate), compiacendosi per il licenziamento di Casorati, che così “non avrà l’onore di guidare gli attoniti e plaudenti scolari al letto de’ malati per vender loro favolette e menzogne”, di Perini, di Marchetti e di Panizza. Dice inoltre di non avere notizie del “Campanajo”, partito forse per Torino o per la Svizzera “a far fondere cannoni e suonar campane”. Dal canto suo, conferma di non essersi mosso e di non avere l’intenzione di farlo. Conclude con saluti e l’esortazione a vivere “lieto”.
2) s.l., 19.11.1848: Del Chiappa si lamenta con Biffi per non avere mai avuto riscontro da [Carlo Ampelio] Calderini circa la pubblicazione sugli “Annali universali di medicina” di un articolo che gli ha ormai da tempo inviato. Chiede dunque a Biffi di farselo consegnare da Calderini e di restituirglielo.
3) Pavia, 04.01.1849: Del Chiappa chiede a Biffi di informare [Carlo Ampelio] Calderini che intende inviargli gratuitamente alcuni articoli per il suo giornale [“Annali universali di medicina”], desiderando in cambio solo una copia del periodico. Domanda poi a Biffi di provare a sentire se Calderini sarebbe disposto a ristampare la sua lettera a [Giovanni Battista] Comelli con un piccolo contributo pecuniario per le spese.
4) Pavia, 03.04.1849: Del Chiappa informa Biffi di aver rinunciato alla sua gita a Milano a causa del maltempo. Sollecita notizie circa un plico inviato a [Carlo Ampelio] Calderini del quale non ha avuto alcun riscontro, né da Calderini né da Arcangelo Manzolini, al quale aveva consegnato anche alcune copie di un’appendice al VI volume della sua opera “Della dottrina medica”.
5) s.l., 02.01.1850: Del Chiappa ringrazia anche a nome della moglie Luigia e dei suoi nipoti per le cortesie di Biffi. Lo informa di aver inviato a Labus le notizie che è riuscito a raccogliere intorno alla vita del defunto professor Mauro Rusconi, ma ritiene che nessuno meglio di Biffi potrebbe raccontarne l’attività scientifica. Del Chiappa chiede poi di sollecitare [Carlo Ampelio] Calderini ad inviargli qualche copia dell’ultimo articolo che ha pubblicato sul giornale [“Annali universali di medicina”] e il testo del “discorso preliminare … alla filosofia della medicina” che intende correggere e ampliare.
6) s.l., 07.02.1850: Del Chiappa informa Biffi di aver ricevuto le copie del rendiconto clinico generale e delle uscite degli “Annali universali di medicina” di luglio e di agosto. Gli comunica l’intenzione di recarsi a Milano nei giorni seguenti e di andarlo a trovare. Gli racconta poi che le sue lezioni sono frequentate costantemente da circa 30 studenti, diversamente da quelle di C[…]i, che ha conseguito la patente per l’insegnamento di clinica e terapia, ma le cui lezioni sono frequentate solo da due o tre studenti inviati da P…a. Pensa che farà la tragica fine del famoso Freddi.
7) Pavia, maggio 1850: Del Chiappa comunica a Biffi l’invio di alcune copie di un suo scritto, chiedendogli di trattenerne una e di far avere le altre alla persona cui sono indirizzate. Gli domanda inoltre di riferire ad [Andrea] Verga che gradirà se ne faccia cenno nella “Gazzetta medica”.
8) s.l., 30.11.1850: Del Chiappa comunica a Biffi l’invio di una lettera medica scritta all’inizio della sua carriera, raccomandandogli, se la ritiene passabile, di consegnarla a [Carlo Ampelio] Calderini perché la pubblichi negli “Annali universali di medicina”. Precisa che nel caso la lettera venga data alle stampe intende vedere le bozze.
9) s.l., 12.12.1850: Del Chiappa annuncia a Biffi che, tramite Stanislao Sparasacchi, riceverà un plico contenente il manoscritto originale della sua opera “Della dottrina medica” per il tipografo Vincenzo Guglielmini. Chiede inoltre se ha avuto notizie da [Carlo Ampelio] Calderini circa la pubblicazione della lettera medica che gli ha mandato.
10) s.l., 16 dicembre [1850]: Del Chiappa chiede a Biffi di consegnare al tipografo Guglielmini un suo manoscritto che riceverà “dal bravo nostro Stanislao [Sparasacchi]”. Si tratta di una parte dell’originale della sua opera che l’editore deve stampare e che perciò gli preme.
11) s.l., 25.01.1851: Del Chiappa chiede a Biffi di informarsi presso il tipografo Guglielmini se intende stampare il suo volume “Della dottrina medica”, ritirando eventualmente il manoscritto originale che provvederà a consegnare ad un altro stampatore.
12) Pavia, 08.03.1851: Del Chiappa si lamenta con Biffi per non aver ricevuto alcuna risposta da [Carlo Ampelio] Calderini circa la pubblicazione di un suo discorso sugli “Annali universali di medicina”. Lo prega inoltre di ritirare dal tipografo Guglielmini il manoscritto originale “Della dottrina medica” , che intende far stampare altrove.
Sul retro della lettera sono presenti una nota di Biffi che chiede notizie del discorso di Del Chiappa a [Carlo Ampelio] Calderini e la risposta di quest’ultimo.
13) Pavia, 18.09.1851: Del Chiappa si complimenta con Biffi per il rendiconto sull’istituto di San Celso che gli ha inviato. Esprime le sue osservazioni e considerazioni sulle malattie mentali e i metodi di cura. Informa l’amico di avere a sua volta dato alle stampe un volume ed è nell’attesa di conoscerne il riscontro e i giudizi, soprattutto quello che verrà espresso nella “Gazzetta medica lombarda”. Auspica che, malgrado l’assenza di Verga, il compilatore, nemico di Rasori e dei rasoriani, possa esprimere un parere obiettivo.
14) Pavia, 26.04.1852: Del Chiappa si lamenta con Biffi per il comportamento di [Carlo Ampelio] Calderini dal quale non ha avuto alcuna notizia circa la pubblicazione del suo manoscritto sugli “Annali universali di medicina”. Si dispiace per gli attacchi mossi al suo libro sia a Milano che a Brescia, rimanendo tuttavia fermo sulle sue posizioni, sorpreso peraltro dai giudizi assai diversi espressi a Torino e addirittura sugli “Annali universali di medicina” di Calderini.
15) Pavia, 10.05.1852: Del Chiappa assicura a Biffi che terrà in conto la sua raccomandazione e, se possibile, sceglierà Tagliasacchi come suo assistente. Chiede a Biffi di farsi restituire il manoscritto da quel “cane arrabbiato” [Carlo Ampelio Calderini], perché intende farlo stampare su un altro giornale. Prega Biffi di conservargli il suo affetto “perché gli altri medici milanesi non me ne vogliono punto, anzi mi odiano cordialmente”.
16) Pavia, 19.05.1852: Del Chiappa si rallegra con Biffi per essere riuscito a recuperare il suo manoscritto, dicendosi certo che non è stato stampato sugli “Annali universali di medicina” per l’avversione “giurata alla nostra dottrina” [rasoriana]. Chiede all’amico un parere sullo scritto e su un altro che gli manda, informandolo che ne sta scrivendo un terzo per nulla polemico.
17) Pavia, 14.11.1853: Del Chiappa ringrazia Biffi per le lodi espresse nell’ultima lettera che gli ha inviato. Spera che il giovane Frizzi gli abbia recapitato un suo libretto che sta avendo grande successo e si augura che Biffi gli mandi poi il suo parere. Lo informa che si sta aspettando la nomina del nuovo clinico, che però gli è del tutto indifferente. Ringrazia Biffi per aver recuperato da [Carlo Ampelio] Calderini il suo manoscritto, lamentando la scomparsa di [Annibale] Omodei che pubblicava tutto quello che gli inviava. Prega Biffi di consegnare il manoscritto al latore della lettera, [Paolo Barbotti] il pittore al quale ha commissionato il quadro di Cicerone che ritrova la tomba di Archimede a Siracusa. Chiude con saluti e l’auspicio di ricevere una lettera dall’amico.
18) Pavia, 12.12.1853: Del Chiappa si complimenta con Biffi per il testo su Mauro Rusconi recapitatogli da [Giuseppe] Morganti, che ha il merito di illustrare la figura dello scienziato defunto. Ringrazia Biffi per aver apprezzato il suo libretto, che è piaciuto a tutti, persino al Gherardini. Si compiace per questo successo, che lo rincuora dopo gli attacchi ricevuti dai giornalisti compreso Rovani e dal “principe degli anatomici”. Prega Biffi di informarlo nel caso [Carlo Ampelio] Calderini intendesse pubblicare il suo rendiconto clinico 1851-52 sugli “Annali universali di medicina”. Chiude con saluti anche da parte di Ernestina.
19) [Pavia], 04.01.1854: Del Chiappa si felicita con Biffi per la decisione di recarsi a Parigi. Gli comunica l’invio di una lettera per Fossati e gli chiede, prima di partire, di fargli sapere cosa pensano al suo riguardo Strambio, Rovani e [Carlo Ampelio] Calderini.
20) s.l., 14 agosto [1854]: Del Chiappa scrive a Biffi pur non avendo grandi novità da riferirgli. Racconta dei pochi casi di colera, che tuttavia impensieriscono e tengono “tutti sospesi”, nonostante le precauzioni e le misure prese. Comunica l’intenzione di recarsi a Milano e in tale occasione spera di vedere l’amico. Lo ragguaglia sul suo stato di salute e su quello di Ernestina, precisando che è riuscito a convincerla a lasciarsi praticare un salasso, mentre lei avrebbe preferito “mille sanguisughe e cento vescicanti”. Si rammarica che il suo ritiro dalla pratica medica gli impedisca di dimostrare nella pratica la superiorità del salasso rispetto all’opinione corrente.
21) [Pavia], 13.12.1854: Del Chiappa si lamenta con Biffi per i nuovi orientamenti della scienza medica e l’influenza sempre maggiore delle pratiche terapeutiche provenienti dalla Francia. Ritiene che “l’ascoltazione, la percussione, la chimica e la microscopica, e il mistionismo e il particolarismo e l’eclettismo e le più sottili speculative e finalmente la dottrina della vaga irritazione e la eterna gastroenterite” abbiano portato nella medicina “un’orribile anarchia” contribuendo “all’abuso enorme del sanguisugio in luogo del semplice e salutar salasso e l’esclusione delle blande purghe co’ sali neutri e l’assoluta inedia e i bagni freddi e l’uso continuo dei rimedi vani e dannosi che ci vengono dalla Senna, e che ce li impone la gallica moda come, per dirne uno solo, l’olio di merluzzo”. Raccomanda a Biffi di far avere a [Carlo Ampelio] Calderini una sua lettera al Meli perché la pubblichi sugli “Annali universali di medicina”.
22) Pavia, 30.12.1854: Del Chiappa ringrazia Biffi per i saluti che gli ha portato [Giuseppe] Morganti. Si lamenta per il silenzio di [Carlo Ampelio] Calderini che non ha mai risposto alle sue lettere e lo costringerà a fare un viaggio a Milano. Comunica di non avere novità circa la nomina del nuovo decano all’Università. Informa Biffi che, per mancanza di uditori, non svolge lezioni di clinica e rimane quindi in ozio, riempiendo il tempo scrivendo lettere ai conoscenti. Chiede a Biffi di scrivergli e di dargli notizie di [Giovanni] Strambio, del ceto medico di Milano e delle novità in campo medico e scientifico. Saluta rinnovando i sentimenti del suo affetto e della sua amicizia per Biffi.
23) Pavia, 10 febbraio [1855]: Del Chiappa ringrazia Biffi per la sua benevolenza, che lo conforta nella sua situazione infelice. Si rammarica per l’esclusione dalla supplenza della cattedra di clinica, conseguenza di un’avversione personale nei suoi confronti. Si lamenta per l’iniquo trattamento dopo 36 anni di servizio e perché la mancata nomina aggrava le sue già precarie condizioni economiche; ciononostante desidera mostrare pazienza “perché contro le bajonette ed i cannoni e contro l’ingiustizia e la calunnia che si può fare?”. Riferisce di aver iniziato l’estratto del suo commentario al quale intende dare forma di lettera, in modo che possa essere pubblicato da [Carlo Ampelio] Calderini, anche se teme che vi farà “al suo solito delle storture”. In tal caso potrebbe decidere di farlo stampare a parte e poi distribuirlo ai giornalisti. Lamenta l’atteggiamento di Calderini, tanto diverso da quello di [Annibale] Omodei. Prega Biffi di salutare il “nuovo professore”, facendogli i suoi complimenti ed invitandolo ad andarlo a trovare. Racconta dell’intenzione di andare a Milano, dopo settimane trascorse in casa per il freddo, il maltempo, la mancanza di cose da fare e problemi di salute. Saluta rinnovando i sensi della sua amicizia.
24) [Pavia], 26.02.1855: Del Chiappa informa Biffi di aver consegnato a [Carlo Ampelio] Calderini un suo manoscritto. Poiché Calderini gli ha comunicato che non può stamparlo nel fascicolo di marzo perché interamente dedicato alle memorie di [Arcangelo] Manzolini e di [Carlo] Frua sul colera, chiede a Biffi di ritirarlo se non verrà pubblicato nemmeno sul numero di aprile e passarlo a [Giovanni] Strambio. Se nemmeno quest’ultimo intendesse pubblicarlo, chiede a Biffi di ritirarlo in modo da poterlo stampare a sue spese, rammaricandosi che un tempo [Annibale] Omodei accettava ogni suo scritto.
25) Pavia, 21.12.1857: Del Chiappa comunica a Biffi l’invio di sei esemplari della sua ultima pubblicazione, chiedendogli di trattenerne una copia e di distribuire le altre consegnandole una all’istituto, una a Ignazio Cantù, una a Felice Bellotti, una al consigliere Giannelli e una al Gherardini. Attende notizie da Biffi, anche riguardo “quel povero pazzerello che intendiamo”, a proposito del quale dovrà parlare con la sua padrona di casa e con il direttore Cristofori.
26) Pavia, 07.01.1858: Del Chiappa esprime la sua felicità per l’ultima lettera ricevuta da Biffi. Auspica che Biffi e Maspero partecipino al nuovo concorso per la cattedra di clinica, essendo gli unici che ritiene meritevoli di ricoprire il posto che fu di [Giuseppe] Frank e di [Giovanni Battista] Borsieri. Si compiace per il miglioramento di Geromini. Ragguaglia l’amico sul suo stato di salute e invia saluti anche a nome di Ernestina.
27) Pavia, 13.05.1861: Del Chiappa si lamenta con Biffi per il suo comportamento, il silenzio e la trascuratezza con cui lo tratta.
28) s.l., 18 aprile: Del Chiappa riporta i ringraziamenti del dottor Cristofori, direttore dell’ospedale, al quale Biffi ha voluto far dono del suo resoconto di viaggio in Francia e in Belgio e dell’opuscolo su Mauro Rusconi. Racconta dell’incertezza della sua situazione professionale e delle conseguenze economiche che ne derivano. Lavora “da mane a sera” perché desidera pulire e rifinire tutti i suoi scritti medici e letterari, perché prima di morire vorrebbe “lasciarne delle politissime copie”. Riferisce di aver scritto al professor [Theodor] Helm per parlargli di Biffi, al quale preparerà anche una lettera di presentazione da portargli ed un’altra per un altro distinto professore di Vienna. Chiede di scrivergli, raccontandogli notizie della “magnifica Paneropoli” [Milano], dove ha intenzione di recarsi prossimamente, conciliando il viaggio con una gita ai Laghi. Invia saluti anche da parte di Ernestina.
29) Pavia, 10 maggio: Del Chiappa comunica a Biffi l’invio dell’attestato richiesto, rendendosi disponibile a farne altri. Rassicura sul suo stato di salute. Racconta di aver terminato di scrivere e che forse pubblicherà un manifesto. In tal caso potrebbe chiedere aiuto a Biffi, ma più probabilmente si recherà personalmente a Milano. Riferisce delle difficoltà che si incontrano sempre più frequentemente con editori e tipografi. Confida di riuscire a raccogliere una cinquantina di firme. Invia saluti estesi “a quell’egregio del Mugetti”.
30) Pavia, 09 giugno: Del Chiappa si domanda se Biffi abbia saputo della sua disgrazia per la quale non riesce a darsi pace. Spera di poter fare un salto a Milano mercoledì ed in tal caso si augura di riuscire ad incontrare l’amico. Gli chiede se ha ricevuto il plico, pregandolo di dargliene riscontro.
31) s.l., 23 giugno: Del Chiappa chiede a Biffi di recarsi dal tipografo Giovanni Silvestri per sapere se intenda stampare nella sua “Biblioteca de’ volgarizzatori” il manoscritto “tulliano” [Marco Tullio Cicerone] che gli ha consegnato. In tal caso scriverebbe anche l’introduzione, che potrebbe avere qualche interesse. Per se non chiederebbe che 200 franchi in libri ed una ventina di copie dell’opuscolo. In caso Silvestri non intendesse dar corso all’opera, prega Biffi di ritirare il manoscritto.
32) Pavia, 27 giugno: Del Chiappa si complimenta con Biffi per il conferimento dell’onorificenza di Cavaliere Mauriziano. Si augura di poterlo incontrare in occasione del suo prossimo viaggio a Milano. Lo ringrazia per la lettera che gli è stata recapitata da Cernuschi e che conteneva un marengo per l’opuscolo che gli aveva spedito. Lo informa che si trattava di un dono fatto a lui, così come a Maspero, a Giannelli e alla principessa di Belgiojoso. Accetta invece i denari di Verga e Morbio, come “soscrittori a quel mio povero lavoro”. Lo ringrazia tuttavia esprimendogli gratitudine e amicizia.
33) Pavia, 18 luglio: Del Chiappa informa Biffi di aver ricevuto le tre copie dell’opuscolo di Medici, assicurandogli che recapiterà le copie destinate a Rusconi e a [Carlo] Speranza. Racconta della superbia di [Mauro] Rusconi che “ha fatto un passo da gigante facendosi nominar Campanajo”, raccomandando tuttavia a Biffi di inviargli una lettera di congratulazioni per non “commettere un delitto di lesa maestà campanaia”. Gli chiede di consegnare a Guglielmini una lettera e di attenersi alle istruzioni. Gli domanda inoltre di procurargli della “carta grande da musica per spartito” presso il cartolaio in S. Margherita vicino al Caffè dell’Accademia.
34) s.l., 21 luglio: Del Chiappa ritiene che Biffi abbia ricevuto la sua lettera precedente per mezzo del giovane medico Dansi, che ne conteneva un’altra diretta a Guglielmini. Gli raccomanda di fargli sapere qualcosa in proposito alle determinazioni di Guglielmini, poiché non gli piace “questa sua bindoleria”, spiacente di doversi appoggiare a Biffi, non potendo recarsi a Milano personalmente. Gli chiede di consegnare la carta da musica al nipote, latore della lettera, o di indicargli dove poterla acquistare.
35) s.l., 08 agosto: Del Chiappa racconta a Biffi la sua recente visita agli stabilimenti sanitari per la terapia idrotermale di Regoledo e di Cernobbio fondati rispettivamente dal Maglia e dal barone [Gaetano Ippolito] Ciani. Racconta della gentilezza del Maglia, che lo ha accompagnato nella visita e dell’incontro con il giovane medico francese Delorme, marito della figlia e del proprietario. Alla Villa d’Este di Cernobbio ha invece incontrato il dottor Signorini, figlio del celebre clinico chirurgico [Bartolomeo Signorini] di Padova, dal quale ha avuto “tutte le informazioni più desiderabili”. Tuttavia ritiene che le cure applicate non risultino efficaci se non addirittura dannose, fatte “salve alquante malattie croniche d’indole nervosa, come sono alcuni residui stati flogistici”. Pensa infatti che “questo modo di curare tornerà bene in tutti coloro che hanno un esaltamento cerebrale, come sono per esempio i fanatici di tutti i colori, gli utopisti (e fra questi io ripongo quelli che hanno proposto e che predicano la sdentatura de’ cani nel cui numero figura quel cervello balzano dello Speranza) d’ogni maniera de’ quali v’ha gran copia in oggi […] ed in generale in tutti i maniaci di qualunque genere sia la loro mania”. Al contrario “là dove havvi stato fortemente inflammatorio, che si diviserebbe secondo la scuola bruno-rasoriana, col nome di molta diatesi” la terapia praticata in quegli stabilimenti risulterebbe “pestilenziosa od assai nociva”. Si rammarica per non essere riuscito a passare da Milano, ma promette di farlo il mese succesivo. Invia saluti anche da parte di [Ernestina].
36) s.l., 24 agosto: Del Chiappa ringrazia Biffi per la sua lettera, che ha ricevuto tramite [Luigi] Porta, e per il frontespizio della “Vita di Cicerone”, che trova lodevole. Dichiara che l’editore dovrà pensare alla tiratura, avendogli ceduto l’opera “senza nessuna gratificazione, tranne alquante poche copie da presentare agli amici”. Spera di incontrare presto l’amico a Milano. Invia saluti estesi ad Arpesani, che si augura ristabilito. Manda quelli di Ernestina. Si lamenta della sua vita solitaria.
37) s.l., 30 agosto: Del Chiappa chiede a Biffi se ha ricevuto l’opuscolo che gli ha lasciato alla spezieria Ravizza, nel quale, così come nelle lettere apologetiche, si difende dalle accuse che vengono mosse alla sua clinica e in particolare da quella di sostituire “al sangue da me prescritto altro sangue pigliato dai salassi fatti nelle infermerie dello spedale”, rammaricandosi che anche Biffi, suo allievo, abbia potuto dar credito a tali voci. Gli chiede di recapitare una lettera a [Carlo Ampelio] Calderini e di farsi restituire il rendiconto clinico che gli aveva mandato nel mese di aprile, poiché intende correggerlo e sistemarlo, non avendolo trovato in occasione del suo ultimo viaggio a Milano. Riferisce che nemmeno il medico ungherese Herczegy, che gli aveva mandatol’ha visto.
38) s.l., 04 novembre: Del Chiappa spera che Biffi abbia potuto dare una scorsa al manoscritto che doveva consegnare a [Carlo Ampelio] Calderini e gliene chiede un parere a parte. Lo scritto dovrebbe costituire un’appendice alla sua “dottrina medica” e precisa di averne bisogno entro la metà del mese.
39) s.l., 12 novembre: Del Chiappa desidera che il suo manoscritto venga pubblicato nel giornale di [Carlo Ampelio] Calderini [“Annali universali di medicina”], in modo da risparmiargli le spese di stampa e favorirne la lettura tra i medici. Se questo non fosse possibile, sarebbe disposto in ogni caso a farlo stampare a sue spese.
40) Pavia, 20 novembre: Del Chiappa ringrazia Biffi per la lettera che ha ricevuto tramite Tagliasacchi. Trova che quanto successo sia un’ingiustizia, che tuttavia gli permetterà di avere “meno brighe”. Ritiene di aver lavorato sempre con impegno, rammaricandsi che non siano mai arrivati i riconoscimenti, che ritiene di meritarsi. Intanto continua a lavorare dicendosi certo che se i suoi lavori non saranno pubblicati mentre è in vita, lo saranno dopo la sua morte. Si compiace che il raccomandato di Biffi abbia ottenuto la condotta di Lesa. Rinnova il suo affetto per l’allievo, mico e collega.
41) s.l., 29 (?) novembre: Del Chiappa rimanda a Biffi le prove di stampa del suo articolo per gli “Annalli Universali di medicina” di [Carlo Ampelio] Calderini.
42) s.l., 30 novembre: Del Chiappa riferisce a Biffi che il direttore è disposto ad esaminare suo fratello il prossimo 7 dicembre. Ricorda a Biffi il desiderio di pubblicare il suo scritto sugli “Annali universali di medicina”, precisando di non avere avuto riscontro da [Carlo Ampelio] Calderini. Se ciò non fosse possibile lo prega di ritirare il manoscritto e quello del suo “anno clinico, che oggimai è diventato vecchio”. Deciderà poi cosa farne. Spera almeno che Calderini dia un parere sul suo manoscritto.